CHIUSI CELEBRATA LA LIBERAZIONE CON UNA VISITA AL WAR CEMETERY DI ASSISI. MA QUALCUNO NON SI E’ FATTO VEDERE
CHIUSI – Il cimitero di guerra del Commonwealth a Rivotorto di Assisi è un bel posto. Per quanto possa essere un bel posto un cimitero. Ma vi si respira un aria di pace, di tranquillità. E’ in pianura, identico a tanti altri war cemeteries britannici e americani. Prato verde, curatissimo, lapidi tutte uguali, allineate, ognuna con rose e fiori per lo più rossi. Nessuna luce, nessuna statua. Sullo sfondo, adagiata sulla collina Assisi che è una cartolina di per sé. In quel cimitero riposano alcune centinaia di soldati alleati caduti per liberare il nostro territorio nel ’44. Due di loro persero la vita nella “battaglia di Chiusi”, il 22 giugno di 74 anni fa. Si chiamavano Hooper e Latki, venivano dal Sudafrica. Volontari. Hooper aveva 31 anni. Latki non si sa. Ma molti dei loro commilitoni non ne avevano nemmeno 20. Erano due sottufficiali. Sono sepolti lì, insieme a tanti ragazzi come loro, venuti a combattere in Italia dall’Inghilterra, ma anche da Paesi lontani, dalla fine del mondo: Sudafrica, appunto, Canada, Nuova Zelanda… Persero la vita a Chiusi, a Città della Pieve, a Orvieto, nella durissima battaglia del Trasimeno, sulle colline di Villastrada, Gioiella, Pozzuolo, una delle più sanguinose combattute sulla “Linea Albert”, allestita dai tedeschi nel centro Italia.
Ieri, 26 giugno, ricorrenza della liberazione della città, una delegazione di Chiusi ha reso omaggio a quei soldati. C’erano il sindaco Bettollini, gli asessori Lanari e Marchini, il messo comunale Donati, il vigile urbano Della Ciana per il Comune, poi il segretario e il presidente onorario dell’Anpi Fausto Pacchieri e Stefano Bistarini, il direttore di Primapagina Lorenzoni.
L’iniziativa della visita ad un war cemetery nella ricorrenza della liberazione va avanti a Chiusi dal 2014, su proposta di Primapagina. Il Comune l’ha poi fatta propria e resa istituzionale dal 2016. Sono stati visitati i cimiteri di Orvieto, di Foiano della Chiana e di Assisi. Il prossimo anno toccherà al cimitero di Bolsena.
A differenza degli anni passati, ieri non hanno partecipato rappresentanti delle forze politiche. Nessuna presenza da parte del Pd, del Psi, dei 5 Stelle o della destra che è sulla cresta dell’onda. Dai podemos qualcuno si è lamentato per il fatto che la visita si tenesse in un giorno di lavoro e non di domenica. Ma la liberazione di Chiusi cade il 26 giugno. Anche se è martedì. Possibile che nonostante il giorno lavorativo, i partiti e i movimenti non avessero un militante libero da impegni da inviare? No. Non è possibile. Tra disoccupati e pensionati ce n’erano a iosa. Il problema è che la cosa è stata probabilmente snobbata, sottovalutata. Qualcuno non avrà voluto “confondersi” con la giunta. O con l’Anpi. O con Primapagina.
La memoria non è argomento che tira in questo momento… Tirano più i rom. Se poi dei partiti o movimenti non hanno uno straccio di rappresentante libero da inviare ad una celebrazione istituzionale, vuol dire che sono circoletti di amici, di pochi intimi, non partiti e movimenti politici.
Peccato. Perché la memoria condivisa è un valore irrinunciabile e fondante, per qualsiasi comunità democratica. Rendere omaggio ai “liberators” caduti per la nostra libertà (forse non sapendo nemmeno dove si trovavano) è non solo un atto dovuto di riconoscenza, ma un modo per tenere viva la memoria e avere sempre presenti le lezioni della storia… Ed è anche ovvio che non si tratta di una celebrazione di parte. Che non ha, sullo sfondo, una certa retorica resistenziale. Quindi chi non si è fatto vedere ha perso un’occasione e ha doppiamente torto.
Roba di 74 anni fa? certo. E’ passato tanto tempo. Ma quei ragazzi avevano 20 anni. Il capitano Hooper, morto a Chiusi nel ’44, ne aveva 31 come Di Maio. Questo è bene tenerlo a mente…
A malincuore non ho potuto partecipare, causa lavoro che non posso permettermi di lasciare. Parlare di snobismo mi sembra fuori luogo e offensivo. Certo, non possiamo mica cambiare giorno a una data storica, ma avere scelta decisionale su una commemorazione sì. Anche l’anno scorso il 26 giugno non è caduto di domenica, eppure a Foiano siamo stati di domenica. Dispiace davvero sentire certe illazioni. E dispiace ancora di più scadere in polemiche inutili su una cosa importante come questa.
Ovvio che essendo giorno lavorativo non tutti potevano partecipare, ma le critiche dell’articolo sono rivolte alle forze politiche, non alle singole persone. Se sono forze politiche non possono non avere un rappresentante disponibile per una cosa del genere, tra l’altro annunciata per tempo… Evidentemente le forze politiche chiusine sono altra cosa,o hanno preferito fare altro. L’unica cosa offensiva di questa vicenda è l’assenza e il silenzio. I partiti potevano almeno inviare un messaggio all’Amministrazione. Lo hanno fatto? a me non risulta. A te?
Perdonami, ma non riesco ad afferrare il senso che avrebbe potuto avere un messaggio all’amministrazione.
Quindi, per capirci, si può creare un movimento politico se e solo se almeno un componente del gruppo è un tizio che non ha niente da fare tutto il giorno? Sempre per capirci, quale sarebbe il senso di commemorare scrivendo all’amministrazione? È come se invece di fare la preghierina personale prima di dormire fosse più consono mandare un messaggio al prete. Mi sembri un po’ sfasato.
Siccome trattavasi di iniziativa istituzionale, organizzata dall’Amministrazione Comunale – che rappresenta tutta la città – un messaggio di adesione avrebbe potuto colmare in qualche modo il vuoto dell’assenza fisica. Questo il senso. Non mi pare tanto complicato da capire. Ovvio poi che un movimento politico, se è tale, sapendo che c’è una manifestazione di questo genere, se ha intenzione di partecipare e lo ritiene giusto, ha l’obbligo di organizzarsi e cercare tra i suoi dirigenti e militanti una persona che possa rendersi libera. Impossibile non trovarne una. Se il movimento politico è un circoletto di 4 amici al bar, è più difficile. Ma Pd, Psi, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, 5 Stelle, Possiamo sono partiti e movimenti politici o circoletti di 4 amici al bar? (P.S. tra le 8 persone presenti alla visita ad Assisi c’era un solo pensionato, e nessuno sfigato che non avesse un cazzo da fare).
Non entro nel merito (non so se c’è stato un pubblico messaggio delle varie forze politiche presenti in Comune o qualche altra forma di adesione per commemorare la ricorrenza) ma da cittadino sono preoccupato del sempre più evidente sfilacciamento del tessuto democratico e civile non solo nel nostro territorio. Spero almeno che il prossimo 7 Luglio si vedano in giro qualche MAGLIETTA ROSSA per aderire all’iniziativa promossa dall’Associazione LIBERA di Don Ciotti. Le MAGLIETTE ROSSE sono quelle che le mamme mettono ai propri figli prima di imbarcarsi nelle Carrette del mare per attraversare il Mediterraneo così da essere visti dai soccorritori durante i continui naufragi. Fate circolare e aderite!!!!!!!!!