CHIUSI, APPELLO DEL COMUNE A RAFFORZARE IL VOLONTARIATO. IL PESO DELLE ASSOCIAZIONI NELLA CATENA DEL CONSENSO

mercoledì 19th, gennaio 2022 / 11:40
CHIUSI, APPELLO DEL COMUNE A RAFFORZARE IL VOLONTARIATO. IL PESO DELLE ASSOCIAZIONI NELLA CATENA DEL CONSENSO
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CHIUSI – Il 15 gennaio scorso sulla pagina facebook del Comune di Chiusi è apparso questo messaggio:
“Ripartiamo sostenendo le associazioni di volontariato che fanno bene al paese.
In molte associazioni di volontariato del nostro comune sono ripartite le campagne di tesseramento
e mai si sono fermate le ammissioni di NUOVI VOLONTARI.
Fare volontariato oggi è veramente molto importante, così come sentiamo il forte bisogno di
socialità, di stare insieme e collaborare per far del bene agli altri ed alla comunità.
“In tempo di Covid 19 ogni piccolo gesto dell’uomo nei confronti del prossimo ed ogni atto di solidarietà è un piccolo fiore che germoglia in un immenso prato”. (Cit. Prof. Vincenzo Comodo)
Le associazioni del comune di Chiusi non si sono mai fermate, anzi in periodo di Covid hanno, con grande difficoltà, aumentato il loro operato a favore di tutti noi, quindi sosteniamole! E diventa volontario!”
In sostanza si tratta di un appello ai cittadini ad impegnarsi, a diventare volontari, a sostenere le associazioni di volontariato. Una domanda però sorge spontanea, come diceva il buon Lubrano: spettava al Comune fare un appello del genere? Le associazioni volontaristiche sono enti privati, certo senza fini di lucro, ma pur sempre private. Anche i partiti sono, secondo la Costituzione, uno dei fondamenti dello Stato democratico, della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Per la stessa logica il Comune avrebbe dovuto fare analogo appello ai cittadini ad iscriversi ai partiti, a rafforzarli…
Ma non c’è solo questo: il riferimento specifico al periodo Covid e all’operato encomiabile delle associazioni di volontariato che si legge nella nota del Comune, sottintende una visione delle cose che nello specifico sembra voler dire “le associazioni aiutano noi, e noi dunque dobbiamo aiutare loro”. Non c’è nulla di male in un appello del genere. Ma il problema non è che mancano i volontari e le associazioni hanno bisogno di nuove forze, il problema è che alcuni servizi essenziali come la sanità territoriale, sono stati smantellati. C’è bisogno di più sanità pubblica e di una sanità pubblica più efficiente, più vicina ai cittadini, non solo di volontari. Il volontariato, per quanto valoroso ed encomiabile per l’opera che svolge non può sostituirsi o coprire le magagne di una sanità sempre più povera e latitante.
Un altro dubbio però ci assale (direbbe sempre Lubrano) ed è che l’appello dell’Amministrazione Comunale di Chiusi a rafforzare le associazioni di volontariato nasconda in realtà un altro intento: quello di rafforzare soprattutto sé stessa.
Il perché è semplice. Dicevamo poc’anzi che anche i partiti sono uno dei fondamenti dell’ordinamento democratico, strumento essenziale della partecipazione attiva dei cittadini, così come lo sono le associazioni volontaristiche. Solo che i partiti di fatto non esistono più o sono ridotti a poca cosa. A  livello di organizzazione resiste soltanto il Pd, che però è anch’esso piuttosto assente dal dibattito. I sindacati idem. La nuova catena di costruzione del consenso passa ormai, soprattutto per le associazioni. Sono le associazioni le nuove “cinghie di trasmissione” del potere polico-amministrativo. Quelle che si occupano di servizi sociali e sanitari, ma anche le altre, ovvero contrade, sodalizi vari che organizzano feste paesane ed eventi, società sportive…  Le stesse campagne elettorali – si è visto di recente anche alle amministrative di Chiusi  del 3-4 ottobre – si sviluppano e passano attraverso le associazioni che sono gli unici soggetti in grado di mettere insieme un po’ di gente.
Non è certo un mistero che a Chiusi – per rimanere nello specifico – buona parte del consenso elettorale del centro sinistra sia veicolato da associazioni come Auser, Pubblica Assistenza, Misericordia, Volto Amico, contrade… E’ così da tempo, non da oggi.
Quando a metà degli anni ’90 nella giunta Ciarini si ritrovarono Piero Rossi, Giorgio Cioncoloni e il compianto Roberto Morgantini, su primapagina (allora di carta) scrivemmo che aveva preso il potere la Vitt e il mondo della Pallavolo, di cui i tre assessori citati facevano parte. Non era una boutade, era l’embrione del compromesso storico alla chiusina, della stretta di mano tra gli ex comunisti e una parte di quel mondo cattolico espressione del Concilio Vaticano II cresciuto intorno a Don Mosè Mannelli… La Vitt Chiusi non era solo una società pallavolistica.
Ceccobao, che era considerato un uomo forte legato a Mps (faceva parte del Cda della Fondazione), poteva contare sulle associazioni imprenditoriali: Cna in testa. Ma non solo. Per lui si mosse anche la Massoneria e neanche troppo segretamente.
Più tardi divenne sindaco Scaramelli, che portò con sé il mondo delle contrade dello Scalo e con esso anche altri sodalizi come la Polisportiva che sostenne fortemente Chiara Lanari… Bettollini, oltre al Pd allora compatto e largamente renziano, aveva dietro le spalle tutta Montallese, l’associazione Volto Amico, i cacciatori…
Le associazioni volontaristiche, vivendo anche di contributi e sostegni pubblici però sono “governative” a prescindere da chi sia al timone. E così Bettollini, messo in discussione dal suo partito con il quale poi è entrato in rotta di collisione, è stato abbandonato al suo destino, senza porsi troppi problemi.

Ora in Comune c’è Sonnini che ha una maggioranza larghissima e composita, una maggioranza che mai in passato era stata così ampia, che però è litigiosa e si regge più per punto preso che per convinzione. E allora ecco che associazioni forti, rimpinguate, possono dare una mano, sul piano del consenso e dei numeri, assicurare solidità e – diciamolo pure – controllo politico su una situazione che potrebbe sfuggire di mano.

Le associazioni hanno aiutato anche Sonnini a vincere, tre mesi fa, come aiutarono i suoi predecessori. Questo è un dato di fatto. Non una ricostruzione fantasiosa.
Poi ci sarà anche la buona fede e la volontà sincera di dare una mano ai sodalizi volontaristici. Ma di sicuro c’è anche l’aspetto che abbiamo evidenziato nell’appello del Comune.  In politica nessuno fa niente per niente. E i conti alla fine devono tornare.
Invece di pensare ad un albo delle associazioni, che peraltro già c’è, sarebbe forse opportuno che la politica locale cominciasse a interrogarsi seriamente sul ruolo delle associazioni, su come mettere a frutto al meglio, il loro impegno quotidiano, su come far crescere le sensibilità sociali, ambientali, la cultura della solidarietà e dell’inclusione. E più in generale come far crescere il livello culturale complessivo della città. La “consulta del volontariato” gli “Stati generali della cultura” o dell’economia sono passaggi che potrebbero servire allo scopo. Se invece lo scopo è rafforzare le associazioni, perché poi queste assicurino i loro voti e la claque quando serve, la storia diventa piccola piccola. E abbastanza ignobile. Ci auguriamo che non sia così.
m.l. 
Nella foto (di repertorio): volontari della Pubblica Assistenza Chiusi, davanti ad un mezzo di soccorso
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