CHIUSI, IL DEPURATORE E LA FALDA CONTAMINATA DA NICHEL: PERCHE’ NESSUNO L’HA MAI DETTO? ORA ARPAT DEVE SPIEGARE

giovedì 17th, ottobre 2013 / 16:37
CHIUSI, IL DEPURATORE E LA FALDA CONTAMINATA DA NICHEL: PERCHE’ NESSUNO L’HA MAI DETTO? ORA ARPAT DEVE SPIEGARE
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INQUINATA LA FALDA A VALLE DELL’IMPIANTO. A PONTICELLI E FABRO NON SARANNO TANTO CONTENTI…

CHIUSI – Dal resoconto pubblicato da Arpat Toscana relativamente alla verifica effettuata nel maggio scorso al Depuratore di Bioecologia a Chiusi scalo, apprendiamo che tutto è a norma, come abbiamo già scritto ieri. Ma apprendiamo anche che “è stata valutata positivamente la revisione da parte del gestore del sistema di monitoraggio della falda con la costruzione di nuovi piezometri che tengano meglio conto delle caratteristiche del terreno soggiacente e con l’inserimento di modifiche al Piano di Monitoraggio e Controllo (PMC) delle acque sotterranee, per dare indicazioni in merito al superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) del parametro nichel nella falda sotterranea a valle dell’impianto, rilevate negli anni precedenti sia da alcuni controlli ARPAT che dagli autocontrolli dello stesso gestore“.

In sostanza Arpat ci dice che “negli anni precedenti” i controlli effettuati avevano rilevato che nella falda acquifera a valle del depuratore, cioè quella che corre verso sud in direzione Ponticelli-Fabro si registrava una concentrazione di nichel superiore alla soglia di contaminazione. La falda era insomma contaminata da nichel, che è un metallo pesante, tossico, pericoloso.

Che significa “negli anni precedenti”? Quali anni? Perché di questo “sforamento” non si è mai saputo nulla, almeno pubblicamente?

Più volte da queste colonne abbiamo negli anni sollevato o affrontato il problema delle esalazioni e delle emissioni del depuratore di Bioecologia. Esalazioni e emissioni spesso fastidiose per chi abita o lavora nelle vicinanze dell’impianto e non solo. Ora la questione è diversa. Si viene a sapere che “negli anni precedenti” c’è stata una contaminazione da nichel della falda acquifera. Gli abitanti di Ponticelli e Fabro, le amministrazioni di Città della Pieve e Fabro non saranno tanto contente. Anzi, potrebbero avere qualcosa da ridire. Giustamente. Negli anni ’90 protestarono per l’inquinamento della Chianetta causato dai liquami chiusini che finivano inesorabilmente nel loro territorio. Qui, la questione è ancora più complessa. E preoccupante. L’Arpat toscana dovrà spiegare meglio cosa sia successo, fornendo risposte chiare e esaurienti ad alcune domande:

1 – In quali anni precedenti si è verificato o sforamento del parametro nichel?

2 – in che misura si è verificato lo sforamento, rispetto alla soglia di rischio?

3- Quanto tempo è durato?

4 – Quali rischi può aver causato e può causare  la contaminazione della falda acquifera per la popolazione, per l’ambiente e per i prodotti agricoli coltivati nell’area a valle del depuratore?

5- perché la cosa è passata sotto silenzio?

6- Arpat aveva inviato a suo tempo i risultati delle rilevazioni alle autorità locali?

Ci auguriamo che le  risposte arrivino in tempi rapidi.

Vale la pena ricordare che la zona del cosiddetto “Fondovalle” è zona bonificata. Due secoli fa era palude quindi particolarmente assorbente. E’ un’area quindi altamente vulnerabile, dal punto di vista idrogeologico uno dei punti più vulnerabili e a rischio di tutta la Valdichiana.  Nella zona, qualche tempo fa era vietata anche la fertirrigazione. E negli anni ’80 si discusse molto e ci furono pesanti polemiche sui liquami di un’azienda zootecnica e per il progetto di insediarvi un inceneritore mobile per rifiuti ospedalieri, che poi, proprio per le proteste, non fu mai realizzato.

La falda acquifera a valle del depuratore si trova a poca profondità e se si creano fenditure, sempre possibili, ogni bolla di acquifero può collegarsi ad altre e diffondere l’inquinamento nel caso di contaminazione. In questo caso la presenza di nichel, metallo pesante tossico, oltre la soglia, dice che ciò che è stato smaltito nel depuratore non era solo materia organica o liquame fognario. Tra l’altro il nichel risulta difficilmente bonificabile.

Quando quel depuratore, nato come depuratore interno di un’azienda industriale, fu definito una “bomba ecologica” in un territorio delicato,  qualcuno sorrise, altri sghignazzarono accusando chi si poneva il problema di essere “i soliti denigratori disfattisti”, le “nuvole nere” dell’informazione locale.  Alla luce delle dichiarazioni “en passant” di Arpat, qualche dubbio sula bomba viene. E viene anche il dubbio (per ora solo il dubbio) che questa storia – sempre poco raccontata – c’entri pure qualcosa con l’aumento di tumori e di certe malattie che qualche mese fa denunciavamo, sempre da queste colonne. Aumento percepito, tanto da creare un vero e proprio allarme tra la popolazione, in particolare nella zona delle Biffe a Chiusi Scalo e a Ponticelli. Cioè  a monte,  a lato e a valle del depuratore. Anche per questo, crediamo che le risposte siano urgenti e ineludibili.

m.l.

 

 

 

 

 

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