LA DEBACLE PD NELLE CITTA’. IL RENZISMO AL CAPOLINEA. E ORA BETTOLLINI COME SI MUOVERA’?

I ballottaggi delle elezioni amministrative hanno dato un segnale chiaro. Non è vero che “con Renzi si vince”. O meglio non è vero che con Renzi finalmente la sinistra vince. Quante volte ci siamo sentiti snocciolare questo ritornello da gente che votava Ds e prima ancora Pci e si era stancata di perdere? Ecco, un primo tabù è stato sfatato. Con Renzi la sinistra perde. E di brutto. E il renzismo sembra già arrivato al capolinea.
E’ indubbio che il voto di ieri in alcune delle più grandi città d’Italia e in tante altre piccole e medie abbia segnato un punto di svolta e abbia registrato e certificato una forte voglia di cambiamento.
Per Renzi e il renzismo è una debacle totale, paragonabile solo a Waterloo o Caporetto. Una disfatta su tutta la linea. Dal nord ovest al nord est, dalla Liguria alla sicilia, dalla costa tirrenica a quella adriatica. E anche nelle ex zone rosse, nelle roccaforti… Hanno resistito Bologna e Ravenna. Ha tenuto di poco Milano… Ma in Toscana, per dire, il Pd ha perso 5 ballottaggi su 6 (Grosseto, Cascina, Sesto Fiorentino, Montevarchi e Sansepolcro). Ha vinto solo ad Altopascio. E ha perso a destra e a sinistra.
Il Pd, questo Pd, Renzi e il renzismo sono riusciti, nelle città, ma anche a livello nazionale, in un’impresa titanica: trasformare e accreditare un movimento di protesta, alquanto populista, come i 5 Stelle come partito di governo. Gli hanno consegnato le chiavi della Capitale e di altre città come Torino. Lo stesso Centrodestra, surclassato nelle metropoli, laddove si è presentato unito e non con il volto facinoroso della Lega ha riconquistato posizioni. E diversi comuni.
La vittoria dei 5 Stelle è senza dubbio rilevante, perché non era scontata alla vigilia. Trovarsi ad amministrare Roma (e anche Torino) non è, con tutto il rispetto, come governare Livorno e Parma. Non è la stessa cosa giocare al “Picchi” o all’Olimpico. Cambia proprio la prospettiva…
Comprensibile la gioia, l’enfasi e la soddisfazione del popolo grillino. Chi non esulterebbe per un risultato del genere?
Qui, cari 5 Stelle, si parrà la vostra nobilitate…
Chiaro, poi, che sui candidati 5 Stelle siano caduti, almeno a Roma e Torino (ma non solo) gran parte dei voti della destra che ora chiederà il conto… Come è chiaro che Fassino, per esempio, abbia pagato non tanto le magagne della sua amministrazione, quanto piuttosto il fatto di essere in sella da 40 anni e di essere uno di quelli che hanno consegnato il Pd (e il Paese) a Renzi e alle sue Giovani Marmotte…
Ora, Renzi stesso è appeso ad un filo. C’è già chi chiede la resa dei conti e poi, a ottobre, ci sarà il referendun costituzionale. Potrebbe anche saltare il banco. Abbiamo visto segretari di partito dimettersi per sconfitte meno pesanti…
E certo, al di là di chi ha vinto e chi ha perso, il dato più rilevante dei ballottaggi è quel 50% di elettori che non è andato a votare. In qualche caso anche più del 50% (vedi Napoli). Chi non vota ha sempre torto. Ma il voto ci consegna amministrazioni locali elette con il 50% del 50%. Cioè con il 25% dell’elettorato. Cioè amministrazioni che sono espressioni di un cittadino su 4… Diciamo che la democrazia come governo della maggioranza del popolo, comincia a fare acqua…
In questo quadro di disfatta generale e senza appello del Pd, il risultato di Juri Bettolini a Chiusi assume, oggi, dopo i ballottaggi, ancora maggior rilievo. Come abbiamo già scritto più volte, nel risultato chiusino il Pd come partito c’entra poco. Hanno inciso di più altri fattori, altri sodalizi, altre dinamiche… Ma, indipendentemente da questo, adesso Bettollini può spendere quel 64% e un trend in ripresa, anche dentro al suo partito. E’ uno dei pochi che hanno vinto. E bene. Ma il vento è cambiato… Dovrà tenerne conto. Se invece si chiuderà a riccio, se farà il “capataz” sprezzante e altezzoso con le minoranze consiliari e con quelle interne al Pd (se ce ne sono), farà un errore clamoroso. Un autogol di quelli che nemmeno Niccolai…
Bettollini esce rafforzato dal risultato elettorale, ma il Pd no. Il Pd ne esce a pezzi. E senza una rotta. E esce travolto anche il “Partito dell Nazione”. Qui stanno le incognite per il futuro. A livello nazionale e a livello locale.
Anche i 5 Stelle dovranno interrogarsi sul perché altrove hanno vinto e a Chiusi non ci sono andati nemmeno vicini, anzi sono stati pure sorpassati dai “podemos” pur avendo raccolto buona parte del voto della destra come è successo altrove…
Per ora nessuno, né il Pd, né i 5 Selle, né Possiamo, ha commentato ufficialmente e pubblicamente i risultati. Quelli dei ballottaggi e neanche quelli chiusini di due settimane fa. E questo non è buon segno. Anzi è un pessimo segnale… Ma la politica non doveva continuare anche dopo le elezioni?
Dopo mesi di propaganda anche tu dovresti cominciare a ragionar di politica.
I 5Stelle di Chiusi quello che avevano da dire lo hanno sempre detto: prima, durante la campagna elettorale e dopo.
http://www.movimento5stellechiusi.org/editoriali/71-il-cambiamento-e-cominciato
Il trionfo dei 5Stelle è sulle prime pagine di tutta la stampa occidentale e il fatto saliente è che un Movimento di semplici cittadini, senza un euro di finanziamento pubblico ha sconfitto nel voto i rappresentanti dell’establishment.
Fassino aveva dalla sua la Fiat, Intesasanpaolo, La Stampa e tutti i poteri forti. Eppure ha perso.
I voti della destra? Gli operai che una volta votavano Pci e poi Lega oggi hanno votato i 5Stelle. Chiederanno il conto? Faranno benissimo a chiederlo, ma loro, non “la destra”.
I 5Stelle hanno corso ovunque da soli, senza apparentamenti e senza accordi sottobanco tanto cari ai vecchi partiti e hanno vinto 19 dei venti ballottaggi in cui erano impegnati. I voti sono stati chiesti ai cittadini non alle forze politiche.
Si parrà la loro nobilitate? Un miracolo l’hanno già fatto: mandare a casa i corrotti e i politicanti. Peggio di quelli non è possibile fare.
Ereditano oltre 19 miliardi di euro di debiti tra Roma e Milano. Sono pronto a scommettere che peggio di così non potranno fare.
A Sesto dove ha vinto la sinistra, con mia grande soddisfazione, i voti a Falchi sono arrivati anche “dalla destra e dai grillini”. E allora?
E’ il sistema di potere Pd che va demolito, anche a Chiusi. Ma qui ci vorrà più tempo e il perché si sa benissimo; la base sociale del Pd è retriva e ben pasciuta (malgrado il crollo del Monte).
Ps, Felicissimo per De Magistris e dispiaciuto della sconfitta di Parisi, sarebbe stata una tombola perfetta. Ma bisogna sapersi accontentare.
Personalmente non sono dispiaciuto per niente delle vittorie dei 5 Stelle a Roma o a Torino. E anche altrove. E pure per la vittoria di De Magistris a Napoli. Non mi scandalizza il fatto che i candidati grillini abbiamo preso anche i voti della destra (nei ballottaggi succede, ma in Italia succede che poi chi fornisce appoggio elettorale decisivo chieda anche qualche contropartita. Certa destra ci ha abituato a questo andazzo e anche certa sinistra. Vedi Sel, Psi e cespuglietti vari).Quando dico “qui si parrà la loro nobilitate” intendo dire che i 5S ora dovranno governare. La patente l’hanno presa. Gli italiani gliel’hanno data. Ma spesso non basta la patente per essere ottimi guidatori. E non è escluso, anzi è quasi scontato, che si troveranno a remare controcorrente e contro tutti gli altri. Sarà una faticaccia. Auguri! Quanto a Chiusi, ho scritto più volte quale è il sistema (non il partito) che ha vinto e che sostiene Bettolini, come ha sostenuto Scaramelli e prima ancora Ceccobao… Non sono convinto che sia intoccabile e che non possa essere scalfito, anche nel breve periodo… Ma occorrerà che qualcuno ricominci a far politica e non solo campagna elettorale…
Questo è un commento che mi è capitato di leggere oggi su facebook. E’ di una nostra giovane concittadina:
“Ma è così difficile ammettere che hanno lavorato bene? E’ così difficile dire che hanno rispettato tutti i patti presi con i cittadini? Che hanno restituito decine di milioni di € che per legge gli spettavano e con questi soldi hanno sostenuto le imprese italiane, hanno costruito strade, hanno comprato defibrillatori e aiutato scuole alluvionate, hanno candidato solo incensurati, non hanno preso un € di finanziamento pubblico, stanno sempre in piazza, senza scorta e senza alcun privilegio. Hanno proposto leggi utili per i cittadini come il reddito di cittadinanza, una vera legge anti-corruzione e l’abolizione di Equitalia. Per questo hanno vinto le elezioni. Semplice. Se ti comporti bene alla fine vieni premiato. Basterebbe avere un briciolo di onestà intellettuale per ammetterlo. Ma in questo Paese quella intellettuale è la più diffusa tra le forme di disonestà.
A riveder le stelle!”
Certo. Chi lo nega? Ma non sono convinto che abbiano vinto solo per questo. Cioè per le cose che propongono o hanno fatto. Credo invece che il voto ai 5 Stelle sia in buona misura un voto contro (contro il Pd, contro il sistema politico, contro la casta, contro l’Europa…) più che un voto per… La riprova? com’è che a Chiusi, dove il risultato non era oggettivamente in discussione i 5 Stelle non hanno sfondato e sono stati addirittura superati da una lista messa in piedi all’ultimo minuto e senza alcun riferimento nazionale? Eppure anche a Chiusi proponevano le stesse cose. Che i cittadini chiusini siano i più stupidi, retrivi, ignoranti e impermeabili alle proposte di buon senso di tutta l’Italia? Non mi pare che regga, come spiegazione…
Certo che hanno pesato anche i contro.
Ma contro il Pd i 5Stelle lo sono sempre stati, così come contro questa Europa delle banche, contro la casta e i suoi privilegi, contro l’occupazione dello stato e via dicendo.
A Roma si è votato dopo appena tre anni e c’è stata “mafia capitale”; chi si sogna di dire che questo non abbia avvantaggiato il Movimento? Ma va anche detto che nessuno dei 5Stelle è stato coinvolto in quello scandalo, mentre i partiti di governo e di opposizione c’erano dentro fino al collo. Chi doveva pagar dazio?
Sul voto di Chiusi, se mi ospiti nello spazio degli interventi ti dico chiaramente cosa ne penso.
Se lo facessi qui, ora, diventerebbe un “commentino” alla Carlo Sacco.
certo che ti ospito… ci mancherebbe altro
Scusate se mi intrometto. Spero con poche righe. Non so se interessa ma vorrei sintetizzare la mia personale lettura. Negli ultimi 15 anni siamo tutti investiti in una rivoluzione quella del WEB che nei dieci anni precedente ha riguardato soltanto un elite, soprattutto accademica. Questa rivoluzione ha investito tutto più di quanto siamo abituati a pensare. Condivido il pensiero di molti studiosi secondo cui l’impegno gratuito diviene centrale (si pensi all’informatica), una centralità che i vecchi modelli economici (quello liberista della “mano invisibile” e quello keynesiano dell’intervento regolatore dello Stato) non riescono a spiegare. Sembra ormai emergere la necessità di un modello economico basato sui cosiddetti “commons”.
L’importanza dell’impegno gratuito riguarda anche la politica. L’opinione sembra ormai percepirlo anche se spesso confusamente. Chi ha dunque meglio interpretato questa nuova dimensione è stato premiato (sia a Sesto Fiorentino come a Roma). Non c’è dubbio che il moviomentp 5 stelle abbia interpretato questa dimensione prima degli altri da qui il successo. Durerà? Personalmente ho qualche dubbio perché quel movimento è chiuso ad altri possibili movimenti. Probabilmente a Chiusi una dimensione di collaborazione avrebbe portato a un’opposizione più unitaria e di maggiore efficacia. Se il quadro che ho presentato ha qualche credibilità i movimenti saranno sempre di più e sempre più variegati e quello sarà il problema principale da risolvere. Risorse da valorizzare e non come ora ostacoli da rimuovere.
Scusate se mi intrometto sono un lettore di PrimaPagina e un elettore storico dei partiti di sinistra che si sono succeduti dal PCI fino al PD e il dibattito aperto sul dopo amministrative mi sollecita alcune considerazioni generali. Proporrei un inquadramento storico che fa da cornice al renzismo in Italia e al suo prossimo tramonto. Naturalmente mi scuso subito sulla sommarietà delle mie considerazioni considerata anche la necessità della brevità.
In occidente, patria del compromesso socialdemocratico (capitalismo democratico+ distribuzione delle risorse pubbliche ai lavoratori e alle imprese), già dai primo anni ’90 si ritiene sia giunto il momento di sostituire la giustizia sociale con la giustizia di mercato.
Viene imboccata una strada ad alto rischio: a) dopo il crollo del muro esportare nei paesi dell’est il capitalismo; b) trascurare la riconversione democratica del socialismo reale; c) liquidare lo stato del benessere in nome della crisi dello stato fiscale; d) trasformare la democrazia partecipata in decisionismo autoritario.
La sinistra, il movimento democratico italiano, non si è trovato pronto. Deve affrontare un doppio fallimento, il fallimento del comunismo come socialismo senza democrazia, e la fine o almeno la crisi irreversibile del compromesso socialdemocratico. La sinistra europea diventa credibile solo quando si presenta alternativa a questa deriva o almeno tenta di governarne gli effetti con politiche redistributive. La crisi dello stato fiscale e l’alto costo del compromesso sociale, porta il capitalismo a ritenere di non avere più bisogno del compromesso socialdemocratico. Il capitalismo ritiene che divorziando dalla democrazia possa liberarsi dal vincolo politico. È un’illusione, perché dovrebbe togliere alla politica il governo e dovrebbe avere la forza di chiudere il Parlamento.Inoltre oggi vi è un contesto fortemente mutato. L’avanzare di un capitalismo senza democrazia sta producendo una nuova forma di democrazia: la democrazia affidataria: l’affidato è il popolo desovranizzato, un soggetto inabile, l’affidante è chi ha il potere del vincolo estero che oggi è la Bce. Ma anche Draghi (anche lui affidatario sic!) si illude di essere il vero sovrano. Ed è l’affidante provvisorio che ha scelto l’affidatario, anche egli provvisorio, che per ora in Italia si chiama Renzi. Ma Renzi non ha un pensiero politico, è una carica di energia.È il motorino d’ avviamento di una centrale atomica che lo brucerà a breve. Servirà ancora qualche mese, poi la Chiesa lo farà fuori. La sua politica, che persegue la giustizia del mercato, contraddice il pensiero della dottrina sociale cattolica. E non è nemmeno in condizioni di servire al capitalismo a sganciarsi dalla democrazia: non ha abbastanza forza.Renzi non si è accorto che a ogni forzatura autoritaria, corrisponde un’ espansione del fronte largo di difesa della democrazia parlamentare, qualcosa che va oltre l’ostilità alla legge elettorale e alla riforma del Senato. Può diventare un moto indomabile di liberazione che travolgerà il suo partito e i suoi alleati. Uomini di Chiesa, borghesia impoverita, lavoratori stremati e giovani senza futuro sono in allerta. E’ la crisi economica e l’ingiustizia sociale ad allontanare gli elettori dal PD renziano ed è la sua debolezza a lasciarli senza l’appoggio del potere economico e finanziario internazionale. E qualcosa si muoverà anche all’interno del PD, non tanto per la forza della minoranza interna che deve fare i conti con i posti nelle liste e con la spartizione dei posti di prebenda governativa, ma fra le stesse avanguardie del renzismo che pregustavano la spartizione del potere, la bambagia del comando, il successo politico ed economico e che invece, osservando le batoste elettorali e il lavoro della magistratura, annusano il pericolo di dover rendere conto, prima del previsto, delle loro arroganze.
E diventano persino garantisti che provano a sbarrare la strada ai magistrati. Ma è un garantismo di élite. Non genuino. Comunque si tratta di difese disperate e inutili.Perché la politica ha da tempo perso la partita con la magistratura e le parole pronunciate pochi giorni fa da Piercamillo Davigo, il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, sono a questo proposito significative. Debolezza della politica!
Un rammarico? Sì e non piccolo, quello di vedere un uomo della statura politica come Giorgio Napolitano artefice di tale operazioni nel nostro paese. Ma come si dice ad maiora….avrà sicuramente le sue ragioni e non sta a giudicarle. Io nel mio piccolo voterò NO al referendum di ottobre non per far fuori Renzi ma per contrastare la deriva autoritaria che si vuole far passare come efficienza e modernità. In un sistema tripolare (PD, centrodestra e 5 stelle) o magari quadroipolare se dovesse maturare una forza a sinistra del PD un partito che prendesse il 25,1% dei voti al primo turno avrebbe la maggioranza assoluta in parlamento. Ecco tutto qui, se vi sembra poco….
Per rispondere a Paolo Scattoni dico che condivido abbastanza la sua analisi ma mi chiedo cosa vogia dire ”Il movimento 5 stelle non possa durare?” Nelle fasi alterne della politica abbiamo visto partiti e movimenti nascere e scomparire.ma credo che occorra interpretarne la presenza proprio perchè soprattutt in politica da una cosa ne deriva un altra. In questa fase che abbiamo visto passare sotto i nostri occhi il Movimento 5 stelle non si è aperto agli altri, si è autoblindato nella propria torre d’avorio e per questo ha avuto consenso e strategicamente questo fatto ha pagato. D’ora in poi credo che debba mostrare di governare la dove è al potere e ad aprirsi agli altri.Se non lo facesse credo che il futuro di tutti possa essere molto fosco e contraddistinto dac una politica degli altrib partiti che la esprimono da dentro un lazzaretto, mentre il partito egemone ritengo che invece debba tener conto dell’amministrazione della complessità.E dal momento che dovrebbe servire come modello egemonico-in senso Gramsciano- oggi è prematuro pensare che tutto questo non possa durare. Secondo me il contatto con la realtà serve a cambiare ed il cambiare davvero esiste solo se si cambia entrambi.Ecco perchè ritengo che sia importante in una fase come quella che esiste e come quela che ci accingiamo a vivere il conservare intatta la propria identità ma governare anche co0l concorso di altri quando si abbiano interlocutori sicuri della direzione di dove si voglia andare. Condivido quasi totalmente il commento di Michele Solidea non solo per il valore di quello che ha espresso ma
soprattutto anche a quanto ha messo in evidenza sulla forza trainante che la Chiesa ha sulla politica e sulla formazione del suo humus.Non crediamo di poter essere esenti da questo.Sono sopravvissuti per 2000 anni al crollo di imperi, regimi,stati ed imperatori e se l’hanno fatto una ragione ci sarà.Ma queste sono altre considerazioni evidentemente.