CHIUSI, IL CASO ORIZZONTI E IL SILENZIO ASSORDANTE DI STEFANO SCARAMELLI
CHIUSI – In questa vicenda della Fondazione e del Festival Orizzonti, prima cancellato e poi resuscitato con un colpo di teatro, molti hanno preso la parola. Oggi lo hanno fatto le due formazioni di opposizione. Ieri c’ stata la Conferenza stampa delle Fondazione. Poi sono intervenuti alcuni artisti rimasti sorpresi (diciamo pure basiti) dallo stop, lo ha fatto l’ex direttore Cigni e il sindaco Bettollini. Lo hanno fatto anche parecchi commentatori sia quelli specializzati, sia quelli del territorio, come noi. Ma c’è invece un “convitato di pietra”. Uno che da quando è scoppiato il “bubbone” non ha proferito parola, eppure è unanimemente indicato tra i principali portagonisti. O – a seconda del’angolazione da cui si guarda il problema – dei principali responsabili. Parliamo di Stefano Scaramelli. Il consigliere regionale che, da sindaco, fu l’ideatore della Fondazione e anche il sindaco che giubilò Manfredi Rutelli per affidare la direzione artistica al più eclettico Andrea Cigni, nel 2014…
Fu Scaramelli a dare l’input alla “privatizzazione” della gestione delle attività culturali e anche del teatro e delle varie strutture del settore. Con la speranza di attrarre capitali privati, ma anche consenso. Perché la Fondazione fu concepita non solo come una macchina organizzativa e gestionale, ma anche come una “cinghia di trasmissione” per legare all’amministrazioe comunale ambienti in precedenza un po’ distanti, o quantomeno non organici. Mentre nel Cda ha sempre nominato figure di assoluta fedeltà… Soprattutto dopo una sequela di dimissioni che lasciavano intendere che qualche problemino ci fosse…
C’era ancora Scaramelli in Comune quando il bilancio cominciò a segnare rosso… Profondo rosso. E quando c’era Scaramelli gli altri della giunta facevano solo il loro compitino. Bettollini e Lanari compresi. Non è che Scaramelli lasciasse molti spazi di manovra ai collaboratori.
Nelle due edizioni del festival successive, 2015 e 2016, Scaramelli ha partecipato dall’alto della nuova carica, si è spesso seduto in prima fila. Si sarà sicuramente adoperato per far ottenere ad Orizzonti il contributo regionale… Non ha mai fatto cenno però a criticità o aspetti da rivedere. Ogni volta che si è trovato a parlare del festival e della Fondazione ne ha sempre cantato le lodi, esaltandone la qualità, i risultati raggiunti, l’efficienza ecc…
Da qualche mese a questa parte, da quando cioè si è cominciato a parlare del buco di bilancio, del cambio di statuto della Fondazione con l’assunzione della presidenza da parte del sindaco pro tempore, e poi, nelle ultime settimane dello stop al festival nella “versione targata Cigni”, Stefano Scaramelli se ne è rimasto in silenzio. Non si è più affacciato alla questione, neanche con un post volante su facebook, e dire che non se li fa mancare…
E’ vero che il buco di bilancio si è creato a detta dello stesso Bettollini nel 2014, quindi è comiciato sotto di lui… E’ vero che la scelta del Comune di riprendersi le redini della Fondazione è una sconfessione politica della sua impostazione originaria (su queste colonne parlammo di un contrasto tra lui e Bettlolini e di un “patto del gelato” che ne sancì la pace ritrovata). E’ vero che la “versione Cigni” del festival era una sua creatura e quindi anche lo stop è una sconfessione della sua linea per tornare ad un format più simile alla versione Rutelli che egli aveva sbolognato… Quindi è facile intuire che tutto questo non gli faccia piacere. Che si senta un po’ messo in discussione, se non tradito, anche se Bettollini ha dichiarato con decisione “non mi sentirete mai prendere le distanze da Stefano Scaramelli!”. Le dichiarazioni di amicizia sono una cosa, lo stato dei fatti un’altra.
Comprendiamo che Scaramelli sia un po’ smarrito su questa questione, ma certo il suo silenzio è a dir poco “assordante”…
Non ha nemmeno alzato un dito per difendere l’amico Bettollini dagli attacchi, piuttosto duri, delle opposizioni. E non lo ha fatto neanche per difendere se stesso e le sue scelte pregresse. Non ha inviato un messaggio di saluto né al direttore artistico esonerato, né al nuovo arrivato… Si è semplicemente defilato, estraniato, lasciando Bettollini e Chiara Lanari a scozzare le carte da soli.
Per carità, avrà altro da fare che occuparsi delle vicende chiusine, ma siccome Stefano Scaramelli è uno che non disdegna di farsi notare, uno che ama “metterci la faccia, anche contro vento” (parole sue), questo silenzio e questa assenza fisica e mediatica suonano come trombe stonate… E a dirla tutta è piuttosto singolare anche il silenzio tombale del Pd (inteso come partito, non come gruppo consiliare). Ma questo è un classico. Sono anni che il Pd esce dal guscio solo in campagna elettorale.
Dice il proverbio che gli amici si vedono nel momento del bisogno. Forse per Stefano Scaramelli, Bettollini & C. in questo momento non hanno bisogno di niente. Oppure possono benissimo starci da soli sulla graticola. Che a lui il caldo e la puzza di bruciato danno anche un po’ fastidio. Al Pd dà noia anche il fumo…
m.l.
chiusi, Orizzonti Festival, Stefano Scaramelli
Non provate a dividerci, ha detto Bettollini in Consiglio comunale, perché “non mi sentirete mai prendere le distanze da Stefano Scaramelli!”.
E chi li vuol dividere i fratellini siamesi di un disastro già entrato nella storia di Chiusi?
E’ bene che rimangano incollati perché tutte le responsabilità sono di entrambi.
Rilancio la felice espressione di un amico: se oltre alla faccia ci avessero messo anche la testa forse non avremmo assistito a questo scempio.
Ma vediamo che neppure la faccia usa metterci più.
https://youtu.be/8C07SGYkeP8
A proposito del personaggio oggetto di questo articolo.
Spesso ci mettono la faccia e dimostrano come sia.
Ma scusate perché parlate di Scaramelli, non c’ha spiegato Bettollini che loro non potevano aver nessun controllo sull’operato della Fondazione. In Italia funziona così,si fanno i buchi nei bilanci, si spende senza controllare se si rispettano le previsioni e poi esce dal bosco il volpone di turno e risolve tutto. Non si scusa, perché i veri uomini non si scusano mai, e diventa il salvatore della patria.
Cittadini svegliatevi, ci stanno fregando.
Parliamo di Scaramelli per il semplice fatto che è lui che ha invetato la Fondazione, ha sbolognato Rutelli e ha lanciato, da sindaco, l’era Cigni. O quantomeno ha condiviso e sostenuto questi ultimi due atti. Dopo quello che è successo in queste settimane, un suo commento, non fosse altro a sostegno delle scelte fatte allora e a difesa degli amici messi sulla graticola, era il minimo che ci si potesse aspettare. Invece niente. Bettollini si cuocia da solo…
Della serie:”se gli amici sono questi, che bisogno c’è di nemici ” …..,, tutto ciò è fortemente diseducativo
Scaramella chi ? Colui che quando era sindaco faceva ” Il lavoro più bello del mondo” e poi ha lasciato prima della fine del mandato per andare in Regione ? Io però ribadisco che questi “politici” fanno bene a fare ciò che fanno (secondo la loro visione) se molte persone nonostante tutto continuano a dar loro il voto. Scambiare la furbizia con l’intelligenza è un male comune dalle nostre parti . C’è Chi fa politica per passione , chi la fa per sport , chi per proprio tornaconto e chi solo per cercare di migliorare il paese in cui vive . In questo momento gli imbonitori la fanno da padrone e a noi ci tocca l’onere di svelare il trucco , qualcuno ne sarà contento altri ne resteranno delusi come i bambini quando scoprono che Babbo Natale Natale non esiste e si arrabbiano con chi ha detto loro la verità. Purtroppo chi non vuole capire non capisce o lo fa troppo tardi
È così importante sapere se sia più responsabile l’uno o l’altro? Sono uniti? Litigano? Non ci importa. Ora sappiamo dopo mesi che il giornalista presente ai due incontri, quello del caffè e quello del gelato, sapesse di che si è discusso. Perché non l’ha detto? Questa informazione “regalata” è fuorviante e organizzata per qualcuno. Occorre quindi non tenerne conto.
ma di che cazzo stai parlando? (negli articoli sulla rottura e sulla pace c’era scritto su cosa c’era stata la rottura. E poi il patto di pace.. quindi quale è il problema?)
Va bene. Ti sei trovato per caso ai due incontri. Che culo!!!
L’incontro è stato uno, non due. E mi ci sono trovato per caso, come scritto nell’articolo. E comunque questo era scritto n un articolo del 5 aprile sulla “crisi” della coppia Bettollini-Scaramelli: ”
Ma non sarà che il prode Scaramelli ha voluto lanciare un messaggio al suo amico Bettollini, facendogli pagare il conto per alcuni recenti “aggiustamenti di linea” nell’azione amministrativa? Aggiustamenti che somigliano a sconfessioni vere e proprie di scelte precedenti, alcune avallate, altre fatte dallo stesso Scaramelli?
La vicenda della Fondazione Orizzonti, per esempio, con l’assunzione della presidenza da parte del sindaco, un modo per dire che l’idea iniziale di Scaramelli non ha funzionato; quella dell’adeguamento dello stadio “Frullini” che dà ragione a chi si è sempre opposto allo stadio di Pania e alla cementificazione in tutto o in parte del campo sportivo attuale. Altra presa di distanze dalla linea prima dell’assessore e poi del sindaco Scaramelli. Così come i lavori alla stazione a carico di RFI, che mandano in soffitta l’idea bislacca della stazione volante alle Biffe nell’area del centro carni su cui Scaramelli fece pure un megaconvegno al Mascagni…” Quindi ovvio che tra i motivi del contemdere ci fisse anche la questine Fondazione (quella del Festival non era ancora esplosa, il 5 aprile il festival Cigni era ancora in piena gestazione dell’edizione 2017), ma di sicuro non era la sola. E questo ho scritto… Foirse ti era sfuggito qualcosa…
“E’ vero che la scelta del Comune di riprendersi le redini della Fondazione è una sconfessione politica della sua impostazione originaria (su queste colonne parlammo di un contrasto tra lui e Bettlolini e di un “patto del gelato” che ne sancì la pace ritrovata).”
Cerchiamo di non ciurlare nel manico. Così come è scritta la frase si lascia intender che che il contrasto fosse sulla Fondazione. Cosa del tutto assente nell’articolo citato.
Non faccio commenti e quindi mi astengo,conservando il mio pensiero su tale diatriba.Mi piace però prendere spunto da questo perché dal momento che viene citato “il ciullare nel manico” soprattutto nel caso di come si scrivano gli articoli e del merito di ciò’ che contengano( parlo dei PESI che si vogliono dare alle cose) la patologia riguardi tutti e due,sia Scattoni e sia te Marco Lorenzoni.Ognuno di voi ha la visione che ha della realtà’,lecita ci mancherebbe altro,ma se mi è permesso dirlo da queste righe,Paolo gli interventi che non gli piacciono e che hanno un contenuto politico diverso dal proprio e non gli aggradano,non li pubblica, li censura, senza parlarne.Tu invece quando si discostano dalla tua linea e avvertì che l’approdo valoriale possa andare da un altra parte,evochi cose di carattere minore a tua difesa,che non la sostanza,quindi anche tu imboschi,forse perché’ a differenza di Paolo che con le forbici taglia,
tu ritieni che essere critico verso aspetti di “natura forte” soprattutto verso l’establishment(chiamiamolo cosi)possa guastare qualcosa a te o portare magari risentimento da parte appunto dell’establishment è così’ ti mantieni in equilibrio.A chi ti contesta questo hai sempre risposto alleggerendo il peso di ciò’ che sosteneva esaminando fatti minori o parziali.Quindi forse personalmente chi scrive ha sentito questo come una ciullatura nel manico che sta andando avanti da parecchio tempo.Per Paolo posso dire che ho lasciato correre dal momento che ogni tanto rispondo e che lui pubblichi un ventesimo dei miei interventi mentre a te riconosco che comunque fai apparire tutto anche quello che non ti aggrada,e questo secondo me è cosa positiva,ma la ciullatura nel manico a questa età’ che ho,non è’ che si sopporti tanto bene.Questo ho voluto dire sia all’uno che all’altro dalle righe del tuo giornale,apertamente e liberamente,senza volersene,e se l’ho detto vuol dire che tutti e due di certe cose non ne avete tenuto debito conto.Si parla evidentemente di scuola politica diversa , e diversa al punto che l’abitudine al ragionare,anche ad alto grado di contrasto,assume una luce diversa a seconda dei modi e della sostanza valoriale delle cose che si prendono in considerazione.La scuola politica di partito a certi ha insegnato che e’bene confrontarsi anche aspramente sugli argomenti,anche a costo degli scontri più cruenti,ma è’ proprio perché non si debba aver timore dello scontro è che debba valere il fatto della battaglia delle idee ad essere vincente che ci si debba impegnare a dire quella che per noi è’ la verità. Su tale piano e per ragioni diverse di ognuno ,tutti voi due secondo me siete reticenti e forse questo lasciatemi dire ,in qualche modo rispecchia e riflette una patologia epocale attuale del mondo dove viviamo.