FESTIVAL ORIZZONTI: E “I MACCHIATI” TRASFORMARONO CHIUSI IN UN CORPO UMANO PULSANTE

mercoledì 02nd, agosto 2023 / 17:39
FESTIVAL ORIZZONTI: E “I MACCHIATI” TRASFORMARONO CHIUSI IN UN CORPO UMANO PULSANTE
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“Un’altra estate qui, un’altra volta qui più disinvolta e prepotente che mai (…)”,cantava Renato Zero in Spiagge e con l’estate Chiusi spalanca di nuovo le sue porte al Festival Orizzonti diventando un teatro a cielo aperto a tutti gli effetti.
Il paese si fa spazio scenico, parterre, retroscena, proscenio: attori, direttori di scena, organizzatori, visitatori calcano le strade calde con una verve insolita e passeggiando per via Poresenna, via Arunte, il Prato e l’Olivazzo si capta un mood frizzantino che invoglia i più ricettivi a tuffarsi dentro storie avverse o inverse che dir si voglia.
Lunedì 31 agosto la cittadina etrusca ha fatto da sfondo alla pièce dei Macchiati (Irene Bonzi e Alessandro Manzini) Viaggio nel corpo, un percorso itinerante che ha coinvolto adulti e bambini in un eclettico giro volto alla scoperta di quei meccanismi che regolano gli equilibri interni del nostro corpo.
Ogni organo gioca un ruolo determinante per mantenere bilanciate le reazioni che avvengono al suo interno ed ecco quindi l’importanza che hanno i cinque sensi per la conoscenza del mondo, il ruolo dei polmoni durante il respiro e per l’ossigenazione del sangue, il fegato e lo stomaco che anche se non sembra vivono in simbiosi ed amicizia. L’intestino che espelle ma che di nascosto produce e ci difende; la pelle che ci mette la faccia ma sempre risplende, anima e cuore intrinsecamente legati tanto da far diventare i moti dell’una i battiti dell’altro. Il cervello che tutto comanda, ma non ignora il suo sesto senso.
Una pièce fuori dagli schemi dunque quella ideata e diretta da Irene Bonzi ed Alessandro Manzini dove gli spettatori trasformati in globuli rossi e suddivisi per gruppi sanguigni vengono guidati da giovani cellule nervose alla scoperta di come e di cosa siamo fatti.
Equilibri perfetti, incastri ingegnosi e brillanti ci consentono di vivere; l’udito, il tatto, l’olfatto, la vista, il gusto ci mettono in connessione con il mondo e ci consentono di goderne.
Quello che ci propongono i Macchiati è un teatro in movimento, in continuo divenire, un vortice che comprime, cattura, smuove e trasporta .
Ci troviamo di fronte ad una prospettiva dove il pubblico da spettatore passivo diventa personaggio quindi parte integrante della rappresentazione e contribuisce sia alla sua evoluzione che alla sua riuscita.
Questo aspetto lega l’estro innovativo e rivoluzionario di fare teatro di Bonzi e Manzini con l’epoca moderna e la tradizione shakespeariana quando lo spettatore si mescolava all’attore e la scena era più un divenire piuttosto che un rappresentare.

Con i Macchiati i luoghi attigui a San Francesco infatti hanno subito nella stessa sera diverse tangibili metamorfosi: il chiostro si è rivelato un GLOBE THEATRE perfettamente adatto alla situazione, una sorta di Wooden 0 all’italiana dove gli spettatori hanno atteso in maniera composta l’inizio della pièce, diventando poi giardino dei cinque sensi, luogo di smistamento di globuli rossi e cellule nervose infine il punto di connessione tra midollo spinale e cervello. La scalinata della Chiesa si è trasformata in spazio aperto per l’unione profonda di anima e cuore e lo stretto passaggio retrostante il giardino che porta ai piani superiori si è rivelato eccellente per incastonare il dialogo tra utero e vulva.
L’ingegnosità dei Macchiati ha avuto massima espressione in questo gioco di incastri ed equilibri; è stato fatto un grande lavoro di regia, i testi sobri ed efficaci si sono mostrati adatti ad intrattenere ogni sorta di pubblico.
Il duo Bonzi- Manzini si rivela ancora una volta una grande risorsa per il territorio; menti esplosive e capaci contribuiscono con i loro progetti ad ampliare gli orizzonti del teatro contemporaneo.
Nel 1614 a Londra gli spettatori pagavano un penny per entrare al Globe e vedere, stando in piedi, una delle tante rappresentazioni dei Lord Chamberlain’s men di cui anche Sir William Shakespeare faceva parte; ecco noi siamo convinti che oggi molti amanti del teatro pagherebbero ben più di un penny per i pensieri dei Macchiati e per poter intravedere che cosa bolle in pentola per le stagioni future.
Altri viaggi interstellari, atri percorsi fantascientifici ci attendono, ne siamo sicuri, facendoci diventare sempre più protagonisti e molto meno spettatori.
E’ questa la nuova tendenza , è questo il vero progetto per un percorso artistico nuovo e inclusivo: abbattere le barriere che separano gli elementi essenziali del teatro e rendere attori e pubblico una cosa sola, un unico corpo che condivide in modo imprescindibile la stessa passione .
La linea netta che un tempo separava il palcoscenico dalla platea si sta assottigliando e piano piano andrà a scomparire, ce lo dimostrano i Macchiati ogni volta che i loro attori vanno in scena e a nostra insaputa ci prendono per mano e ci trascinano nel vortice della narrazione insieme a loro.
Stay Tuned! Macchiati work in progress.

Paola Margheriti

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