LA DIGA SALTATA IN UCRAINA COME IL “MURO GROSSO” CHE FECE IMPALUDARE LA CHIANA DA FABRO AD AREZZO

giovedì 08th, giugno 2023 / 10:55
LA DIGA SALTATA IN UCRAINA COME IL “MURO GROSSO” CHE FECE IMPALUDARE LA CHIANA DA FABRO AD AREZZO
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Non è chiaro chi sia stato a far saltare la diga che ha causato una grande alluvione con danni ingentissimi nella zona di Kherson in Ucraina. Gli ucraini e tutto il coro occidentale accusano i russi, i russi accusano gli ucraini. Quello che si sa è  che la diga distrutta garantiva un corretto rifornimento idrico per la Crimea e il rifornimento per l’acqua di raffreddamento per la centrale di Zaporozhye in mano ai russi e che le popolazioni allagate sono soprattutto russe o tornate sotto il controllo russo.
Sembra più un atto di terrorismo che una azione di guerra. Come quando è stato fatto saltare il gasdotto nel Mare del Nord.
In guerra tutto può succedere, ma se uno si pone la classica domanda “cui prodest”, viene difficile pensare che i russi si autobombardino in modo da creare problemi nelle zone riconquistate e anche alle loro stesse truppe, sia nell’immediato che in prospettiva dato il disastro ambientale provocato.
La regione di Kherson potrebbe infatti diventare una grande palude. Processo favorito anche dal fatto che gli ucraini hanno aperto le chiuse di Zaporozhye, scaricando acqua nel Dnepr e dunque nella zona inondata… Questo lo sostengono alcuni siti russi che rilanciano video e notizie che arrivano direttamente dai luoghi interessati.
Tutti i media nostrani insistono sulla grande controffensiva ucraina (che però nei fatti non vi vede) e sul disastro della diga danno la colpa ai russi, sorvolando o dicendolo solo en passant o a bassissimo volume, che potrebbero essere stati gli ucraini, come sostengono i media russi. E questo semplicemente perché guardando i fatti, il disastro che si è determinato sembra danneggiare più i russi che gli ucraini..
La propaganda, in guerra, conta quanto le armi. Questo lo abbiamo capito. E i media occidentali sono sempre più piegati alle logiche della propaganda che a quelle dell’informazione.
Detto questo, la vicenda della diga bombardata con conseguente inondazione e impaludamento di una vasta zona ricorda un fatto storico di 1000 anni fa.
Intorno al 1100 gli orvietani, per contrastare e neutralizzare la potenza di Chiusi, innalzarono il “muro grosso”, uno sbarramento per chiudere il flusso del fiume Clanis. una via d’acqua che era una sorta di autostrada navigabile che portava a Roma uomini e merci. Il muro grosso fece alzare il livello del Clanis in tutta la sua valle: da Fabro fino ad Arezzo. Del declino di Chiusi, che era nel mezzo, dovuto all’impaludamento, parla anche Dante nel canto XVI del Paradiso della Divina Commedia. Ci vollero 600 anni prima che la Val di Chiana venisse bonificata e resa di nuovo una terra ospitale e abitabile e non una palude mefitica e malarica in cui era più facile morire che vivere.
Anche 1000 anni fa la guerra si faceva con espedienti del genere. L’acqua usata come arma strategica di distruzione di massa. All’epoca bastò un muraglione per sbarrare un fiume che correva lento… oggi si fa saltare un diga. E tutto avviene più rapidamente. Ma l’effetto, in definitiva, è identico. Oggi, come allora.
Sono passati 1000 anni e non è cambiato niente. Quelli intorno all’anno Mille sono stati definiti “secoli bui”, oggi invece… tutta luce.
m.l
Nella foto (La Presse): un’immagine dell’inondazione provocata dalla distruzione della diga
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