IL RAGAZZO CON LA VALIGIA (MA COSA CI AVRA’ MESSO DENTRO?)
Renzi potrà anche vincere le primarie e rimanere segretario del Pd. Ma che il renzismo, per come lo abbiamo conosciuto, sia già agli sgoccioli lo dicono i simboli. E lo dice lo stesso Renzi. Se non con le parole, lo dice con la coreografia.
Nel 2012 girava l’Italia con un camper, simbolo del “viaggio”. Del viaggio lungo, allo scoperta di mondi nuovi. E di libertà, senza troppi vincoli. Troppo ingombrante e poco maneggevole il Pullman di Prodi e poi di Veltroni. Più snello, più agile e sbarazzino il camper… E ovunque andasse c’era un mare di folla ad aspettarlo, ad applaudirlo a invocare la rottamazione dei vecchi arnesi del suo stesso partito, da Bersani a D’Alema, alla Bindi…
Oggi Renzi è tornato al Lingotto di Torino, luogo simbolo della sinistra sindacale e politica, delle lotte degli operai Fiat, ma anche del “lancio” del Pd fatto da Veltroni… Ma stavolta Matteuccio da Rignano ha ritenuto esagerato anche il camper. Ci è andato con il trolley. La valigetta con le ruote. Ma quella piccola, che si usa per i viaggi brevi, giusto con le mutande, i calzini, il pigiama, lo spazzolino, e una camicia di ricambio, che lui le porta tutte bianche. Sempre. Magari un libro per prendere sonno, in albergo. Ma niente di più…
Una cosetta leggera leggera insomma. Come leggero sembra essere adesso il Pd. Un partito sempre più piccolo e sempre più diviso. Dice Renzi che lui vuole un Pd che sia partito di eredi e non di reduci. La frase puòà fare effetto. Ma eredi di chi? Una buona parte degli “eredi” della corrente di sinistra, quella porveniente dai Ds (se non dal Pci) se n’è già andata, e non solo con la scissione recente di D’Alema, Rossi, Speranza e Bersani… Loro l’eredità se l’erano già giocata da un pezzo. Non c’era già più quell’eredità lì dentro al Pd. E allora eredi di cosa?
Non basta per riconquistare un po’ di “cuore” smarrito, tornare ad evocare parole come “compagno” o “lavoro“… Anche queste Renzi e la compagnia dei fuoriusciti le avevano già limate ed erose fino a svuotarle del tutto…
E’ vero che il Pd è l’unico partito-partito, presente sulla scena politica italiana. Cioè un partito che anche se in maniera sempre più aleatoria mantiene una organizzazione territoriale, elegge degli organismi dirigenti, ha segretari regionali, provinciali, comunali, ha dei circoli… Gli altri sono altre cose: aggregazioni di plastica, sigle vuote di fatto solo parlamentari, movimenti diretti da una Srl commerciale ecc. Anche la Lega di Salvini non è più quella di Bossi e Maroni che almeno al nord aveva una struttura organizzata capillare e funzionante.
Il partito del ragazzo con la valigia, che cerca nuove motivazioni al Lingotto, più che ad un partito nuovo, assomiglia ad una famosa caramella: un buco con quasi niente intorno…
E Renzi si deve essere accorto che ha creato una classe dirigente leggera leggera anch’essa, non molto più scafata di quella “vituperata” dei 5 Stelle che a Roma hanno dimostrato di non essere proprio pronti per sfide complesse che vadano oltre la protesta populista e l’evocazione dell’onestà, perché tra le idee lanciate al Lingotto c’è anche quella di ripristinare la “scuola di partito” come le Frattocchie del vecchio PCI.
In questa ideuzza, c’è la fotografia del fallimento della filosofia e di tutte le parole d’ordine del renzismo. C’è l’ammissione di una sconfitta, che non è solo quella del referendum, più devastante del 4-2 del Borussia Moenchengladbach al Franchi contro la Fiorentina. C’è il riflusso dopo l’onda lunga. Il vento che non si ferma con le mani ha cambiato direzione e adesso con un bel po’ di buoi già scappati dalla stalla, con il suo “Giglio magico” alla prese con inchieste giudiziarie, cerca di correre ai ripari. E, diciamolo, anche quel famoso “Giglio magico” era già di per sé un segnale di debolezza estrema… Se è normale che un leader si contorni di gente che conosce bene e di cui si fida, non è normale che un premier, che ha fatto anche il sindaco di Firenze, si contorni e si fidi solo di una cerchia di fedelissimi dell’area compresa tra Rignano, Reggello, Pontassieve e Terranuova Bracciolini… Il ministro Lotti, Maria Elena Boschi e Marroni messo a capo della Consip tutti di quel fazzoletto di territorio, l’orto di casa Renzi, insomma. E il babbo stesso che non sta fermo in un cantuccio a godersi le fortune del figlio, ma si mette pure a trafficare tra affari, appalti, contatti…. Così pare, almeno… E guardacaso anche il “salvagente” Verdini è di quelle parti e gestiva a modo suo una banchetta di territorio… Come il babbo della Maria Elena, ribatezzata Maria Etruria…
Personalmente io non ho mai amato il Pd (perché le fusioni a freddo sono pericolose e vengono pure male), né Matteo Renzi per quella sua spocchia tipica dei boyscout che si sentono padroni del mondo perche’ sanno sanno piantare una tenda, nè il renzismo come filosofia politica, perché si capiva a naso che era più fumo che arrosto. Però francamente mi aspettavo comunque qualcosina di più… Perché gli spocchiosi, i furbetti spregiudicati e un po’ temerari, quelli che vendono bene anche il fumo, se l’arrosto non c’è, sono spesso capaci di qualche colpo a sorpresa, di qualche colpo di genio. Renzi invece, in 3 anni non ha inventato niente e ha continuato a far danni come i suoi predecessori.
Quando Stefano Scaramelli, uno dei fedelissimi di Renzi, lasciò il comune di Chiusi per andare a fare il consigliere regionale, questo giornale titolò “Scaramelli se ne va, ma la valigia è piena di vento”. Sarei curioso di sapere cosa c’ha messo o pensa di metterci Renzi dentro al suo trolley…
E lo voglio dire: a me quel trolley, messo a simbolo della “ripartenza del Pd, non fa pensare per niente ad un nuovo viaggio. Fa pensare agli scatoloni, con i quali nei giorni dell’esplosione della crisi di Lehman Brothers, nel 2008, vedevamo uscire gli yuppies licenziati, dai grattacieli di Manhattan…
Marco Lorenzoni
Lingotto, Matteo Renzi, pd, Trolley
…e questo insegni a pensare che le riforme sbandierate,sostenute solo dagli slogan, attecchiscono nelle teste degli allocchi,attratti dalle luci sfavillanti delle vetrine.Purtroppo quando il tutto serve a ricacciare indietro e ad indebolire la forza di risposta della gente, operai e ceti medi, fa vedere solo una cosa: di cosa si è preda.Solo quello evitano di vedere e di prenderne conoscenza anche i militanti del PD perchè pensano che l’alternativa a tutto questo sia un ”vecchio modo di ragionare”.Molte volte la storia nel suo divenire, specialmente quella della classe operaia ,ha portato a simili riflessioni, e le cose sono andate per il verso che sappiamo. ”E’ la modernità bellezza! ”, dicevano nelle discussioni che si affannavano a potare a conoscenza degli italiani all’indomani del varo del Job Act, di fronte ad una sinistra divisa e frantumata, incapace di reagire,che in gran parte ha accettato tutto quanto si è trovata davanti,anche con goffaggine ideologica senza pari.L’esempio dei vari Migliore e di coloro che in una notte hanno fatto il salto della quaglia in periferia diventando funzionali al PD tanto ne erano vicini….Io credo che occorra però sapere che anche se il trolley di Renzi è pieno di vento,il film che hanno visto gli italiani sia sufficiente
a dare il segno delle ragioni della prossima unione che si apprestano a fare tutti i centristi a cominciare da Berlusconi ed il suo seguito ideologico di mercenari alla Casini.Tale vento che promana dal trolley è sufficiente secondo me a sancire la prossima unione resistenziale verso il pericolo 5 Stelle, perchè questa deriva del PD sancisce ed evidenzia anche una cosa profonda che è quella dell’ignoranza della sinistra nel proprio giudizio incapace di vedere dove stia andando l’Italia.Una nuova Democrazia Cristiana, aggregata con tutti i suoi rami che sono tanti, ognuno per propria finalità a resistere a coloro che vorrebbero cambiare l’Italia che vengono chiamati ”populisti”,mentre per loro che l’italia hanno così ridotto,chiamarli ”populisti” sarebbe un complimento…. In tali rami, un tutt’uno fluido ma unito per proprio interesse al tronco centrale della quercia del centro,si realizza il disegno eterno che esclude dallo sviluppo la grande massa dei poveri che plaude al padrone.Il resto, se avanza qualcosa, lo fà l’Europa così com’è strutturata. Mi si perdoni la volgarità, ma Gianbattista Vico nei suoi ”corsi e ricorsi” si masturberebbe…..
il marketing del consenso utilizza trucchetti per stupire quando non ha idee o vuol confondere in questo caso tutte e due
Bravo Marco, bell’articolo.