CONCERTI ROCK NEI SITI ARCHEOLOGICI. SI COMINCIA DOMENICA 10 A CHIUSI. POI SARTEANO, SAN CASCIANO BAGNI…

mercoledì 06th, marzo 2024 / 16:09
CONCERTI ROCK NEI SITI ARCHEOLOGICI. SI COMINCIA DOMENICA 10 A CHIUSI. POI SARTEANO, SAN CASCIANO BAGNI…
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CHIUSI – Il rock secondo Ernesto Assante è una delle ragioni (lui diceva addirittura l’unica) per stare a questo mondo. Sicuramente Assante voleva fare una provocazione. Ma il rock è molte cose. E quando incontra altre cose diventa davvero un mix straordinario. Negli anni ’60-70 ha incontrato spesso i movimenti pacifisti, quelli contro la guerra del Viet Nam, contro i colpi di stato sanguinari come quello del Cile, contro le violenze contro i neri americani o le minoranze cattoliche in Irlanda (Sunday bloody sundey…) il rock ha raccontato meglio di tanti saggi accademici le grandi migrazioni, le crisi industriali e la deindustrializzazione (si pensi a Bruce Springsteen), ha scritto “manifesti” universali contro la minaccia atomica, l’apartheid, lo sradicamento (dall’Africa o dal sud Italia)… Insomma  il rock ha incrociato spesso la sua strada con quella della storia. E delle storie, anche quelle minime di persone in lotta per la sopravvivenza come caprioli in un mondo di lupi.

A Chiusi il Lars Rock Fest ha portato il vento arroventato dell’inghilterra thatcheriana proponendo alcune storiche band del punk e post punk britannico. Ha fatto ascoltare atmosfere australiane e americane.

In questafine inverno-inizio primavera 2024, in attesa e in preparazione del festival di luglio il Gruppo Effetti Collaterali (GEC), quello che organizza il Lars Rock Fest, farà incontrare il rock addirittura con l’archeologia. E con i luoghi dell’archeologia di cui il territorio della Valdichiana è ricco. Location inusuali, addirittura inusitate per dei concerti rock.

Si comincia domenica 10 marzo da Chiusi, sede del Gec, ma anche antica “capitale” prima etrusca, poi anche longobarda con un ceoincertto dell’americaca Scout Gillet, presso gli ex Lavatoi di Porta Lavinia. Appuntamento alle ore 18,00. Si prosseguirà poi con altri eventi a Sarteano, necropli della Pianacce e a San Casciano Bagni nel sito del “Santuario ritrovato” del Bagno Grande luogo del più grtade ritrovamento di epoca etrusco-romana.

La cosa non appaia fuori luogo, il gruppo GEC non per caso ha usato come marchio identificativo del suo Festival Rock il nome “Lars” in omaggio alle radici etrusche, a Lars Porsenna, il lucumone che giunse a sfidare la potenza di Roma… e se non fosse stato per Orazio Coclite forse la storia avrebbe preso un’altra piega…

E il tentativo di coniugare musica rock con la storia, anche quella lontana, non è neanche una novità assoluta. Lo fecero i Pink Floyd a Pompei per esempio. E, nel nostro piccolo ci abbiamo provato di recente anche noi di primapagina con lo spettacolo allestito nell’estate scorsa e che ancora sta girando per la zona “Tradire! La notte prima dell’assedio”, dove una colonna sonora rock accompagna la narrazione su un fatto avvenuto nel 1554 (a Chiusi, ma questo è un dettaglio). Con una band che fa parte del GEC peraltro (ma anche questo è un dettaglio).

Comunque è bello vedere un sodalizio giovanile -anche se ormai i promotori non sono più giovanissimi, ma tutti fra i 30 e i 50 –  che cerca contaminazioni e prova a proporre cose fuori schema. E’ tutta ricchezza. E sarà probabilmente un arricchimento anche per gli artisti che verranno a suonare e cantare nei siti archeologici della Valdichiana, soprattutto se verranno dagli Usa, dove di archeologia non è che ne abbiamo molta.

La rassegna si intitola “Suoni dal labirinto” e prima di ogni concerto gli artisti e le artiste saranno accompagnati alla scoperta del patrimonio archeologico del paese ospitante. L’esperienza diventerà un prodotto video realizzato dalla cooperativa Anonima Impresa Sociale, che sarà proiettato durante l’undicesima edizione del Lars Rock Fest, che si svolgerà dal 5 al 7 luglio ai giardini pubblici di Chiusi Scalo e messo a disposizione per la promozione del territorio. E anche questo è un fatto positivo. Promuovere il territorio usando luoghi antichi e linguaggi nuovi.

Il primo evento di Suoni dal Labirinto, previsto per domenica 10 marzo agli Ex Lavatoi di Porta Lavinia a Chiusi con ingresso libero, vedrà protagonista, come dicevamo, la cantautrice americana Scout Gillett che presenterà il suo album di debutto solista “no roof no floor”. I promotori la presentano così: “Il concetto di “casa” è difficile da individuare per chi è costantemente in movimento. Scout Gillett lo sa bene, ma da quando si è trasferita da Kansas City nel 2017, ne ha trovata una nella scena DIY di Brooklyn, suonando in diverse band dal vivo e persino avviando la propria società di booking, Road Dog Booking, per organizzare spettacoli e tour locali. Il suo album di debutto da solista è una meditazione audace e vivace, ma allo stesso tempo calda e intima, sulla fiducia, l’abbandono e ciò che rappresenta una casa. Registrato in un grande fienile di legno con le porte spalancate, “no roof no floor” trasmette il senso di spaziosità del titolo. Anche gli arrangiamenti, che vedono il contributo di Ellen Kempner (Palehound), David Lizmi (MS MR) e Kevin Copeland (The Big Net), riflettono le radici rurali di Scout e il suo spirito indie; una fusione di melodie in levare, guidate dalla chitarra, e strumentazione folk/country come pedal-steel, armonica e banjo tenore. Tutti questi elementi sono sostenuti dalla caratteristica voce svettante e vellutata di Scout e dal suo lirismo aperto”.

Il progetto è promosso dall’associazione GEC Gruppo Effetti Collaterali, in collaborazione con l’Unione dei Comuni della Valdichiana Senese ed è realizzato con i fondi dell’otto per mille della Chiesa Valdese e la partnertship con “Archi’s comunicazione” agenzia pubblicitaria perugina diretta da Daniele Pampanelli Anonima Impresa Sociale. Quest’ultima una impresa di comunità che promuove ed organizza eventi culturali finalizzati alla rigenerazione urbana, come la riapertura del cinema PostModernissimo di Perugia restituito alla cittadinanza dopo 15 anni di inattività, grazie ad un processo partecipativo che ha visto la nascita del primo cinema di comunità d’Italia.

Cose buone che fanno squadra mischiando le carte di qua e di là del confine umbro-toscano. Non è poco. E’ molto.

m.l.

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