Il “popolo” del Primo Maggio: riflessioni post corteo, tra emozione, contraddizioni e assenze…
CHIUSI – Qualcuno ha scritto che vedere i fautori del Jobs Act sfilare al corteo del Primo Maggio non è stato un “bel vedere”. In effetti, le bandiere del Pd (sparute per la verità) in mezzo a quelle della Cgil e della Fiom potevano sembrare anche una stonatura. Per la politica degli ultimi anni del Pd, non per una questione di colori. O di storie…
Alla manifestazione del Primo Maggio a Chiusi il “popolo del Pd” c’era in massa. Ma è lo stesso popolo che c’era anche prima del Pd. Quando il “partito di riferimento” si chiamava Ds o Pds, soprattutto Pci. E c’erano anche i socialisti e i democristiani che il Primo Maggio l’hanno sempre celebrato. Ed è un “popolo” che se anche si mette il vestito buono (e per il Primo maggio è tradizione metterlo), ha la faccia, l’andamento, il lessico della gente che lavora o ha lavorato per una vita… Gente che conosce l’odore della polvere, del grasso, del catrame. Che sa cosa vuol dire alzarsi alle 5 di mattina o stare 10 ore a fare i conti (che non tornano mai) della propria aziendina artigiana e lavorare fino a luglio solo per pagare le tasse…
Anche se quel “popolo” si è certamente imbarbarito, politicamente parlando, se ha accettato supinamente certe scelte dei governi di centro sinistra che neanche la destra aveva avuto il coraggio di fare, se si è piegato, magari per l’illusione di poter finalmente vincere, al renzismo rampante, io non riesco a considerarlo parte avversa. E nemmeno perso per sempre…
Quando ieri mattina, durante l’inaugurazione di una stele in memoria del partigiano comunista e sindacalista Walter Barni,chiusino trapiantato a Roma, fondatore del sindacato dei bancari della Cgil, la tromba di Roberto Fabietti ha intonato le note (inusuali anche per un corteo del Primo Maggio) dell’Internazionale, io ho visto facce emozionate. Occhi lucidi. Il pugno chiuso lo hanno alzato solo i compagni e gli amici romani del circolo di Rifondazione di Acilia, venuti apposta per il tributo al loro compaesano acquisito, morto nel 2014… Ma anche un vecchio dirigente navigato come l’ex senatore Riccardo Margheriti e lo stesso sindaco Bettollini hanno tradito una punta di emozione. A Chiusi l’Internazionale suonata in piazza non si sentiva da decenni… Ma nessuno ha storto il naso. Nessuno ha avuto da ridire. Tutti hanno applaudito. E non solo per rispetto alla figura del sindacalista partigiano e comunista Walter Barni.
Il fatto che a suonarla sia stato un eccellente musicista solista e direttore della Filarmonica che nella vita fa l’operaio per il Comune e non è dunque un fine dicitore, o un rampollo avviato al conservatorio da nobile famiglia, è anche questo, a suo modo, un segno di riscatto del popolo di cui sopra…
Certo, l’ho già scritto, è un popolo pieno di contraddizioni. Spesso incline al tornaconto e anche ad assumere per buono il pensiero unico dominante… Perché così è stato abituato, perché l’idea che il partito abbia sempre ragione, ben presente anche in passato, non solo è diventata vangelo negli ultimi 20 anni, ma è rimasta l’unico retaggio di una tradizione antica. E’ il peggio quello che resiste di più…
Ma quel popolo resta, almeno per quanto mi riguarda, il mio popolo. Non mi riconosco in chi lo rappresenta o pretende di rappresentarlo, ma non lo sento “nemico”. Lo sento e lo vedo smarrito. Orfano. Assuefatto. Ma non nemico. E le strette di mano, la mattina del Primo Maggio mi sono sembrate sincere…
Dico di più: avrei preferito vedere al corteo, in maniera riconoscibile e presente, anche il resto del mondo. Gli amici e compagni Podemos per esempio. Anche per non lasciare eventi come il Primo Maggio o il 25 aprile e iniziative collaterali solo agli amici di Matteo… I 5 Stelle no, loro guardano oltre e in altre direzioni… Queste cose non rientrano nel loro Dna. Non in quello dei dirigenti, quantomeno. E anche dalle loro parti il popolo che vota magari non capisce, ma si adegua come il “compagno Ferrini” di Quelli della notte… Personalmente preferisco l’emozione (spero non solo di circostanza) di Bettollini e Margheriti all’assenza altrui. E lo dice uno che non ha sostenuto Bettollini alle elezioni e in passato ebbe molti momenti di frizione, anche molto duri, con Margheriti, quando questi era segretario della federazione senese del Pci.
Quanto al post corteo, vero che il vento gelido e una temperatura che neanche a gennaio ha reso complicato il concerto pomeridiano in piazza del Duomo, ma i Greengrocers e i Dudes hanno stoicamente onorato il contratto con i sindacati e il palco… Di gente ce n’era poca, “per un fatto di clima e non di voglia”. Comprensibile. Però…
Però anche in questo caso uno sforzo maggiore, per non lasciare soli “musicanti” e “committenti” poteva esser compiuto. Soprattutto da chi si lamenta del fatto che a queste latitudini tutto è istituzionalizzato, tutto avviene sotto l’egida del Comune o delle “corporazioni” più forti e allineate.
La Cgil, ultimamente, non è apparsa sempre allineata e coperta. Le note funk jazz di Marco Pasquariello & C. e l’italian rock dei Dudes, che assume connotati sempre più definiti e riconoscibili come segno distintivo della band, meritavano a mio modestissimo avviso almeno il tentativo di sfidare il colpo di coda dell’inverno. Per la qualità della proposta musicale, ma anche per il solito discorso del non lasciare campo aperto e sguarnito all’avversario. All’establishment, se così lo vogliamo definire…
Così il popolo di sinistra, smarrito e geneticamente modificato, ma ancora con qualche barlume di senso critico penserà che non ci sia altro all’infuori della ricetta renziana, che il resto sia poco o nulla o addirittura peggio… E chi ha interesse a far passare questo tipo di messaggio si fregherà le mani e festeggerà, pur avendo vinto a tavolino, senza avversari o competitors sul campo a dire “c’eravamo anche noi”, “questa non è solo roba vostra”…
In questo modo il massimo di confronto e di dialettica possibile sembra ciò che è avvenuto dentro il Pd con le Primarie. E francamente è poca cosa. Ma se il resto del mondo latita o gioca al ribasso vince sempre la Juventus. E senza neanche faticare.
m.l.
CGIL, chiusi, pd, primo maggio, Walter Barni
La risposta non è certo perché te la devo, però mi sembra giusto per me e per chi rappresento in consiglio comunale, precisare qualcosina.
I podemos, come ti piace chiamarli a te, in piazza del Duomo a Chiusi c’erano, non c’erano in forma ufficiale tanto per poi inviare i post sui social e dire che c’erano. Credo di essere stato uno dei pochi, anzi pochissimi a seguire l’intervento della rappresentante della CGIL, come a scuola con il professore, alla fine avrei potuto ripetere cosa aveva detto, altri credo proprio di no.
Mi dicono, visto che non ho un profilo facebook, che dopo mezz’ora già fioccavano i post di rappresentanti della maggioranza che si vantavano di esserci ma che ho visto un tantino distratti dal telefono o a spasso per la piazza, anche e soprattutto durante il minuto di silenzio che la sindacalista ha chiesto per ricordare il giovane morto sul lavoro sabato scorso. Affari loro, ognuno il 25 Aprile e il Primo maggio se li vive come vuole, per me sono due giorni fondamentali nei quali “precetto” anche i miei figli affinché sappiano. Tra apparire nelle foto ed esserci realmente c’è una certa differenza e questo lo rivendico in maniera forte non accettando i richiami di nessuno, anche perché non ho mai fatto parte di una forza politica che i diritti dei lavoratori li ha messi fortemente in discussione.
Non era ovviamente una critica rivolta a te o ad altri amici e compagni in particolate, solo un richiamo ad una presenza “visibile, riconoscibile”, che è cosa diversa dalla presenza individuale. Così come il richiamo non l’ho fatto pensando ai selfie successivi che avrebbero potuto fioccare sulla rete… Dico solo, Luca, che siccome altri non si fanno scrupoli o problemi a sottolineare la loro presenza e ad occupare il campo, anche al di là dei meriti o della conviznione effettivi, a volte sarebbe bene occupare qualche spicchio di campo, facendosi notare, anche da parte di chi è meno incline ai selfie e alla politica spettacolo. Come c’era lo striscione del circolo di Rifondazione di Acilia (quello del sindacalista partigiano celebrato con la targa ricordo a Chiusi Scalo), potevano essercene anche altri non “in linea” con chi i diritti dei lavoratori li ha messi fortemente in discussione… Però mi è sembrato che anche dalle parti della maggioranza si cominci ad avere una attenzione diversa a certi temi. Forse è solo un’impressione. O forse qualcuno ha capito che una forza di centro sinistra che si mette contro i lavoratori e contro i sindacati è una strana e anomala creatura…
Beato te che questi segnali li vedi.
Questo giochino del chi c’era e chi non c’era è per me abbastanza patetico. E un po’ come la stiria dell'”avevo detto”.Con i compagni di Possiamo si cerca di fare politica, convinti che l’impegno e la partecipazione siano la strada per dare un futuro a questo paese.Il lavoro come la via per la dignità delle persone e non un ostacolo per la creazione del profitto, uno stato sociale solidale che funzioni, un equo uso delle risorse e la scuola come cardine per il futuro. Con i nostri limiti ci siamo messi in gioco. Il sindaco non manca di ricordare in consiglio comunale che quello non è un momento dove fare politica. Dove siano questi segnali stento a capirlo.
Il 1 maggio ha un grande valore per me così come l’articolo 1 della Costituzione.
Quello che ho cercato di dire non è “il giochino del chi c’era e chi non c’era” ma una riflessione sul modo di esserci. E di far sentire e valere una presenza. E i “segnali” io li ho avvertiti nelle strette di mano, nelle frasi raccolte durante il corteo e anche nei discorsi ufficiali. Sia il 25 aprile che il Primo maggio. E anche il commento post primarie del sindaco mi pare meno scontato del solito e con un linguaggio diverso dal solito. Se le parole hanno un senso. Mi pare che anche lui stia tentando un “recupero” di valori, ideali e posizioni troppo frettolosamente archiviati in precedenza. Sempre che non bluffi. Ma gli converrebbe bluffare? (https://www.primapaginachiusi.it/2017/05/primarie-pd-bettollini-festeggia-ma-apre-alle-minoranze-svolta-sinistra-anche-nel-linguaggio/)
Bettollini, liberamente ci mancherebbe, sostiene il segretario e il presidente del consiglio che ha chiuso definitivamente con la storia di quel partito, che ne ha reciso le radici, che ha strizzato l’occhio a Marchionne piuttosto che ai lavoratori, alle banche, al mondo della finanza, ai vari poteri forti. Quel segretario ed ex presidente del consiglio ha dichiarato che se ce ne sarà bisogno governerà anche con Berlusconi dopo averlo fatto a lungo con Verdini e Alfano. A livello locale non un passo è stato mosso per esempio per prendere le distanze da baracconi come quello della gestione dei rifiuti o per lo meno per ridiscutere tutta una stagione che ha messo i servizi per i cittadini in mano a baracconi assurdi. Le province ridotte a enti gestiti da nominati che non si sa più quali funzioni abbiano, e ridotte in condizioni di non agire da bilanci penosi. Aziende grandi e piccole che chiudono, posti di lavoro che vanno in fumo, eppure si continuano ad adottare misure funzionali solo al raggiungimento e al mantenimento del consenso. Se tanto a livello nazionale che locale un cambiamento deciso di rotta ci sarà saremo i primi a rallegrarci, ma dovrà essere una vera e propria inversione a U della quale ad oggi non ci sono segnali.
Non credo che ci saranno iversioni a U, però questa dichiarazione post primarie segna una certa discontinuità, se non altro nel lessico e nei riferimenti di fondo. Ma è di ieri, gli atti se mai seguiranno più avanti. Di vedrà più avanti se si tratta di una svolta, di una riverniciatina o di un bluff per evitare ulteriri frizioni e fughe dal Pd… Però, da cronista, sono abituato a dare un certo peso alle parole e in questo caso si tratta di parole diverse da quelle pronunciate tante volte in passato dalla persona in questione… Utilitarismo, pragmatismo, timore di perdere anche gli ultimi pezzi della storia pregressa di un partito e di una comunità? Possibile. Vedremo. Intanto però i “segnali” vanno captati e registrati… E se Bettollini se ne dimenticherà, glieli ricorderemo…
Certamente, bravo Luca, i discorsi e le intenzioni stanno da altre parti. I fatti sono quelli che hai riportato tu nel tuo ultimo intervento.E quindi l’appartenenza è condivisione, è un valore quando si parla di politica.E la politica alla fine dovrebbe essere chiara, non come l’elastico delle mutande che dove lo tiri arriva.Guarda caso-come sempre- si dice che ci si limiti a registrare i fatti e le impressioni, quindi per accreditarsi oppure per non accreditarsi verso qualcuno o qualcosa,non si riconosca tendenzialmente che ciò che viene detto faccia opinione e quindi faccia politica, mentre la cosa assume solo un aspetto di natura personale…. Quando serve si è asettici, quando non serve o serve altro si riportano impressioni e sensazioni ben sapendo però che quello che si dice e si scrive serve a qualcosa. E’ la funzione della stampa che si dice serva ad orientare, come se a questa età chi segue i fatti politici non avesse l’idea di come funzionino le cose e siano tutti pesci destinati all’abbocco all’amo.Certo che poi di fronte a quello che viene detto ci si debba disporre in maniera critica, ed ecco anche perchè quando credo che vi sia qualcosa che non torni ritengo che è bene dirlo, senza aver la pretesa di essere la bocca della verità.In tal caso ho sempre detto a Marco Lorenzoni che le sue constatazioni del passato sulla figura di Bettollini come uomo isolato dal suo partito erano impressioni tendenti ad accreditare quella figura come un lottatore unico, disgiunto e quasi non dipendente dal PD. Era vero ciò che dicevo e che sarebbe stato erroneo pensarlo che fosse come diceva lui. Bettollini ha scelto consapevolmente il PD come proprio partito, quindi ha fatto una scelta di tutta chiarezza e più volte da lui stesso ribadita che ne fosse orgoglioso. Quindi si pone il problema di questo preteso larvato tentennamento verso sinistra dicendo facendolo sembrare quasi emozionato al suono degli inni della storia del lavoro? Sai cosa ho anche provato dentro di me vedendo quel corteo e pensando al ruolo della sinistra, vedendo il corteo ed ascoltando la fanfara ? Ti sembrerà una cosa quasi aberrante ma mi sono chiesto.” proprio la classe politica che ha distrutto il lavoro e che è stata permeabile alle istanze di confindustria, oggi sfila celebrando il lavoro….”. Forse se ci pensi bene proprio tutti i torti non li ho… e le mie ragioni sono quelle avverso a quella sedicente sinistra che si è lasciata fottere in maniera interessata pensando consapevolmente che per amministrare la diversità generale fosse stato meglio mettere un piede da una parte e l’altro dall’altra, varare quelle disposozioni sul lavoro, considerare come sudditi le classi sociali meno abbienti e dare spazio alle speranze ed alle utilità di confindustria con i regali di miliardi di sgravi e regolamentazioni in suo favore dell’organizzazione del lavoro.
Poi sarebbero questi che magari si emozionano quando sentono quella musica? Marco, ma per piacere…….non vedi che è tutto un tira tira perchè tutto rimanga com’è ? E li capisco, come capisco il loro sfrenato terrore verso i 5 stelle che possano prendere la maggioranza alle prossime politiche.Ieri serta Di Battista è stato messo sotto fuoco incrociato dai soliti giornalisti dell’apparato mediatico.Ha risposto punto per punto e con estrema chiarezza e decisione.Una sensazione invece ho avuto io e la debbo dire: ed è quella che pian piano sia proprio l’apparato che faccia la fortuna dei 5 stelle perchè si sente dal tono delle domande rivolte che trasudano della insofferenza e della sicumera dei potenti che finalmente c’è anche caso che si possano sentire il fiato sul collo.Ogni giorno che passa a me sembra che sempre di più abbiano ragione e che abbiano tutti schierati contro.Non pare strano che di fronte a tutto quanto succede in Italia( mafie, camorre, crimine organizzato, ammanchi delle organizzazione politiche e para-politiche, immigrazione e chi più ne ha più ne metta)si evochi che prendano gli ordini da una Srl ? Allora, come si vede o si è di qua dal muro oppure si è di là, alla fin fine.Se uno si sente di stare col PD e con la sua politica è libero di farlo, ci mancherebbe, avrà le sue ragioni.
Vedi Carlo, forse la presa di posizione di Bettollini risponde ad una constatazione. Quella che il Pd attuale, anche a Chiusi, è una casa vuota. Bettollini se ne è accorto e non da adesso e adesso, dopo le primarie, cerca di tenere insieme i cocci, di non far scapare gli ultimi residui di un partito che non c’è più e rilancia su valori e parole d’ordine non usuali, per cercare di riempire la casa. Perché ha capito che da solo, o con alle spalle un partito che non esiste va poco lontano, e in questi casi le porte è meglio aprirle che chiuderle… Non so se Renzi e Scaramelli sono della stessa opinione. Non ne sono tanto convinto. E il mio giudizio sul Pd rimane immutato (c’è scritto anche nell’articolo peraltro). Registro solo un cambio o almeno un aggiustamento di rotta da parte di Bettollini. Dai discorsi che ha fatto e dalla parole che ha usato. Aspettiamolo al varco e vediamo se alle parole farà seguire azioni conseguenti. E’ possibile che Bettollini nn avesse mai sentito suonare l’Internazionale in piazza, chissà, magari gli ha fatto effetto…
Se mi è permesso porre un accento, vorrei porlo sulla partecipazione. Possiamo è sempre stata presente e parte attiva in tutte le battaglie dellultimo periodo. Ricorderei i Referendum, vinti ma anche quelli persi. Lunedì c’eravamo accanto ai sindacati come sempre. Perché il nostro non è e non sarà un sostegno una tantum, ma un credo forte e deciso accanto a coloro che oggigiorno vengono attaccati come corpi estranei, non più come corpi intermedi che si frappongono tra il governo+classe imprenditoriale e il reale mondo del lavoro. Noi abbiamo ben chiaro da quale parte stiamo, probabilmente altri lo fanno di convenienza senza credirci e con molta ipocrisia. In fondo da chi oggi firma il PAES e poi vota e invita a votare SI al referendum sulle trivelle. Da chi il 25 aprile finge commozione per la liberazione e per il sacrificio di molti, scordandosi che solo 5 mesi prima voleva calpestare quei valori e quella Costituzione che quei sacrifici hanno ispirato. Infine da chi il primo maggio parla di lavoro scordandosi che in tre anni sono riusciti a partorire JOBS ACT e ampliamento utilizzo dei VOUCHER. Poi quel famoso “popolo” dove era qunado la dirigente Sindacale Luisella Brivio teneva il suo discorso. Tutti andati, avevano probabilmnte terminato la loro opera di cheerleaders, visto che il loro leader era stato relegato a semplice statuina. Ora dimmi Marco, può un occhio languido per una nobile musica far scordare tutto ciò? Possiamo c’era e ci sarà sempre. Testa basta e lavorare evitando le contraddizioni e le ipocrisie.
Caro Marco, Bettollini ha l’età della ragione già da un bel pezzo e se ha fatto tale scelta vuol dire solo una cosa a casa mia: che la ritiene giusta e che la presenza della sua funzione di amministratore civico esponente del PD sia doverosa e doverosa è l’accettazione per se stesso della politica del suo partito.Si sà, è un renziano, ma la sua accettazione di tutto questo contiene implicitamente la politica che ha scelto lui di fare, mica quella che farei io al suo posto o quella tua che sembra che dall’esterno gli consigli di fare per farlo apparire con uno sguardo a sinistra?Condivido quasi totalmente le parole di Baessato. Il trasformismo è bene che sia lasciato a chi lo vuol fare (fra l’altro il suo partito ne è pieno a livello di Parlamento: eletti sotto Bersani sono diventati dal giorno dopo che Renzi vinse le primarie tutti renziani…che segno è secondo te questo? ), e nell’occasione mi sembra che più di una volta ho detto che alla fin fine l’esperienza della politica fa sì che la gente chiamata a decidere alla fine scelga l’originale anzichè la copia, e questo credo che Bettollini lo sappia.Io credo che da questo punto di vista il PD sia da tempo un partito di centro e con la sinistra non abbia nulla a che fare.( Marco, tutti o quasi i democristiani che abbiamo conosciuto in vita nostra, oggi votano PD o no ?)Ecco perchè mi sono sentito di dirti senza remore quello che ho sentito intimamente che ha fatto sì che mi esprimessi al riguardo del corteo che sfilava su coloro che hanno decretato la disgrazia del lavoro e che oggi lo celebrano.E’ una frase pesante? Si,è pesante,ma la politica per sua natura ha una caratteristica: ”o la fai o la subisci” e la sinistra l’ha subita accettando consapevolmente da parte dei suoi dirigenti ma anche del suo popolo di subirla,non reagendo,lasciando l’iniziativa ad altri che se la sono fagocitata, ed oggi sia chi l’ha inghiottita sia il boccone stesso, che gli è rimasto nel gozzo, versano tutti e due in condizioni non mostranti tanta salute. Poi via Marco, la tua affermazione che riguarda se lui abbia sentito o meno mai suonare ”l’Internazionale” -semmai fosse cosa vera questa – lo collocherebbe automaticamente al rango di un conoscente che una volta mi telefonò durante la mia assenza e rispose la segreteria telefonica dove avevo piazzato appunto un carillon con l’internazionale che diceva che non ero presente. Mi vide dopo qualche giorno e mi disse convinto : ”telefonando alla sua segreteria telefonica ho ascoltato un campanellino con la musica dei Beatles”….gli risposi ”ci beva, ci beva”…con i tempi che corrono non ci sarebbe tanto da scherzarci -alcuni 30-40 enni oggi non sanno nemmeno chi era Berlinguer o Antonio Gramsci,figuriamoci a sentire un carillon cosa ne possa uscire…..qualcuno diceva: ” segno dei tempi bellezza…..” E tali tempi hanno determinato grandemente a produrli coloro che li hanno accettati senza reagire.E’ il partito che vediamo e che ci governa e che si chiama nei fatti la nuova democrazia cristiana.Questo è il mio parere e che ” volga lo sguardo a sinistra” come dici te mi fa sorridere.E se per caso fosse vero che lo volgesse, lo volge solo perchè momentaneamente ritiene che ne abbia la convenienza.Troppa acqua è passata sotto i ponti in politica perchè non si debba pensare così, ed un messaggio a ”Possiamo” credo possa essere anche doveroso e d’obbligo: ”Omo avvisato è mezzo salvato”.Non si lascino irretire dagli sguardi addolciti, lo fanno perchè hanno il terrore di essere alla frutta.Hanno molto da perdere a differenza di chi non ha mai avuto nulla.
Peccato che l’ho letto tardi, è un bel articolo, che centra il bersaglio !
Sì l’affluenza non era dei vecchi tempi ma è anche vero che in questa occasione c’è il Fierone di Montepulciano e molto spesso tanti preferiscono andare presto a Montepulciano per non trovare traffico.
Non ho fatto la cernita di chi c’era e di chi non c’era, è certo che il giorno dopo le primarie dove la mozione che ho sostenuto (Orlando) ha perso, non era per me un bel piacere ma ero anche convinto che a Chiusi 189 voti, partendo dal poco tempo davanti ed essendo pochi i sostenitori, non era così malaccio, anzi di questo ne ero fiero. E’ dura davvero, in me c’era ed in parte ancora c’è, la voglia di testimoniare che il PD non fosse di Renzi e dei suoi sostenitori ma anche nostro che l’abbiamo costruito insieme ad altri compagni che se ne sono andati via ! Certo l’attualità o meglio la centralità del lavoro rimane, così come gli effetti di chi non ce l’ha, oppure pur avendolo, non è per niente garantito in termini di tutele. Quello che non mi è piaciuto e continua a non piacermi è il fatto che i Centri Commerciali o gli Outlet erano e sono aperti in queste occasioni. Parlando con vecchi commercianti, si ricordavano di quante lotte gli stessi avevano fatto negli anni settanta per tenere chiuso le attività nei giorni festivi! C’è stata proprio un’involuzione culturale che non abbiamo capito, ci siamo accodati e tutto quello che è stato il nostro patrimonio è stato buttato come i cenci vecchi o passati di moda che si mettono nei contenitori della Caritas. A tempi migliori !