CHIUSI, IL CASO ORIZZONTI E IL SILENZIO ASSORDANTE DI STEFANO SCARAMELLI

giovedì 15th, giugno 2017 / 18:43
CHIUSI, IL CASO ORIZZONTI E IL SILENZIO ASSORDANTE DI STEFANO SCARAMELLI
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CHIUSI – In questa vicenda della Fondazione e del Festival Orizzonti, prima cancellato e poi resuscitato con un  colpo di teatro, molti hanno preso la parola. Oggi lo hanno fatto le due formazioni di opposizione. Ieri c’ stata la Conferenza stampa delle Fondazione. Poi sono intervenuti alcuni artisti rimasti sorpresi (diciamo pure basiti)  dallo stop, lo ha fatto l’ex direttore Cigni e  il sindaco Bettollini. Lo hanno fatto anche parecchi commentatori sia quelli specializzati, sia quelli del territorio, come noi. Ma c’è invece un “convitato di pietra”. Uno che da quando è scoppiato il “bubbone” non ha proferito parola,  eppure è unanimemente indicato tra i principali portagonisti. O – a seconda del’angolazione da cui si guarda il problema – dei principali responsabili. Parliamo di Stefano Scaramelli. Il consigliere regionale che, da sindaco, fu l’ideatore della Fondazione e anche il sindaco che giubilò Manfredi Rutelli per affidare la direzione artistica al più eclettico Andrea Cigni, nel 2014…

Fu Scaramelli a dare l’input alla “privatizzazione” della gestione delle attività culturali e anche del teatro e delle varie strutture del settore. Con la speranza di attrarre capitali privati, ma anche consenso. Perché la Fondazione fu concepita non solo come una macchina organizzativa e gestionale, ma anche come una “cinghia di trasmissione” per legare all’amministrazioe comunale ambienti in precedenza un po’ distanti, o quantomeno non organici. Mentre nel Cda ha sempre nominato figure di assoluta fedeltà… Soprattutto dopo una sequela di dimissioni che lasciavano intendere che qualche problemino ci fosse…

C’era ancora Scaramelli in Comune quando il bilancio cominciò a segnare rosso… Profondo rosso. E quando c’era Scaramelli gli altri della giunta facevano solo il loro compitino. Bettollini e Lanari compresi. Non è che Scaramelli lasciasse molti spazi di manovra ai collaboratori.

Nelle due edizioni del festival successive, 2015 e 2016, Scaramelli ha partecipato dall’alto della nuova carica,  si è spesso seduto in prima fila. Si sarà sicuramente adoperato per far ottenere ad Orizzonti il contributo regionale… Non ha mai fatto cenno però a criticità o aspetti da rivedere. Ogni volta che si è trovato a parlare del festival e della Fondazione ne ha sempre cantato le lodi, esaltandone la qualità, i risultati raggiunti, l’efficienza ecc…

Da qualche mese a questa parte, da quando cioè si è cominciato a parlare del buco di bilancio, del cambio di statuto della Fondazione con l’assunzione della presidenza da parte del sindaco pro tempore, e poi, nelle ultime settimane dello stop al festival nella “versione targata Cigni”, Stefano Scaramelli se ne è rimasto in silenzio. Non si è più affacciato alla questione, neanche con un post volante su facebook, e dire che non se li fa mancare…

E’ vero che il buco di bilancio si è creato a detta dello stesso Bettollini nel 2014, quindi è comiciato sotto di lui… E’ vero che la scelta del Comune di riprendersi le redini della Fondazione è una sconfessione politica della sua impostazione originaria (su queste colonne parlammo di un contrasto tra lui e Bettlolini e di un “patto del gelato” che ne sancì la pace ritrovata).  E’ vero che  la “versione Cigni” del festival era una sua creatura e quindi anche lo stop è una sconfessione della sua linea per tornare ad un format più simile alla versione Rutelli che egli aveva sbolognato…  Quindi è facile intuire che tutto questo non gli faccia piacere. Che si senta un po’ messo in discussione, se non tradito, anche se Bettollini ha dichiarato con decisione “non mi sentirete mai prendere le distanze da Stefano Scaramelli!”. Le dichiarazioni di amicizia sono una cosa, lo stato dei fatti un’altra.

Comprendiamo che Scaramelli sia un po’ smarrito su questa questione, ma certo il suo silenzio è a dir poco “assordante”…

Non ha nemmeno alzato un dito per difendere l’amico Bettollini dagli attacchi, piuttosto duri, delle opposizioni. E non lo ha fatto neanche per difendere se stesso e le sue scelte pregresse. Non ha inviato un messaggio di saluto né al direttore artistico esonerato, né al nuovo arrivato… Si è semplicemente defilato, estraniato, lasciando Bettollini e Chiara Lanari a scozzare le carte da soli.

Per carità, avrà altro da fare che occuparsi delle vicende chiusine, ma siccome Stefano Scaramelli è uno che non disdegna di farsi notare, uno che ama “metterci la faccia, anche contro vento” (parole sue), questo silenzio e questa assenza fisica e mediatica suonano come trombe stonate… E a dirla tutta è piuttosto singolare anche il silenzio tombale del Pd (inteso come partito, non come gruppo consiliare). Ma questo è un classico. Sono anni che il Pd  esce dal guscio solo in campagna elettorale.

Dice il proverbio che gli amici si vedono nel momento del bisogno. Forse per Stefano Scaramelli, Bettollini & C. in questo momento non hanno bisogno di niente.  Oppure possono benissimo starci da soli sulla graticola. Che a lui il caldo e la puzza di bruciato danno anche un po’ fastidio. Al Pd dà noia anche il fumo…

m.l.

 

 

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