CHIUSI SCALO ALLA RICERCA DELLA PIAZZA PERDUTA. POLEMICHE SUL PREVISTO RESTYLING DELLA PIAZZETTA GARIBALDI
CHIUSI – Tra le opere pubbliche annunciate dal sindaco dopo l’ultima seduta del Consiglio comunale (vedi articolo su primapagina del 30 dicembre) figura anche la riqualificazione urbana di una parte del centro di Chiusi Scalo. In particolare di via Piave e via Montegrappa e della piazzetta Garibaldi. Come abbiamo già scritto, quello in programma sulle due strade storiche dello Scalo è un intervento atteso da anni dai residenti. Entrambe le vie, un tempo piene di botteghe artigiane, versano in condizioni piuttosto penose, tra buche, avvallamenti, marciapiedi inesistenti o fatiscenti e un “restyling” con adeguamento dei sottoservizi è quanto mai necessario e urgente. Negli ultimi 30 anni nessuno vi ha mai messo mano.
Diverso il discorso di Piazza Garibaldi, che è il cuore geografico e fisico dello Scalo, all’incrocio tra il corso principale (via Leonardo da Vinci) e le altre due vie dello shopping: via Isonzo e via Pasubio. La “piazzetta” (così la chiamano i chiusini) un intervento di restyling lo ha avuto una ventina di anni fa, tra il 1999 e il 2000, quando su progetto dell’arch. Paolo Corsi i vecchi giardinetti fatiscenti e circondati di pini furono smantellati e chiusi con un muretto perimetrale, pensato come tutela dei bambini che allora vi giocavano all’interno.
Nel 1999 fu anche spostato il monumento ai martiri della Resistenza, che era lì dal 1974. Il sindaco Ciarini con un atto arbitrario ne fece cambiare anche la data, da 1974 a 1999, come se l’avesse fatto posizionare lui e non Giancarlo Laurini nel 30° anniversario della Liberazione della città, 25 anni prima.
Ci furono anche polemiche, all’epoca, sul restyling della piazzetta, sia sui tempi lunghi dei lavori che tennero lo spazio chiuso al pubblico per un bel po’, sia sul taglio di tutti i pini e anche su quel muretto perimetrale che secondo alcuni trasformava un giardinetto in un fortino, neanche si dovesse attendere l’arrivo di un qualche nemico, come nel Deserto dei Tartari.
Come dicevamo, però, allora la piazzetta era frequentata, sia di giorno che, in estate, anche di sera. I bambini che vi giocavano erano numerosi. Quel muretto a protezione rispondeva ad una esigenza reale. I pini furono sostituiti con lecci e aceri che solo adesso cominciano a fare ombra e ad avere la forma di alberi veri.
Oggi la situazione è cambiata: il centro dello scalo non è più abitato come allora; le famiglie giovani con figli piccoli sono poche, la piazzetta Garibaldi è quasi sempre vuota. Il muretto di protezione serve ormai a poco o nulla.
I commercianti di Chiusinvetrina insieme alle associazioni di categoria hanno avanzato una proposta che il Comune sembra aver voluto recepire, mettendo in programma il rifacimento della piazza. E anche stavolta, come 20 anni fa, sono subito partite le polemiche, sul fatto che non fosse una priorità, sul mancato coinvolgimento e mancata “partecipazione” della cittadinanza alla decisione, sul fatto che a Chiusi (e allo Scalo in particolare) non si muove foglia che Chiusiinvetrina non voglia…
E a criticare sia per il metodo che nel merito la decisione di mettere mano alla piazzetta sono gli stessi, più o meno, che nel 1999-2000 erano in prima fila nella contestazione dell’opera firmata da Corsi, con tanto di striscioni e cartelli.
Anche noi di primapagina eravamo tra coloro che contestavano le lungaggini nei lavori e il taglio indiscriminato dei pini. Il muretto invece ci sembrò tutto sommato una soluzione che rispondeva ad una esigenza reale, quella di tutelare i bambini.
Oggi che quell’esigenza non c’è più, anche per la presenza di altri spazi per il gioco dei bambini, oggi che a Chiusi Scalo “si esce poco la sera, compreso quando è festa” (non sappiamo se “c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia alla finestra”, ma non ci stupiremmo), riteniamo che il rifacimento o un ridisegno della piazzetta Garibaldi non sia un tabù.
Certo non è il luogo più degradato della città. Può non essere una priorità in sé. Ma l’esigenza di ridare un look più accattivante al centro dello Scalo, di riqualificare l’offerta commerciale e l’appeal della città con un “salotto” in cui ritrovarsi, come quando si andava in piazza, in cui accogliere chi viene da fuori e magari fare eventi, è una priorità assoluta.
Su queste colonne, negli ultimi anni abbiamo proposto, via via, la chiusura del centro al traffico, la creazione di piste ciclabili urbane, una sala multiuso per incontri, mostre, musica e teatro, e ultimamente anche i murales d’autore nelle facciate e nelle pareti degli edifici, facendo di Chiusi Scalo una galleria d’arte a cielo aperto. Abbiamo anche proposto più volte di tenere allo scalo qualche evento del festival Orizzonti…
Non ci scandalizza l’abbattimento di una parte di quel muretto per riaprire Piazza Garibaldi e renderla più fruibile. Sarebbe bello se potessero riaprire lì anche dei bar o locali di ritrovo come ce n’erano un tempo…
L’importante è che non vengano abbattuti gli alberi che ci hanno messo 20 anni per diventare come sono adesso. E siano salvaguardati il monumento alla Resistenza e la fontanella (quest’ultima può essere spostata, ma non eliminata).
Sarebbe opportuno anche un confronto pubblico, possibilmente prima che si mettano in moto le ruspe. In modo che la cittadinanza possa avere cognizione di ciò che si intende fare e come verrà fatto. E magari fornire anche suggerimenti.
Quanto al fatto che siano stati i commercianti a dare l’input, va detto – ad onor del vero – che a Chiusi Scalo, da qualche anno a questa parte, se si escludono i Ruzzi della Conca con i quali c’è comunque una sinergia, tutte le altre iniziative diciamo “di massa” o di richiamo sono tutte promosse e organizzate dai commercianti. Da Sbottegando, alla Fiera alla Stazione, dalla corsa ciclistica giovanile alla pista del ghiaccio, al mercatino natalizio… Se mai sono altri soggetti che purtroppo latitano o se ne stanno rintanati in silenzio.
Se si vuole riconquistare il gusto di uscire di casa, di tornare in piazza a fare quattro chiacchiere, se si vuole ricreare un luogo che dia a Chiusi Scalo una piazza che non ha, che sia un piccolo “polmone” in cui si respira aria di città e di comunità, va bene anche il restyling, ma sarebbe bene cominciare, intanto, con un bella discussione sul tema. Che non è muretto sì o muretto no in piazza Garibaldi, ma come far tornare a battere il cuore di Chiusi Scalo. Quindi su tutto: dal traffico alle zone pedonali, dalla cura dell’arredo urbano agli eventi, dai murales alla piazzetta, dal ruolo della associazioni all’offerta commerciale…
E sarebbe opportuno che la discussione fosse promossa dal Comune che è la casa di tutti.
M.L.
Giusto. Tanto qualcuno non leggerà, qualcuno non sa leggere ed altri leggeranno ma non capiranno. La cosa buffa, ridicola è paradossale è che le stesse persone che non volevano i muri adesso lottano per averli. Pensa un po’!
Il paradosso vero è che il muro è stato eretto e probabilmente tanto bisogno di spendedere quei soldi non c’era, oggi per una esigenza di parte-perchè è di parte- si vorrebbero creare le condizioni perchè venga eliminato.Allora la domanda è, anzi le domande sono: chi è che non sa leggere dentro le righe visto che alfabetizzati oggi siamo tutti e che la politica è quell’insieme di processi che caratterizza la convenienza comportamentale di singoli e di gruppi? Oppure sono io che la faccio troppo ” palloccolosa ?”. Ma per risolvere il problema dico io non basterebbe chiedere alla popolazione? Troppa fatica? Quello che la Sig.ra Paola poi dice riguardo alle persone che ”non volevano i muri” vorrei capire a cosa si riferisce quando appunto parla di ” muri” , se all’odierna diatriba nel campo dell’accoglienza all’immigrazione riportata in maniera sarcastica oppure solo riferita a Chiusi.In tutti i casi non mi sembra che sia la stessa cosa ed abbia lo stesso significato.
Carlo, ma ti ricordi come era la piazzetta prima del muretto? aiole approssimative, cestini rotti e piegati, lampioni improbabili, panchine rovinate, automobili fin sopra le aiole dove ormai non cresceva più nemmeno un filo d’erba… L’intervento del 1999-2000 era assolutamente necessario. Il muretto, come è scritto nell’articolo, fu pensato e realizzato per rispondere ad una particolare esigenza.Si può discutere sulla soluzione e all’epoca si discusse molto se fosse quella la soluzione migliore… Ma che ce ne fosse bisogno non vi è alcun dubbio e non vi fu nemmeno allora. Quanto ai muri citati da Paola, credo si tratti proprio del muretto di piazza Garibaldi, non quello di Trump… La spiegazione è nell’articolo (credo).
Dice che hanno proposto di farci una pista del ghiaccio permanente, dopo lo strabiliante successo ottenuto con quella nei Parcheggi!! Na tristezza come quest’anno non si era mai vista!
Complimenti e avanti così, di peggio dai è difficile da fare..
Facile criticare da dietro ad una tastiera… prima di blaterare bisognerebbe conoscere. Ma capisco così è più semplice.
Siamo ridotti peggio che a Chianciano dove fino a qualche anno fa credevano di poter andare avanti con il termalismo della mutua da anni 60 e Orietta Berti
ai Fucoli. Pensare che il futuro di Chiusi possa essere quello che era trent’anni fa, in cui Chiusi era il punto di riferimento di un’intera zona significa non avere idea della realtà. Si discuta pure di come rifare o non rifare la piazzetta ma se si pensa che questo possa essere utile alla nostra realtà è pura follia. Ancora più grave se questa follia è praticata da chi amministra.
Ho letto la tua risposta ma allora perchè la Sig.ra che dici si riferisce al muro di piazza Garibaldi e dice che le stesse persone che non volevano il muro adesso lottino per averlo e cioè per mantenerselo? Chi sono queste persone che prima non lo volevano ed adesso che c’è vogliono che venga mantenuto? Io il discorso fatto lo intendo così. Mi sembra una asserzione sarcastica se non erro(ecco perchè ho tirato in mezzo Trump che come dici nulla c’entra).E visto che la intendo così posso pensare da quello che ha detto che lei sia per togliere il muro e quindi contraria al mantenimento.E’ contraria al mantenimento perchè è di ostacolo a cosa ? Al fatto che i commercianti ci possano mettere i banchi durante le feste e per far questo anche se il Comune adoperi soldi pubblici e tolga spazio al pubblico chi se ne importa? Diciamolo a parole chiare invece di parlare con le fumosità, perchè quando si parla con parole chiare tutti capiscono e giudicano quali possano essere gli interessi che vengano perorati.Non c’è mica nulla di male a saperlo ed a rifletterci sopra in maniera chiara magari facendo decidere alla gente di Chiusi Scalo.
Su questo argomento c’è stato un piccolo dibattito anche sui social, in seguito ad un post di Luciano Fiorani che definisce la scelta di rifare la piazzetta “una cazzata”. Da lì altre persone hanno espresso il loro parere sia sul metodo che sul merito della questione, alcune contro e alcune a favore. Tra quelle che oggi difendono la piazzetta così com’è, dicendo che non serve ridisegnarla, ce ne sono alcune che 20 anni fa polemizzarono duramente per i motivi riportati nell’articolo. Quanto al progetto nessuno lo conosce perché non è stato presentato. La richiesta dei commercianti era quella di avere una “piazza aperta”, non un perimetro chiuso, quindi più fruibile e praticabile di quanto la piazzetta non sia oggi.
Certamente non sarà il rifacimento della piazzetta a rilanciare l’economia di Chiusi Scalo, ma un ambiente più accogliente, un arredo urbano più curato, una serie di iniziative che possano ridare a Chiusi Scalo il volto di una cittadina in cui venire a fare spese, ma anche a passare due ore o a fare 4 chiacchiere, può aiutare. Le proposte fatte ad esempio da primapagina, richiamate nell’articolo, vanno in questa direzione. Neanche i “murales d’autore” o le piste ciclabili urbane o la chiusura al traffico di via Leonardo da Vinci, prese una per una sarebbero iniziative risolutive, ma tutte potrebbero aiutare se non altro a riconquistare socialità, senso di comunità, piacere di stare in piazza e un minimo dell’appeal perduto…
secondo me se proponi la chiusura al traffico ti saltano addosso tutti (commercianti compresi). Posso sbagliarmi, ma probabilmente l’obiettivo dei commercianti è proprio quello di aumentare il traffico, magari con la possibilità di parcheggiare nelle immediate vicinanze.
i posteggi quelli sono (solo su via Isonzo e via L. da Vinci), tutti blu. A meno che non vogliano fare un posteggio nella piazzetta, stalli in più non mi pare possano scapparci. Vedremo il progetto quando lo presenteranno
X Storelli ed altri per continuare il discorso….od anche nella piazzetta finalmente aperta….e perchè no? Lo dico sarcasticamente :un bel parcheggio lo vedrei mica male… Le cose vanno fatte per gradi, per avvicinamento alle esigenze e nel tempo dal momento che le esigenze cambiano, anche il parcheggio potrebbe rientrare nelle ipotesi…..è la logica odierna, tipica delle menti che hanno dominato il più grande e sedicente partito della sinistra che da paladino delle lotte è arrivato ad essere paladino delle lotterie e la tattica per arrivare a questo è tutta tipica e mutuata da quella che proveniva una volta dal partito di Piazza del Gesù dove si emanavano le direttive e tali direttive non sbagliavano mai.Ma guardate che non è uno scherzo è prassi applicata in maniera disinvolta e normale così come è prassi applicata il condizionamento strisciante che affligge la cosa pubblica sull’associazionismo ed il cooperativismo e vi fanno vedere che risolvono i problemi per i derelitti mentre a monte loro mantengono il loro potere di condizionamento e di intervento anche culturale nella società e nei modi di pensare delle persone.La logistica dello sviluppo nelle grandi e medie città ma anche in quelle piccole vuole che la tendenza sia quella di chiudere al traffico il centro.A Firenze per esempio abbiamo osservato che negli anni 70 tutti i commercianti erano contrari a questo fino ad arrivare alle serrate.Oggi hanno cambiato opinione decisamente.Quì gira che ti gira succede il contrario ? Ma cosa si vuol sperare da un ente pubblico che aveva posto- adesso sono scomparsi dopo qualche anno, ma per anni ci sono stati e la gente vedendoli si piegava dal ridere- i pali dei lampioni dell’illuminazione pubblica che partivano da sopra le panchine dove si siedeva la gente (parlo di quelli davanti al Museo).Se ”Dio li fa e poi li accoppia” non è mica colpa di chi le cose le fa ? La colpa-se colpa la si voglia chiamare- è di chi li mette e di chi trova le ragioni per difenderli e persuadere l’opinione pubblica.Scusate ma a tutto c’è un limite.Quando ero piccolo c’era un indovinello che concludeva portando inevitabilmente a nominare la capitale di quella che era al tempo l’Unione Sovietica che faceva cosi: ”è città di bell’aspetto ed ha il nome di un insetto;c’è tra voi chi non conosca la città chiamata….? E non c’era chi non rispondesse, tutti rispondevano.Adesso come si potrebbe piazzare lo stesso indovinello con Chiusi ? La rima porterebbe a molti aggettivi ma uno svetterebbe sugli altri ed è probabilmente il participio passato del verbo ”ottundere”che farebbe rima con Chiusi e si presterebbe sibbene ad identificarne le politiche. E qui non c’entra nulla il carattere polemico dei toscani a cui non vada bene nulla,qualsiasi cosa venga fatta.C’entra la logica, una logica normale che dovrebbe ottemperare ad un equilibrio che tenga presente l’interesse pubblico con quella che è l’utilità delle opere.Andare a rimestare chi era contrario in passato vuol dire andare a cercare ragioni altrettanto inesistenti per ottemperare ad un interesse attuale fra l’altro di una sola parte della cittadinanza. Che la nostra società sia impostata sulla ragione dei soldi è chiaro a tutti ma altrettanto chiaro a tutti( categorie economiche comprese) dovrebbe essere che l’ambiente e lo spazio pubblico debbano essere amministrati con avvedutezza.Mi sembra che nel passato questa caratteristica dell’avvedutezza sia stata dimenticata e le premesse su tale tematica per un immediato futuro non siano tanto diverse.Io non sò chi fosse contrario o chi fosse favorevole all’epoca del muretto ma oggi i nomi non m’interessano e non interessano nessuno alla fine; quello che dovrebbe interessare è il fatto che non si gettino al vento soldi di tutti per ottemperare agli interessi di pochi, tenendo ulteriormente presente il periodo di crisi che attraversiamo, dove crescono prezzi delle materie prime, forniture energetiche,servizi e quant’altro.Ma si sà, il sistema dei soldi trova sempre le ragioni per portare la farina dalla propria parte ed il bello- bello mica tanto – è che riscuote consenso anche da chi una volta a tali marchingegni era contrario e si opponeva, anche con decisione.Come molto tempo fa chi era a favore di tale sistema che esalta lo sviluppo attuale non ha cambiato fondamentalmente opinione, lo era una volta e lo è ancor oggi. Ma la direzione di tutto questo- come ha specificato Fiorani- si vede bene dove va a finire e cosa abbia prodotto fino ad oggi.E non è un giudizio solo su Chiusi e sui giardinetti recintati dal muretto, ma è comune a tutta Italia.E nessuno mi toglie dalla mente che tutto questo succede perchè la gente aborrisce la partecipazione perchè ritiene che tanto la politica è una cosa di spettanza di pochi, determinata da pochi e da pochi attuata insieme a chi conviene.Tutto il contrario di come dovrebbe essere.Chi è che nei ceti popolari ha fatto penetrare le idee per le quali si sia formato tale atteggiamento? Ed allora io non sono mai stato per il ”tanto peggio tanto meglio” proprio come principio, ma anche nelle piccole scelte se deve essere portata avanti una politica di tale peso, è bene- come recita la democrazia- che la gente sappia come vengono spesi i soldi.Se non se ne cura è bene che non protesti e continui a tirare l’acqua al molino di chi li spende a favore di chi lo si può intuire facilmente : enti pubblici, banche,sodalizi,associazionismo creato per serbatoi di voti che assieme a quelli assistenziali hanno tutti uno scopo finale che è quello di proteggere se stessi,conservare la priorità dell’introito dei denari e dei voti ed autoconservarsi.Non è una visione tanto idilliaca la mia ma alla fine è questa che ha determinato il nostro passato e che rischia ancora di determinare il nostro futuro.Uscire da tale imbraca è un interesse di tutti e propagandare larvatamente l’idea che non si sà in quali mano si possa cadere se si scantoni da tale binario è solo mera conservazione che passa per rimestamento della carte nella quotidianità dove sorgono all’improvviso spinte ed idee per cercare di conquistare quelle che sembrano nuove trincee.Ma alla fine è un discorso perdente anche se si crede di dirigere ed indirizzare il sistema dei soldi, per il semplice motivo che a Chiusi è mancata e continua semprepiù a mancare una cultura di rinnovamento vero che la porti a fruire delle peculiarità che possiede proprio perchè manca un ceto politico che sappia immaginare e valorizzare con concretezza legandole al mondo esterno che nonostante la crisi è in continuo divenire.E’ quindi una questione proprio culturale e di conseguenza anche di cultura politica.Il paragone con i centri del territorio sono ad esempio di quello che ho scritto mentre ci perdiamo dietro al ” muretto si muretto no” pensando di perorare interessi amici.Fino a quando tutto questo ?
L’argomento è importante e sono d’accordo che un arredo urbano decoroso, se non accattivante, possa in aiutare una maggiore frequentazione del centro con beneficio per tutti. Non conosco il progetto né la vera entità economica, ma credo sia importante intervenire per aumentare la fruibilità di una zona centrale che deve tornare ad essere punto di riferimento sia per la socialità che per il commercio. Mantenere oggi attività commerciali nei centri dei paesi deve essere obbiettivo di ogni attento amministratore: la fuga dei negozi verso i Centri Commerciali penalizza in primo luogo i residenti sia da un punto di vista pratico che sociale. Sono molte le attività di Chiusi Scalo che sopravvivono con difficoltà e soprattutto grazie ad una storica presenza: se dovessero chiudere avremmo solo una grande periferia con tutto quello che ne consegue.
Per Roberto. Hai fatto la fotografia di quello che è adesso no di quello del quale si corre il rischio che possa diventare. Lo è digià.E sono anni che si sente lo stesso discorso.Dovremo, faremo,tutti verbi coniugati al futuro ma non è per stoppare una esigenza dei commercianti ma il problema non è il murtto con una parte del centro naturale commerciale che limiti la fruibilità, il problema quello vero è che Chiusi è un paese di 8500 persone e non del doppio.Il problema è che negli anni passati i Comuni per incrementare le casse hanno permesso anche ai centri commerciali di sorgere( commercianti stanziali contrari9 ed oggi si vorrebbe ricorrere a cambiare strada perchè si è visto che con la concorrenza i negozi di chiusi si seccano. Mi dici a cosa corrisponde tale strategia di sviluppo ? Ma perchè pensi che la gente venga a Chiusi perchè i negozi intorno alla piazzetta con l’eliminazione del muro siano accattivanti? E’ vero quello che dici ed oggi i cittadini vanno nei centri commerciali perchè ne trovano la convenienza ed questo è un trend comune a tutte le città d’Italia ed anche d’Europa piccole o grandi. Il problema poi è anche culturale nel senso che se il 40-50% dei negozi vende lo stesso genere di roba mi dici la clientela già scarsa in quanti debba essere divisa? Dovrebbero crescere gli esercizi che vendono prodotti locali, prodotti del territorio, prodotti culinari e non di abbigliamento o pizzerie.E’ quindi questione si delle liberalizzazioni ma le liberalizzazioni sono state fatte anche perchè si è raschiato il fondo del barile con le tasse che si pagano ed alora spunta il tentativo di rimpinguarle dando a cani e porci la licenza di vendita.A proposito di questo guarda quanti esercizi hanno chiuso: una marea. Ricordi gli entusiasmi dei sindaci quando dicevano che aprivano 6 nuovi esercizi? Guarda dopo pochi mesi che fine hanno fatto.Vogliamo fare il conto di quante parrucchiere per donne ci sono? Quanti esercizi che vendono abbigliamento?.Perchè no una libreria invece che locali di ristorazione?
Perchè se uno voglia comperare un libro nel 2019 si deve recare a Siena, Perugia, Firenze se non lo ordina col commercio on line? Sono queste le basi di partenza per uno sviluppo impostato su basi serie ma come puoi osservare quello che viene fatto invece è tutto il contrario. Stadi, Piste di pattinaggio sul ghiaccio, e cose simili che fra l’altro hanno richiesto negli anni somme enormi che avrebbero potuto essere impiegati per strutture e per il sostentamento ai non abbienti. ed allora come ho avuto modo di dire al mia sul perchè succedono queste cose, ancora lo ripeto che è questione di cultura politica degli amministratori.Chi investe in meno direzioni e non a pioggia per assicurarsi serbatoi di voti, vedi per esempio Montepulciano, Pienza, Città della Pieve( che adesso sembra che segni il passo perchè non sono i due mesi d’estate che possano reggere tutta una economia ma ben altro) questi problemi non è che non ce li abbia ma ce li ha sensibilmente in misura minore.Se in Chiusi tutto questo è ” storia” vuol dire a casa mia che ci sono rotelle rappresentate che nel meccanismo producono aria fritta e tali rotelle non sono altro quelle che la cultura politica della gente mandata ad amministrare sono decadi che non vengono ingrassate. Mentre intorno a noi il mondo cambia noi siamo ancora a produrre cose come il Tria Turris ed i Ruzzi. sarebbe ora che la gente si svegli perchè il tempo che si è perso che si conta in anni non ce lo ridà nessuno e Chiusi sprofonda. Anz,è la fotografia che tu hai fatto alla fne del tuo intervento. Quella è già realtà da parecchio e non è che dico così perchè voglio denigrare il commercio ed i negozi, ma invece che pensare a buttare giù i muretti per fare divenire più accattivanti-secondo loro- le loro vetrine,stessero più attenti alla politica che fa la maggioranza ed anche quella delle opposizioni che spesso impotenti fanno battaglie contro i mulini a vento e si vedono rimbalzare vindietro le poche cose perchè cozzano contro muri di gomma.Ci vuole in primo luogo la partecipazione, ma questa se ben ricordi anche tu, non è una prerogativa che a Chiusi brilli e non ha mai brillato.Ed allora con chi te la prendi se la situazione è questa e se l’impermeabilizzazione delle maggioranze ha reso i problemi dove la discussione è poco accettata? La colpa-se colpa la si voglia chiamare- è della gente che raccoglie quello che ha seminato. O no ?
Dopo la povertà, basta abolire la gente e siamo a posto. Il problema è risolto
Questa è la tua solita battuta.Ma una battuta come quella che fanno tanti ultimamente.E questi tanti sono proprio coloro a cui non va giù di aver intravisto il loro astro che calava dietro le montagne e non ci si rassegnano.Ma a guardar bene non era un astro per nessuno, nemmeno per loro, eppure hanno il risentimento e lo dimostrano in tutti i contesti mediatici.E’ strana la gente….sembrerebbe che abbia qualcosa da perdere anche se è diventata povera con quelli di prima e che hanno durato decadi.E’ veramente molto strana se ci pensi a freddo.