DATI 2017: TURISMO MORDI E FUGGI IN VALDICHIANA. MONTEPULCIANO VOLA, CHIUSI DI RINCORSA…

NELLA CITTA’ ETRUSCA SI PENSA ALL’ALBERGO DIFFUSO PER MIGLIORARE L’OFFERTA RICETTIVA
CHIUSI – la Provincia di Siena o come si usa dire “le terre di Siena” sono senza dubbio una dei territori più fotografati e più utilizzati per spot pubblicitari di tutta la penisola. E anche meta turistica conclamata, soprattutto quando si parla di “turismo dolce”, di “città d’arte”, di percorsi storici e della memoria: si pensi alla Francigena…
Nel 2017 la Provincia di Siena ha registrato 1.898 mila arrivi, 4 milioni e 963 mila presenze, con un permanenza media di 2,6 notti. Le imprese turistiche sono 2.996, i posti letto disponibili 67 mila.
Come si vede dalla permanenza media è più che altro un turismo “mordi e fuggi”, che si ferma giusto il tempo di rifocillarsi, come i pellegrini del medioevo..
Quanto agli “esercizi” di settore salta all’occhio un dato: Montepulciano ne ha più di Chianciano Terme: 200 contro 170, anche se i posti letto sono ancora decisamente di più quelli dislocati nella cittadina del “fegato sano”: 12.251, mentre a Montepulciano sono 3.254. Sinalunga, che non è un paese turistico, ne ha comunque più di tutti gli altri comuni della Valdichiana (eccezion fatta per i due citati in precedenza), e cioè 54 con 905 posti letto. Chiusi ne ha 51 con 1.286 posti letto, Sarteano 47 con 2.765 p.l.; San Casciano Bagni 48 con 759, Torrita 48 con 613 e Cetona 32 con 431.
Questo per dare un quadro della ricettività.
Quanto agli arrivi, nel 2017 il 41,6% è il dato relativo agli italiani, il 58,4% quello degli stranieri. Segno che le terre di Siena hanno più appeal all’estero che in Italia.
Se analizziamo i dati degli arrivi e delle presenze notiamo che, in Valdichiana la parte del leone l’ha fatta ancora una volta Chianciano, con 252.073 arrivi e 604.068 presenze con una permanenza media però ormai ridotta all’osso: 2,4 giorni. Un week end, per intendersi.
Al secondo posto Montepulciano con 92.421 arrivi e 227.647 presenze. Anche nella città del Poliziano permanenza media limitata: 2,5 giorni.
Terza piazza per Chiusi con 30.889 arrivi e 57 mila presenze, con una presenza media però ancora più bassa: 1,8 giorni. Toccata e fuga.
Seguono San Casciano Bagni con 21.054 arrivi, 64.791 presenze, permanenza media 3,1; Sinalunga con 18.646 arrivi, 46.605 presenze e 2,5 giorni di permanenza media. Sarteano sembra un “mondo a parte” con 17.766 arrivi, ma 99.452 presenze, con una permanenza media decisamente più alta: 5,6 giorni. Una settimana in sostanza, non un solo week end. Ciò probabilmente in forza del campeggio delle piscine. Anche a Torrita e Trequanda la permanenza media è un po’ più alta della media: 3,8 giorni, mentre a Cetona torna a 2,5.
Chiusi è il terzo paese per arrivi, ma anche il paese con la permanenza media più bassa. E questo significa che la città di Porsenna ha un certo appeal, ma non riesce a trattenere in loco i turisti che vi sbarcano…
Il dato dei primi 7 mesi del 2018 però segnala un + 5,2% sugli arrivi e un + 3,2% sulle presenze rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Dato 2018 molto incoraggiante anche per Cetona che segna una permanenza media di 4,1 giorni e una crescita del 12,8% sugli arrivi e del 17,4 % sulle presenze…
Gli esperti del settore dicono che la permanenza media si fonda più che sulle cose belle da vedere o sul mangiare e bere, sul numero, sulla raggiungibilità e sulla qualità delle strutture ricettive. Chiusi, per esempio, ha importanti musei, tombe, catacombe, chiese, torri, situazioni ambientali particolari (il lago), un bel teatro… ma evidentemente ha strutture ricettive meno “appetibili” di Sinalunga, o Torrita, Trequanda o Sarteano che certo hanno meno da offrire in termini di arte, storia, archeologia, pur essendo tutte località di un certo rilievo sia ambientale che culturale.
Una risposta a questo “gap” potrebbe essere quella dell’albergo diffuso. La nuova legge Regionale sul turismo prevede questa forma di accoglienza turistica per il rilancio dei centri storici e per soddisfare i desideri dei turisti con la consapevolezza del patrimonio culturale, produttivo e sociale. L’Amministrazione Comunale di Chiusi ha messo a disposizione incentivi a fondo perduto, in conto interessi, per la ristrutturazione di immobili e startup di impresa destinate ad accrescere la ricettività “diffusa” nel centro storico. A questo proposito è stato aperto un bando per raccogliere le dichiarazioni di interesse sia per aprire una struttura, sia per mettere a disposizione il proprio immobile. Tali manifestazioni di interesse potranno essere inviate al Comune entro il 15 febbraio 2019. Tutto questo per accrescere e migliorare l’offerta cittadina e far salire di qualche gradino quella permanenza media ancora troppo bassa.
Insomma, dai dati provinciali, si evince abbastanza chiaramente che la straordinaria dote di patrimoni storici, archeologici, architettonici, ambientali è un punto di forza su cui puntare, serve ad attrarre turisti e visitatori, ma non è sufficiente a farli rimanere in loco più di un giorno o due. Serve dunque una politica più marcata dell’accoglienza, basata su un’offerta ampia e variegata, ma soprattutto sulla qualità, sulla cortesia, sui servizi aggiuntivi che possano invogliare a rimanere a rimanere in un posto qualche ora in più, qualche giorno in più…
Va detto che negli ultimi anni l’offerta di ricettività è aumentata e migliorata, soprattutto sul versante degli agriturismi e case vacanze, ma la concorrenza dei paesi limitrofi è agguerrita. Forse servirebbe una maggiore “integrazione”, maggiori sinergie. Alla fine la Valdichiana e la vicina Umbria sono un territorio solo, unico, irripetibile sotto molti aspetti, ma anche “univoco” per vocazioni e caratteristiche socio-culturali. Le barriere doganali tra Granducato e Stato Pontificio sono scomparse con l’unità d’Italia, 150 anni fa… Rimangono i dialetti diversi (non molto), il che è una ricchezza, non un handycap. E se si pensa che in Umbria è nato il “volgare” e tra la Valdichiana e la Valdorcia si parla il miglior italiano di tutta Italia, anche questa può essere una molla per attrarre turisti. O no?
M.L.
Chiusi è l’unico paese dei citati che ha alberghi all’uscita dell’autostrada quindi il numero degli arrivi e delle presenze medie è da esso condizionato enormemente, dal punto di vista turistico direi sia un dato purtroppo negativo. Oltre la valdichiana dovresti guardare i dati di tutti i comuni della provincia e si evidenzierebbe che comuni come San Quirico, Castelnuovo Berardenga e molti altri surclassano in arrivi e presenza la nostra povera Chiusi. Tra le strutture ricettive ci sono anche i campeggi questo spiega il dato di Sarteano.
Certo, i dati vanno analizzati. San Quirico è in mezzo alla celebratissima Val d’Orcia. Castelnuovo Berardenga è in mezzo al Chianti e sappiamo quanto il vino sia “motore” di un certo tipo di turismo. Riguardo a Sarteano anche l’articolo mette in relazione la maggiore permanenza media con il campeggio delle piscine… Ogni comune ha le sue specificità e “lucra” sui marchi più lucenti che ha. Ma molto credo dipenda anche dal numero, dalla accessibilità, dalla posizione e dalla qualità delle strutture ricettive e dei servizi… Chiusi, da questo punto di vista non è l’ultima ruota del carro, ma nemmeno la prima in classifica.
Chiusi viene vista soprattutto e comprensibilmente come sosta per visitare anche altro, ma non ci sono le infrastrutture necessarie a sfruttare questa sua posizione baricentrica. Si deve necessariamente essere automuniti altrimenti il servizio di trasporto pubblico è praticamente assente. Soprattutto i giovani, invece, si muovono con i mezzi pubblici. Non risulta affatto comodo, efficiente oppure anche semplicemente di facile decodifica, il trasporto pubblico per raggiungere Pienza, Cetona, Cortona, Città della Pieve, Paciano, la stessa Montepulciano o altre località vicine come Bagno Vignoni, Bagni San Filippo ecc.ecc..che richiamano turisti italiani e stranieri. Tutto è estremamente complicato, frazionato, mancante e di difficile fruizione anche per chi conosce e abita queste zone, figurarsi i turisti soprattutto se stranieri. Da qui si potrebbero raggiungere nell’arco di un’oretta, poco meno poco più, anche città come Siena, Firenze, Roma, Orvieto, Arezzo ecc… ma questi collegamenti non funzionano e Chiusi ne risulta pesantemente penalizzata. Eppure tanti vorrebbero sfruttare questa possibilità soggiornando in un piccolo centro e poi muovendosi tutt’intorno. Sorrido di fronte alla celebrata iniziativa del bus scoperto per il tour e forse si può intuire facilmente il perché. Più che non riuscire ad accogliere si manda via chi, con tenacia, proverebbe a farsi un bel giro di questa parte della Toscana e dell’Umbria, in autonomia, spostandosi ogni giorno da un centro verso una ampia e variegata circonferenza piena di interessanti opportunità. Ogni raggio del cerchio un percorso diverso, ma risulta pressoché impossibile. Non si vogliono individuare le responsabilità di tutto ciò.
Chiusi però è la cittadina del comprensorio che è più e meglio servita sotto l’aspetto del trasporto pubblico, fra treno, autolinee, taxi, ncc ecc. Nessun altro paese dei dintorni, sia sul versante toscano che su quello umbro può vantare una simile “dotazione” di possibilità e di mezzi. Tutti gli altri sono messi molto peggio. A questo punto, forse il problema è di come far conoscere l’offerta e di come far funzionare al meglio i servizi rendendoli efficaci, appetibili e facilmente fruibili. Già oggi (più per i turisti che per i pendolari o lavoratori in genere) è possibile raggiungere in un’ora o poco meno o poco più Siena, Firenze, Perugia, Arezzo e in 30-40 minuti Sarteano, Montepulciano, San Casciano, l’Amiata. Ci sono treni che arrivano a C. Lago in 10 minuti, a Cortona e Orvieto in 20-30… Chiusi ha pure l’autostrada e per chi arriva in auto non è poco. Se un turista arriva e si piazza in un agriturismo in Valdorcia fa più fatica a muoversi…