LE AZIENDE TOP DELLA PROVINCIA DI SIENA. ECCELLENZE NEL DESERTO

martedì 13th, febbraio 2024 / 18:27
LE AZIENDE TOP DELLA PROVINCIA DI SIENA. ECCELLENZE NEL DESERTO
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CHIUSI – Nei giorni scorsi la nazione ha pubblicato la “classifica” della aziende top della Provincia di Siena, per fatturato e utile negli anni 2021-2022.  Una fotografia dello stato di salute dell’economia locale e delle “eccellenze” che il territoirio offre dal punto di vista produttivo e commerciale. Per quanto riguarda la zona Valdichiana, nelle prime 125 posizioni troviamo 6 aziende di Chiusi e 6 di Sinalunga, 3 di Torrita di Siena, 3 di Montepulciano, 1 di Sarteano, 1 di Cetona e una di Pienza.

L’azoienda che occupa la posizione migliore in classifica è la Bottega Verde, di Pienza, al 14esimo posto. Segue la Canestrelli Petroli di Chiusi alla posizione 18. Poi ancora la Cassioli di Torrita (22° posto), la cantina Barbanera di Cetona (30°).

La graduatoria vede inoltre la CML e la Readytec di Chiusi rispettivamente alle posizioni 36 e 38; la Makor e il Molino Parri di Sinalunga al 45° e 51° posto; la Corim di Santoni (Montepulciano) al 52°, la Imballaggi Alimentari (Sinalunga) al 57°.

La seconda parte della classifica trova la Bruni G&I di Sinalunga alla posizione n.70, la Tosoni Auto di Sarteano alla 72, la Plan di Chiusi alla 78.

Per trovare altre aziende della Valdichiana bisogna scendere alla posizione 109, occupata dalla Tenuta del Cerro (Montepulciano), poi ancora Morpheus Advisor di Torrita (110), CTC Sinalunga (111), Metalzinco di Chiusi (112), Noi della Notte, Torrita (119), Menconi di Montepulciano (120) Bardini Pre Metal Chiusi (123).

Cosa emerge da questa graduatoria? Intanto che nel territorio ci sono ancora aziende di sana e robusta costituzione capaci di tenere botta e crescere. Che molte di queste aziende sono “di produzione” (dalla metalmeccanica al vino) e anche questo è un dato interessante. Che anche nel settore del commercio o di servizio, magari in settori strategici o avanzati, qualcosa di rilevante nel territorio c’è. E non è di poco conto.

Questa “vitalità” e capacità di stare su mercato in posizioni top, contrasta però con il dato dell’impoverimento generale del tessuto economico del territorio: ci sono sì delle eccellenze, delle punte di managerialità e di qualità piuttosto elevate, ma non cè più il tessuto diffuso fatto delle centinaia di imprese commerciali e artigianali che per decenni hanno creato reddito, attrattività e anche professionalità, su8pplendo alla mancaza strutturale di un comparto industriale vero e proprio.  E le “eccellenze” che pure ci sono, purtroppo non compensano le chiusure, i ridimemnsionamenti, la desertificazione progressiva dei centri abitati e delle stesse zone produttive sorte a margine dei centri abitati tra gli anni ’70 e ’90 del ‘900.

Insomma, qualche luce c’è, ma il quadro è e resta abbastanza buio. E siccome il quadro è questo, anche certe scelte sulle infrastrutture (vedi il dibattito sulla Stazione in linea per l’alta velocità) rischiano, se dovessero andare in porto, di accentuare la tendenza all’impoverimento, allo spostamento di interessi e flussi in aree in cui non c’è nulla, sguarnendo definitivamente i centri abitati di quel poco che c’è rimasto…

In altri paesi occidentali c’è già chi sta cominciando a pensare di tornare indietro rispetto al decentramento commerciale, attuato con i supermercati e i mega store nelle periferie e vicino ai caselli autostradali, così come si sta pensando a come ripopolare i centri storici e i centri urbani di abirtanti e di attività…  Zone come la provincia di Siena, che sono territori “espansi”, poco densamente popolati, ma ricchi di storia, di arte, di bellezze paesaggistiche, ma evidentemente anche capaci di ospitare aziende innovative e avanzate, potrebbero/dovrebbero in questo senso fare da “pensatoi” e da “laboratori”  in cui si progetta e si mette in pratica un modello nuovo. Il problema è che manca chi pensa o ha voglia di farlo…

Nella foto: un automezzo della Canestrelli Petroli, uuna delle aziende top della Provincia di Siena.

 

 

 

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