CHIUSI, PARTE IL MAKE CAMPUS, ESPERIENZA UNICA IN ITALIA: FORMERA’ PROFESSIONALITA’ NEL SETTORE DEL TESSILE E DELLA MODA

CHIUSI – Presentato questa mattina nel palazzo delle Logge, il “Make Campus”, un progetto della Fondazione Antonio Lombardi che partirà il prossimo 15 ottobre. Si tratta di un campus parauniversitario, di natura del tutto privata promosso appunto dalla Fondazione Lombardi che a Chiusi opera con il Gruppo Ali (agenzia lavoro interinale e consulenze aziendali) dal 2013, proprio nel palazzo delle Logge. Nello specifico il Make Campus è una “Accademia” che prevede un corso di formazione e specializzazione di 24 mesi (18 tra didattica e laboratorio e 6 di stage) per creare professionalità nel settore del tessile e della moda. E’ destinato a giovani tra i 18 e i 24 anni. I docenti provengono da università prestigiose come la Sorbona di Parigi e la Bocconi di Milano, ma anche direttamente dal mondo della moda e del Made in Italy. Tra questi Massimo Goggi, che ha lavorato con Krizia, Gianmarco Venturi, Giorgio Armani e altre aziende del settore, e farà da coordinatore. Più di 100 ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia hanno partecipato alla selezione, che si è conclusa proprio oggi. Solo 14 sono stati selezionati per poter partecipare al Campus.
Per 24 mesi abiteranno, studieranno e vivranno a Chiusi. Anche se il Corso prevede “puntate” all’esterno, dalle sfilate di moda (a Milano per esempio) a stages in azienda per acquisire direttamente elementi utili alla propria formazione. Tre le “location” interessate: il palazzo delle Logge, sede di Ali, il piano terzo dell’Istituto Superiore Einaudi-Marconi, attualmente vuoto e inutilizzato, un ex B&B, in via Baldetti, che era chiuso da tempo ed è stato ristrutturato come “convitto” per ospitare i ragazzi.
Insomma a Chiusi arriva una ventata di gioventù, linfa vitale per la città, ma anche – si spera – linfa vitale per le aziende tessili e delle moda, che potranno avere professionalità specificamente formate, giovani e motivate.
Perché proprio Chiusi? Il motivo lo ha spiegato Simona Lombardi, Ad della Fondazione, bella ragazza, bionda e di grande comunicativa: “Perché Chiusi è in Toscana e la Toscana è sinonimo di bellezza, che nel caso specifico del tessile e della moda, è un elemento che sta alla base di ogni ragionamento. Poi perché a Chiusi c’era già la sede di Ali, arrivata qui per una scelta precisa: delocalizzare da Roma, città troppo caotica e complicata, per far star meglio i dipendenti e i collaboratori… Poi perché Chiusi è centrale rispetto a Roma e Firenze, ma anche rispetto a Milano città di riferimento e Napoli città di origine della famiglia Lombardi… Infine perché la tranquillità e la pace di un borgo toscano (che in realtà è una città a tutti gli effetti, con 3.000 anni di storia e molte cose da raccontare, ndr ), può aiutare la creatività e la messa in sinergia di competenze, intuizioni, pensieri… “.
Il Make Campus ha una struttura molto americana e prevede un piano formativo fatto di 260 ore di lezione dedicate alla cultura generale (Antropologia, Semiotica, Economia della moda, storia del Costume, lingua inglese); 172 ore dedicate al “manageriale” (marketing, comunicazione, organizzazione del lavoro…), 410 ore dedicate alla “progettazione” (figurino a mano libera, digital design, software specifico, merceologia dei tessuti…); infine 1.360 ore di laboratorio (anatomia, modellistica, sviluppo taglie, taglio e confezione, rifinitura e stiro…).
I 14 ragazzi e ragazze dovranno uscire con un bagaglio ricco e una forte carica emotivo-motivazionale.
Dicevamo in apertura che il Make Campus è iniziativa del tutto privata. “Non abbiamo cercato sponsor, né contributi pubblici o privati, per un motivo: evitare condizionamenti”, ha spiegato ancora Simona Lombardi, che ha sottolineato come tutto sia “una scommessa della Fondazione, che ci ha investito molto sia in denaro che in voglia di fare… “. E’ anche la prima e unica esperienza del genere in Italia. Non a caso la cosa ha già suscitato le attenzioni di alcuni grandi giornali nazionali (ne ha parlato La Stampa, per esempio) e di riviste specializzate.
Questo sul tessile/moda sarà solo il primo corso. Il progetto ne prevede altri, negli anni successivi. A sentir parlare Simona Lombardi, sembra di cogliere, in sottofondo, uno spirito che richiama un po’ la filosofia Olivettiana o di Luisa Spagnoli. Quella della fabbrica dal volto umano. Di una produzione legata all’ingegno e al benessere di chi la fa. La ricerca dello star bene nel fare le cose, nel farle con piacere, in un contesto non ostile e con il massimo della condivisione e della professionalità, però. In questo senso, la stessa Simona Lombardi ha lasciato intendere che per i ragazzi del Campus non sarà una passeggiata, il corso sarà duro e dovranno sudarsele le competenze che acquisiranno. Dovranno studiare, pensare e lavorare. Non a caso nel logo del corso la A di MAke e CAmpus ricorda un compasso. O una squadra. Vagamente massonica come immagine. Ma forse è solo un caso. Del resto il Palazzo delle Logge è stato anche sede della “Loggia”, ovvero della Società Operaia, sodalizio massonico (c’è una lapide sulla facciata del palazzo comunale, di fronte) i cui ultimi adepti non vollero cederlo al Partito Nazionale Fascista che voleva farne la Casa del Fascio. Ma questi sono dettagli di colore. Disquisizioni su un marchio… La sostanza è un campus che comincia tra un mesetto e durerà due anni.
Per Chiusi è indubbiamente un’occasione di visibilità, ma anche di arricchimento e “scambio culturale”, la presenza di una decina di docenti e dei 14 allievi provenienti da tutte le parti d’Italia porterà – come dicevamo – un po’ di aria fresca, nuova… Come negli anni ’60 e ’70 quando arrivavano in massa, da fuor,i ferrovieri, insegnanti e direttori di banca e molti di loro diventavano assessori, consiglieri comunali, segretari di partito, allenatori di calcio, promotori di associazioni… Una ventina di persone non sono una massa tale da modificare i connotati di una cittadina, ma a Chiusi, nella situazione attuale, potrebbe risultare un innesto importante. Una iniezione di fiducia. E chissà che tra quattro, cinque, sei anni, quando si parlerà di moda e di Made in Italy, non sentiremo parlare di qualcuno di questi ragazzi che dal 15 ottobre saranno chiusini per 24 mesi…
m.l.
Juri Bettollini, Massimo Goggi, Simona Lombardi
Speriamo che non sia come i 51 occuati da ALI che poi sono scesi a circa 20.
Alla presentazione sono stati molto precisi: gli allievi del Campus saranno 14, i docenti 7 più un coordinatore responsabile. Probabilmente qualcun altro dovrà occuparsi della gestione del convitto (pulizie, lavanderia ecc.). Ma non credo che sia l’aspetto occupazionale quello più rilevante del progetto. Se funzionerà sarà un’occasione di visibilità e promozione per la città e di “scambio culturale” per i chiusini che avranno una ventina di persone in più con cui scambiare quattro chiacchiere, volendo… Nel clima da deserto è oro che cola… Tra l’altro mi pare che per il Comune e la collettività il costo sia irrisorio. Certo, c’è da augurarsi che funzioni e che il campus prosegua nel tempo anche dopo i primi due anni…
Cosa hai da dire sulle famose 51 famiglie che avrebbe portato la riniuncia al palazzo delle logge di cui anche questo giornale ha fatto vanto? Sono 51 o meno della metà di 51? E le famiglie che grazie a quella utilizzazione si sarebbero trasferite a Chiusi quante sono? Poi più iniziative di formazione arrivano meglio è.
QUALE GIORNALE? QUALE VANTO?, DOVE, COME QUANDO? Questo giornale sull’operazione Ali-Palazzo delle Logge è sempre stato piuttosto scettico, anche per la lunghezza del contratto di locazione/utilizzo dell’immobile… Credo comunque che l’agenzia Ali lavori e che non si sia pentita della delocalizzazione su Chiusi , al di là del numero delle famiglie che vi hanno preso la residenza o domicilio. Adesso, questa iniziativa mi sembra sulla carta interessante, perché può aprire prospettive e in sé può essere un arricchimento. Tra l’altro porterà al riuso di un ex B& B dismesso e del pian o terzo delle scuole superiori, anche quello vuoto e inutilizzato… Riempire spazi e contenitori con ragazzi che studiano e fanno formazione non mi pare na cattiva idea…