PD, I CIRCOLI VOTANO IL SEGRETARIO NAZIONALE. BETTOLLINI DA RENZI ALL’APPOGGIO A ZINGARETTI?

lunedì 07th, gennaio 2019 / 17:34
PD, I CIRCOLI VOTANO IL SEGRETARIO NAZIONALE. BETTOLLINI DA RENZI ALL’APPOGGIO A ZINGARETTI?
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CHIUSI –  Comincia oggi, 7 gennaio, la fase cruciale del congresso Pd che dovrà eleggere il segretario nazionale.  Entro il 23 gennaio dovranno riunirsi e votare tutti i circoli. Il 2 febbraio verrà ufficializzato il risultato del voto degli iscritti e i tre candidati più votati nei circoli parteciperanno alle primarie del 3 marzo. Dopo questa data, nelle settimane successive ciascuno dei tre candidati dovrà presentare una o più liste a suo sostegno in ciascuna provincia, dalle quali usciranno i 1.000 eletti all’Assemblea nazionale, il massimo organo del partito.

Per votare il 3 marzo occorre presentarsi al proprio seggio con un documento di identità e con la tessera elettorale. Le elezioni si svolgono il 3 marzo dalle 8:00 alle 20:00. Il 17 marzo si svolgerà l’Assemblea nazionale. Qui verrà proclamato segretario il candidato che ha ottenuto almeno il 50 per cento + 1 dei voti. Se nessun candidato raggiunge la maggioranza assoluta, in sede di Assemblea si terrà un ballottaggio tra i due candidati più votati.

Al momento, come è noto, i candidati sono 8, di cui 4 in coppia: Nicola Zingaretti, Francesco Boccia, Dario Corallo, Maria Saladino e i due ticket Anna Ascani-Roberto Giachetti e Maurizio Martina insieme a Matteo Richetti.

Sia in Toscana che in Umbria la segreteria regionale se la son presa esponenti o dell’ala renziana (Simona Bonafé in Toscana) o dell’ala democristiana vera e propria (Bocci in Umbria). La componente ex Pci-Pds-Ds sembra ormai residuale. Ma non è ovunque così, ci sono qua e là “sacche di resistenza” della componente di sinistra ed ex comunista e ci sono anche “riposizionamenti” che potrebbero pesare anche e ridisegnare lo scenario in vista delle primarie del 3 marzo.

Ad esempio a Città della Pieve, la conta regionale umbra ha fatto registrare un buon successo dello sconfitto Verini in alternativa alla deriva democristiana di Bocci. A Chiusi il sindaco Bettollini, renzianissimo della prima ora, sembra pronto ad appoggiare Zingaretti e non l’accoppiata renziana Ascani-Giachetti.  La cosa può sembrare clamorosa ma non lo è.  Perché Bettollini da tempo sta prendendo “oggettivamente”, nei fatti, e con gli atti, le distanze dal suo passato e quindi dal renzismo e dalla stessa “linea Scaramelli”. Ultimo atto in tal senso la Variante al Piano Operativo del Comune di Chiusi approvata a fine dicembre in Consiglio Comunale. Una variante che torna indietro rispetto al Piano originario e ridimensiona le previsioni elefantiache e troppo ottimistiche di Scaramelli.

Bettollini ama parlare più di questioni amministrative che di politica e di partito, ma è uno dei pochi esponenti del Pd che parla, che prende posizione, che si esprime su qualunque cosa. Ultimamente lo ha fatto sul Decreto Sicurezza, esponendosi, tra i primi, insieme al sindaco di Montepulciano Rossi, contro il provvedimento, ma al tempo stesso schierandosi per il NO alla disobbedienza rispetto ad una legge dello Stato. Che è poi la stessa linea della Regione Toscana che ha deciso di presentare Ricorso alla Consulta. Nonostante i richiami alla disobbedienza civile con tanto di citazioni di Don Milani, Martin Luther King, Aldo Capitini, Margherita Hack, Padre Zanotelli coi quali è stato invitato a sposare la linea Orlando-De Magistris, Bettollini non è arretrato di un centimetro. E ora può a buon diritto dire di aver anticipato perfino la posizione del governatore della Toscana Rossi e della sua dirimpettaia umbra Marini.

Interpellato sul congresso Pd, non ostenta alcun entusiasmo. Ma non si tira indietro. Ecco come il sindaco di Chiusi ha risposto ad una serie di domande sull’argomento.

Allora sindaco, sei pronto per la battaglia congressuale?

Contrariamente a quanto fatto in passato, questa volta non mi impegnerò pancia a terra nella campagna congressuale. Primo perché ho molte cose da fare in Comune, secondo perché la situazione non mi appassiona. Non so ancora chi appoggerò, ma a questo punto, mi pare che la soluzione più unitaria, più forte, quella più in grado di far ripartire il Pd sia Zingaretti…

Zingaretti? Detto da un renziano fa un certo effetto..

Io non rinnego la stagione di Matteo Renzi, il sogno di cambiare la politica e l’Italia, ma quella stagione è finita. Volenti  o nolenti è così, bisogna prenderne atto. Il Pd è in crisi, non è più in sintonia con la gente, nemmeno con la propria base elettorale… serve un cambio di passo. Serve riconquistare un obiettivo, dei riferimenti che sembrano smarriti…

Zingaretti può essere dunque la soluzione giusta?

Intanto è quello che più di tutti sembra voler valorizzare un elemento. Cioè l’elemento che a mio avviso è oggi l’unico punto di forza del Pd, il “tesoretto”, o lo zoccolo duro, da cui ripartire..

E cioè?

Cioè l’insieme dei sindaci, degli amministratori del Pd che sono al pezzo nei comuni, sia nelle grandi città che nei paesi di provincia, nelle periferie… E’ un patrimonio di esperienza, di azione, di governo del territorio, di resistenza, in qualche caso, che può rappresentare la base per rilanciare l’immagine e l’azione del partito.  Zingaretti ne parla spesso, sembra deciso a puntarci… Questo mi piace.  Voglio però capire meglio dove vuole andare, che partito ha in mente. Poi deciderò… Certo il Pd non è nelle condizioni di potersi attardare ancora, né tantomeno di sbagliare cavallo e strategia…

Intanto però molti sindaci, anche in questo territorio, stanno gettando la spugna. Agnoletti, Barbanera, Morelli, Grazi, Scricciolo non si ricandideranno pur avendone la possibilità. Sembra un fuggi fuggi. Come mai?

Qualcuno ha addotto problemi personali, qualcun altro ha compiuto scelte discutibili che lo hanno messo in rotta di collisione con la popolazione. Fare il sindaco è comunque difficile, nei comuni più piccoli  lo stipendio è irrisorio e le responsabilità alte. Una certa stanchezza ci può stare. Stanchezza e solitudine. Come amministratori non abbiamo più una struttura politica alle spalle, il partito che ti dava sicurezza ti aiutava a risolvere le questioni spinose. Adesso te la devi cavare da solo, le giunte e i gruppi consiliari sono la prima linea, la retroguardia e pure l’esercito dei riservisti. Ti assicuro che è dura…

Ci sono sindaci molto “social”, che si aiutano con le dirette facebook, le sedute in streaming, i post a raffica sul proprio profilo. Altri che invece hanno tenuto e tengono un profilo più basso, stando più rintanati, meno esposti…

Sì, io, ad esempio, uso molto i social. E non solo per propaganda come dice qualcuno. Lo faccio anche per una scelta di trasparenza. Di condivisione con la cittadinanza. E’ un modo per sentirsi vicini, ma anche per avere sempre il polso della situazione. I commenti sono un termometro importante. Gli amici, compagni e colleghi che hanno scelto di stare meno sui social pagano forse anche quella scelta, hanno meno contatto con la propria gente, sono o rischiano di apparire più isolati quindi meno forti…

Poi c’è anche un altro problema. Per la prima volta i comuni della zona (tutti) non sono più “blindati”, sono contendibili e quindi a rischio per il Pd. Metterci la faccia a questo giro può anche voler dire prendere qualche schiaffo. E nessuno, credo, vuole essere ricordato come il sindaco Pd che ha passato le chiavi del proprio paese all’avversario…

Beh, certo. La situazioni oggi non è quella di 5 anni fa. Allora c’era Renzi che volava… Oggi il Pd è sotto al 20% a livello nazionale, e anche qui in queste zone le maggioranze assolute di un tempo sono ormai un ricordo…  Si rischia di perdere più di un comune a vantaggio di forze che non hanno presenza, radicamento, figure spendibili, solo per il vento che tira. E’ una prospettiva per nulla rosea…

Sul DL Sicurezza hai criticato il provvedimento, ma hai definito un errore invitare a non applicarlo. Perché un sindaco non può istigare a non applicare o a disattendere una legge dello Stato. Ma c’è chi ha fatto notare che quando si è trattato di vietare gli spazi pubblici del Comune a partiti, movimenti e organizzazioni che inneggiano al fascismo, al nazismo, al razzismo e alla xenofobia, ti dichiarasti pronto a violare la legge, se necessario. Due pesi e due misure?

Forse mi sono espresso male, ma con il fascismo non si scherza, è chi usa lessico e simboli che richiamano il fascismo e il nazismo, chi si dichiara fascista o razzista che è fuori dalla legge e contro la legge. Sull’antifascismo non ammetto deroghe o tentennamenti.

A Chiusi sei appena a metà del guado. Hai ancora due anni e mezzo di mandato. C’è tempo per pensare al futuro, ma… Bettollini a cosa pensa? ad un futuro ancora da sindaco oppure ad altro, magari a un seggio in Regione o in Parlamento? Non sarebbe la prima volta che il sindaco di Chiusi vola via prima del tempo verso lidi più caldi, sicuri e accoglienti… 

Intanto penso a finire bene il mandato ricevuto dagli elettori da qui al 2021.  Ho preso un impegno con il mio partito, con gli alleati e soprattutto con gli elettori. Non me ne andrò prima del tempo. E dove poi? Le elezioni regionali e politiche sono sfalsate rispetto alle comunali, sarebbe complicato e non è mia intenzione venire meno alla parola data. Poi, in tutta sincerità, ti dico che nel 2021 mi piacerebbe riprovarci, quale che sia lo scenario politico. Non è detto che sia lo stesso di oggi, di sicuro non sarà quello del 2016. Mi piacerebbe riprovarci con una aggregazione ancora più ampia.

Verso destra o verso sinistra?

Verso i cittadini. Ma non mi nascondo. Io sono uno di sinistra e mi piacerebbe rivedere in campo una sinistra moderna, aggiornata, più unita, più coesa. Perché certe parole d’ordine, certe posizioni che oggi vanno per la maggiore mi fanno rabbrividire e credo ci sia bisogno certamente di sicurezza, ma anche di solidarietà, di umanità, di senso civico, di rispetto tra persone, di voglia di camminare fianco a fianco… Tutte cose che erano patrimonio della sinistra, quando la sinistra c’era ancora. Ne possiamo fare a meno?

m.l.

 

 

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