OVERTOURISM… TROPPI TURISTI. MONTEPULCIANO BOCCHEGGIA. COME SI TROVA UN EQUILIBRIO?

lunedì 19th, giugno 2023 / 15:36
OVERTOURISM… TROPPI TURISTI. MONTEPULCIANO BOCCHEGGIA. COME SI TROVA UN EQUILIBRIO?
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Ci sono paesi e città che nonostante possano vantare una gran mole di “tesori” storico-artistico-archeologici e magari anche qualche specialità culinaria da mettere sul piatto non riescono proprio a decollare dal punto di vista turistico.  E’ il caso di Chiusi, per fare un esempio. Una  città che ha anche una  stazione importante e per questo motivo è anche il primo approdo di tanti turisti che poi si sparpagliano nei dintorni, dalla Valdorcia al Trasimeno, all’Amiata…

Poi ci sono città e paesi che 15-20 anni fa erano più o meno come Chiusi e adesso invece hanno il problema inverso: overtourism lo chiamano. Sovraffollamento da turisti che cominciano a diventare troppi. E siccome le città non sono come i lavandini che hanno la valvola o  il foro del “troppo pieno” per facilitare il deflusso, il problema diventa serio. Basta scorrere sui social le pagine di vari gruppi locali per rendersene conto. Sulla pagina fb “Piazza poliziana” per esempio, sono frequenti i post che pongono la questione relativamente a Montepulciano.

La “perla del ‘500”, capoluogo di fatto della Valdichiana senese, è da qualche anno a questa parte una delle mete privilegiate del turismo sia domenicale che “esperienziale” e la città, che è bellissima e forse l’esempio più completo e ricco di architettura rinascimentale, scoppia letteralmente. Come San Gimignano o Cortona, per non andare troppo lontano…

Montepulciano è bella, ma anche un po’ scomoda. Ha un “corso” lungo due chilometri, la piazza principale non ce l’ha nel mezzo, ma in cima, nel punto più alto. Il “Pollicino” (bus elettrico) pubblico è l’unico “impianto di risalita e di discesa”. Non ci sono scale mobili e ascensori. Trovare posteggio è  impresa ardua, spesso impossibile.

Il turismo porta soldi, reddito, notorietà, non vi è  dubbio. L’overtourism (il troppo pieno) invece crea disagi e problemi soprattutto ai residenti, ma non solo ai residenti.

Questi ultimi a leggere i post sui social sono piuttosto arrabbiati, per la mancanza di parcheggi, per il rumore di fondo che le orde di turisti provocano, per  la trasformazione della città (una delle più belle d’Italia sotto l’aspetto architettonico) in una sorta di disneyland fatta di ristoranti, bistrot, enoteche, negozietti extralusso per turisti facoltosi. E’ vero che il turismo di massa fa lievitare i prezzi delle abitazioni e questo può essere positivo per chi le possiede, ma oltre al prezzo degli immobili, sale anche quelli degli alimentari e dei prodotti di largo consumo nei supermercati,  salgono quelli dei servizi e degli affitti per le attività  commerciali o artigianali…

Questo porta di fatto ad uno svuotamento del centro storico che diventa sempre più cartolina e sempre meno città reale… Insomma Montepulciano -dicono i poliziani – rischia di perdere le sue caratteristiche peculiari e di diventare solo una grande paninoteca, perché anche i ristoranti, numerosissimi, hanno prezzi decisamente fuori scala rispetto alla media del territorio. Non è difficile trovare un piatto di pici a 21-22 euro, quando in qualsiasi ristorante di medio livello nella zona lo trovi a 12…

Ovviamente l’overtourism riguarda anche Pienza. E potrebbe riguardare in prospettiva San Casciano dei Bagni dove, dopo la scoperta dei famosissimi bronzi del Bagno Grande, i prezzi degli immobili sono pressoché raddoppiati. In meno di 6 mesi. E i bronzi a San Casciano ancora nessuno li ha visti. Arriveranno quando sarà pronto l’apposito museo, tra un paio d’anni, minimo. Ora per vederli bisogna andare al Quirinale a Roma…

Il turismo è  una bella medicina  per l’economia locale, per il rilancio di paesi e città, ma come con tutte le medicine, non bisogna esagerare col dosaggio. Dietro al luccichio dei “dollari” (pare che molti dei turisti che si stanno affollando in queste terre siano americani) c’è sempre il rovescio della medaglia con il rischio che  il “troppo pieno” faccia  tracimare il fiume, scontentando tutti: i turisti che arrivano e trovano situazioni incresciose che non si aspettavano e i residenti e gli operatori locali costretti a fare i conti con prezzi sempre più alti di tutto e con carenza di servizi e infrastrutture adeguate, tanto da sentirsi stranieri a casa propria o espulsi da casa propria. Esiliati.

Come si evita questo rischio? Qualcuno parla di “numero chiuso”. Qualcun altro chiede semplicemente investimenti nei posteggi, negli impianti di risalita/discesa, in una politica abitativa che non favorisca le speculazioni e l’espulsione dei residenti dai centri storici; altri ancora propongono una più attenta e puntuale politica territoriale che porti ad una distribuzione non solo più equa, ma anche più  gestibile dei flussi.

Ma qui entrano in gioco i sindaci, le amministrazioni, le associazioni di categoria, i sindacati…Entrano in gioco le scelte di area, l’Unione di Comuni, la Regione…  La presenza di Chianciano nel territorio, come centro di ricettività elevata e a prezzi meno proibitivi, può aiutare dei ragionamenti in tal senso.

Per essere più chiari, Montepulciano per la qualità della città merita il boom turistico che ha avuto e sta registrando ancora, ma non è possibile che una città come Chiusi, con la “dote” di tesori che si ritrova e con la storia che ha (e che è superiore a tutte le città dei dintorni, non solo per il periodo etrusco, ma anche per le epoche successive), resti infintamente indietro e non raccolga nemmeno le briciole che avanzano a Montepulciano o a Pienza…

Questo è il nodo e tutto il territorio dovrebbe porsi il problema.  E dovrebbe farlo prima che le realtà in difficoltà (come Chiusi) scivolino in un baratro senza fine e le realtà in overtourism scoppino e implodano su sé stesse per ingordigia e manìe di accumulazione…

La discussione in atto su stazione in linea per l’alta velocità o valorizzazione della stazione di Chiusi-Chianciano, anche per quanto riguarda i flussi turistici che sono la maggior parte dell’utenza ferroviaria, almeno dei Frecciarossa e degli IC, potrebbe essere uno degli argomenti su cui basare anche i ragionamenti sulla politica turistica nel territorio. Certo, servirebbe che tutti lavorassero nell’interesse e per il bene del territorio stesso, non per tirare acqua al proprio mulino. O peggio ancora per mostrarsi allineato e coperto con chi comanda e quindi magari meritevole di qualche contentino…

m.l.

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