CHIUSI SCALO, QUALI FACCIATE PER LE OPERE DI STREET ART. NE VOGLIAMO PARLARE?

lunedì 17th, gennaio 2022 / 18:52
CHIUSI SCALO, QUALI FACCIATE PER LE OPERE DI STREET ART. NE VOGLIAMO PARLARE?
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CHIUSI SCALO – Due settimane fa, su queste colonne, parlando delle belle opere di street art del giovane chiusino Falco Luca Poggioni, abbiamo rilanciato una vecchia idea. Quella di trasformare Chiusi Scalo (ma il discorso può valere anche per altri centri abitati, Chianciano per esempio) ina sorta di galleria d’arte a cielo aperto, facendo dipingere alcune facciate o pareti di edifici oggi spoglie e ingrigite dal tempo da artisti di street art…  La proposta l’avevamo già fatta nel 2018. E nel frattempo qualcosa a Chiusi è stato fatto: sono stati ripristinati (rifatti) i murales sulla barriera di cemento che costeggia la ferrovia a Montallese, lungo la SR 326. E’ stato dipinto il casotto dei bagni pubblici ai giardini dello Scalo. Ma, come dicevamo nell’articolo di qualche giorno fa, ci piacerebbe che si andasse un po’ oltre. E allora, anche se a Chiusi sembra ormai in voga il gioco del silenzio a cui nessuno si sottrae, vorremmo puntualizzarla meglio.

Quando parliamo di “facciate”, pareti o spazi che potrebbero essere oggetto di restyling con opere di street art pensiamo a cose come queste:

nelle foto vediamo pareti piuttosto anonime che si trovano in via Raffello Sanzio e via C. Colombo, zona Mar Nero. Oppure  in via Buonarroti e via Manzoni. E ancora in via Pasubio e via Fabio Filzi… Ma ce ne sono molte altre. Questi sono solo alcuni esempi.

Ecco, sono spazi grandi, liberi da finestre, terrazzi o altro. Alcuni sono privati, altri di proprietà di enti o aziende pubbliche.

Ovviamente il restyling dovrebbe avvenire sulla base di un progetto, discusso e concordato, quindi avallato, dal Comune, che potrebbe proporre un tema specifico agli artisti o indire una sorta di concorso di idee, sul quale coinvolgere più artisti e magari anche scuole d’arte, come avvenne a suo tempo a Montallese. Potrebbe essere previsto un contributo spese da parte dell’Ente (la vernice, l’intonaco, i mezzi e le impalcature necessari…) o anche sponsorizzazioni.

Qualcuno, con cui abbiamo parlato della cosa, dopo la pubblicazione dell’articolo del 5 gennaio, ha ipotizzato soluzioni che potrebbero essere ugualmente d’effetto, ma meno complicate da realizzarsi, come ad esempio delle proiezioni sul tipo di quelle utilizzate per l’illuminazione natalizia nel centro storico. Sempre a tema e con una valenza artistica “certificata”. Potrebbe essere un’idea. Anche se le proiezioni hanno come controindicazione il fatto che sono visibili solo di notte e di notte a Chiusi Scalo non è che ci sia gran movimento. I negozi sono chiusi, anche d’estate la gente preferisce andare altrove, magari dove il clima è migliore. Ma le “installazioni artistiche luminose” potrebbero rappresentare comunque una discreta “attrazione”.

E anche le eventuali opere pittoriche di street art avrebbero bisogno di illuminazione per renderle visibili e suggestive anche di notte… L’una cosa, a nostro avviso, non esclude l’altra.

Il fatto di avere su piazza un artista già “avvezzo” a questo tipo di performance, potrebbe facilitare una valutazione. Basterebbe contattarlo e coinvolgerlo nell’elaborazione del progetto. Il che non significa affidarsi poi solo a lui per le opere. Ma essendo del “giro” Luca Falco Poggioni potrebbe certamente – se disponibile – cercare e trovare altri colleghi. 

Rimaniamo convinti che un centro abitato vivacizzato da opere pittoriche o installazioni artistiche multimediali di qualità, sparse qua e là, nel cuore commerciale, ma anche nei quartieri, troverebbe una nuova identità e nuova forza attrattiva. Come successe in passato con i primi megastore, poi i supermercati, i negozi specializzati che a Chiusi Scalo c’erano e altrove no… 

La proposta la giriamo, ancora una volta all’Amministrazione Comunale e in particolare al sindaco Sonnini e al nuovo assessore alla cultura Mattia Bischeri, ai giovani del GEC – Gruppo Effetti Collaterali, che hanno contribuito alla decorazione del casotto dei Bagni pubblici ai giardini in occasione del Lars Rock Fest 2019, alle associazioni imprenditoriali dei costruttori edili. E naturalmente ai proprietari di edifici in cui tali opere potrebbero trovare collocazione. Non vale di più un edificio con un bel dipinto che con una parete grigia e scolorita?

m.l. 

 

 

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