PANICALE E PIEGARO, IL PD RILANCIA L’IDEA DELLA FUSIONE DEI DUE COMUNI

martedì 28th, novembre 2017 / 12:03
PANICALE E PIEGARO, IL PD RILANCIA L’IDEA DELLA FUSIONE DEI DUE COMUNI
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PANICALE – Il dibattito sulla fusione dei due municipi di Panicale e Piegaro in un unico ente amministrativo è ufficialmente aperto. A fare il primo passo in questa direzione è stato il PD della Val Nestore, con una assemblea pubblica tenutasi a Tavernelle il 24 di novembre. Assemblea che ha visto la partecipazione di molti cittadini di tutto il territorio, oltre alla presenza dell’Assessore regionale Antonio Bartolini che si è detto molto soddisfatto per la qualità del dibattito che si è sviluppato, dei sindaci di Panicale e Piegaro, ti tutta a dirigenza del Pd. In video conferenza è intervenuta la dottoressa Claudia Tubertini dell’Università di Bologna. Presenti anche rappresentanti dell’opposizione. L’iter della fusione dovrebbe concludersi in un paio d’anni con un referendum, attraverso il quale la popolazione sarà chiamata a dare un SI o un NO, all’unione.

E’ un dibattito antico, quello della fusione dei due comuni, che va avanti dagli anni ’80 e come un fiume carsico, continua a riemergere di tanto in tanto. Le due amministrazioni locali sostanzialmente amministrano un territorio che è diviso dal fiume Nestore, ma che, sia per quanto riguarda gli interessi economici, produttivi, urbanistici e dei servizi è da sempre un territorio unico con identica vocazione. La divisione è solo amministrativa.

Panicale, sorta nel 1050, è da annoverarsi tra i primi comuni d’Italia. A Piegaro già nel 1300 si producevano le vetrate colorate per le chiese. Anche quelle del Duomo di Orvieto “commissionate” da Lorenzo Maitani nel 1321 vengono dalla vetreria di Piegaro. E ancora oggi la Vetreria è l’azienda più importante del territorio e una delle più significative dell’Umbria. Anche le aree industriali  e produttive sono praticamente in comune.

Piegaro conta 3.600 abitanti e 99 Kmq di superficie; Panicale ha invece 6.000 abitanti e 78 kmq di superficie. Insieme arriverebbero alla soglia dei 10 mila… E c’è chi vorrebbe far entrare nella “fusione” anche il Comune di Paciano (1.000 abitanti e 16 kmq di superficie).

Il territorio della Valnestore costituito dai comuni di Panicale e Piegaro fa da cerniera tra il capoluogo umbro Perugia e l’Orvietano, sul versante di Piegaro e il Trasimeno e la Valdichiana senese dalla parte di Panicale. E’ anche una delle aree storicamente più industrializzate della regione, anche se la crisi degli ultimi 10 anni ha falcidiato imprese posti di lavoro in maniera pesante e devastante. 

L’unione delle forze tra due comuni (forse tre) che molto spesso hanno marciato insieme sia nelle battaglie politiche e sociali come quella per l’adeguamento della Pievaiola che è l’arteria principale  o quelle per la centrale di Pietrafitta o per la Trafomec può essere una via d’uscita dalla crisi, dicono i promotori dell’incontro. Anche la vicenda delle “ceneri” e dell’interramento di rifiuti, che ha fatto gridare alla Valle dei fuochi ha visto i due paesi accomunati sia nella protesta, che nella difesa delle scelte amministrative. Non c’è stata quasi mai una spaccatura, una guerra tra Panicale e Piegaro

Negli anni ’80 del secolo scorso, il gruppo dirigente locale del Pci lanciò l’idea della fusione, ma si trovò nella difficile situazione degli esploratori pionieri di una materia complessa. E impopolare. A loro favore giocava una parte del PCI nazionale, che con Cossutta responsabile degli enti locali aveva dichiarato la necessità di andare in tutta Italia ad una riduzione delle municipalità, per consentire uno snellimento dei governi locali, aumentando l’efficacia programmatrice nei territori. L’opinione pubblica però si mostrò refrattaria. Il partito non spinse sull’acceleratore…. E la questione rimase nel cassetto. 

Oggi il problema torna ad affacciarsi. Le cose però sono cambiate soprattutto perché oramai c’è un quadro normativo nazionale e regionale che regola la materia e soprattutto – dicono ancora i fautori della fusione – “ci  sono notevoli incentivi economici di varia natura, che entrerebbero in funzione con grande giovamento per i cittadini e le imprese di quei territori, una volta raggiunto l’obbiettivo”.

Il dibattito del 24 novembre scorso ha messo bene in chiaro che le popolazioni che abitano il territorio sono da sempre fortemente relazionate ben oltre i confini delle due municipalità. Infatti centri abitati come Castiglione della Valle, Fontignano he sono frazioni di Piegaro usufruiscono dei servizi sanitari, commerciali e logistici che insistono su Tavernelle che invece è frazione di Panicale ed è il luogo fulcro di tutta la vallata.

Dunque “la fusione come un atto liberatorio, di superamento di confini che non esistono nei fatti, ma solo sulle carte della burocrazia”. Fusione che però – è stato ribadito da più interventi –  “non vuole significare in alcun modo cancellare le identità storiche e culturali”.

Oggi, secondo il Pd dela Valnestore “le ragioni storiche della nascita delle municipalità sono superate. Quella visione ristretta a piccole identità cozza con l’esigenza di governare e programmare i territori con un’ottica più ampia, quindi più razionale”.  Ma sarà possibile salvaguardare identità storica e ruolo dei municipi, e nello stesso tempo  unire le forze per dar vita ai modelli amministrativi migliori? Questa è la scommessa lanciata dal Pd.  I due sindaci sono sembrati entrambi sostanzialmente d’accordo e convinti.. E questo ragionamento stando al dibattito che si è sviluppato all’assemblea di Tavernelle pare che abbia convinti tutti. Nessuno, infatti, ha minacciato di alzare barricate.

Renato Casaioli

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