KOMBAT MEDIA, SE LA GUERRA UCCIDE PURE IL GIORNALISMO

sabato 09th, aprile 2022 / 12:41
KOMBAT MEDIA, SE LA GUERRA UCCIDE PURE IL GIORNALISMO
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BOMBE SULLE STAZIONI: CHIUSI 1943, KRAMATORSK 2022, COSA E’ CAMBIATO IN 80 ANNI?

CHIUSI – Ciò che è successo ieri alla stazione di Kramatorsk nel Dombass, dove un missile ha fatto 50 morti e più di 100 feriti tra i civili che stavano aspettando un treno per scappare dalla guerra, ricorda molto ciò che avvenne alla stazione di Chiusi il 21 novembre del ’43. Anche allora c’erano dei civili in attesa del loro treno, quando i bombardieri alleati scaricarono sui binari 27 tonnellate di bombe… I morti civili furono 8, alcuni ferrovieri, viaggiatori e donne colpite dalle schegge per strada… La guerra è bastarda, uccide anche chi non c’entra niente. Dicevo che il bombardamento di Chiusi e il missile di Kramatorsk in questo si somigliano, nonostante i quasi 80 anni di distanza. In 80 anni è cambiato poco.

Qualche differenza tra i due fatti però c’è. La prima è che alla stazione di Chiusi, in quel momento non c’erano solo civili in attesa di un treno, c’era anche un convoglio tedesco fermo, pronto a partire verso nord, carico di rifornimenti per le truppe. Quello era l’obiettivo delle “fortezze volanti” anglo-americane, oltre ai binari e alla stazione in quanto tale, che andava distrutta per interrompere le linee di comunicazione e rifornimento del nemico. A Kramatorsk no, non c’erano, a quanto pare, obiettivi militari precisi. La seconda differenza sta nel fatto che il bombardamento di Chiusi si sa benissimo chi lo fece. Il missile di Kramatorsk invece non si sa, con certezza, chi lo abbia sparato, né come mai sia caduto proprio lì.

Il frammento che tutte le tv hanno ripreso dice che trattasi di un Thotcka U, missile terra terra di fabbricazione sovietica in dotazione sia all’esercito russo che all’esercito ucraino. Solo che i russi dicono che loro quel tipo di arma non la usano più e sostengono che sia stato sparato dagli ucraini e che sia esploso sopra la stazione o perché colpito o perché sfuggito al controllo… La guerra è anche propaganda e conflitto mediatico. Zelensky parla di ennesimo crimine di guerra da parte degli assedianti russi, i russi danno la colpa alla resistenza ucraina che sparerebbe sui civili per non farli scappare via e usarli come scudi umani…

Mentre tutti i media mainstream diffondono le immagini della strage di Kramatorsk e quelle di Ursula Von del Leyen davanti alle fosse comuni di Bucha, mentre nei talk show si parla di un esercito russo in difficoltà e per questo più incattivito, anche e soprattutto contro i civili, circolano sul web anche video e reportage di altro tenore. Ce n’è uno in cui si vedono militari ucraini che giustiziano in modo sommario dei soldati russi catturati, c’è n’è un altro realizzato dal reporter italiano Nicola Rangeloni e visibile su youtube, nel quale parecchi cittadini di Mariupol parlano dei russi come di “liberatori” e di violenze inaudite da parte dei nazisti ucraini che avrebbero sparato anche alla gente in fila davanti ad un pozzo per l’acqua. Il video dura quasi 10 minuti ed è girato nelle strade di Mariupol ridotte a un deserto, tra carcasse di auto e mezzi militari bruciati, macerie, tombe improvvisate, scavate nella aiole e nei giardinetti… Altri video e altre testimonianze parlano di reparti speciali border line, da entrambe le parti. Non solo i famigerati e sanguinari ceceni di Kadyrov al fianco delle truppe russe, o i filonazi del battaglione Azov con gli ucraini, si parla anche di altro: mercenari islamici, ceceni anti russi…

A tutto ciò va fatta, come sempre, la tara… se una cosa è emersa chiaramente in questi 45 giorni di guerra, è che di vero e chiaro ci sono solo i morti e le macerie. E’ evidente che la propaganda russa tenda a minimizzare, ad addebitare ad altri le responsabilità, a tenere all’oscuro la sua popolazione anche sulle perdite subite; è evidente che senza l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia cominciata il 24 febbraio, tutto ciò che è successo dopo non sarebbe successo, questo deve essere tenuto presente. Però va fatta la tara anche all’informazione “univoca” di parte occidentale che non solo esaspera i toni in un solo senso e bolla come propaganda filoputin tutto ciò che non sia perfettamente allineato e coperto, guardandosi bene dal mostrare i video e le testimonianze che dicono cose diverse…

Per esempio quante Tv hanno riproposto l’intervista del giornalista italiano Giorgio Bianchi alla ragazza ucraina  simbolo del bombardamento dell’ospedale pediatrico di Mariupol? Molti media internazionali, quando la giovane ha ritrattato la versione iniziale, dicendo che non c’era stato nessun bombardamento dal cielo e che erano stati gli ucraini ad occupare l’ospedale, sostennero che era stata rapita dai russi e costretta a dire quelle cose… Bene, Bianchi, facendo quello che dovrebbero fare tutti i giornalisti, l’ha cercata e l’ha intervistata, non l’ha trovata prigioniera dei russi. La ragazza ha confermato a Bianchi pienamente la radicale smentita delle versioni della prima ora, quelle difese con le unghie e con i denti da da tutti i grandi media.

Un frammento, l’intervista di Bianchi, che ci dice che nulla può essere preso per oro colato quando c’è una guera. Invece la verità è fondamentale. Altrimenti ci faranno credere non solo che la guerra è giusta, ma che è pure ineluttabile che si allarghi. Ci faranno credere, come ha cominciato a fare pure il presidente Draghi, con la domanda sui condizionatori, che non c’è alternativa alla guerra e che dobbiamo prepararci al peggio, o nella migliore delle ipotesi, ad una lunga stagione di sacrifici e di penuria… Lo stanno già facendo in tanti e paradossalmente le parole più caute sono ancora quelle dei generali: Mini, Bertolini, Tricarico. Ascoltate ciò che dicono e noterete la differenza con i nostri politici e i nostri commentatori Tv che come al tempo del covid erano diventati tutti virologi, adesso sono tutti esperti di strategie militari e di geopolitica…

L’alternativa alla guerra c’è, si chiama pace, si chiama negoziati, si chiama diplomazia, e si chiama pure informazione corretta. In questa assurda guerra nel cuore dell’Europa sono già morti molti soldati, molti volontari e molti, troppi, civili. Ma è morta anche una bella fetta di verità e di giornalismo, purtroppo.

m.l.

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