CHIUSI CELEBRATA LA LIBERAZIONE CON UNA VISITA AL WAR CEMETERY DI ASSISI. MA QUALCUNO NON SI E’ FATTO VEDERE

mercoledì 27th, giugno 2018 / 15:38
CHIUSI CELEBRATA LA LIBERAZIONE CON UNA VISITA AL WAR CEMETERY DI ASSISI. MA QUALCUNO NON SI E’ FATTO VEDERE
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CHIUSI – Il cimitero di guerra del Commonwealth a Rivotorto di Assisi è un bel posto. Per quanto possa essere un bel posto un cimitero. Ma vi si respira un aria di pace, di tranquillità. E’ in pianura, identico a tanti altri war cemeteries britannici e americani. Prato verde, curatissimo, lapidi tutte uguali, allineate, ognuna con rose e fiori per lo più rossi. Nessuna luce, nessuna statua. Sullo sfondo, adagiata sulla collina Assisi che è una cartolina di per sé.  In quel cimitero riposano alcune centinaia di soldati alleati caduti per liberare il nostro territorio nel ’44. Due di loro persero la vita nella “battaglia di Chiusi”, il 22 giugno di 74 anni fa.  Si chiamavano Hooper e Latki, venivano dal Sudafrica. Volontari. Hooper aveva 31 anni. Latki non si sa. Ma molti dei loro commilitoni non ne avevano nemmeno 20. Erano due sottufficiali. Sono sepolti lì, insieme a tanti ragazzi come loro, venuti a combattere in Italia dall’Inghilterra, ma anche da Paesi lontani, dalla fine del mondo: Sudafrica, appunto, Canada, Nuova Zelanda… Persero la vita a Chiusi, a Città della Pieve, a Orvieto, nella durissima battaglia del Trasimeno, sulle colline di Villastrada, Gioiella, Pozzuolo, una delle più sanguinose combattute sulla “Linea Albert”, allestita dai tedeschi nel centro Italia.

Ieri, 26 giugno, ricorrenza della liberazione della città, una delegazione di Chiusi ha reso omaggio a quei soldati. C’erano il sindaco Bettollini, gli asessori Lanari e Marchini, il messo comunale Donati, il vigile urbano Della Ciana per il Comune, poi il segretario e il presidente onorario dell’Anpi Fausto Pacchieri e Stefano Bistarini, il direttore di Primapagina Lorenzoni.

L’iniziativa della visita ad un war cemetery nella ricorrenza della liberazione va avanti a Chiusi dal 2014, su proposta di Primapagina. Il Comune l’ha poi fatta propria e resa istituzionale dal 2016. Sono stati visitati i cimiteri di Orvieto, di Foiano della Chiana e di Assisi. Il prossimo anno toccherà al cimitero di Bolsena.

A differenza degli anni passati, ieri non hanno partecipato rappresentanti delle forze politiche. Nessuna presenza da parte del Pd, del Psi, dei 5 Stelle o della destra che è sulla cresta dell’onda. Dai podemos qualcuno si è lamentato per il fatto che la visita si tenesse in un giorno di lavoro e non di domenica. Ma la liberazione di Chiusi cade il 26 giugno. Anche se è martedì. Possibile che nonostante il giorno lavorativo, i partiti e i movimenti non avessero un militante libero da impegni da inviare? No. Non è possibile. Tra disoccupati e pensionati ce n’erano a iosa. Il problema è che la cosa è stata probabilmente snobbata, sottovalutata. Qualcuno non avrà voluto “confondersi” con la giunta. O con l’Anpi. O con Primapagina.

La memoria non è argomento che tira in questo momento… Tirano più i rom. Se poi dei partiti o movimenti non hanno uno straccio di rappresentante libero da inviare ad una celebrazione istituzionale, vuol dire che sono circoletti di amici, di pochi intimi, non partiti e movimenti politici.

Peccato. Perché la memoria condivisa è un valore irrinunciabile e fondante, per qualsiasi comunità democratica. Rendere omaggio ai “liberators” caduti per la nostra libertà (forse non sapendo nemmeno dove si trovavano) è non solo un atto dovuto di riconoscenza, ma un  modo per tenere viva la memoria e avere sempre presenti le lezioni della storia… Ed è anche ovvio che non si tratta di una celebrazione di parte. Che non ha, sullo sfondo, una certa retorica resistenziale. Quindi chi non si è fatto vedere ha perso un’occasione e ha doppiamente torto.

Roba di 74 anni fa? certo. E’ passato tanto tempo. Ma quei ragazzi avevano 20 anni. Il capitano Hooper, morto a Chiusi nel ’44, ne aveva 31 come Di Maio. Questo è bene tenerlo a mente…

 

 

 

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