STRAGE DI FIDENE: DUE DELLE DONNE UCCISE AVEVANO AMICI E CONOSCENTI A CHIUSI ED ERANO HABITUE’ DEL TERRITORIO

domenica 08th, gennaio 2023 / 11:19
STRAGE DI FIDENE: DUE DELLE DONNE UCCISE AVEVANO AMICI E CONOSCENTI A CHIUSI ED ERANO HABITUE’ DEL TERRITORIO
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CHIUSI –  Ricordate la strage di Fidene, alle porte di Roma, dell’11 dicembre scorso? Un uomo di 57 anni, Claudio Campiti fece irruzione in un locale dove era in corso una riunione di condominio e cominciò a sparare con una pistola, uccidendo sul colpo tre persone e colpendone altre. Una quarta morì qualche giorno dopo. Quattro donne: Sabina Sperandio, Nicoletta Golisano, Nicoletta Silenzi e Fabiana De Angelis, questi i nomi delle vittime. Ne scriviamo adesso perché due delle donne uccise da Campiti a Fidene avevano un rapporto di amicizia di lunga data con una famiglia chiusina, la famiglia Ceccherini (Miriano, ferroviere in pensione, assessore comunale negli anni ’70, la moglie Anna maestra elementare in pensione anche lei e il figlio Maurizio). Con Fabiana De Angelis, la donna morta per ultima in ospedale, i Ceccherini erano amici dal lontano 1985: vacanze insieme, visite reciproche, cene, partecipazione degli uni alle feste familiari degli altri, telefonate frequenti per saluti e auguri… Anche Nicoletta Golisano, amica e socia di Fabiana De Angelis nell’avviato studio che teneva l’amministrazione dei condomini (tra i clienti anche il primo ministro Giorgia Meloni, amica personale di Nicoletta) era diventata amica dei Ceccherini. 

“L’ultima telefonata con Fabiana c’è stata l’8 dicembre, tre giorni prima della tragedia”, racconta sconvolto Maurizio Ceccherini, praticamente coetaneo e amico dai tempi dell’adolescenza con la donna…  Maurizio racconta che Fabiana e Nicoletta amavano molto Chiusi e il territorio circostante, erano diventate delle habitué: apprezzavano molto le bellezze naturali e i monumenti della zona, avevano visitato il Museo Nazionale Archeologico, il “Labirinto di Porsenna” a Chiusi, ma anche Città della Pieve, Pienza, Montepulciano… Più volte hanno assistito ai Ruzzi della Conca ( “e tutte le volte ha vinto la Fornace” ricorda ancora Maurizio). Apprezzavano la cucina toscana e in particolare quella tipica del Lago di Chiusi, con il “brustico” al primo posto nelle preferenze. Per anni hanno frequentato ristoranti e locali chiusini o dei dintorni insieme alla famiglia Ceccherini e anche ad altri loro amici…

C’è insomma una parte di Chiusi che è rimasta tramortita e sgomenta dalla strage dell’11 dicembre a Fidene, una strage che ha spezzato legami forti e consolidati e che resta incomprensibile, per le modalità e la dinamica del fatto.

L’assassino Claudio Campiti, subito fermato e arrestato, ha sparato con una Glock calibro 45, prelevata mezz’ora prima di fare irruzione nella riunione condominiale a Fidene, al Poligono di Tiro Nazionale di Tor di Quinto, insieme a quasi 200 proiettili. L’uomo era iscritto al Poligono, ma non si capisce come abbia potuto andarsene portandosi via la pistola. Tanto più che nessuno lo ha visto sulla linea di tiro (così c’è scritto nel Decreto di di fermo della Procura di Roma). Evidentemente era andato al Poligono con il proposito di prelevare quell’arma, che aveva già usato in passato e che conosceva bene e non aveva alcuna intenzione di sparare a bersagli e sagome di carta…

Ma come abbia potuto eludere i controlli, che, per ovvie ragioni,  dovrebbero essere piuttosto ferrei resta un mistero. Infatti la struttura è stata posta subito sotto sequestro.

L’uomo era già stato denunciato per minacce e nel 2020 gli era stato negato il porto d’armi. Anche lui faceva parte del Consorzio Valle Verde (l’organismo condominiale) verso il quale nutriva un odio viscerale per questioni pregresse. Lo descriveva e definiva come “un’associazione mafiosa”. In sostanza avrebbe compiuto la strage per una sorta di vendetta personale. Oltre alla pistola Glock 45 del poligono di Tor di Quinto, Campiti era in possesso, al momento del fermo, anche di un pugnale, che forse pensava di usare come arma di riserva…

Una scena da film, che ricorda da vicino anche alcune stragi che ciclicamente avvengono negli Stati Uniti, dove squilibrati a volte animati da propositi razzisti, suprematisti, nazistoidi, sparano all’impazzata nei supermercati, nelle scuole, negli uffici… In Italia è meno facile che negli Usa acquistare un’arma, fucili e pistole non si trovano al supermercato, ma anche in Italia il possesso di armi da parte di persone in qualche modo già “attenzionate” dalle forze dell’ordine per precedenti episodi, è un problema serio. Se si guarda per esempio al numero di omicidi-suicidi (compresi alcuni femminicidi) si vedrà che una buona percentuale vede protagoniste persone in possesso di armi per motivi di lavoro (ex militari, ex poliziotti o guardie giurate…). Se poi è addirittura un gioco da ragazzi portar via una pistola calibro 45 (non una scacciacani) da un poligono di tiro nazionale, le domande aumentano…

m.l. 

 

Nelle foto (Roma Today): in alto Fabiana De Angelis e sotto Nicoletta Golisano con l’amica Giorgia Meloni

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