CHIUSI, QUEL BIBLIOBUS SULLE ORME DI… BIANCIARDI. ORA IL COMUNE NON DIMENTICHI OTTIERO OTTIERI

venerdì 10th, giugno 2022 / 18:19
CHIUSI, QUEL BIBLIOBUS SULLE ORME DI… BIANCIARDI. ORA IL COMUNE NON DIMENTICHI OTTIERO OTTIERI
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CHIUSI – Nei giorni scorsi a Chiusi girava una insolita biblioteca. In piazza XXVI Giugno allo Scalo e a Montallese ha fatto sosta infatti il “Bibliobus”, un pulmino-biblioteca, della Cooperativa Sociale Pleiades dedicata alla promozione della lettura e della biblioteca al di fuori delle sue sedi tradizionali. L’iniziativa è stata partecipata e molto apprezzata soprattutto dai bambini, che oltre che fruire autonomamente del servizio offerto dal Bibliobus hanno avuto modo, grazie ai libri, di socializzare tra loro regalando uno splendido esempio anche a noi adulti. “È importante – dichiara l’assessora al Sociale Maura Talozzi – garantire l’accesso alla lettura e ai servizi della biblioteca a tutti, grandi e piccini, residenti nel centro storico e nelle frazioni, cercando di dare pari opportunità anche a chi vive più lontano dalla biblioteca, magari con l’aiuto di servizi creativi come il Bibliobus o con la coprogettazione con le associazioni”.

Il bibliobus, ovvero la biblioteca itinerante non è una novità assoluta. A coniare il termine “bibliobus” fu lo scrittore  Luciano Bianciardi che come bibliotecario di Grosseto negli anni ’50 cominciò a girare per le campagne maremmane  con un camioncino sgarrupato pieno di libri, per “alfabetizzare” e abituare alla letture il proletariato e le masse contadine, portando la biblioteca a casa loro…  Cose simili erano state già sperimentate dal dopoguerra in Emilia. Quello di elevare il livello culturale delle masse era allora un problema molto sentito e una necessità per la sinistra e per Biancardi era a sorta di ossessione. Anche se nel suo pamphlet autobiografico “Il lavoro culturale” ci ironizza sopra, prendendo di mira anche certe rigidità, per esempio, del fronte comunista.

In un articolo del 1954, il suo amico e collega Carlo Cassola scrive che Bianciardi da bibliotecario a Grosseto era riuscito ad avere “700 utenti, per un totale di 5.700 libri presi a prestito, con un indice di 7 libri l’anno pro capite in un Paese di 25mila abitanti, 40mila con le frazioni”…

Altri tempi. Bianciardi che è morto nel 1971 a soli 49 ani, quest’anno ne compirebbe 100.  Fa un certo effetto sentir parlare oggi, nel 2022, in piena era tecnologica e digitale, dove anche i bambini di 6 anni hanno in mano il cellulare, di Bibliobus, di biblioteche itineranti che portano in giro per i paesi e i quartieri quel vecchi strumenti che sono i libri di carta… Quelli che si sfogliano e sfogliandoli  si sente l’odore di inchiostro. Noi saremo anche un o’ nostalgici di figure e di scrittori come Bianciardi e dei tempi che furono, ma ad occhio e croce, iniziative come il Bibliobus non ci sembrano un tuffo ne passato, quanto un passo avanti. E ci piacerebbe che i cittadini, anche quelli adulti si riabituassero alla lettura, a frequentare le biblioteche comunali. Di librerie ce ne sono poche, purtroppo. Molte hanno chiuso i battenti negli ultimi anni. Non è un bene. E’ invece importante non perdere la memoria.

Come abbiamo scritto in altro articolo, qualche giorno fa, a Grosseto sono già cominciate le celebrazioni del centenario di Bianciardi. Il 25 luglio ricorrono 20 anni dalla morte di Ottiero Ottieri, altro scrittore che come Luciano Bianciardi ha raccontato magistralmente l’Italia del boom economico e non solo. E come Bianciardi ha collaborato, da giornalista con giornali come Avanti! e l’Unità. 

Ottieri era chiusino ed è sepolto nel cimitero di Chiusi. Nel 2018 proponemmo alla giunta di allora di intitolargli una strada, una piazza, o meglio ancora la “Tensostruttura” adiacente alla Biblioteca Comunale, luogo di cultura a ricordo di una figura rilevante della cultura italiana del secondo ‘900 e del maggiore scrittore cui Chiusi abbia dato i natali. Sia la maggioranza, che le opposizioni di allora si dissero d’accordo.ma per vari motivi non se ne è fatto ancora niente. Il 25 luglio non è lontano, ma per intitolare uno spazio pubblico ad uno scrittore, non serve granché, basta una targa e una delibera. E magari una iniziativa pubblica a corredo. Non un lavoro improbo. Una volta intitolato lo spazio o il contenitore, si potrebbe pensare anche a celebrare degnamente il centenario della nascita di Ottiero Ottieri nel 2024.  Il Comune non dimentichi la ricorrenza..

M.L.

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