LUPI VICINI ALLA CASE. BETTOLLINI: “BISOGNA ABBATTERLI!” MA SIAMO SICURI CHE SIA IL METODO PIU’ EFFICACE?

giovedì 17th, gennaio 2019 / 17:08
LUPI VICINI ALLA CASE. BETTOLLINI: “BISOGNA ABBATTERLI!” MA SIAMO SICURI CHE SIA IL METODO PIU’ EFFICACE?
0 Flares 0 Flares ×

CHIUSI – Fummo proprio noi di primapagina, il 3 gennaio scorso, a pubblicare un articolo sull’avvistamento di 4 lupi sul Sentiero della Bonifica da parte di una signora che stava facendo jogging. L’articolo registrò un numero altissimo di visualizzazioni, più di 7.000, e anche diversi commenti. Alcuni allarmati, altri ironici, altri ancora con segnalazione di avvistamenti in luoghi diversi, ma sempre nei pressi dei centri abitati.

Oggi è intervenuto sull’argomento il sindaco di Chiusi Bettollini il quale parla di “fallimento totale del Progetto introduzione #lupo e dice che “nei nostri territori, bisogna abbatterli“.

In un post sul proprio profilo facebook Bettollini scrive: “Qualche giorno fa, la stampa locale aveva raccontato di persone impaurite dopo aver avvistato #lupi durante una passeggiata lungo il sentiero della bonifica. Mi ero promesso di commentare quella notizia, poi non ho avuto modo di farlo prima di oggi. In realtà la presenza dei lupi a Chiusi è accertata già da qualche anno; ci dicono che sono stati introdotti per cercare di contrastare la proliferazione di cinghiali e caprioli; ma come si suol dire, secondo me, “la toppa è stata peggio del buco”; e adesso i rischi sono elevati anche per l’uomo. 
Guardate queste foto (Sono un po’ crude, scusate): si riferiscono ad un attacco di lupi avvenuto la scorsa notte a delle capre domestiche all’interno di un cortile di una villetta nel centro abitato della nostra Città. Praticamente dentro casa. Vi pare normale che a Chiusi possano succedere queste cose? Io penso di no. Mi giungono voci anche da altre parti della provincia di attacchi simili se non addirittura più gravi. 
A mio giudizio, il nostro territorio non può ospitare questa specie; non è assolutamente compatibile. 
Il lupo deve essere eradicato con ogni mezzo. Serve una legge speciale che consenta a personale qualificato di procedere all’abbattimento. Non possiamo aspettare che succedano fatti ancora più gravi per correre poi a rimedi improvvisati; si stanno avvicinando sempre di più alle nostre abitazioni e pertanto forte vuole essere il mio appello alle istituzioni sovracomunali affinché procedano con determinazione a legiferare, quanto prima, normative per consentire interventi di abbattimento”.

Il post ha, come prevedibile, scatenato subito un certo dibattito e il sindaco di Chiusi precisa, in un commento successivo che “il problema non è il numero in eccesso degli esemplari, ma la presenza in ambienti inidonei, come i centri abitati e le immediate vicinanze”.

Tra i vari commenti ce ne son alcuni che confermano la presenza di lupi e attacchi a pecore, capre e altri animali domestici o da cortile. Lo stesso Bettollini riferisce di un ragazzo attaccato in provincia di Siena…

Che il problema esista è fuori di dubbio. Non tanto per gli umani (il lupo difficilmente attacca l’uomo), quanto per le greggi e altri animali come capre e cani. Ma è un problema anche la proliferazione di cinghiali e caprioli, anch’essi sempre più frequentemente avvistati vicini alle case. 

Bettollini è notoriamente un cacciatore ed è probabile (lo ammette sotto al post in questione) che quella dell’abbattimento è una sua opinione. La misura a suo giudizio più efficace allo stato delle cose. E comprendiamo anche l’allarme di allevatori, contadini e cittadini che hanno animali nel giardini di casa per i danni che possono subire e anche per l’aspetto della “sicurezza” e dell’incolumità delle persone e degli animali stessi.

E’ evidente, come dice Bettollini, che le politiche venatorie (sopratutto quelle su cinghiali, caprioli e lupi) si sono rivelate errate e disastrose così come quelle per la “selezione naturale delle specie animali”, non è che abbiano funzionato granché. Il lupo, ad esempio in questo territorio non c’era più dalla fine dell’800, è stato reintrodotto proprio per ridurre la presenza di caprioli e cinghiali, ma l’esito è che sono aumentati tutti e tutti si sono avvicinati ai centri abitati. Detto questo, però, ora che la frittata è fatta, noi ci chiediamo, se esistano e siano stati sperimentati metodi diversi, meno cruenti, meno drastici dell’abbattimento a fucilate.

Qualche studio in tal senso c’è.
Uno è stato pubblicato di recente dalla rivista Plos One ed è stato condotto negli Usa, in Michigan, tra il 1998 e il 2014. I ricercatori hanno esaminato due metodi di intervento adottati dal governo in seguito a episodi di predazione dei lupi ai danni di animali domestici. Il primo prevede l’abbattimento selettivo dei lupi avvistati nei pressi del luogo dove è avvenuta la predazione, mentre il secondo l’utilizzo di metodi non letali. Gli autori dello studio ritengono che il ricorso agli abbattimenti non si è rivelato efficace per ridurre il rischio di nuovi attacchi nelle vicinanze. I ricercatori hanno inoltre cercato di spiegare la diffusa e non comprovata idea che gli abbattimenti siano efficaci per ridurre gli attacchi al bestiame. Dei benefici potrebbero effettivamente esserci, spiegano, ma solo per una piccola minoranza di allevatori. Gli allevatori circostanti potrebbero invece subire un aumento degli attacchi…
Un altro studio pubblicato nel 2016 sulla rivista Frontiers in Ecology and the Environment  ed effettuato negli Usa, in Slovenia e in Sudafrica analizzando i dati relativi ai tassi di predazione sugli animali d’allevamento provenienti sia dagli Stati Uniti che dall’Europa, dimostrando che i deterrenti più efficaci non prevedono l’abbattimento del predatore. Nella maggior parte dei casi esaminati l’utilizzo di deterrenti letali non ha ridotto la predazione, al contrario, in alcuni casi sono state registrate perdite maggiori di bestiame nel periodo successivo rispetto all’abbattimento dei predatori. Entrambi gli studi hanno concluso che i metodi che si sono rivelati più efficaci sono quelli non letali, come l’utilizzo di cani da pastore e il flandry, un deterrente visivo costituito da una corda alla quale sono fissate strisce di tessuto rosse ben visibili. Altro “deterrente” utilizzato è la sterilizzazione. Ma una controindicazione rispetto all’abbattimento è anche di natura scientifica:  “I predatori sono una risorsa pubblica – ha dichiarato Adrian Treves del Nelson Institute for Environmental Studies dell’Università del Wisconsin – la loro distruzione non può essere intrapresa alla leggera, senza prove che ne attestino l’efficacia, né per il solo beneficio di una ristretta minoranza di persone, ​​come gli allevatori”. Non solo, lo studioso afferma anche che “permettere la caccia al lupo aumenta le probabilità di episodi di bracconaggio, anziché diminuirle.I metodi non letali efficaci conservano il bene pubblico, proteggendo al tempo stesso il bestiame privato”, conclude Treves, auspicando che un maggiore rigore scientifico venga utilizzato ovunque il lupo è tornato ad essere presente ed è percepito come una minaccia, quindi anche in Italia”.

Secondo gli studi citati, il miglior deterrente contro l’attacco dei lupi e altri predatori selvatici al bestiame domestico, alla fine della fiera, è costituto dai cani da pastore.

Tutto ciò è, ovviamente, una campana. Occorrerebbe sentirne altre, per avere un quadro più esauriente. Chiaro che per aprire la caccia ai lupi, occorre una legge apposita, in deroga alla legge europea che protegge la specie. Cosa più semplice a dirsi che a farsi.

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Email -- LinkedIn 0 Pin It Share 0 0 Flares ×
Consorzio di bonifica
Mail YouTube