GIORNO DELLA MEMORIA: DIRE CHE AUSCHWITZ FU LIBERATO DALL’ARMATA ROSSA E’ FUORILEGGE?

lunedì 27th, gennaio 2025 / 15:31
GIORNO DELLA MEMORIA: DIRE CHE AUSCHWITZ FU LIBERATO DALL’ARMATA ROSSA E’ FUORILEGGE?
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Oggi è il Giorno della Memoria. Giusto celebrarlo? certamente sì. Mai dimenticare. Il giorno della Memoria cade il 27 gennaio perché fu proprio il 27 gennaio del 1945 che l’Armata Rossa aprì i cancelli del campo di sterminio di Auschwitz liberando i pochi sopravvisuti e portando alla luce gli orrori della shoa.

Qualche giorno fa, il Parlamento Europeo ha votato a larghissima maggioranza una risoluzione che equipara i simboli del Comunismo Sovietico a quelli del Nazismo. E già questa, vista la storia, è una cosa che non torna. Ma alla luce di tale risoluzione come si fa a celebrare il Giorno della Memoria senza citare, ricordare, mettere in evidenza il fatto che le truppe che aprirono Auschwitz e liberarono i disperati che vi erano internati portavano sulle loro divise e sui carri armati il simblo del comunismo sovietico? Si può celebrare il Giorno della Memoria mettendo sullo stesso piano i massacratori degli ebrei e degli oppositori dei regimi nazista e fascista con coloro che aprirono quei lager e posero fine allo sterminio programmato e sistematico di milioni di uomini, donne e bambini?

Se si celebra il Giorno della Memoria riconoscendo e ricordano l’azione decisiva dell’Armata Rossa sovietica, secondo la risoluzione votata dal parlamento europeo si è fuorilegge?

Vale la pena ricordare a chi anche tra i deputati italiani a Strasburgo ha votato quella risoluzione o si è astenuto o è uscito dall’aula (come hanno fatto quelli del Pd) che la falce e martello non è solo il simbolo del comunismo sovietico, ma fu adottato come simbolo dal Partito Socialista Italiano fin dal 1919. I comunisti italiani non erano ancora nati…

E detto questo, io mi domando: si può celebbrare a cuor leggero il Giorno della Memoria, ricordando la Shoa, mentre l’esercito dello Stato patria delle vittime della Shoa, sta perpetrando un vero e proprio genocidio ai danni del popolo palestinese? mentre il presidente eletto democraticamente della più grande democrazia del mondo dice candidamente che i palestinesi superstiti vanno “deportati” in Egitto e in Giordania per consegnare la striscia di Gaza ad Israele e avviarne la ricostruzione. E’ possibile celebrare a cuor leggero il Giorno della Memoria mentre i governi democratici occidentali continuano a mandare armi all’esercito israeliano e anche a quello Ucraino che non dissimula simpatie per i simboli e per l’ideologia nazista e usa metodi di reclutamento dei giovani da mandare al fronte che ricordano quelli delle “squadre della morte” del sudamerica?

Dopo la scoperta e la liberazione degli internati nei campi di sterminio nazisti tutti dissero “mai più”. Il generale americano Eisenhower,  che poi diverrà presidente degli Stati Uniti, disse ai suoi  reporter: “fotografate tutto, perché un giorno ci sarà chi dirà che questo non è successo”. Ecco, quel “mai più” sembra non essere più di moda. O quantomeno vale a giorni alterni. Per alcuni sì, per altri no. Dire che il governo e l’esercito israeliani guidati da una leadership di estrema destra suoprematista, ha compiuto e sta ancora perpetrando un genocidio nei confrtonti dei palestinesi non vuol dire essere filo Hamas o antisemiti. Significa essere fedeli a quel “mai più”. Stesso discorso per l’Ucraina: dire che è l’ora di negoziare e di cessare il fuoco o dire che gli ucraini sono filonazisti non significa essere automaticamente filorussi o putiniani. E’ ancora fedeltà a quel “mai più”. Perché non dirlo se sono filonazisti e se ne vantano?

E sentire capi di stato e di governo, deputati europei e italiani che parlano di riarmo necessario per prepararsi alla guerra con la Russia (guerra che la Russia per la verità non ha mai detto di volere), è un’altra aberrazione che rende la celebrazione del Giorno della Memoria un rito svuotato e a intermittenza come le lucine dell’albero di Natale.

Tra i lager di Auschwitz, Treblinka e Mauthausen e i campi in cui sono costretti a vivere i palestinesi in Cisgiordania e Gaza, senza acqua senza gas, senza cibo, senza medicine, c’è molta differenza? e quanta? Il Giorno della Memoria non può diventare il “giorno della memoria corta”.

Celebriamo il Giorno della Memoria, perché è giusto, perché quel “mai più” torni a risuonare  forte e chiaro. Ma non facciamo gli ipocriti. E, almeno tra noi, tra chi vuole ancora provare a ragionare, non prendiamoci per il culo.

m.l.

 

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