Il “popolo” del Primo Maggio: riflessioni post corteo, tra emozione, contraddizioni e assenze…

martedì 02nd, maggio 2017 / 16:41
Il “popolo” del Primo Maggio: riflessioni post corteo, tra emozione, contraddizioni e assenze…
0 Flares 0 Flares ×

CHIUSI – Qualcuno ha scritto che vedere i fautori del Jobs Act sfilare al corteo del Primo Maggio non è stato un “bel vedere”. In effetti, le bandiere del Pd (sparute per la verità) in mezzo a quelle della Cgil e della Fiom potevano sembrare anche una stonatura. Per la politica degli ultimi anni del Pd, non per una questione di colori. O di storie…

Alla manifestazione del Primo Maggio a Chiusi il “popolo del Pd” c’era in massa. Ma è lo stesso popolo che c’era anche prima del Pd. Quando il “partito di riferimento” si chiamava Ds o Pds, soprattutto Pci. E c’erano anche i socialisti e i democristiani che il Primo Maggio l’hanno sempre celebrato. Ed è un “popolo” che se anche si mette il vestito buono (e per il Primo maggio è tradizione metterlo), ha la faccia, l’andamento, il lessico della gente che lavora o ha lavorato per una vita… Gente che conosce l’odore della polvere, del grasso, del catrame. Che sa cosa vuol dire alzarsi alle 5 di mattina o stare 10 ore a fare i conti (che non tornano mai) della propria aziendina artigiana e lavorare fino a luglio solo per pagare le tasse… primo maggio 3

Anche se quel “popolo” si è certamente imbarbarito, politicamente parlando, se ha accettato supinamente certe scelte dei governi di centro sinistra che neanche la destra aveva avuto il coraggio di fare, se si è piegato, magari per l’illusione di poter finalmente vincere, al renzismo rampante, io non riesco a considerarlo parte avversa. E nemmeno perso per sempre…

Quando ieri mattina, durante l’inaugurazione di una stele in memoria del partigiano comunista e sindacalista Walter Barni,chiusino trapiantato a Roma, fondatore del sindacato dei bancari della Cgil, la tromba di Roberto Fabietti  ha intonato le note (inusuali anche per un corteo del Primo Maggio) dell’Internazionale, io ho visto facce emozionate. Occhi lucidi. Il pugno chiuso lo hanno alzato solo i compagni e gli amici romani del circolo di Rifondazione di Acilia, venuti apposta per il tributo al loro compaesano acquisito, morto nel 2014… Ma anche un vecchio dirigente navigato  come l’ex senatore Riccardo Margheriti e lo stesso sindaco Bettollini hanno tradito una punta di emozione. A Chiusi l’Internazionale suonata in piazza non si sentiva da decenni… Ma nessuno ha storto il naso. Nessuno ha avuto da ridire. Tutti hanno applaudito. E non solo per rispetto alla figura del sindacalista partigiano e comunista Walter Barni.

Il fatto che a suonarla sia stato un eccellente musicista solista e direttore della Filarmonica che nella vita fa l’operaio per il Comune e non è dunque un fine dicitore, o un rampollo avviato al conservatorio da nobile famiglia, è anche questo, a suo modo, un segno di riscatto del popolo di cui sopra…

Certo, l’ho già scritto, è un popolo pieno di contraddizioni. Spesso incline al tornaconto e anche ad assumere per buono il pensiero unico dominante… Perché così è stato abituato, perché l’idea che il partito abbia sempre ragione, ben presente anche in passato, non solo è diventata vangelo negli ultimi 20 anni, ma è rimasta l’unico retaggio di una tradizione antica. E’ il peggio quello che resiste di più…

Ma quel popolo resta, almeno per quanto mi riguarda, il mio popolo. Non mi riconosco in chi lo rappresenta o pretende di rappresentarlo, ma non lo sento “nemico”. Lo sento e lo vedo smarrito. Orfano. Assuefatto. Ma non nemico.  E le strette di mano, la mattina del Primo Maggio mi sono sembrate sincere…

Dico di più: avrei preferito vedere al corteo, in maniera riconoscibile e presente, anche il resto del mondo. Gli amici e compagni Podemos per esempio. Anche per non lasciare eventi come il Primo Maggio o il 25 aprile e iniziative collaterali solo agli amici di Matteo… I 5 Stelle no, loro guardano oltre e in altre direzioni… Queste cose non rientrano nel loro Dna. Non in quello dei dirigenti, quantomeno. E anche dalle loro parti il popolo che vota magari non capisce, ma si adegua come il “compagno Ferrini” di Quelli della notte…  Personalmente preferisco l’emozione (spero non solo di circostanza) di Bettollini e Margheriti all’assenza altrui.  E lo dice uno che non ha sostenuto Bettollini alle elezioni e in passato ebbe molti momenti di frizione, anche molto duri, con Margheriti, quando questi era segretario della federazione senese del Pci.

Quanto al post corteo, vero che il vento gelido e una temperatura che neanche a gennaio ha reso complicato il concerto pomeridiano in piazza del Duomo, ma i Greengrocers e i Dudes hanno stoicamente onorato il contratto con i sindacati e il palco… Di gente ce n’era poca, “per un fatto di clima e non di voglia”. Comprensibile. Però…

Però anche in questo caso uno sforzo maggiore, per non lasciare soli “musicanti” e “committenti” poteva esser compiuto. Soprattutto da chi si lamenta del fatto che a queste latitudini tutto è istituzionalizzato, tutto avviene sotto l’egida del Comune o delle “corporazioni” più forti e allineate.

La Cgil, ultimamente, non è apparsa sempre allineata e coperta. Le note funk jazz di Marco Pasquariello & C. e l’italian rock dei Dudes, che assume connotati sempre più definiti e riconoscibili come segno distintivo della band, meritavano a mio modestissimo avviso almeno il tentativo di sfidare il colpo di coda dell’inverno. Per la qualità della proposta musicale, ma anche per il solito discorso del non lasciare campo aperto e sguarnito all’avversario. All’establishment, se così lo vogliamo definire…

Così il popolo di sinistra, smarrito e geneticamente modificato, ma ancora con qualche barlume di senso critico penserà che non ci sia altro all’infuori della ricetta renziana, che il resto sia poco o nulla o addirittura peggio… E chi ha interesse a far passare questo tipo di messaggio si fregherà le mani e festeggerà, pur avendo vinto a tavolino, senza avversari o competitors sul campo a dire “c’eravamo anche noi”, “questa non è solo roba vostra”…

In questo modo il massimo di confronto e di dialettica possibile sembra ciò che è avvenuto dentro il Pd con le Primarie. E francamente è poca cosa. Ma se il resto del mondo latita o gioca al ribasso vince sempre la Juventus. E senza neanche faticare.

m.l.

 

 

 

 

 

 

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Email -- LinkedIn 0 Pin It Share 0 0 Flares ×
, , , ,
Mail YouTube