CHIUSI: GRAN RECUPERO DI BETTOLLINI CHE VINCE CON IL 64%. MA LA CITTA’ HA VOGLIA DI SINISTRA. ‘POSSIAMO’ SECONDA FORZA

lunedì 06th, giugno 2016 / 11:30
CHIUSI: GRAN RECUPERO DI BETTOLLINI CHE VINCE CON IL 64%. MA LA CITTA’ HA VOGLIA DI SINISTRA. ‘POSSIAMO’ SECONDA FORZA
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I GRILLINI NON SFONDANO. LA DESTRA SCOMPARE. BOCCIATURE ECCELLENTI NEL PARTITO DI MAGGIORANZA

CHIUSI – Una città in  controtendenza. All’inizio della corsa elettorale Chiusi si presentava in perfetta sintonia con il panorama nazionale. Pd abbastanza lacerato, centro destra allo sbando, una lista civica giusto per esserci, 5 Stelle in rampa di lancio e una lista di sinistra a tenere alto il testimone, ma con poche chances. Ad urne chiuse e schede scrutinate invece Chiusi si risveglia più in Spagna che in Italia. Il risultato infatti è diverso da quelli di Roma, Milano, Napoli, Torino…

I votanti sono calati ancora rispetto al 2o11, nonostante la presenza di 5 liste. La disaffezione al voto resta forte, ma un recupero sulle regionali 2015 c’è stato. Hanno votato 4.586 persone su 6.669 aventi diritto. Il 68,77%. Cinque anni fa votarono 5.146 persone su 6.880, ovvero il 74,80%. Insomma hanno 546 elettori in meno rispetto al 2011. Non pochi.

Juri Bettolini temeva il non voto. Ma alla fine pur perdendo qualcosina (107 voti) ha tenuto benissimo, avvicinandosi parecchio alla soglia toccata da Scaramelli 5 anni fa. La lista Pd -Psi ha infatti ottenuto 2.816 voti pari al 64,34%.  Con Scaramelli ne ottenne 2.923 pari al 58,47%. L’aumento percentuale è dovuto al minor numero di votanti. Meno gente vota più le percentuali si alzano.  Vittoria netta e senza appello per il candidato Pd, che in due mesi ha recuperato posizioni su posizioni. E anche almeno 300 voti sulle Regionali del 2015.

Si è presentato al via con la maglia rosa addosso, ma pur avendo una squadra più sfilacciata, meno forte di 5 anni fa alle spalle, è andato in fuga portandosi dietro soprattutto i fedelissimi, non ha lasciato agli altri nemmeno un traguardo volante, è scattato ad ogni salitella, anche sui cavalcavia, e alla fine la maglia rosa l’ha tenuta fin sul traguardo. E adesso festeggia. E’ una vittoria sua e della sua “squadra” più che del Pd. Ha recuperato posizioni, dicevamo, ma lo ha fatto soprattutto a destra, trovando alleati e gregari anche in squadre e territori prima avversi. Oltre che facendo il pieno nelle contrade amiche, in particolare nella sua Montallese, ormai la nuova Stalingrado, fortino inattaccabile e inespugnabile.

Ma Bettolini ha vinto e largamente ovunque. Non solo nelle roccaforti.

Ha recuperato a destra, perché a sinistra ha perso pezzi. E infatti la novità più rilevante di queste amministrative chiusine è proprio il risultato di Luca Scaramelli e della lista Possiamo che va oltre le aspettative, supera i 5 Stelle e chiude al secondo posto. E’ la nuova sinistra la seconda forza a Chiusi. E questo non era affatto scontato. Possiamo-Sinistra per Chiusi porta a casa 604 voti, pari al 13,8% e 2 consiglieri. Quindi oltre la “soglia di soddisfazione” che era sui 500 voti, come base di partenza per un movimento che si pone l’obiettivo di ricominciare a far politica anche dopo le elezioni. Da sinistra appunto.

Il “sorpasso” sui 5 Stelle è altro motivo di soddisfazione, per Scaramelli & C. perché significa che la gente ha più voglia di sinistra che di giustizialismo e di una politica che non è politica, ma risentimento, negazione di alleanze, legalitarismo ragionieristico…   Non era facile per Possiamo, aggregazione nuova, senza riferimenti nazionali visibili prevalere su una forza che poteva e può  contare su un “marchio forte” a livello nazionale, su un movimento che è in tv per parecchie ore al giorno. E’ successo. L’elettorato ex Primavera si è praticamente suddiviso tra Possiamo e 5 Stelle.

5 Stelle, a differenza delle grandi città dove sono andati più che bene, a Chiusi non hanno sfondato, attestandosi a 592 voti pari al 13,5%. Quota molto lontana dall’exploit delle politiche 2013 (1.092 voti pari al 20%) e anche sotto alle Europee 2014 (690 voti pari al 15%), ma comunque sopra al “minimo storico” toccato alle Regionali 2015 (475 voti). Anche il movimento grillino porta in consiglio due consiglieri, dividendo i seggi di minoranza alla pari con Possiamo. Non hanno sfondato i pentastellati e anche loro, come il Pd, hanno forse pescato più a destra che a sinistra. Perché la destra è praticamente scomparsa dalla scena.

La lista Lega-Forza Italia-Fratelli d’Italia di Mirco Salaris si ferma a 219 voti pari al 5%. Minimo  storico assoluto. Salaris e la lista Fiorini ottengono esattamente gli stessi voti che Rita Fiorini prese da sola nel 2011. Scomparsi in un solo colpo i 355 voti che allora prese Gaetano Gliatta.  Una debacle generale. La stessa consigliera uscente, con la sua lista civica-civica Cittadini per Chiusi stavolta si è fermata a 146 voti (3,3%), un’inezia. E la riprova sta nel numero scarsissimo di preferenze ottenute dai candidati. Sia Fiorini che Salaris restano fuori dal Consiglio.

Per Possiamo entrano in Consiglio il candidato sindaco Luca Scaramelli e Daria Lottarini (94 voti personali). Primi dei non eletti Agnese Mangiabene (86), Piergiorgio Mencarelli (72), Pierluca Cupelli (60).

Per i 5 Stelle entrano la candidata a sindaco Bruna Cippitelli e Bonella Martinozzi (66 preferenze). Primi dei non eletti Marco Sonnati (49), Sara Foscoli (38) e Luca Mencaglia (27).

L’opposizione sarà fatta da tre donne su 4. Anche questa è una novità assoluta.

Per la lista Pd-Psi si segnalano 2 exploit personali. Quello di Chiara Lanari, prima degli eletti con 547 preferenze e quello di Mario Cottini con 300. Rispettivamente prima e secondo. Poi a seguire Andrea Micheletti (289), Daniela Masci (256), Marco Vannuccini (243), Sara Marchini (207), Simone Agostinelli (186), tutti Pd e Gianluca Annulli per il Psi (177).   Restano fuori Arianna Fè (147), Silva Pompili (114), Alessandra Venturini (105) e Paolo Meniconi (93).

Inusitata e imprevista la bocciatura di Silva Pompili, presidente della Fondazione Orizzonti e dei Terzieri di Chiusi città, data anche come possibile assessore se non addirittura vicesindaco. Ipotesi sfumata perché i candidati non eletti non possono rientrare dalla finestra, come assessori esterni. E l’esclusione di Silva Pompili, sommata alla bocciatura di Arianna Fè, funzionaria della Fondazione Orizzonti, è una bella tegola anche per l’Ente culturale, che sembra essere stato bocciato su tutta la linea dall’elettorato del partito di maggioranza. Bettolini &% C. dovranno rifletterci. E non poco.

Il Pd non è nuovo a “scivoloni” di questo genere. Nel 2007 toccò all’imprenditore Andrea Bacci, nel 2011 a Simone Agostinelli. Stavolta è toccato a Pompili e Fè. Il Pd ha fatto un grande lavoro per organizzare le preferenze (si è visto, dai risultati di alcuni candidati), ma evidentemente non ha più il controllo totale della situazione o la capacità di un tempo. Più del partito funzionano e cordate familiari, amicali, associative..

Ma adesso per Bettollini è tempo di brindare. Può giustamente farlo perché ha vinto e ha vinto bene. E ora è più forte anche dentro il partito, sebbene gli eletti non siano proprio tutti renziani doc come lui. Anzi, di  fatto è l’unico.

Possono brindare (e lo hanno fatto a pugno alzato) anche i “podemos” di Scaramelli. I 5 Stelle due bandierine le hanno piazzate e questo forse era l’obiettivo. Scegliendo di non allearsi con nessuno non se li erano posti altri, evidentemente.

Comunque l’area dell’opposizione tra 5 Stelle, Possiamo, centro destra, lista Fiorini ha una forza di 1.561 voti, pari al 35%. Se poi si considera il non voto (2.083 astenuti più 209 schede bianche e nulle), il dato che emerge è che Bettollini e il Pd sono sì la forza maggioritaria, ma non la maggioranza della popolazione.

m.l.

 

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