IDENTITA’ METICCE: UNA INIZIATIVA CHE HA APERTO UNA STRADA

venerdì 29th, marzo 2019 / 15:43
IDENTITA’ METICCE: UNA INIZIATIVA CHE HA APERTO UNA STRADA
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CHIUSI – Domenica scorsa, 24 marzo, si è tenuta nel Chiostro San Francesco di Chiusi una iniziativa inusuale: non un convegno, non una festa, non una mostra, non una conferenza. Un happening diciamo, nel quale si è parlato di libri e di teatro, di antropologia e di arte… ma iL teatro, l’arte, i libri sono entrati a gamba tesa nel ragionamento, che era un ragionamento anche quello a gamba tesa, perché contro vento, controcorrente. Un ragionamento serio, ma non serioso, sulle migrazioni, sulla “mobilità”, sul melting pot culturale e razziale. In una parola sul “meticciato”. O meglio sulle identità meticce. Che sono una caratteristica del mondo di oggi. E contro le quali il conservatorismo più retrivo e più bieco cerca di opporre muri, barriere, chiusura dei porti, ipernazionalismo, evocando paure e fantasmi. Quasi a voler fermare il vento con le mani, a voler far tornare il mondo indietro, tentando di respingere l’onda. Che viene descritta come un’invasione, ma non è un’invasione come dicono, è solo l’onda inarrestabile della ricerca di un mondo migliore. Della felicità sarebbe troppo, ma almeno di una vita senza guerra, senza carestie, senza fame, senza lager, senza tortura…

Ecco la giornata sulle “Identità meticce” ha messo insieme gli autori, i protagonisti di tanti progetti interessanti: la mostra Humans, The Giufà Project di Laura Fatini, il progetto Solo in Cartolina, l’arte in live del collettivo Becoming X – Art+Sound Collective, le letture per i bambini… e poi sociologi, scrittori, testimoni diretti, come il giovane George, cristiano perseguitato e fuggito dalla Nigeria…

Nel corso della giornata sono echeggiate frasi del tipo: “La mobilità è parte della storia dell’uomo da sempre”. Oppure: “la migrazione non deve essere vista con pietismo, ma come la normale corsa al benessere di un altro individuo, cosa che facciamo tutti in un modo o nell’altro”.  Frasi che rimbalzavano anche nei brani teatrali recitati, nelle fotografie delle mostre. Nei disegni realizzati sul posto…

Una bella giornata. Peccato che sia rimasta un po’ chiusa nella sua nicchia. In una sorta di “bolla”, quella degli organizzatori e dei loro amici. Non che ci fosse poca gente. Ce n’era. Però l’iniziativa ne avrebbe meritata di più. E avrebbe meritato più attenzione anche da parte di un pubblico diverso: quella della politica ad esempio. E quello di chi ha più di 40 anni. Di over 40 non se ne son visti molti purtroppo. Come se queste fossero tematiche solo “giovanilistiche”. Ad organizzare l’evento era una Associazione per lo più giovanile (il Gec, Gruppo Effetti Collaterali”), vero. Ma il tema delle migrazioni e delle identità meticce ci riguarda tutti. Giovani, adulti e anziani. Basta trovarsi anche per caso a passare davanti ad una scuola all’ora dell’uscita degli alunni per capire come anche da noi, a Chiusi e dintorni, il mondo sia ormai molto cambiato, come il “meticciato” sia un fatto. Non una ipotesi.

Ecco hanno fatto benissimo, e andrebbero ringraziati per questo i giovani del Gec,  ad organizzare una giornata del genere. Hanno fatto  più opposizione loro in mezza giornata a Salvini e al suo sovranismo fascioleghista, che tutti i partiti non di governo messi insieme in un anno. Pd in testa.

Naturalmente lo scopo della giornata non era fare opposizione politica a Salvini (o non solo quello). Era di far ragionare la gente su un tema molto attuale, ma quando si diceva tanti anni fa che “tutto è politica”, non era uno slogan farlocco.  Non è buon segno il fatto che i 5 Stelle, i Podemos e buona parte del Pd (al di là degli amministratori e pochi intimi), non abbiano partecipato e non abbiano nemmeno commentato l’iniziativa. Né prima, né durante, né dopo. Ancora una volta una parte della “società civile” si è dimostrata più avanti della politica. E con le idee più chiare.

Con questa giornata sulle Identità meticce hanno aperto una strada. Una breccia. Hanno gettato il tema delle migrazioni e del “meticciato” sul tavolo, presentandolo in maniera assolutamente ragionevole. Con argomentazioni e riflessioni robuste. Niente che possa essere etichettato come il vituperato “buonismo della solita sinistra”, sognatrice e inconcludente.

Chiunque nelle prossime settimane, nei prossimi mesi vorrà incamminarsi nella medesima strada, riproporre altre riflessioni sul tema, avrà un punto di partenza da cui cominciare. Hanno fatto un gran lavoro i giovani del Gec. A noi è  piaciuto molto. Tanto che tra  meno di due mesi, a fine maggio, proporremo uno spettacolo teatral-musicale che racconta una storia americana…  Che alla fine è anche quella una storia di strade piene di piedi che camminano, di confini, di identità meticce. Di melting pot culturale. Con le canzoni di tre grandi autori in sottofondo…

m.l.

 

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