FESTIVAL ORIZZONTI: COME PRENDERE LA VITA PER LE CORNA (SE CI RIESCI)…

venerdì 04th, agosto 2023 / 18:58
FESTIVAL ORIZZONTI: COME PRENDERE LA VITA PER LE CORNA (SE CI RIESCI)…
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“PER LEI NEL GIORNO DEL SUO COMPLEANNO” CON SIMONE TANGOLO E MONICA BUZOIANU

Siamo fatti di tante cose; siamo fatti di sogni, di libri, di aspettative, rabbia e difetti. Abbiamo dentro frammenti di sassi e dolore; ci muoviamo con forza raggiungendo equilibrio (precario), e temporanea beatitudine.
Animati da speranza e rancore perlustriamo il mondo alla rinfusa.
Gioia e peccato scandiscono il tempo e la vita e il tutto scorre più o meno simile per tutti.
La scuola prima, il lavoro poi, gli amici, gli amori, la casa, i progetti, i figli, i casini (quelli veri, quelli duri). I colpi allo stomaco che se non ti uccidono ti fortificano, ma che comunque non sono una cosa né buona né bella.
La vita che scorre avversa, banale, bella. Gli impicci, la routine, il mondo là fuori, la guerra e se si è fortunati a scampare da quella allora compare la noia, che a dirla tutta è una guerra anche quella, pronta a sbaragliarti la vita attraverso colpi perversi e raffiche improvvise.
Ti piomba addosso come un machete la noia e riduce il tuo equilibrio in poltiglia, lo rende fango, palude. E per uscire da quel pantano bisogna escogitare un’infinità di alternative tanto da rendere i nostri giorni complessi e frenetici, grovigli di effimeri inganni che conducono al nulla.
Allora un viaggio, una giornata folle, un taxi, un bar, un incidente aereo, un regalo di compleanno consegnato in ritardo sono tasselli di Lego che compongono le nostre vite, tutte uniche ma sorprendentemente simili e imperfette.

Questo melting pot quotidiano che funziona da minimo comune multiplo per la maggior parte delle esistenze fa da sfondo alla pièce Per lei nel giorno del suo compleanno, diretta da Francesco Bianchi e abilmente interpretata da Simone Tangolo e Monica Buzoianu andata in scena ieri sera in Piazza Vittorio Veneto a Chiusi. Festival Orizzonti.

Due attori, due, figure, due corpi sul palco, un uomo e una donna che attraversano la banalità della vita, il quotidiano e frenetico accadere delle cose ed hanno perso di vista il senso profondo di essere parte di un progetto più grande.
Il continuo arrancare, correre per arrivare da qualcuno o da qualche parte per poi subito ripartire con la valigia tra le mani sempre pronta, sempre piena di cose inutili che nei nostri viaggi quasi mai utilizzeremo ci rende fuori tono, ci proietta fuori asse, ci conduce lontano dal motivo per il quale siamo chiamati vivere.
Affinchè la nostra esistenza possa riappropriarsi di un senso profondo occorre avere la lucidità di un bambino, ritornare al tempo che fu, come dice Proust, riprenderci il coraggio e avere la forza di dire :”No, questo non lo faccio. Questo lo elimino a favore del tempo, del tempo che voglio dedicare a me e alle cose che amo”.

“Non siamo mica il sole !”, dice sul finale l’uomo della storia.
No, non siamo il sole che se non sorge crea un danno irreparabile; le nostre caotiche esistenze non sono indispensabili per nessuno alla fine. Il nostro essere determinanti per qualcosa o qualcuno è a breve scadenza, che ci piaccia o no, e ne dobbiamo prendere atto.
Gli affanni, le corse sfrenate verso guadagni e successo, la gloria, le luci della ribalta o fosse anche l’approvazione melliflua del capo ufficio, tutto ci allontana dall’essenza di un buon vivere.
Bianchi nella sua opera non fa sconti a nessuno. Tutti paghiamo le conseguenze della nostra claustrofobica frenesia. Il marito, la moglie, la cameriera del bar, il tassista siamo noi, soli nel nostro naufragare. La nostra valigia è soltanto un accessorio ingombrante, un rigido aggeggio che al massimo funge da appoggio; inutile, stupida, silente ma talvolta indispensabile per non crollare.
Per riprendere la giusta rotta le frequenze su cui bisogna sintonizzarsi sono altre, quello che realmente fa muovere il mondo non siamo noi con i nostri mille impegni e progetti quanto piuttosto un meccanismo interno e profondo.
E’ una forza invisibile molto simile alla luce che illumina chi la dà e chi la riceve, è un motore unico e salvifico che move il sole e le altre stelle (Dante, Paradiso, vv.39-145), l’amore.
La vita su questa terra può essere un inferno, il più delle volte certamente un purgatorio, ma se guidati da essa possono esserci attimi di paradiso di rara ed unica bellezza, così forti e potenti da essere in grado di tenere su anche tutto il resto.
Ieri sera al Prato A lei nel giorno del suo compleanno ci ha fatto pensare a tutto ciò.
E il festival continua… Continuate a seguirci!

Paola Margheriti

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