ALLERTA NEVE DA QUESTA SERA A MERCOLEDI’ IN TUTTA LA VALDICHIANA. CHIUSE TUTTE LE SCUOLE
Arriva la neve, allerta meteo in tutta la zona. A Chiusi il sindaco ha diramato il Comunicato della Protezione Civile che avverte del rischio neve dalle 18 di oggi (codice Giallo),più forte domani dale ore 12 (codice Arancione). Dato l’orario, coincidente con l’uscita degli alunni dalle scuole, la Centrale Operativa della Protezione Civile d’accordo coi i sindaci della Valdichiana ha disposto la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per i giorni di martedì e mercoledì in tutti e dieci i comuni dell’area. A Chiusi, precisa il sindaco rimarrà chiuso anche l’asilo nido.
Secondo le previsioni meteo si attendono nevicate, anche abbondanti sull’intera Valdichiana Senese fino alla giornata di mercoledì. Il Presidente dell’Unione dei Comuni Andrea Rossi, che è anche Sindaco di Montepulciano raccomanda, in presenza di precipitazioni nevose, di limitare gli spostamenti alle necessità veramente indifferibili. Nel frattempo sono state già allertate tutte le squadre di pronto intervento”.
Nel comunicato diffuso dal sindaco di Chiusi si legge:
*) Si ricorda che è sempre attiva l’ordinanza che obbliga la circolazione sulle strade comunali e vicinali, in presenza di neve al suolo, solo con catene a bordo o pneumatici termici adeguati; istituiremo dei presidi con la polizia municipale e le altre forze di polizia stradale alla Croce, Leon d’oro e Fontina; bloccheremo tutte le macchine sprovviste delle necessarie dotazioni invernali.
*) Stessa ordinanza è in vigore per quanto riguarda le strade provinciali e statali.
*) Durante la notte la centrale operativa comunale monitorerà la situazione per decidere quando far intervenire i mezzi spalaneve pubblici e privati. I trattoristi privati sono stati allertati e le scorte di sale sono state ricostituite; I nostri super dipendenti sono pronti a fronteggiare questa emergenza.
*) Piano Sale e Piano pulitura strade è organizzato su tutto il comune. La faremo cadere per un po’, poi cominceremo a pulire; abbiamo organizzato punti in tutto il territorio sui cui sono stati depositati sacchetti di sale a disposizione dei nostri dipendenti; i mezzi comunali sono pronti ed il personale è organizzato, così come sono organizzate le aziende agricole per lo spalamento della neve: sono state distribuite assegnando a ciascuna una zona specifica del nostro territorio.
*) Raccomando a tutti di non parcheggiare stasera le auto private in luoghi che possano ostacolare il passaggio notturno dei mezzi pesanti spalaneve.
*) Ricordo anche che sarebbe ben gradita una mano a liberare dalla neve lo spazio di fronte alla propria abitazione quale giusta forma di sussidiarietà civica; aiutateci!
*) Raccomando soprattutto alle persone anziane di non uscire di casa, se non per motivi veramente urgenti.
*) Ricordo infine a tutti che abbiamo istituito un numero di cellulare per le eventuali emergenze o segnalazioni, che è sempre acceso ed a disposizione della cittadinanza: 349 5557647. Segnatelo. Oltre al mio ovviamente. Sarò sempre a disposizione: 335 6022461.
Il sindaco Bettollini spiega meglio la decisione: “Queste misure, in particolare la chiusura delle scuole, a qualcuno potranno sembrare eccessive, ma ricordo che il sistema italiano di Protezione Civile, in caso di allerta arancione, prevede tutta una serie di azioni non negoziabili ed i Sindaci non possono prendersi libertà interpretative”. Detto questo il sindaco ringrazia fin d’ora “tutti coloro che stanotte, domani e dopo domani saranno in servizio per monitorare e gestire la situazione, con lo scopo di mitigare il più possibile i disagi ai cittadini e ringrazio fin d’ora tutti voi per la pazienza che dovrete avere nel sopportare le difficoltà che inevitabilmente ci saranno”.
Negli anni 50 e 60, allora, si doveva stare sempre a casa. Che stupidata.
Leonello tutto è relativo.Queste fasce generazionali a cui tu fai riferimento a proposito della scuola, hanno vissuto un certo tipo di vita che quasi nulla ha a che vedere con le condizioni che avevamo avuto noi in quell’epoca che dici. Ricordo che quando facevo ragioneria a Chiusi c’era un ragazzo che veniva da Olevole a qualche chilometro dopo Ficulle e chiaramente abitando in aperta campagna era costretto sia con gelo, neve, pioggia, grandine e fango a venire a scuola.Era figlio di contadini,intelligentissimo ed al quale tutti si raccomandavano perchè fossero loro passati i compiti in classe,che risolveva in pochissimo tempo.Non sò a che ora si alzasse al mattino,prendeva la bicicletta e da Olevole andava a Fabro.Prendeva il treno e scendeva a Chiusi. Da lì prendeva l’autobus del Reali e veniva a scuola a Chiusi Città, e tutto questo chiaramente sia all’andata che al ritorno.Probabilmente in famiglia non aveva condizioni che gli facessero gettare dietro le spalle l’impegno e la forza di riscattarsi dalle condizioni di vita grama che vivevano in famiglia e così si comportò per tutti i cinque anni di ragioneria.Naturalmente si diplomò con i migliori voti.Questo tanto per dirti che sono chiaramente le condizioni di dove e come uno vive che segnano la vita.Quelli di oggi di quell’età che dici se guardano a come si comportano tutti ed anche al mondo che trovano intorno è difficile che capiscano che la vita possa alle volte essere anche dura ed anche un piccolo ostacolo sempra una montagna insuperabile ed a tale educazione concorre tutto, anche le autorità che sono chiamate a risolvere i problemi. Il benessere materiale che vediamo intorno a noi messo a confronto con quell’epoca alla quale tu ti sei riferito a volte produce anche un altro tipo di status che si può chiamare anche disadattamento,debolezza,disimpegno ed anche alle volte alienazione.Lo si percepisce anche alle volte da come reagiscono i giovani messi davanti a fatti di natura consumistica che appaiono loro letteralmente vitali se non possono dare sfogo alle loro esigenze ed ecco che non esiste più una misura, un senso comune delle cose, una necessità di ascolto di come veniva vissuta la vita dei loro simili in fondo di due generazioni fa.E questo determina di base le modalità di come una persona possa reagire di fronte agi stimoli ed anche alle condizioni che trova intorno a se nella vita.Ma se 15 centimetri di neve costituiscono un problema per il quale si debba fermare tutto perchè la sicurezza è assunta a primaria attenzione da parte dell’organizzazione della vita pubblica e di chi la dirige,mi dici a questi cosa possiamo insegnar loro? Mi ricorda tanto un racconto di Walter Bonatti, il grande scalatore di tante montagne del mondo adesso deceduto.Nei primi degli anni ’60 da provetto esploratore quale era pubblicò un suo servizio su Epoca sul tema della vita in Siberia.Si recò in Jakuzia a Verskojansk,uno dei luoghi più freddi del mondo dove la temperatura d’inverno raggiunge i meno 70 sotto lo zero perchè si trova in una località fra le montagne dove non penetra quasi mai il vento e l’aria è immobile;ecco il motivo del grande freddo.Ebbene, mi ricordo di aver letto-ed è possibile che quel numero di Epoca l’abbia conservato e se lo cercassi può darsi che lo rintracci ancora in soffitta da qualche parte-che al tempo della sua esplorazione la legge della Jakuzia consentiva ai ragazzi di rimanere a casa tutte le volte che la temperatura superava i meno 50 sotto zero, ma fino a meno 50 a scuola ci dovevano andare.E’ chiaro che quelle popolazioni sono abituate al grande freddo che qui non esiste e quindi il paragone con le condizioni che abbiamo non si può fare, ma tanto per dire che gli esseri umani reagiscono e si formano anche il modo di ragionare e di vivere a seconda di quali condizioni intorno vengano procurate.Ed oggi spesso il modo di reagire alle condizioni che uno si trova intorno fà si che vengano ingigantiti oltre ogni limite i problemi che oggettivamente grandi non sono.Ma questo segna la vita anche in altri campi, inevitabilmente.
Scusate, ma che c’entrano le fasce generazionali? le scuole le hanno chiuse i comuni su indicazione della Protezione civile. Per precauzione e per evitare danni e disagi.
Non ti viene in mente per caso che prima non le chiudevano anche se non esisteva la protezione civile a quel tempo ? Il problema quindi veniva sentito ed affrontato in un modo diverso da quello di oggi.Ho detto ciò che si può leggere dall’intervento per mettere l’accento sulle condizioni della vita che variano ed alle quali sono sottoposte le persone.Le esigenze sono mutevoli e ne sorgono sempre delle nuove perchè è l’uomo che è sottoposto a vivere in un mondo che per andare avanti deve affrontare il problema di come risolvere il fatto pricipale dell’economia che sono i consumi.Non è questo il solo problema,ma anche questo è forse il lato più importante della questione perchè si consuma e si produce semprepiù se i bisogni crescono.Freddo o neve od altro, il sistema si regge su questo mecanismo, che poi in fondo come viene amministrato si rivela un meccanismo perverso perchè se da una parte risolve i problemi ne innesca altri che non sono meno importanti.Ecco perchè spesso diciamo che i bisogni sono evocati in maniera strumentale e sono anche in parte falsi bisogni.Le fascie generazionali c’entrano evidentemente se prima il problema veniva affrontato e risolto in altro modo senza tutta questa mobilitazione di forze ed allerte.Senz’altro è cambiato il clima,è cambiato il movimento di masse umane che cresce e quindi cambiano anche le esigenze ed i principi di adeguarsi a questo, ma il problema piccolo della neve in un piccolo paese come è Chiusi che è uguale in tutta l’Italia ti fa vedere che il fatto che vi sia la Protezione Civile che monitori le condizioni è un fatto che è conseguenziale e derivato e proviene dalle esigenze che sono variate,cosa che prima non esisteva.Ma mica questo vuol dire che non si debba fare? Era solo una riflessione lapalissiana attraverso la quale si vede come il mondo sia cambiato perchè sono cambiati i bisogni che vengono evocati per rispondere a quel meccanismo produttivo che dicevo.Troppo complessa e cervellotica la questione da essere compresa oppure si pensa solo alla neve che cade, si accumula e che quindi bisogna risolvere come ci si possa muovere ? Leonello Sabatini ha detto una verità che quando eravamo piccoli tutto questo non succedeva. E la risposta mica può essere solo quella che di macchine ce n’erano di meno nelle strade o di altro genere relativo se impiegare spazzaneve o sale in più od in meno? Il problema è anche e soprattutto l’atteggiamento umano verso tali problemi che è cambiato e la gente è portata a vedere problemi di una certa dimensione che sono problemi dal momento che debbano rispondere a quell’altra esigenza principale che dicevo prima. Pensa un momento a quali costi si sottoponga il servizio pubblico e quanto denaro assorba tutto questo.Questo è un problema ma mica è il solo.
Oggi ci sono protocolli di protezione civile che prima non c’erano. E comunque non c’entrano niente i ragazzi e le fasce generazionali. E’ un problema che attiene alla gestione della cosa pubblica e delle “emergenze”. Oggi vige più che in passato la linea del meglio aver paura che buscarne. I sindaci tra l’altro debbono attenersi alle direttive e ai protocolli. Che chiudere le scuole possa essere esagerato è possibile, ma non mi sembra una cosa grave. Qualche sindaco in Umbria per esempio non le ha chiuse, annunciando che avrebbe preso decisioni questa mattina alle 6,00 Ecco, credo che per le famiglie cere cose è meglio saperle con un po’ di anticipo per potersi organizzare… Saperlo alle 6 può complicare la giornata…
Negli ultimi 10 anni, grazie soprattutto a smartphone, tablet e computer che tutti hanno a disposizione, la meteorologia è divenuta “alla portata di tutti”, e come tutti i fenomeni di massa della società moderna è divenuta anch’essa oggetto di mercato. I siti di previsioni si sono moltiplicati e riempiti ogni anno di più di inserzioni pubblicitarie, ogni accesso dunque diventa motivo di lucro. Per poter aumentare gli accessi si deve fare del sensazionalismo ingrandendo fenomeni che di straordinario non hanno niente. Quella che era una scienza e divenuta ormai una mezza fiction e i siti più popolari fanno a gara a chi la spara più grossa, con la neve d’inverno e con le ondate di caldo d’estate. Le vere previsioni e la reale situazione atmosferica si può vedere solo in un limitato numero di siti, non a caso privi di pubblicità e poco frequentati. Quello che sorprende è che le stesse istituzioni, come la regione toscana in questo caso, sembra si informino non in modo scientifico, informandosi nella giusta maniera si sapeva benissimo che la quota neve dalle nostre parti era intorno ai 600/700 metri magari con sconfinamento più in basso di qualche fiocco.
A conferma di quello che scrivo bastava vedere un sito di quelli più popolari che nelle ultime 72 ore continuava a scrivere che nelle nostre zone nevicava a quota 150 metri e che di lì a poco la quota sarebbe scesa a 50 poi a 0, ma si sa oggi, come si diceva in una trasmissione di 40 anni fa “tutto fa spettacolo” e aggiungerei tutto fa emergenza.