CHIUSI, ORIZZONTI DIVERSI: IL FESTIVAL RIPARTE CON ROBERTO CARLONCELLI
CHIUSI – Il pericolo che quest’estate Chiusi non avesse un festival è stato concreto e reale. Dopo lo stop al festival “targato Cigni” (per dirla con il sindaco Bettollini), la Fondazione ha provato a salvare il salvabile e a mettere in piedi una proposta alternativa, compatibile con le risorse disponibili. Fino a ieri non c’era la certezza di farcela. Da ieri sì. E così, questa mattina, il nuovo Orizzonti Festival è stato presentato pubblicamente alla stampa e alla cittadinanza. Dalla Fondazione. Non dal Comune.
Il “marchio” Orizzonti (che fu coniato nel 2003 da Manfredi Rutelli) è salvo, il festival continua. Avrà una edizione 2017 ed edizioni successive. Quella di quest’anno sarà per forza di cose una edizione di “contenimento”, diciamo pure di sopravvivenza, per tenere il punto e mettere le basi per un progetto futuro.
Rimane un festival multidisciplinare, che proporrà cioè spettacoli e performances artistiche di vario genere: dalla musica alla danza, alla prosa, con una certa attenzione a linguaggi innovativi e originali. E per questo continuerà ad ottenere i finanziamenti ministeriali e regionali guadagnati nei tre anni precedenti da Andrea Cigni…
Come formula però il festival Orizzonti 2017 somiglia decisamente più al format Rutelli che non a quello di Cigni. Se non altro perché proporrà spettacoli acquistati “chiavi in mano” con attori e registi, musicisti che arrivano, recitano e se ne vanno e non rimarranno in residenza per 10-15 giorni per produrre in loco l’opera da portare in palscoscenico. Secondo aspetto: legame forte, stretto, con le realtà culturali del territorio con le quali Andrea Cigni aveva deciso invece di tagliare i ponti.
Il nuovo direttore artistico è Roberto Carloncelli, che viene anche lui dalle realtà artistiche del territorio, ma è professionista che conosce bene l’ambiente teatrale nazionale. E conosce bene anche Chiusi. Ha abitato a Castiglione del Lago e adesso vive a Po’ Bandino… La Fondazione gli ha messo in mano un budget di 70 mila euro, da non sforare assolutamente, e lui in pochi giorni e in tutta fretta, ha allestito un cartellone che non nè semplicemente una “toppa” sul buco che avrebbe prodotto lo stop al festival versione Cigni. Ma è un festival, un festival vero. Certo meno sfarzoso, meno roboante, meno costoso, più circoscritto nelle location, forse anche meno “audace e provocatorio” di quello di Cigni, ma con proposte artistiche per gusti e palati diversi. Lo ha detto lo stesso Carloncelli: “un festival un po’ più popolare e più ruffiano rispetto al pubblico”…
Il sindaco-presidente Bettolini nel corso della preentazione ha sottolineato come questa situazone abbia stimolato una nuova attenzione da parte di operatori e cittadini, tanto che i contributi dei soci privati della Fondazione sono sensibilente aumentati. “Un segnale incoraggiante che spinge ad andare avanti”. Li ha ringraziati, così come ha ringraziato il precedente Cda della Fondazione e il nuovo, l’ex direttore Cigni e Manfredi Rutelli per le edizioni passate, la giunta e il gruppo consiliare di maggioranza per l’appoggio e il lavoro svolto…
La manifestazione si svolgerà dal 29 luglio al 5 agosto. Tutto tra Piazza Duomo, Teatro Mascagni e giardino di Largo Cacioli. Insomma un raggio di 100 metri. Niente più Chiostro San Francesco e “puntate” fuori porta. Il cartellone prevede spettacoli di prosa, musica e danza divisi tra circuito off , circuito serale e aperitivi musicali. Più alcune mostre sparse qua e là in varie location cittadine, a partire dai musei.
Biglietto a 10 euro per gli spettacoli serali, 8 euro per il circuito off e, per i residenti a Chiusi, tutti gli spettacoli a 5 euro… L’obiettivo è chiaro: favorire il più possibile l’affluenza del pubblico di casa.
L’apertura el festival, il 29 luglio, è affidata a un duo di giovani talenti: Giacomo Margheriti e Francesca Longari (pianoforte e canto lirico) come “aperitivo musicale”. Poi a seguire il balletto EUREKA, in piazza Duomo con i Kataklò, veri e propri mostri sacri della Athetic Dance Theatre.
Il giorno seguente, 30 luglio, in piazza Duomo, spettacolo del circuito off diretto dallo stesso Roberto Carloncelli: “Oleanna”, di David Mamet con Gianni Poliziani e Benedetta Margheriti.
Il 31 luglio alle ore 18,00 al Mascagni, ancora danza con “Pulcinella Quartet” della compagnia di Virgilio Sieni, altro nome primario nel mondo della danza italiana. Alle 21,00, in piazza Duomo, “DRAGPENNYOPERA”, con le Nina’s DragQueens… (opera “en travesti” isapirata ad un testo del 1700)…
Si prosegue il 1 agosto con una serata musicale con il quintetto di ottoni e percussioni dell‘Orchestra regione della Toscana che eseguirà musicche di Morricone e Piazzolla.
Il 2 agosto, aperitivo musicale (largo cacioli) con i “Setteottavi” e poi alle 21,30 in iazza Duomo, “Vorrei essere figlio di un uomo felice” di e con Gioele Dix, noto cabarettista e “mattatore” del palscoscenico che sarà anche omaggiato del Premio Orizzonti 2017.
Giovedì’ 3 agosto, per il circuito Off, al Mascagni, ore 18,00 lo spettacolo ‘one woman show’ con Teresa Bruno: “Rosa”. Poi, alle 21,30 in piazza Duomo, spetacolo di Danza Cinematic.2 Ballata, con la compagnia Sosta Palmizi.
Venerdì 4 agosto, apertivo musicale con la corale Arcadelt di Chiusi e poi, in piazza Duomo, “Il Crogiuolo” di Arthur Miller, con la compaghnia Il Gorro, di Passignano sul Trasimeno.
Sabato 5 agosto, chiusura affidata a “The human Jukebox” con gli Oblivion, dei veri e propri “guastatori musicali” che masticano qualsiasi tipo di repertorio: da Morandi ai Queen, da Ligabue ai cori Gospel…
Il logo del festival è l’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci, il titolo è #umano. L’idea di fondo è quella di un festival che riesca a coniugare creatività, arte, bellezza e umanità, nel contesto di una cittadina di provincia di 8.000 abitanti.
Si è capito, ancora più chiaramente, che al di là del motivo dei soldi (il debito pregresso e il rischio di aumentare la voragine), la scelta politica operata dalla Fondazione, su imput del sindaco presidente, e del Consiglio Comunale, è stata anche quella di fermare il progetto Cigni, ritenuto “fuori misura e fuori contesto e troppo provocatorio” non solo econonicamente, rispetto alla realtà di Chiusi. Si è capito che certi ambienti cittadini hanno spinto in questa direzione. Alla fine il risultato è che Cigni è stato “esonerato” senza tanti complimenti, ma il Festival continua, con un passo diverso (anche se lo spettacolo con le dragqueen e i tre spettacoli di danza potrebbero far pensare ad una certa continuità, che c’è invece solo per una questione di multidisciplinarietà, obbligatoria per mantenere i finanziamenti ministeriali).
Per il resto, la rinnovata apertura alle realtà culturali del territorio sembra essere il punto di forza per gli anni a venire. Il grimaldello per aprire molte porte, per creare un pubblico sensibile e attento, per valorizzare le eccellenze e far crescere le nuove leve, dando loro obiettivi sempre più elevati.
E se quest’anno i tempi strettissimi non hanno consentito di fare di più e diversamente, sarà forse il caso che Carloncelli, la Fondazione e il Comune, comincino fin d’ora a pensare per i prossimi anni a soluzioni che possano avvicinare ancora di più la popolazione al festival e alla cultura in genere. Coinvolgere tutta la città, comprese le periferie, le frazioni… Se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna…” dice il proverbio. E quindi perché non pensare, in futuro, a spettacoli e performance low cost anche a Chiusi Scalo, nelle frazioni, nei quartieri, nei capannoni industriali dismessi? piccoli concerti, performances teatrali che non richiedano allestimenti scenici esagerati, ma solo due riflettori e un microfono. Cose che si possono fare ovunque.
Ad Andrea Cigni forse cose del genere non si potevano nemmeno chiedere, lui voleva volare alto e a modo suo, Carloncelli sembra avere un’impostazione diversa. Ed è del posto. Conosce l’ambiente e i suoi polli, come si suol dire. Questo, per un festival che vuole mettere radici profonde è una garanzia. In questo momento l’importante e il primo obiettivo era “non fermarsi e ripartire”. Ma a bocce ferme, con calma, parliamone…
m.l.
chiusi, Orizzonti Festival, Roberto Carloncelli
È più che certo che di questo il Sindaco sapesse già venerdì sera. Nulla ha detto. È una vergogna. Al Consiglio comunale spettano gli indirizzi? Nella trasmissione radiofonica Alto Gradimento di Arbore e Boncompagni di tanti anni fa c’era un personaggio di nome Max Vinella che irrompeva all’improvviso con “Chiappelo, chiappelo”. Il nostro sindaco è un Max Vinella redivivo, per il piacere di quelli della cultura “ex alta” ora “media”.
Sono quasi certo che abboccamenti deve averne avuti a fine ne maggio o al massimo primi di giugno. Per la fiera della stazione si era già morto sso qualcosa. Quindi è sicuro che abbia mentitore di vendo che non sapeva nulla. Ma tanto fa, la gente ha la memoria corta
Una volta stabilito che Orizzonti vada fatto e con questa formula temporale compatta, il Festival di Carloncelli mi pare ben fatto, senza pretese (nel senso migliore, considerando anche i tempi stretti) e con appuntamenti che possono interessare il territorio, credo più di quanto non fossero quelli offerti nella precedente edizione; sicuramente esso è meno costoso e meno velleitario. Ripeto, tutto questo una volta stabilito che Orizzonti vada fatto per forza.
Detto questo, va invece affermato a chiare lettere che il metodo usato è sconcertante. Questi amministratori trattano la cosa pubblica come se fossero un gruppo privato. L’iter che ha portato alla “sorpresa” oggi presentata è un insulto alla trasparenza, alla partecipazione e alla democrazia. Se questa è la classe politica che ha prodotto la rottamazione, vuol dire che tra Mastella e Bettollini la differenza è davvero nulla. Shame on you!
Questa era forse la decisone che andava presa a gennaio se non addirittura a settembre dell’anno scorso. Non ho idea di come verrà, di certo l’impegno di renderlo “più a misura di Chiusi” c’è stato, spriamo ne dia anche i frutti. Il comportamento di Juri non mi stupisce, è il modo di fare di questa classe politica senza rispetto per le liturgie democratiche. Alla gente di Chiusi pare piacere così.
Alberto, liturgie o procedure dovute?
Poi Marco ci spiegherai cosa vuol dire “volare alto”….la ” Traviata” a Chiusi? Opera che fa tremare i polsi ai grandi teatri, estremamente difficile e costosa per poterla rendere in modo almeno dignitoso. Così come “Butterfly” del resto..si vola alto quando sei in grado di farlo ovvero sia ambientalmente che avendo trovato le risorse per farlo. Altrimenti va a finire che dell’ombrello di Altan si “beneficia” sempre solo noi cittadini….non so se mi spiego….
L’opera lirica non si vedeva a Chiusi da più di 50 anni… E certe “provocazioni” come Macadamia…” di Ricci Forte non sono usuali al Mascagni… Come Chiara Guidi o Delbono… Questo forse era volare alto anche se la gente per lo più non ha capito. Quanto alle procedure seguite, fino al colpo di teatro del festival resuscitato certo lasciano perplessi e denotano un approccio autocratico, ma… Ma la decisione di procedere e quella di presentare il festival all’improvviso è attribuita alla fondazione e non al comune. Diciamo che rientra nella cultura della privatizzazione. Può non piacere ma è meno attaccabile…
Marco, ma quale privatizzazione? Credi davvero a quello che stai dicendo? E’ come se io prestassi dei soldi a Marco e poi incontrandoti, tu mi dicessi: “Io non c’entro sono Lorenzoni”. Suvvia, cerchiamo di non cadere nel ridicolo. Il direttore artistico e il vice-presidente li ha scelti Juri o il Sindaco Bettollini? E il dottor Jekyll era presente o ha mandato Mr Hyde in rappresentanza?
Quanto al resto, continuo a rimanere senza parole. Se io i comprassi una Jaguar perchè mi è sempre piaciuta, volo “alto” oppure faccio il passo più lungo della gamba?
L’Opera lirica è la performing art più cara che esista. Se mancava a Chiusi da 50 anni, c’era un buon motivo ovvero quello di evitare le compagnie rumene di giro che per 10.000€ ti portavano uno spettacolo facendo dormire in pullman orchestra e coro, uno sopra l’altro. allestire Traviata decentemente costa non meno di 100.000€ facendo lavorare alcune persone gratis o sottocosto.
Venendo a quelli che citi tu, sono ottimi artisti ma erano avanguardia 20 anni fa….persino l’assistente alla mia Butterfly all’Arena, faceva già con loro i laboratori di teatro con la sua compagnia locale a Verona…lasciamo perdere….Cigni ha fatto quanto doveva per mettersi nel binario giusto ed ambire a dirigere dei Teatri creandosi il giusto curriculum di gavetta. E’ riuscito a spremere il limone finchè ha potuto, finchè Bettollini – che all’inizio c’è cascato – essendo comunque furbo, deve aver capito l’antifona e ha fatto quello che doveva…questo tanto per parlare chiaro.
Certo, Paolo che c’è commistione (e anche una certa confusione) di ruoli. E che è il Comune, anzi il sindaco, che nomina i membri del Cda dela Fondazione di cui è anche presidente. Ma così come facendo fare una mozione al gruppo di maggioranza, poi approvata in Consiglio, il sindaco-presidente si è coperto le spalle sulla decisione di “tagliare le spese e mettere in sesto i conti” (quindi tagliare il festival Cigni), adesso, con il festival 3.0, resuscitato all’improvviso e fatto presentare alla Fondazione, è stata salvata la forma. Nel senso che formalmente nessuno può chiedere alla Fondazione di fare dei passaggi democratici e partecipativi o di dare comunicazioni preventive. Al comune sì, alla Fondazioe no… La fondazione risponde al sindaco e al Consiglio Comunale. Ma gestisce e opera come più gli aggrada. E’ a tutti gli effetti – formalmente – un ente a gestione privatistca. E affidando la gestione delle attività culturali, prima gestite direttamente dal Comune, alla Fondazione è stata fatta una “privatizzazione”. Poi corretta e attenuata in corso d’opera con la presidenza al sindaco… Ma sempre di privatizazione si tratta. Formalmente.
Poi anch’io concordo sul fatto che almeno un accenno al festival rilanciato poteva e doveva essere fatto nella seduta di venenrdì scorso del Consiglio o con altre modaità, anche un post su facebook, senza fare il colpo di teatro alla mago Zurlì…L’ho anche scritto. Ma evidentemente oggi la politica e la gestione della cosa pubblica si fa con altri metodi. Carlo Sacco dice che è colpa della gente che abbocca, vota supina e non si ribella. E allora che si fa aboliamo la gente? O aboliamo le elezioni che tanto non servono a niente?
Scusa Marco, ma il tutto mi fa venire in mente una barzelletta,che poco dignitosa da ogni senso la si guardi ,mi si riaffaccia in modo inevitabile alla mente e chiedendo veramente scusa ai lettori ,dico che talvolta ”quello che ce vo’ ce vo’ ”: è quella del membro corto e del cane da caccia.Un cacciatore che aveva quelle caratteristiche che non sapeva accettare,pensò un bel giorno di porre fine a quello che per lui rappresentava un cruccio e siccome addestrava sempre il cane tirandogli l’osso che il cane di corsa riportava al padrone ,decise di porre i suoi ”miseri attributi” dentro un panino, dopodichè mettendo il panino dentro la bocca del cane, tirò lontano l’osso.Il risultato ce lo possiamo immaginare….Ecco, nemmeno un arma di distrazione di massa….il cane si distrasse col panino, abboccò al trucco del padrone come si suol dire, ma il padrone dovete andare all’ospedale….E cosa ne esce dal discorso che fai ” è la cultura della privatizzazione?” , Io credo che sia la cultura ” dell’elastico delle mutande che dove lo tiri arriva” ed al dilà di tutto, più vado avanti e più non mi meraviglio che la gente possa cadere in questi trabocchetti, in queste impostazioni da quattro lire.Ma che ti sembra quella una compagine politico-culturale che sappia dirimere tali frangenti dove da se stessa si è messa, soprattutto per ignoranza politica prima ancora che culturale? E si ritorna al mio discorso sulla ”gente”.E’ quello Marco, non c’è altro. Con altra gente non sarebbe potuto succedere, con questa fanno quello che vogliono.Ormai da tanto tempo mi accorgo che mi ripeto, ma il perno centrale della questione è questo.
Marco con la tua risposta ”allora cosa si fà, aboliamo la gente ?” sei andato avanti per qualche mese rispondendomi sempre le stesse cose ma mai entrando negli aspetti più scabrosi e più propriamente politici.Hai parlato dei fatti, esulando da dare risposte plausibili e credibili di natura più prettamente politica-che certamente non è semplice dare lo capisco -ma ancora molto più semplice è quella che comporta poi l’accettazione supina di quanto sugo si versa in pentola.E quella di Bettollini questo è, perchè così si crea da Sindaco le condizioni per divenire esso stesso Deus ex machina di tutto un processo, che da una parte ritengo anche comprensibile e che tenda alla riduzione del debito (l’ho già detto questo qualche mese fa quando facesti il tuo primo articolo-comunicazione su questo tema di riappropriazione da parte del Comune che io stesso salutai con un certo favore se ben ti ricordi) ma il tutto non lascia esente dalle responsabilità politiche.Credo che vorrai convenirne. Forse lasciatelo dire che sarebbe meglio talvolta visto che come giornalista che ricerca le notizie, tu ti informassi sull’origine e sulle modalità della strada percorsa per arrivare agli incarichi degli ultimi nominativi fatti dal Sindaco – e trarne perchè no- anche qui delle considerazioni POLITICHE- ma vedo che è materia che non ami troppo.E due pesi e due misure alla fine stancano, gia applicate su argomenti sui quali non ci sarebbe più bisogno di parlare, tanto sono chiare le condizioni fra le quali si muovono coloro che hanno costruito tutte queste vicende per le quali si è arrivati a questo.Ma contro ”natura” non si va, posso capirlo.
“….il festival 3.0, resuscitato all’improvviso e fatto presentare alla Fondazione….”.
Come ricorderai, io stesso avevo sostenuto che c’era il tempo tecnico per realizzare comunque un Festival. Però non mi si dica che l’hanno fatto in dieci giorni perchè questo non è credibile…quindi non ci sono scuse. Se sei un Amministratore pubblico devi tenere informati i cittadini o quantomeno i Consiglieri che dei cittadini sono i rappresentanti. Ti pare?
questo è ovvio. E l’ho scritto fin nel primo articolo… Ed è ovvio, al di là della “forma” che può anche coprire le spalle e rendere il tutto “regolare”…
Quanto alle critiche di Carlo, che dire? credo che le domande da porsi siano queste: era meglio chiudere il festival o cercare di portarlo avanti in qualche modo, salvando il marchio, la cadenza e l’opportunità? Per la città (e per noi cittadini che vi abitiamo) è meglio avere un festival o non averlo? E poi è più grave il “buco di bilancio” (e magari le incongruenze nella gestione, che sicuramente ci sono state) o il fatto che alcuni ambienti cittadini si siano adoperati per far cessare l’esperienza Cigni, non perché costosa, ma perché “fuori contesto” o troppo “audace” segnalando una tendenza all’oscurantismo, che è il contrario della laicità dello stato e della cultura e dell’arte? E ancora, visto che Bettollini non si dimette, che la gente non cambia paese in massa, che si fa? ci si autoesilia altrove, in attesa di tempi migliori? E altrove, certe cose funzionano meglio?
No, altrove probabilmente e quasi sicuramente sarebbero state già risolte da tempo, senza meno e senza portare le conseguenze fino a questi punti, o nel bene o nel male, ma certo risolte e farne acqua passata certamente si. Proprio perchè anche se tutta l’italia è pervasa da assembramenti politici gravitanti attorno alle clientele, da questo punto di vista Chiusi è un posto ”speciale”,dove questo pesa come in altri luoghi,in più però dalle altre parti all’infuori di Chiusi non si riscontra un ceto sociale esteso all’80% come quello presente in tutto il nostro comune e che incarna tutte quelle caratteristiche di negatività presenti in un ceto politico-sociale di origini culturali contadine,che nel tempo si sono espresse, concretizzate e che hanno preso la loro prevalenza più arretrata tramandandosi un peculiare ”modus pensandi” che ha pesato in politica sui partiti che hanno retto il Comune e quindi questo da intendersi come fatto culturale di come reagire di fronte alle cose, ai fatti che si incontrano durante un cammino,economico o politico che si debba affrontare. Non sono qui a fare l’analisi dei perchè storici delle cose sulle quali la gente oggi reagisca in tal modo, ed in tal modo si senta avulsa e disinteressata e sia in maniera ormai assodata sfuggente all’esposizione personale,preferendo restare nell’anonimato, da lì giudicare e poi pesantemente pesare per decidere.La risultante sociale ed anche personale sugli individui di tutto questo, è l’ignavia.Una cosa ben diversa a quello che potrebbe avvenire-seguendo quello che dici- in un altro luogo diverso da Chiusi dove vi è una costante e prevalente componente sociale ad estrazione operaia.Ma lasciamo da parte le analisi sociologiche che non è che non servano ma in questo caso determinano poco, a giuochi ormai fatti, ma capirne il perchè eviterebbe anche che si riproducessero in futuro forme di partecipazione subalternamente politiche a situazioni sfruttate ampiamente dai vertici per fare il pieno dei voti, mentre i tartassati a loro insaputa applaudono.Onestamente Marco, gradirei anche una risposta sull’esame di come si è svolta la vicissitudine temporale sulla scelta di questi nuovi approdi,e SOPRATTUTTO SU COSA SI SIA BASATA,SULLE MODALITA’ E SUL MERITO POLITICO DI QUESTE CHE SONO STATE MESSE IN ATTO per raggiungere soprattutto LE DECISIONE CHE ORA SENTIAMO E LEGGIAMO. ed anche un giudizio finalmente POLITICO sul modo di fare del Sindaco in questa ultima vicenda.Tu che sai sempre molte cose, ed arrivi prima alla fonte di come si formano, perchè non ne trai le opportune considerazioni ? Ed infine in quanto al fatto che sarebbe stato meglio questa o quell’altra cosa che prospetti, io non avrei tanta siicurezza come mostri poichè sarebbe bene poi i conti farli all’ultimo.Dico questo perchè comunque la cosa si metta, mi sembrerebbe- ma mi posso sbagliare- che le differenze fra il deserto sempre esistito e non cambiato certamente dall’esistenza di Orizzonti e quanto si prospetta con la direzione scelta adesso, mi parrebbe che la sostanza alla fine non cambi di tanto.Quanto infine agli ambienti che dici che si ” scandalizzano” di Orizzonti perchè abbiano messo in scena una cosa che la gente ”rintanata nella cultura cattolico-eclesiale- mi fa pensare a questo quello che riporti fra le righe (ma può darsi che mi sbagli poichè non lo sò come lo puoi sapere tu) così presente a Chiusi in forma strutturalmente e storicamente pesante e determinante per certi aspetti, si faccia per conseguenza riferimento alla gente che possa avere un comportamento assolutamente protettivo delle proprie convinzioni, comportamento che rifiuta le aperture, che rifiuta le cosiddette teorie del dubbio ecc ecc….Io ci baderei proprio poco e non ne farei una ragione da cui possa dipendere anche il peso di eventuali contentini che potrebbe aver riconosciuto o meno Bettollini agli ambienti più meramente conservatori.Questa secondo me è una idea un po’ panzana, presa a giustificare certi comportamenti dello stesso Sindaco, che detto fra me e me,gli interessi proprio poco alla fine di accontentare ambienti più culturalmente retrivi e far valere invece la cultura prettamente laica dello stato.Non mi sembra esistere tale propensione o tendenza a perorare tali aspetti dentro ad Bettollini,.ma mi posso sbagliare logicamente.L’astuzia presente nella cultura agreste della componente contadina spesso supera quella laica e riformatrice tipica degli assembramenti produttivi di aree industriali ad estrazione operaia; magari alla fine è più retriva, più conservatrice, ma oggi sono pochi nella gente coloro che sappiano fare certe distinzioni, non se ne curano, badano al sodo ed al risultato.Tante ”raffinatezze” scioccamente intese dai più come tali non sono per Chiusi e per la natura dei suoi abitanti.Sono quelli che l’hanno eletto a Bettollini, non il CDA dell’Istituto Gramsci o delle Frattocchie.Da tale punto di vista la funzione di un Bettollini in molte altre occasioni oltre che questa soddisfa completamente l’humus sociale chiusino.Auspico solo che gli interrogativi che poni come alternativa all’esistente e di cui scrivi possano rappresentare materia di riflessione politica da parte tua.E lo dico perchè quando credi si sente che cerchi di affrontare certi tematiche e gli dai peso, ma ugualmente ”quando altre volte credi” non le affronti.Ed è lì il fatto della botte piena e della moglie ubriaca. Io penso col mio, magari distorto,ma è il mio, senza forme di opportunismo politico0 , che magari non spiegano tutto in maniera completa, ma spesso occorre anche dire che non c’è peggior sordo di chi non voglia sentire.
Sì, ma rispondi a quelle semplisissime domande, senza girarci intorno… Perché io, da cittadino, prima ancora che da cronista, quelle domande mi pongo… E ti chiedo di rispodere al di là del giudizio su Bettollini. Mi dirai: ma sono cose collegate. Certo, ma il giudizio lasciamolo per un attimo alla politica, e ragioniamo sul nodo del contendere. E’ sufficiente dire “Bettollini & C. si sono dimostrati non all’altezza e quindi ogni ragionamentgo è superfluo?”. Io credo di no, anche perché fino a prova contraria è Bettollini che governerà da qui al 2021. E se non uscirà una alternativa credibile che al momento non c’è, anche dal 2021 al 2026…
Marco se il Presidente della Fondazione è il Sindaco e i soldi sono sono al 90% pubblici, anche la Forma esige trasparenza assoluta. In Consiglio comunale il Sindaco doveva rendere conto ai cittadini di come si spendono le risorse pubbliche. Punto. Altrimenti il Comune dia un contributo minoritario e la Fondazione si tenga tutti i segretucci che vuole. No, non ci siamo proprio.
D’accordo. In ogni caso ieri, il sindaco presidente nella conferenza stampa della Fondazione le informazioni anche sui soldi ecc. le ha date. Avrebbe dovuto darle anche in Consiglio, su questo non ci piove. Secondo me ciò sartebbe stato pure a vantaggio suo… Anche se non aveva tutti i tasseli a posto, poteva comunque annunciare ciò che stava bollendo in pentola… Lo ha fatto 5 giorni dopo. Non so cosa ci abbia guadagnato. Se non la sorpresa del colpo di teatro. D’altra parte la politca ai tempi di Renzi questo è.. .
Marco, io sto vedendo che da parte tua prendere cognizione di quello che porta a non affrontare le spiegazioni da un punto di vista POLITICO ( e te l’ho scritto pure in maiuscolo anche nell’altro interento )sia una fatica, e che comporti inevitabilmente cercare le risposte che cerchi da me,perchè ti sembra che non ti abia risposto e che invece sono comprese pienamente in quello che ti ho detto.Vedo che è una fatica tenere conto della politica quando non ti va. Eppure sarebbe questa la prima cosa che un giornalista dovrebbe fare. Perchè ? A me di Bettollini come persona che rispetto come tutte le altre me ne può anche calere poco come si dice.A me interessa che sia il Sindaco come primo cittadino e che rappresenta istuzionalmente anche me( lascia stare come lo senta io e come lo avverta io dentro questo fatto , quelli sono fatti miei evidentemente, ma non ho remore a parlarne sia ben chiaro, sempre rimanendo nel consentito e nel rispetto) che io evidentemente ho il dovere ed il diritto di tener presente. A questo punto devo convenire che abbiamo della politica concezioni diverse oppure si fa finta di non capirsi.Cosa vuol dire essere messi di fronte al fatto che sia meglio questo oppure un nulla? E’ con tale modo che si affrontano i problemi ? Se si affrontano in questo modo ci si ripropongono tutti con la stessa intensità ed anche in misura peggiore nel futuro. Io non ho titoli per dirti cosa può essere fatto dal nuovo incaricato ma ti ho chiesto dal momento che segui da vicino le questioni di informarci come deve fare ogni giornalista sulle modalità( ATTENTO CHE SONO ANCHE SOSTANZA NON SVICOLARE, RISPONDIMI )per le quali e con le quali si sia addivenuti ad una tale scelta. Rispondimi su questo perchè è questo che può mettere in luce senza remore la qualità di chi sembra che tu sostenga. Il fatto di come farei io ad affrontare la mancanza di un festival e di quali opere mettere in ponte conta poco, credo che non interessi a nessuno tale fatto, ma che invece debba essere demandato a chi ne sia incaricato; ma mi sembra che di materia -dati i trascorsi della politica a Chiusi-ne esca poca su tale terreno. Io non sfuggo alle domande o ci giro intorno,semmai sei tu che t’impegni col dire cosa io possa proporre in alternativa se ho ben capito. Io cosa proporre e dove ricercare le responsabilità l’ho già detto più volte ed aggiungo anche(come stò ripetendo) che ritengo che tanta differenza non vi sia alla fine sull’andare in onda di Orizzonti oppure di fare quanto è stato programmato adesso.Se a te come sembra stia a cuore il fatto che Chiusi non appaia più il deserto dei Tartari che in effetti è, non credo proprio che possano essere una, due o tre tornate di Orizzonti oppure del nuovo orizzonti a cambiare la situazione e fare la differenza.Io non la sento così la cosa- lo sai anche tu questo-personalmente Orizzonti non mi preme e non mi è mai pemuto, semmai ho criticato il fatto che si siano riversate parecchie risorse in maniera unidirezionale, quello sì. Anche perchè lo sappiamo bene tutti quanti che dopo quei giorni tutto ritornerà nel paese delle nebbie per un semplice fatto che la cultura è proprio un altra cosa.E non è una frase generica come sembra la mia.E’ questo-modalità messe in atto all’ultimo momento a parte delle quali se ne può discutere-(ma credo possa essere inutile purtroppo visto che l’educazione civica che si studiava a scuola tanti risultati non li abbia dati) che sembra non aver capito chi ci governa.E chiaramente anche chi li vota. ”Orizzonti” o” cieli aperti di altro genere” io non li avrei votati a prescindere, ma evidentemente c’è chi fa dipendere il proprio consenso da questo e si arrovella perchè anche da questo fatto ritiene che possa dipendere la decadenza od il riscatto di Chiusi.
Tu credo che sia uno di questi, ma sei in buona compagnia di parecchi evidentemente.Io non la penso così e ne ho scritto .Ecco perchè secondo me il problema è POLITICO, ma è POLITICO perchè sono uomini non POLITICI, non avvezzi più a ragionare con quello che è la vera POLITICA. Sono solo degli automi, preoccupati di oleare il meccanismo sul quale hanno trovato la panacea alle proprie insufficienze.Pensano che così convenga a loro e sono i tenutari di reti di relazioni e di quelle che secondo loro sono le POLITICHE che devono necessariamente percorrere onde essere considerati all’altezza delle situazioni.E da quel binario non si muovono, non fanno mai esami di umiltà(l’hai detto tu stesso: ” umiltà non mi sembra una parola che sia contemplata”anche se sbagliano. Ti ricordi il detto che venne fuori molto tempo fa sui media riferito al riconoscimento dei propri limiti’ ”Di fronte all’evidenza negare, negare sempre ed ancora negare”. Questi sono i tempi che viviamo caro Marco..Ed allora come ti devo rispondere se non con aspetti fondamentali come sono questi che devono essere la prima cosa che debba essere tenuta in considerazione,-soprattutto da te – e della quale dici di prenderne atto ma che poi dopo non fai arrivare alle considerazioni generali, quelle che veramente rivestirebbero un peso perchè sei tu che scrivi che fai opinione e che orienti ? Ti sembra che ti possa dare la risposta io e dirti che invece al posto del nulla sarebbe bene fare il tria turris od altro ? Rispondi tu sul merito, MA POLITICO. Quando hai risposto sul merito POLITICIO in maniera esaustiva dopo si può parlare anche del ” Ttria Turris”, ma è chiar che il metodo POLITICO è la sostanza. Dopo essersi pronunciati su quello, occorrerebbe la consequenzialità. Ed è lì che verrebbe fuori il casino….Ma ti prego finiamola, non interverrò più su questi argomenti anche se ti devo dire che mi resta difficile farlo, perchè poi alla fine si trasformano in casi personali, come mi sembra di capire che per altri si siano già trasformati. E sinceramente non ne ho voglia.
proprio non ci si capisce. Quindi io mi fermo. Ma segnalo una “assenza politica” che mi sembra rilevante (almeno per la discussione politica sull’argomento). https://www.primapaginachiusi.it/2017/06/chiusi-il-caso-orizzonti-il-silenzio-assordante-di-stefano-scaramelli/
Caro Marco, mi è stato riportato da voce autorevole che il Consiglio della Fondazione è stato dimissionato. A te risulta ?