CHIUSI, SULLA STAZIONE IN LINEA GLI ALLEATI SPARANO SU PD E SINDACO. CHIESTO UN PRONUNCIAMENTO CHIARO. LA MAGGIORANZA CONSILIARE RISCHIA DI SALTARE

mercoledì 26th, ottobre 2022 / 17:56
CHIUSI, SULLA STAZIONE IN LINEA GLI ALLEATI SPARANO SU PD E SINDACO. CHIESTO UN PRONUNCIAMENTO CHIARO. LA MAGGIORANZA CONSILIARE RISCHIA DI SALTARE
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CHIUSI – Due giorni fa la polemica uscita del Psi dalla coalizione di centro sinistra. Oggi un altro siluro si abbatte sulla maggioranza e sulla giunta Sonnini. Con un documento congiunto firmato insieme da Possiamo, Sinistra Civica ed Ecologista e Movimento 5 Stelle anche le altre componenti della coalizione prendono le distanze, decisamente, dalla linea e dai metodi del Partito Democratico e della Giunta. In questo caso su un tema specifico, quello delle infrastrutture e della fantomatica stazione in linea per l’alta velocità. Le tre forze alleate del Pd, chiedono all’Amministrazione Comunale “un pronunciamento chiaro e netto”. Evidentemente le assicurazioni della segretaria Pd Simona Cardaioli e del sindaco Sonnini di qualche giorno fa, in relazione al sit-in che i sindaci della Valdichiana faranno a Firenze sotto la sede di RFI il 7 novembre, non sono bastate.
E al di là della richiesta di un pronunciamento, il tono del documento, su come si sono mossi sindaco e Pd, è molto critico. Al limite della rottura conclamata.  Podemos, S.C.E e M5S lamentano il mancato coinvolgimento della coalizione, del gruppo consiliare e dei cittadini e parlano di “mille ambiguità, chiedendo interventi importanti sulla stazione di Chiusi ma al contempo strizzando l’occhio alla possibilità di una stazione in linea a Montallese o forse a Tre Berte o perché no anche a Bettolle, tutto questo per non farla aggiudicare ad Arezzo, che la rivendica”. Parlano di “più completa assenza dei strategie”…
Parole dure. Che lasciano poco spazio alle interpretazioni.
Ecco il testo del comunicato:
Da mesi il PD chiusino sta portando avanti, in completa solitudine, se si eccettua qualche superficiale discussione in coalizione, l’azione politica riguardo alla questione dei trasporti e delle infrastrutture. Sia in ambito strettamente partitico, che amministrativo, attraverso il sindaco Sonnini. Tutto senza il minimo coinvolgimento della Coalizione che sostiene questa amministrazione, del gruppo consiliare e men che meno dei cittadini. Nonostante da più parti sia stato richiesto un confronto sul tema. Oltretutto la campagna politica viene portata avanti tra mille ambiguità, chiedendo interventi importanti sulla stazione di Chiusi ma al contempo strizzando l’occhio e lasciando aperta la possibilità della costruzione di una stazione in linea tra Montallese e Tre Berte o perché no anche a Bettolle, tutto questo per non farla aggiudicare ad Arezzo, che la rivendica. Tutto ciò nella più completa assenza di una strategia che preveda indicazioni, almeno a livello regionale, su ciò che serve ai territori e ai cittadini che vi risiedono, ma anche per attrarre nuovi residenti e turisti. Nessuna strategia che parli del fatto di investire e puntare sui trasporti pubblici su rotaia prevedendo i necessari interventi tecnologicamente avanzati per potenziare i trasporti sulle tratte interne brevi (Chiusi-Siena Chiusi-Perugia) e ammodernare le infrastrutture già esistenti. Andare verso questa direzione permetterebbe agli utenti dei nostri territori di raggiungere agevolmente le grandi città e da qui connettersi con l’alta velocità. Sembra che i fautori della stazione in linea non abbiano chiaro il concetto che, se verranno dirottate ingenti risorse in un’infrastruttura del genere, ciò farà saltare ogni altro intervento a favore di servizi più richiesti e che soddisferebbero un numero più elevato di cittadini. In tutto ciò vi è una miopia che guarda all’interesse partitico, più che alle reali esigenze dei cittadini. Chiediamo al PD chiusino e al sindaco Sonnini un pronunciamento chiaro e preciso sulla stazione dell’Alta velocità, non è più tempo di ambiguità.
Possiamo Sinistra per Chiusi Sinistra civica e ecologista Movimento 5 Stelle Chiusi in accordo con il coordinamento regionale.
Se il Psi è uscito dalla coalizione per una questione di visibilità e di mancato riconoscimento del ruolo di alleato fedele per più di 30 anni, Podemos, Sinistra Civica ed Ecologista e M5S prendono di petto una questione specifica, molto calda, potremmo dire rovente, sulla quale si è detto e scritto molto e pure Pd e Comune si sono mossi, partecipando a convegni, iniziative di partito ed elettorali e con interviste e dichiarazioni. Gli alleati del Pd vedono nell’atteggiamento del partito di Simona Cardaioli e in quello del sindaco delle ambiguità e contraddizioni.
La loro posizione sul tema è netta: ed è una posizione contraria alla stazione in linea (ovunque si faccia) e favorevole a utilizzare la stazione di Chiusi, ammodernata e adeguata nel 2017 con una spesa di 7 milioni di euro.. Sostanzialmente è la posizione che da sempre portiamo avanti su questo giornale.
Non siamo di fronte ad una schermaglia su un problema di principio e di corretti rapporti di coalizione, come nel caso del Psi, qui siamo di fronte ad una presa di distanze sulla linea e sul metodo in relazione ad un problema molto concreto. La cosa è un po’ diversa e attiene al modo di governare.
Tra l’altro il documento congiunto anticipa la verifica di maggioranza che dovrebbe  (o avrebbe dovuto) tenersi in questi giorni. Non è escluso, visti i toni e i rilievi critici contenuti nel testo, che la verifica stessa venga superata dagli eventi.  E che dopo i Socialisti, la coalizione perda anche le altre tre gambe, lasciando il Pd isolato e con il cerino in mano, senza passare da un tavolo di confronto.
C’è anche la questione della guerra e dell’invio di armi all’Ucraina, che troverà forte audience con la manifestazione nazionale del 5 novembre (due giorni prima di quella dei sindaci a Firenze sul tema trasporti) e anche su questo versante le posizioni tra Pd e le tre componenti alleate sono piuttosto distanti, per non dire contrapposte. Due micce accese, due bombe pronte ad esplodere, insomma.
L’inedita “grosse koalition” di centro sinistra nata nel 2021 per far fuori Bettolini, quell’obiettivo lo ha ottenuto, ma per il resto si è già disintegrata da sola. Al momento non c’è più una coalizione, c’è un Pd che balbetta e tutti gli alleati che o se ne vanno sbattendo la porta o lo guardano in cagnesco latrandogli addosso… Situazione peggiore per il Pd non potrebbe esserci. Anche perché come è noto se i due consiglieri Podemos uscissero dalla maggioranza e passassero all’opposizione, anche in consiglio si creerebbe una situazione complicata con un 6-6 nell’assemblea e il voto del sindaco determinante ogni volta. Basterebbe una defezione, per qualsiasi motivo, che Sonnini rischierebbe di andare in minoranza… E quindi a casa. Arriverà il soccorso rosa pallido di Barbanera? Si vedrà. Potrebbe essere una soluzione. Ma di certo il progetto politico sbandierato dal Pd come “laboratorio politico da prendere a modello” è già miseramente naufragato.
M.L.
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