FUSIONE DEI COMUNI DELL’ALTO ORVIETANO: 3 SU 5 DICONO NO
IL SI’ VINCE SOLO A FABRO E PARRANO, COMPLESSIVAMENTE 2.183 NO CONTRO 2.071 Sì…
FABRO – C’è chi dice no. E alla fine i no sono più dei sì. E’ questo, in estrema sintesi l’esito del referendum consultivo regionale tenutosi ieri a Fabro, Ficulle, Parrano, Monteleone d’Orvieto e Montegabbione sulla proposta di unificazione dei 5 comuni in un comune unico. Tre comuni su 5 hanno bocciato la proposta. Si tratta di Ficulle, Monteleone e Montegabbione. Solo Fabro e Parrano hanno dato parere favorevole.
A Fabro 901 sì e 401 no; a Parrano 200 sì e 90 no. A Ficulle invece 668 no e 272 sì; a Monteleone 512 no e 402 sì, a Montegabbione 412 no e 296 sì. Il
Complessivamente 2.071 sì, e 2.183 no. Più forte il voto contrario nei centri storici, mentre il sì prevale nelle nuove zone residenziali e nella frazioni di più recente sviluppo.
Per i sindaci e le amministrazioni uscenti tutti a favore dell’unificazione un colpo duro. Il referendum era solo consultivo, quindi la Regione, volendo potrebbe andare avanti lo stesso sulla via della fusione dei Comuni, ma la volontà popolare, è evidente, è di tutt’altro segno. Hanno prevalso le titubanze, l’attaccamento al campanile, le paure di perdere l’ultimo baluardo di autonomia e di potere o di mischiare troppo le carte fino a perdere identità e rendite d posizione… O forse, la proposta di unificazione, così come è stata presentata semplicemente non ha convintola maggioranza dei cittadini. Nella vittoria del NO c’è anche un giudizio, evidentemente, non del tutto positivo sull’operato delle amministrazioni attuali. Un campanello d’allarme, in un certo senso, in vista delle imminenti elezioni amministrative. E c’è nella vittoria del NO anche l’affermazione di un senso di appartenenza, di identità non solo negli anziani, ma anche nei giovani… Va detto che il NO alla fusione dei Comuni non è un No all’accorpamento e alla unificazione dei servizi, cosa sulla quale più o meno tutti concordano.
Chi si è battuto per il NO adesso festeggia… Su facebook impazzano battute ironiche (“il gelato è più buono quello sfuso…”), i fautori del SI’ invece si interrogano sulla sconfitta, su dove e cosa hanno sbagliato, sul perché la proposta è apparsa poco convicente. L’esito del referendum nei comuni dell’alto orvietano è comunque un segnale anche per tutti gli altri comuni che hanno appena cominciato a parlare di fusione per quelle forze politiche che hanno messo la questione nei loro programmi elettorali.
Fabro, Ficulle, fusione comuni, Montegabbione, MONTELEONE D'ORVIETO, ORVIETANO, Parrano
Credo che sia utile sottolineare come tra “quelle forze politiche che hanno messo la questione nei loro programmi elettorali”, il Movimento 5 Stelle di Città della Pieve abbia un atteggiamento e, soprattutto, un metodo, radicalmente diverso da quello adottato nell’Alto Orvietano, come sottolineiamo in questo comunicato stampa del 17 aprile.
“Nell’Alto Orvietano i cittadini hanno scelto di partecipare e dire la loro, bocciando la fusione tra i Comuni di Fabro, Ficulle, Monteleone d’Orvieto, Montegabbione e Parrano.
Pur avendo tra i punti del suo programma l’ipotesi della fusione dei Comuni, il Movimento 5 Stelle vede la partecipazione come il cardine di scelte così importanti.
In altri territori la transizione verso la soluzione del Comune unico é stata lunga, partecipata e volta a dirimere i normali contrasti che si possono creare tra realtà limitrofe: il referendum è arrivato anche dopo tre anni.
In Umbria si fa tutto in sei mesi, portando il territorio a uno scontro totale tra fazioni. Il risultato? Nell’Alto Orvietano i cittadini hanno chiaramente bocciato il dirigismo, gli accordi sotto banco e lo sperimentato metodo di creare l’emergenza per ottenere il consenso ad una soluzione calata dall’alto. Per il Movimento 5 Stelle, il fine non giustifica i mezzi!
M5S Città della Pieve”
Completamente d’accordo con le considerazioni esposte da Gioia Clavenzani.