CHIUSI, SUI SOLDI DI ACEA INTERVIENE ANCHE POSSIAMO. MA LA NOTA DEI PODEMOS AGGIUNGE SOLO FIBRILLAZIONI DENTRO LA MAGGIORANZA

martedì 18th, gennaio 2022 / 17:59
CHIUSI, SUI SOLDI DI ACEA INTERVIENE ANCHE POSSIAMO. MA LA NOTA DEI PODEMOS AGGIUNGE SOLO FIBRILLAZIONI DENTRO LA  MAGGIORANZA
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CHIUSI – Anche la componente di sinistra della coalizione di maggioranza dice la sua sulla richiesta di Acea di riavere indietro i soldi spesi per acqusire l’area dell’ex Centro carni.
Così scrive il gruppo Possiamo:
La vicenda dell’impianto ACEA è tornata prepotentemente all’ordine del giorno dell’agenda politica locale, dopo che la stessa Società ha inviato una lettera di diffida al Comune, richiedendo indietro i soldi versati per il pagamento dell’area ex-centro carni.
La posizione di POSSIAMO fin dall’inizio della vicenda è stata molto chiara e lineare, incentrata sui diversi aspetti che era doveroso considerare:
-mancata trasparenza e coinvolgimento dei cittadini
– giudizio relativo all’inopportunità di procedere alla vendita del terreno prima di accertarsi della tipologia di impianto;
-contrarietà riguardo alla nascita di un ulteriore impianto di trattamento rifiuti, che si andava a sommare anche ad altre attività insalubri presenti nel territorio del comune
Per tutte queste ragioni sentiamo forte la responsabilità di proseguire l’azione amministrativa secondo i principi che ci hanno ispirato, chiediamo e riteniamo irrinunciabile che il metodo sia quello della trasparenza e partecipazione.
Il primo e importante passo che determina la volontà di andare in questa direzione è stata la comunicazione con cui il Sindaco ha reso nota la lettera inviata da ACEA, informazione data nel consiglio del 28 dicembre.
Tale atteggiamento dovrà indirizzare la nostra azione, affinché non si ripetano gli errori del passato, dove la decisione è stata presa da pochi eletti senza volontà di condivisione, quando si è evidenziata l’assenza del partito di maggioranza che non ha svolto il ruolo di indirizzo politico.
Nella presa di posizione del Centrosinistra per Chiusi trovano conferma i nostri propositi rispetto al modo di affrontare la vicenda, di cui riportiamo un passaggio: “La Coalizione di Centrosinistra chiede, inoltre, al Sindaco e alla Giunta di adoperarsi in sede legale e amministrativa per tutelare la salute dei cittadini, la salvaguardia del nostro ambiente, oltre che gli interessi del Comune. Si ritiene essenziale il coinvolgimento e il sostegno delle istituzioni pubbliche, dei Comuni limitrofi e della Regione, affinché si trovino soluzioni positive e differenti da quelle prospettate da Acea, capaci di rilanciare l’area con attività produttive compatibili con la vocazione dell’intero territorio”
Sentiamo forte l’esigenza di aggiungere a ciò la chiara determinazione del coinvolgimento dei cittadini, sia a livello di informazione che come momento partecipativo nelle scelte che si andranno a fare.
Perché siamo convinti che in ogni atto della pubblica amministrazione sia indispensabile informare e aver ben chiara quale sarà la scelta che si andrà ad effettuare e tutte le conseguenze che la stessa comporterà. A maggior ragione quando si tratta della gestione di un servizio essenziale e complesso come il trattamento dei rifiuti.
Dopo la presa di posizione della Coalizione di Centro sinistra, c’era bisogno di una puntualizzazione da parte di una delle componenti dell’alleanza? Se i Podemos hanno deciso di intervenire in proprio, evidentemente lo hanno ritenuto necessario. Ma per dire cosa in più e di diverso da ciò che già la maggioranza aveva detto? Per ribadire che Sonnini ha fatto bene a comunicare in Consiglio la richiesta di Acea e che la strada della “trasparenza” è quella giusta? Questo lo avevano già detto la segretaria del Pd Cardaioli e poi la Coalizione con il comunicato dell’11 gennaio di cui abbiano dato conto in altro articolo. E quindi? Quindi non si capisce il senso di questa esternazione, se non con l’intento di far notare la propria esistenza e una certa “distanza” dallo stesso Pd. Che, a quanto pare, non ha gradito. Qualcuno nel partito di Simona Cardaioli comuncia ad essere stufo di certe iniziative autarchiche in seno alla maggioranza. Fibrillazioni senza fine.
Noi, da Podemos, ci saremmo aspettati qualcosa in più. Un’idea, una proposta da fare ad Acea sull’uso di quell’area, per esempio. Questo perché la proposta del Parco Fotovoltaico, avanzata dall’allora sindaco Bettollini durante l’Inchiesta Pubblica del 2019, prima di Bettollini, l’avevano fatta proprio i Podemos, nel 2016, quando ancora il terreno non era stato venduto ad Acea.  Riprendendola da una proposta di Primapagina, l’avevano inserita nel loro programma elettorale. Poi però non l’hanno più rilanciata. Forse perché l’ha fatta propria Bettollini?
In effetti anche leggendo il comunicato diffuso in queste ultime ore dai Podemos, sembra che il movimento non riesca da smuoversi di lì… dalla critica agli “errori ed omissioni di Bettollini e della sua giunta”. I Podemos sembrano quei tifosi della Fiorentina che anche dopo un 5-2 al Napoli e un 6-0 al Genoa non riescono a dire altro che “Juve merda!”.
Ma Bettollini è fuori gioco, ormai. Anche se – questo va detto – la difesa del Comune, di fronte al ricorso al Tar presentato da Acea contro le modifiche alle norme urbanistiche che vietano nuovi insediamenti insalubri, l’ha predisposta e già avviata lui. con la nomina del legale e le controdeduzioni già inviate al Tar, prima della fine del mandato.
Anche i Podemos, insomma si allineano e non escono dall’impasse, non aggiungono niente alla battaglia. Restano sulla difensiva, quando invece la politica chiusina – lo abbiamo già scritto – dovrebbe essa avanzare una proposta ad Acea, non aspettare che sia la Multiutility a fare le sue mosse. E’ alla politica locale che spetta l’onere di indicare cosa fare nella zona industriale e dare ad Acea degli input per l’utilizzo e la messa in produzione dell’area che ha acquistato.
Il Parco Fotovoltaico è una possibile opzione. Perché le forze politiche chiusine non ne vogliono parlare e non ne parlano? Ma ce ne possono essere anche altre. La meno praticabile è quella di lasciare ad Acea la prima mossa. Di aspettare che sia Acea a prospettare una scelta… La politica chiusina non può limitarsi a dire sì o no a ciò che eventualmente proporrà la Multiutility romana, ma deve (dovrebbe) proporre lei della soluzioni che possano andare bene a tutti, che consentano ad Acea Ambiente di rientrare dei soldi spesi e mettere a frutto l’investimento, al Comune di riattivare un’area consistente della zona industriale, ai chiusini di avere opportunità di lavoro e di sviluppo, senza ricadute negative sul piano ambientale e della salute.
Fin qui abbiamo parlato della politica chiusina. Però, durante l’inchiesta pubblica sul carbonizzatore e nei mesi precedenti e successivi, sulla questione intervennero anche piuttosto pesantemente associazioni ambientaliste, sindaci, assessori e consiglieri di maggioranza e di minoranza di vari comuni limitrofi. Ma sul che fare adesso, tutti zitti.
Per il Comune di Cetona, per quello di Città della Pieve, per l’associazione Il Riccio, per il Comitato Aria,  il Parco Fotovoltaico può essere un’opzione percorribile oppure no? Sarebbe interessante saperlo. Hanno altre idee da mettere sul tavolo? lo dicano.
Un Parco Fotovoltaico su un’atre di oltre 10 ettari – come abbiamo scritto tante volte – potrebbe fornire energia a tutta la zona industriale, sia a quella chiusina, che a quella contigua in comune di Città della Pieve (zoa Cardete), al nuovo Palasport che si trova a poche decine di metri a monte. Potrebbe evitare nuovo consumo di suolo agricolo per l’installazione di pannelli solari, potrebbe rappresentare una riconversione green dell’area dell’ex centro carni.
Siccome nessuno in ambito politico-istituzionale ne parla, siccome nessuno rilancia la proposta, l’impressione è che nessuno ci creda. Ma perché nessuno ci crede? Anche questo sarebbe interessante saperlo.
Quanto ai Podemos chiusimi, ora che sono al governo della città e non più all’opposizione, ci piacerebbe che dicessero anche cosa intendono anche su un altro fronte (che poi il fronte in realtà è sempre lo stesso): quello del Centro Merci fantasma finanziato dal Patto 2000 e costato oltre 2 milioni di euro e mai realizzato. Nel 2016 ci fecero un  video di denuncia. Chissà se ce l’hanno ancora in archivio… Quella strada che finisce nel nulla di sicuro è ancora lì e grida ancora vendetta.
m.l.
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