FESTIVAL ORIZZONTI, BETTOLLINI CONVOCA UN APPOSITO CONSIGLIO COMUNALE PER SPIEGARE LO STOP
LA SEDUTA E’ IN PROGRAMMA VENERDI’ 9 GIUGNO ALLE ORE 21,00. SARA’ TRASMESSA ANCHE IN DIRETTA STREAMING
CHIUSI – Il comunicato ufficiale del Comune o della Fondazione Orizzonti per annunciare e spiegare lo stop al festival estivo non è ancora arrivato. E non arriverà. Il sindaco-presidente Bettollini ha infatti deciso di imboccare un’altra strada e di comunicare la cosa nella sede più ufficiale possibile, ma di fronte alle opposizioni e alla cittadinanza che vorrà partecipare. Per venerdì prossimo, 9 giugno, ha infatti convocato una seduta apposita del Consiglio Comunale, con unico punto all’ordine del giorno: che non è la chiusura del festival, ma “fondazione Orizzonti, resoconto attività e prospettive future”. Chiaro però che del festival si parlerà, così come del futuro della Fondazione stessa. Quello è il nodo. Inutile girarci intorno.
Bettollini non ha voluto limitarsi ad una semplice e scarna comunicazione. Vuole la discussione. E così come il 19 maggio scorso, si fece coprire le spalle da una mozione della Maggioranza in cui si dava mandato al sindaco di operare tutte le misure necessarie anche straordinarie e anche in deroga agli impegni già assunti e agli indirizzi programmati, per ripianare il defici della Fondazione, anche stavolta si mette con le spalle al muro. Blinda il confronto scegliendo terreno a lui più congeniale e si mette in sicurezza.
E se le opposizioni vorranno sferrare l’attacco per quella che hanno definito una sconfitta e una esperienza fallimentare (la chiusura del festival) addebitandone la responsabilità in primo luogo proprio a Bettollini e al suo precedessore Scaramelli, sarà lì, in Consiglo che dovranno farlo. Un po’ come nei matrimoni dei film americani dove il prete dice “Chi ha qualcosa da dire parli adesso o taccia per sempre”. Chiaro che nessuno dovrà tacere per sempre sul festival Orizzonti, ma la mossa del sindaco-presidente, anche se tardiva (dal consiglio del 19 maggio sono passate più di 3 settimane) è senza dubbio una mossa furba, perché in Consiglio è in una botte di ferro e perché così dimostra una certa sicurezza. Vuol dimostrare di non temere rivolte. Sa bene che non solo la sua maggioranza e il blocco sociale che l’ha votato e sostenuto, ma anche buona parte della cittadinanza è sensibile al tasto dei soldi più che a quello della cultura, sa bene che il festival Orizzonti versione Cigni, per l’approcio particolare e piuttosto coraggioso e audace su certi temi, non era amatissimo, sa bene che in molti in questi ultimi tre anni non hanno gradito certe performance, hanno fatto rimostranze e pressioni perché qualcuno vi desse un taglio…
E quindi si presenterà in Consiglio dicendo che la motivazione dello stop alla manifestazione è essenzialmente quella dei soldi che non ci sono, della voragine che avrebbe potuto allargarsi in maniera irreparabile, della necessità di una darsi una regolata, come si suol dire, magari per ripartire, ma su basi diverse.
Vedremo cosa dirà Bettollini venerdì 9, ma di sicuro il Festival Orizzonti, dopo 15 anni, passa in archivio. Ancora una volta, come successe all’epoca del Corso di Flauto del Maestro Fabbriciani (anni ’80), Chiusi stoppa la sua manifestazione più rilevante, nel momento in cui avrebbe potto fare il salto decisivo… Non ci sarà una prossima edizione. Se ci sarà qualcosa, sarà una cosa molto diversa. Dopo la sequenza di interventi di attori, registi, giornalisti, tutti incazzati neri, per lo stop al festival, senza preavviso e in barba ai contratti e ai programmi stabiliti, sarà impossibile riprensentarsi a proporre un festival o degli eventi in quell’ambiente… Ci auguriamo che Bettollini & C. abbiano ponderato bene questo aspetto e si rendano conto del danno di immagine procurato alla città e alla stessa Fondazione. Quella serie di interventi su riviste di tutta Italia, specializzate e non, è indubbiamente pubblicità negativa per tutti.
Questo, naturalmente non vuol dire che in futuro e forse già da questa estate non si possa e debba far niente per riempire in qualche modo il vuoto del Festival che non ci sarà. Riprogrammare da capo un nuovo progetto non sarà per niente facile, però. E non si potrà fare in quattro e quattr’otto.
Sarà interessante sentire cosa proporranno Bettollini & C. a tal proposito e quali proposte arriveranno (se arriveranno) anche dalle minoranze. La cittadinanza potrà seguire la seduta, convocata per le ore 21,00 anche in diretta streaming.
chiusi, Juri Bettollini, Orizzonti Festival
Temo proprio che la butteranno a sagra dell’oco o del brustico … tanto la gente ha la memoria corta
Che tristezza
Chiudemmo a stento
Il prossimo Consiglio comunale non è affatto una furbata del sindaco ma una scelta obbligata dettata dalla paura.
Nel Consiglio precedente, rispondendo all’interrogazione di Possiamo, il sindaco disponeva di tutti gli elementi sulla questione ma si è guardato bene dal tirarli fuori:
conosceva il bilancio della Fondazione, i costi del Festival 2017 e soprattutto aveva già deciso di chiuderlo il Festival e di come abborracciare qualcosa in sostituzione.
Ha preferito fare il pesce in barile per prender tempo in barba a ogni forma di rispetto per quell’aula, per cosa rappresenta, per chi vi siede e per chi vi è rappresentato.
Oggi, dopo che il bubbone è scoppiato, è costretto a dire qualcosa per salvare almeno le apparenze e lo fa nel luogo dove si sente più sicuro ben coperto dalla forza dei numeri.
Se davvero avesse voluto la discussione e il confronto doveva farlo molto tempo fa e al teatro, di fronte ai cittadini o convocare un Consiglio comunale aperto in cui ognuno avesse potuto dire la sua.
Perché la questione è già nella storia di Chiusi e ci resterà negli anni a venire e pensare di relegare un fatto di questa portata a una discussione in Consiglio comunale è indice di quale idea si ha della città e di chi ci abita.
Nello scorso mandato La Primavera definì la maggioranza “analfabeti politici”. E a quello siamo, se non peggio.
Certo la questione avrebbe meritato una discussione più tempestiva e più ampia, magari in teatro, e aperta a tutti e non solo ai gruppi consiliari. La scelta del consiglio comunale invece è -come scritto nell’articolo – un modo per blindare il confronto e mettersi in posizione di sicurezza. Uno scarno comunicato però sarebbe stato peggio. Toccherà a qualcun altro ora portare il confronto fuori dal palazzo
ci sono posizioni ufficiali dei portavoce di 5s e podemos ?
Oltre ciò che è già uscito e pui trovare su primapagina, no.. .https://www.primapaginachiusi.it/2017/05/chiusi-sulla-chiusura-lo-stop-al-festival-5-stelle-accusano-giunta-fondazione-di-fuga-dal-confronto/
https://www.primapaginachiusi.it/2017/05/chiusi-anche-possiamo-chiede-chiarimenti-sul-festival-cancellato/
Si. Ci sono due comunicati del 29 e 30 maggio.
appunto, quelli citati nei due articoli inkati sopra…
Diffusi per le rispettive organizzazioni da Agnese Mangibene e Bonella Martinozzi e pubblicati integralmente e commentati anche su chiusiblog.
Doveva esserci questa settimana un’iniziativa pubblica congiunta dei 5Stelle e Possiamo ma la Convocazione del Consiglio comunale l’ha fatta slittare. Comunque ci sarà.
Ma sempre di supplenza si tratta. E’ il sindaco che deve render conto alla città e ai cittadini.
In queste situazioni emerge tutta l’inconsistenza dei nostri amministratori che pensano di governare una città con i selfie, le comparsate e dosi massicce di retorica e banalità.
Non servono acuti analisti per capire l’abisso che separa frasi fatte (male) come “ci metto la faccia”, “amo la mia città”, “sarò il sindaco di tutti” e la realtà dei fatti.
L’assessore, prosindaco, sindaco e presidente della Fondazione ci ha detto che la situazione disastrosa dei bilanci era nota dal 2014. Perché non è intervenuto prima? Perché anche quando la decisione è stata FINALMENTE presa è rimasto in silenzio per settimane? questo deve spiegare. Se con questa decisione irresponsabilmente tardiva vuole farsi passare come salvatore dei bilanci comunali una risata lo seppellirà.
X Paolo Scattoni.Purtroppo se dovesse essere seppellito da una risata come dici tu Paolo,temo che questo non avvenga da parte della stragrande maggioranza dei chiusini; da quella delle opposizioni certamente sì, ma non da quella della maggior parte dei cittadini.Anche perchè se cosi doveva essere,sarebbe già avvenuto da parecchio tempo prima.E questo credo è già un indice fortemente indicatorio della ”ignavia sociale” che viene rimestata ad ogni giro di giostra.Ho parlato di ”ignavia” ma intendo più propriamente menefreghismo e qualunquismo di natura provincialistica della popolazione, perchè sia con uno sguardo al passato e con un altro al presente ci sarebbero stati motivi pesanti affinchè la gente si fosse incazzata davvero.Ed è proprio come dice Fiorani quando fà riferimento ai veli ed ai fumi che si sono permessi strada facendo,spruzzando a destra e sinistra l’etere dei discorsi vuoti del tipo ”amo la mia città”, ”sarò il sindaco di tutti”, ”ci metto la faccia”.Se avessero dovuto fare i conti veri con i cittadini all’infuori delle loro sfere di influenza, la faccia l’avrebbero persa da parecchio.Quindi, la questione è come quella che sostengo e che si possano permettere di fare quello che vogliono,sostenuti da assembramenti che di sinistra hanno solo il nome, ma nei fatti e nella quotidianità rispecchiano la crassa sottocultura tipica di derivazione agreste e cattolico-opportu-nistica, che ha distinto interi pezzi dell’Italia centrale e che viene da lontano (le aree ad estrazione sociale operaia-industriale hanno comunque un altro tipo di cultura, molto più reattiva, molto più critica rispetto alla realtà dove sono immerse) e quindi nel loro percorso esistenziale ed operativo esiste anche la prosopopea che li ha fatti per parecchio tempo stare in piedi, neanche tanto sapientemente mischiando le carte, poichè i vertici che li comandano sanno bene che nella sottocultura imperante tipica della società basata sui soldi,sui piaceri, sui favoritismi, sui messaggi mafiosi non di lupara ma di ricatto sociale, il lavoro sociale e politico è facile a penetrare nella base,poichè nessuno o pochi li contestano .E’ un giuoco che gli ha reso, ma gli ha reso perchè hanno avuto dei servitori al posto di cittadini che ragionano con la loro testa ,pochi quest’ultimi nei confronti della massa che li vota, e quei pochi che ci sono stati se ne sono allontanati anche troppo tardi e forse lasciami dire anche guardando spesso all’opportunismo politico che li ha riguardati da vicino.Ma a me sembra che anche per questi ultimi la lezione non sia stata introitata, e lo dico anche guardando a sinistra anche a livello nazionale.Quel po’ di ”chiasso”-se così si vuol definire- lo hanno fatto le opposizioni, ma la forza dei numeri impedisce nonostante tutto che le magagne vengano a galla con la forza che meriterebbero in un paese dove esista un civile confronto.Quindi è proprio come dice Fiorani quando parla che il fatto di riferire in Consiglio ”non sia una scelta ed una furbata del sindaco” come si cerca di far passare,ma una scelta dettata dalla paura.Paura che come ho già spiegato, sà bene che si possa permettere di non avere per adesso, poichè ha dalla sua parte il conforto dei numeri.Alla fine però chi ha la forza ma non la ragione è perdente.Non vorrebbe dire nulla questo perchè in politica si perde o si vince a seconda di come si possa operare, ma credo che l’aspetto più tragico possa essere -rivolto alla parte renziana del PD ma anche a quella dei ” fuoriusciti di quel partito- che i motivi veri che li farebbero riflettere sulle loro scelte sia ” roba” parecchio ostica ad ingurgitare.Segno è questo del loro irrevocabile mutamento genetico.Ed in genere chi muta pelle, in natura come nei rapporti umani, la muta o per salvarsi da incombenze più grandi oppure perchè sà che la guida che ha assunto porta verso il burrone, e non è quasi mai vero che ”solo gli imbecilli non cambino”. Cambiano gli opportunisti perchè fanno parte di quella schiera che il sistema utilizza per galleggiare, ma galleggiando si procurano spesso anche disastri e non è vero che le cose in tal modo cambino.E’ una pia illusione che serve ad essere spruzzata a chi ci crede.E sono parecchi che ci credono.
Scusa Paolo, ma tu non hai sempre sostenuto che l festival Orizzonti era una cosa “per pochi”, molto costosa e quindi fuori misura per una cittadina come Chiusi, una specie di macchina da debiti, e quindi sarebbe stato bene chiuderlo? Ora che l’hanno chiuso ti risenti? Oppure il problema, più che la chiusura del festival e quindi la figuraccia in mondovisione e il danno di immagine (ma non solo d’immagine) per la città è l’approccio alla questione e le modalità di comunicazione di Bettoliini? Su questi aspetti è giusto discutere e sottolineare le responsabilità di chi ha voluto, nominato, gestito, sostenutoe osannato la Fondazione in questi 5 anni, e e opposizioni faranno solo il loro mestiere se puntualizzeranno queste cose, ma a mio avviso il nodo è e resta il festival che non si farà. E cioè la perdita per la città della sua manifestazione più rilevante e l’assenza di una minima proposta alternativa. Se lo scontro politico sarà solo sui ritardi di comunicazione (sul bilancio, sul debito ecc.) del sindaco-presidente e non sul nodo vero (il festival), può anche darsi che ci sacappi qualche risata, ma ci sarebbe davvero poco da ridere…
Il festival è un aspetto importante di un disastro amministrativo senza precedenti, il fallimento completo di sei anni di politica culturale e per come intendevano loro la fondazione non solo di politica culturale ma di promozione, turismo, presenze, immagine del paese quindi un fallimento anche della politica economica.
Mi pare che siamo d’accordo: “La cancellazione del festival, cioè dell’inizitiva più eclatante, più reclamizzata, più costosa e di maggior richiamo della città, è indubbiamente e senza ombra di smentita una debacle politica. Un colpo durissimo all’immagine della città e della stessa amministrazione. Non solo della Fondazione che orgaizza l’evento. E’ la fotografia impietosa di un fallimento politico e manca poco anche economico. Del fallimento di un’operazione che avrebbe dovuto portare idee e capitali e invece non ha funzionato, anzi si è rivelata ua specie di Pozzo di San Patrizio. E chiudere un festival dopo che fino a tre mesi fa veniva decantato come uno dei migliori 20 festival italiani, come un “fiore all’occhiello” che tante città ci invidiavano, dopo aver lanciato un bando per l’allestimento della Madama Butterfly e altre iniziative legate al festival, è una mazzata colossale, una sorta di dichiarazione di resa. Di incapacità a gestire un evento del genere.
Ecco di fronte ad una debacle di queste proporzioni, in altri tempi, neanche troppo lontani, le opposizione avrebbero sicuramente alzato il tiro e chiesto le dimissioni del sindaco e della Giunta, non solo il superamento della Fondazione…
Dal punto di vista politico gli estremi ci sarebbero tutti. Perché è stata l’amministrazione Scaramelli a volere la Fondazione e a impostarla come è stata impostata e l’amministrazione attuale, pur correndo ai ripari (prima assumendo la presidenza nella figura del sindaco, poi cercando di fermare l’emorragia con la decisione di qualche giorno fa) non ne ha preso le distanze in maniera chiara e netta..” (questo è un estratto dell’articolo pubblicato il 23 maggio scorso e che avevi definito “supercazzole”. Forse avevi letto male…)
X Marco Lorenzoni. Marco, io credo che invece di concentrarsi sul fatto che il festival non lo si farà e sugli effetti di questo sull’apporto culturale mancato verso i cittadini di chiusi che a mio vedere data la situazione possano essere danni relativi,credo che occorrerebbe parlare delle cause che hanno portato a questo,lasciando la discussione il più possibile esente dai discorsi di ” distrazione di massa”e parlare delle ragioni politiche che hanno prodotto questo,soprattutto delle persone che usando la pseudo politica-cioè’ il nulla-sono state negli anni i fautori di questo sfacelo,che parecchi di loro sperano di mettere sotto il tappeto o comunque di sminuirne il senso prettamente politico..Perche’ se non si arriva a definire le ragioni politiche e quindi culturali di chi è’ stato fautore di tutto questo,non cambierà’ mai nulla.Quindi meno armi di distrazione di massa e più parlare chiaro sulle responsabilita’individuali,che sono POLITICHE DELLE PERSONE!!.Questo io penso.
Carlo che il festival producesse debiti era scontato. Succede ovunque. Gran parte delle istituzioni culturali italiane sono in deficit (spesso molto pesante). Che a Chiusi il debito sia stato lasciato crescere senza metterci una toppa adeguata sembra del tutto evidente, ma lo “sfacelo” a mio avviso è il festival che salta (danno per i cittadini che avranno un’ìestate più povera e meno opportunità di crescere culturalmente e di assistere a opere di qualità), per gli operatori economici e per l’immagine della città, che adesso non potrà più presentarsi da nessuno a chiedere di venire a fare spettacoli qui… A mio avviso il dramma non è il debito (che in qualche modo si potrà coprire e ripianare), il dramma è il passo indietro invece del salto in avanti… E’ su questo che secondo me si dovrebbe ragionare. Traendone, ognuno, le proprie conclusioni. Compresa la richiesta di dimissioni del sindaco-presidente o lo scioglimento della Fondazione, se si ritengono necessarie…
Per quanto mi riguarda le conclusioni le ho tratte da diverso tempo e non so’ se collimano con le tue.E’ vero che molte iniziative producano un debito,ma al di là della rabbia degli esercenti che non vedono prospettive per i loro già’ magri incassi,mi sbaglio od il tutto alla fine si risolve con la ripartizione e spalmatura del debito sulle casse comunali con ulteriore aggravio per la città?Per non considerare poi la perdita del possibile” messaggio culturale” e le aspettative vanificate di coloro che dovevano lavorarci?E’ inutile affondare il coltello nella piaga,non si risolve nulla se non si ricomincia da una seria analisi ed autocritica politica di questa maggioranza,ma conoscendo i miei polli non credo che l’umilta’ sia una cosa presente dentro quello schieramento,anzi come sempre mi sembra che si preferisca coprire la cosa dicendo che si sia stoppata tutto per impedire l’allargamento del debito-cosa vera questa che mi sento anche di condividere e lo dico anche senza remore-ma questo non deve in alcun modo coprire la responsabilità’ politica di una giunta che di fronte alla città’ dovrebbe fare”mea culpa”.
L’autocritica purtroppo non è contemplata nella politica contemoranea, e i mea culpa sono merce piuttosto rara. Però, sulla Fondazione e su come essa ha gestito i fondi messi a disposizione dal Comune, ma anche dal ministero e dalla Regione, mi pare che – pur senza autocritica (che sarebbe necessaria)- il sindaco e la maggioranza qualche passo indietro (o avanti) l’abbiano fatto. La Fondazione è di fatto commissariata. Il Comune ne ha ripreso in mano le redini e la cassa. E questo è una sconfessione dell’impostazione precedente anche se loro non lo dicono e non lo diranno…Quanto al come ripianare i debito, è ovvio che i contributi regionali e ministeriali, in assenza del festival decadono, i contributi privati sono esigui e senza festival si ridurranno ulteriormente, quindi èaltrettanto ovvio che il grosso ricadrà sulle casse comunali. Ma un comune come Chiusi credo che possa far fronte ad un debito di 300 mila euro. Invece non credo che possa far fronte facilmente al buco culturale e d’immagine creato con lo stop alla manifestazione.
“E questo è una sconfessione dell’impostazione precedente anche se loro non lo dicono e non lo diranno…” Ma la gestione è la loro perché la nomina dei vari organi è dell’Amministrazione. Che poi 300.000 euro siano una risorsa recuperabile ho i miei serissimi dubbi. Bettollini ha dovuto prendere atto degli errori di cui è uno dei pochi responsabili. A me sembra che ci sia poco altro da dire.
….ed allora se la politica è più che altro “quella “politica non fa autocritica ed I mea culpa sono merce rara,secondo te questi in nome di chi governano dal momento che sono stati votati dalla maggioranza dei cittadini che saranno chiamati anche per questa storia a frugarsi le tasche? Tu hai sempre risposto:”ed allora che si fa,si eliminano i cittadini..?” La risposta che mi sento di darti e’ quella che ti ho sempre dato: chi è, causa del suo mal pianga se stesso….e fino a quando non saranno spazzati via dalla gente quella mentalità politica prevarrà e non e’questione né’ di destra né di sinistra ma credo sia bene che la gente incominci a pagare perché e’quella che da’ loro il consenso ed è’ anche tanta quella che a parole dice di non darglielo ma nel segreto dell’urna poi glielo dà’ perché crede di darlo al meno peggio,almeno dalle nostre parti funziona così’.
Marco, in questo caso specifico il problema è anche quello legato al debito. Il fatto poi che succeda quasi dappertutto non è motivo di consolazione; anzi evidenzia uno dei mali di questo Paese, abituato a spendere più di quanto abbia in cassa. Semmai si può utilizzare lo stesso criterio di giudizio che si utilizza per una attività imprenditoriale: se il debito viene fatto per generare nel tempo lavoro e utili va bene (dicesi investimento produttivo); se serve solo a sperperare il denaro – soprattutto quello della Comunità – non va bene per niente.
Applicato al nostro caso, se avesse generato un corale e diffuso apprezzamento della popolazione e portato dell’indotto, credo che nessuno avrebbe avuto nulla da ridire rispetto ad un deficit “in itinere”. Non avendo fatto nulla di tutto questo, mi pare che l’attuale Sindaco abbia battuto in ritirata; cosa che sarebbe anche condivisibile se non fosse che lo ha fatto troppo tardi: si è accorto tardivamente della situazione oppure sperava in una minore spesa per quest’anno che addolcisse il deficit ma così non è stato?
Comunque, siccome spesso si impara anche dagli errori, gli studenti della Bocconi avranno almeno toccato con mano quello che non dovranno mai fare….
Paolo, personalmente non credo che l’investimento fattto sul festival Orizzonti sia stato del tutto improduttivo. Forse un po’ eccessivo, ma improdutivo no. Né si può affermare che non abbia portato un po’ di indotto (non solo mediatico). Una fetta non maggioritaria, ma comunque importante e significativa della cittadinanza di Chiusi e dei dintorni ha seguito assiduamente gli spettacoli, ha mostrato apprezzamento, le compagnie locali (sebbene giubilate a fine edizione 2016) hanno avuto modo di interagire e confrontarsi con professionisti straordinari; a parte le performance più “di nicchia” e proposte in orari e luoghi poco usuali, in genere gli spettacoli hanno registrato una partecipazione di pubblico più che dignitosa, in qualche caso anche il tutto esaurito. Chiusi ha avuto la possibilità di rassaporare l’opera lirica e l’opera contemporanea, con interpreti importanti… Insomma il festival Orizzonti, sia nella versione Ruteli, che nella versione più ‘audace’, più particolare e più costosa di Cigni non è stato mai una cosa del tutto “fuori contesto”, calata dall’alto e lontana dal sentire comune. Non tutti hanno apprezzato, qualcuno ha storto il naso, qualcun altro non ha capito, La spesa è finita fori controllo, questo è vero. Ma il vuoto cosmico che si prospetta sarà molto peggio, anche se costerà di meno.
”Il vuoto cosmico costerà di meno”? Parla uno che alle rappresentazioni di Cigni non è mai venuto, forse per sbaglio senz’altro e me ne assumo le responsabilità di questo,ma non si può andare a prendere nota di tutto e di ogni rappresentazione,anche se quella la materia non mi stimola, ma è.tutto un problema mio quello. ”Costerà di meno”? Su tale eventualità i conti è bene farli all’ultimo credo per il semplice motivo che l’apporto della crescita culturale verso la popolazione si misura nel tempo ed ecco perchè toccherebbe investire in maniera ”sapiente” dove ”sapiente” voglia dire-oltre che agli interventi a pioggia sui soldi unidirezionali o giù di lì-bisognerebbe tener ion debito conto che non esiste solo la cultura veicolata dalle rappresentazioni teatrali, musicali e le tria turris, ma il mondo è grande e spesso per allargare la visione delle cose gli intereventi culturali se ben fatti e costruiti, ideati e portati avanti hanno anche un successo spesso insperato e soprattutto il loro messaggio dentro la popolazione che è la destinataria principale dell’azione resta e restando produce molto, non è vero che sia evanescente.Capisco che non sia l’interesse spiccato questo per la politica di questi anni ma c’è poco da ragionare sul raccolto : basta guardare le balle di grano prodotte…c’è solo la pula.E c’è la pula soprattutto perchè quando si ha il grano politico in testa che produce solo per pochi (magari anche cose di livello) ma spesso è la pula a farla da padrone.Si, quella che si disperde al vento anche nel gergo contadino e và in polvere.Il grano eufemicamente resta ma è quello da pagare.Tutti sbagliano questo lo si sà e credo che occorra essere anche tolleranti,ma che -come tu dici Marco- non si sia inclini all’autocritica ed ai mea culpa e glissando sugli aspetti fondamentali che il mea culpa e l’autocritica li contemplerebbero davvero tali aspetti, questo scusa ma non è tollerabile.Vero è che non si ”nasca imparati” ma per parafrasare Totò:”accà nisciuno è fesso”.
Ma il guaio principale e di base secondo me resta come ho sempre detto quello della popolazione.Ed è quella che esprime la guida o che resta indifferente a ciò che la guida propone. Segno è che è la guida che ha un limite grande, soprattutto di natura politico-culturale su come organizzare il tutto e porgerlo alla popolazione.E quindi è per questo che non è difendibile.Questo almeno il mio modesto pensiero e visione.
Ci sono esperienze anche vicine che sembrerebbe funzionino bene. Io ho segnalato il caso di Virgilio Bianconi con il Teathron Musike
http://www.tmusike.it/
Nessuno sembra aver preso nota. Eppure in passato ci fu una rappresentazione anche a Chiusi. È mai possibile che siamo bravi solo noi? Poi si vedono i risultati di questa supponenza.
Quanto al successo tra la cittadinanza e al rapporto con la città anche esperienze che vanno avanti da più di 40 anni e sono certamente di qualità elevata, come il Cantiere di Montepulciano, non si può dire che siano tutte rose e fiori. La cittadinanza poliziana ha sempre vissuto il Cantiere nello stesso identico modo in cui i chiusini hanno vissuto Orizzonti… Per dire. E lo stesso discorso vale anche anche per festival celebratissimi come quelli di Spoleto, Todi o Città di Castello… Torrita Blues, Trasimeno Blues sono due iniziatie di qualità (da sempre), ma entrambe hanno avuto problemi di “approccio” con la realtà locale e anche di soldi… Il caso Chiusi adesso fa notizia perché l festival non si farà più… E quello è il nodo e la differenza…
Si può cominciare a fare una comparazione? Quanto costano le altre iniziative? Poi potrà essere valutata l’efficacia.
Alcuni festival tra quelli citati costano senz’altro più di Orizzonti. Hanno budget diversi. E si tengono in città più grandi di Chiusi… Ad Orvieto, per esempio sta saltando l’Associazione Te.Ma che è una sorta della ns Fondazione, e alcuni festival (Orvieto Folk, Umbrua Jazz Winter, Villalago, ecc…) hanno chiuso i battenti o cambiato gestione. Intorno a quelli ancora vivi c’è grande incertezza… Il Cantiere, gestito da una Fondazione, ha avuto grossi problemi finanziari qualche anno fa… A Città della Pieve nel 2016 è saltata la chiusura di Trasimeno Blues per 20 mila euro che il Comune non ha voluto pagare… Le comparazioni si possono fare ed è giusto farle, anche per non ripetere eventuali errori e “copiare” eventuali trovate positive… Ma non è che a Chiusi è “tutto un casino” e altrove va tutto a gonfie vele… Per esempio i biglietti per Umbria Jazz Winter costano molto, anche 70, 80, 100 euro… ad Orizzonti mai superati i 25 euro. Il festival rock di Chiusi che presenta band di sicuro valore (e di un certo spessore non solo musicale) è a ingresso gratuito. A Torrita Blues, invece si paga e non poco, per dire. Insomma facciamo tutte le comparazioni che vogliamo, ma teniamo conto di tutto. Io, un po’ per diletto, un po’ per lavoro, negli anni le ho seguite un po’ tutte, alcune anche da molto vicino, e un’idea me la sono fatta. Se dovessi giudicare dal coinvolgimento del pubblico locale e dall’attenzione della cittadinanza, mi verrebbe da dire che il Cantiere, per esempio, dovrebbe essere chiuso da un pezzo. Invece per fortuna resiste. E sono felicissimo che resista…
La formula Festival compatto, secondo me funziona poco. Sparare tutto in un periodo breve vale la pena solo se puoi tirare cannonate a lunga gittata, come il Cortona Sun Festival, per capirsi. Allora punti sulla Comunicazione forte che, necessariamente, non può durare a lungo ma va concentrata. Altrimenti un’attivazione territoriale (di tutto il territorio) per almeno due dei mesi estivi sarebbe a mio parere molo più produttiva. Mi sa che quelle che mancano però sono le idee più che i soldi….come fa notare giustamente Paolo Scattoni si possono reperire anche sul territorio idee e persone da coordinare in un’azione meno episodica e più strutturale….insomma il discorso sarebbe lungo…
Certo, ma dopo aver fatto terra bruciata non è e non sarà facile trovare risorse del territorio disponibili. Così come sarà difficile trovarle “pagando” nel giro nazionale degli artisti… Questi ultimi dopo il caso Orizzonti non verranno più… Le “risorse locali” invece preferiranno, come già avviene da tempo peraltro, lavorare altrove. Non dico che sia impossibile e che non ci si possa provare, ma il quadro è fortemente deteriorato sotto questo aspetto, e il restauro appare complicato… Ci vorrebbero restauratori molto bravi.
…nel mondo artistico il “mai” dura sempre il tempo che dura…io stesso, sopratutto quando ero più giovane ne ho detti diversi di “mai” per poi puntualmente rimangiarmeli.
Può essere invece una buona occasione per ricominciare con il piede giusto, correggendo lo strabismo di un Festival di breve durata e solo a Chiusi Città e realizzare magari un’ “Estate chiusina Aperta”, con appuntamenti diffusi sia temporali che nella logistica, tra i quali includere magari anche il Lars Rock.
Personalmente la Formula Festival Orizzonti piaceva poco – in quanto datata – sia nella versione precedente che in quest’ultima…arrancano perché anacronistici, e non solo per mancanza di rirorse, Festival ben più importanti…