CHIUSI SCALO, QUEGLI 80 CAMION AL GIORNO NELL’ABITATO SONO UN PROBLEMA. LETTERA APERTA AI TRE CANDIDATI A SINDACO
CHIUSI SCALO – Il problema è annoso. Storico, verrebbe da dire. E sussiste da quando esiste la Lodovichi Spa, la fabbrica delle traversine per le ferrovie che si trova in fondo a via Manzoni. Non ci riferiamo al problema, annoso anche quello e più volte merso anche agli onori e disonori della cronaca, dell’inquinamento e delle esalazioni maleodoranti e potenzialmente pericolose su cui si sono pronunciati i tribunali di Roma e Perugia dando ragione a chi sollevava dubbi e preoccupazioni. Ci riferiamo al problema del traffico pesante in alcune vie di Chiusi Scalo. Traffico pesante legato soprattutto ai rifornimenti alla suddetta fabbrica e al trasporto in uscita delle traversine.
Decine e decine di camion al giorno. Ingorghi, asfalto e sottoservizi messi a dura prova; inquinamento acustico e atmosferico da gas di scarico dei mezzi; rischio continuo per pedoni e ciclisti; perdita di valore degli immobili e delle attività commerciali che si trovano nei tratti stradali interessati: via Cassia Aurelia e, appunto via Manzoni.
La fabbrica delle traversine è lì dagli anni ’60, quando Chiusi Scalo era meno della metà di ciò che è adesso. Oggi è a ridosso della abitazioni con unico accesso dall’abitato e non da strade periferiche o di servizio. Una situazione complicata.
Da decenni si parla di possibili soluzioni alternative, ma se per le esalazioni maleodoranti (che fossero anche cancerogene lo hanno certificato le sentenze dei tribunali) una soluzione è stata trovata e l’azienda usa dai primissimi anni ’90 sostanze non nocive, la questione del traffico dei mezzi pesanti è rimasta irrisolta. Qualche anno fa l’azienda partecipò economicamente al rifacimento della pavimentazione stradale di via Manzoni, come risarcimento… ma finì lì. Di ipotesi alternative per il traffico dei camion, neanche l’ombra.
Nei giorni scorsi, un gruppo di cittadini residenti nella zona interessata ha scritto una lettera aperta ai tre candidati a sindaco Sonnini, Barbanera e Tiezzi, con la quale chiedono a loro e ai futuri consiglieri “in quale modo intendono affrontare e conseguentemente risolvere le conseguenze derivanti dal traffico di mezzi pesanti all’interno del centro urbano, via Cassia Aurelia e via Manzoni e le relative emissioni dannose che da troppo tempo rendono difficile e disagevole la quotidianità e la qualità della vita dei residenti e commercianti”.
I cittadini fanno altresì notare, confermando quanto scritto in apertura, che “ci troviamo di fronte al passaggio in certi casi anche di 80 autotreni al giorno, con portata di 300 quintali“… Cosa che sottopone strade e sottoservizi a forte deterioramento, e le abitazioni “a continue vibrazioni che determinano sollecitazioni alle parti strutturali, piccoli continui terremoti che non si può escludere possano tradursi in fenomeni di lesionamento dei fabbricati”…
La zona di via Manzoni e immediate vicinanze (via Redi, via R. Sanzio, via Colombo) è già sottoposta alle “vibrazioni” dovute al passaggio dei treni sulla vicina linea ferroviaria, i camion in transito da e per la Lodovichi ci aggiungono un carico da 11… Se poi capitano pure dei lavori, come in questi giorni, il “carico” di inquinamento, vibrazioni e… bestemmie raddoppia.
Vedremo cosa risponderanno, se risponderanno, i candidati a sindaco.
Certo, la questione è seria e non riguarda solo i residenti e i commercianti delle strade interessate. Via Manzoni è anche la strada di accesso al Sentiero della Bonifica per ciclisti e amanti del trekking, in via Redi (traversa di via Manzoni) c’è il centro medico, frequentatissimo da tutti gli abitanti dello Scalo; all’inizio di via Manzoni c’è un bar frequentato da giovani e giovanissimi; in via Cassia Aurelia c’è il Commissariato di Ps, c’è la chiesa, ci sono ristoranti e pizzerie, un paio di banche e negozi vari. Ottanta autotreni al giorno sono un problema che non può essere minimizzato. Una soluzione che preveda un accesso alla fabbrica e anche un’uscita che non passino per l’abitato è ormai irrinviabile. Che non sia semplice, essendoci la ferrovia nel mezzo, lo sappiamo, ma ormai, con le tecnologie del 2021, si fanno cose molto più complicate.
m.l.
Il gruppo 5 stelle in consiglio comunale, un paio di anni fa, provò ad affrontare la questione con una interrogazione, la consigliera Martinozzi venne quasi derisa.
Alessio Rossi, non “quasi derisa” ed anche assalita. Purtroppo questo era il modo di rispondere alle interrogazioni del futuro ex sindaco.
questo giornale ne parla da 30 anni…
Questo giornale ha scritto che l’asfaltatura di via Manzoni, a risarcimento del traffico, era di sinistra.
sì, perché fatta pagare in parte all’azienda in questione che con i camion ha contribuito a sfasciare il manto stradale. Non sempre avviene e non dappertutto. Personalmente ha scritto anche per primo su questo e su altri giornali e da solo dei problemi di inquinamento finendo 3 volte in tribunale. Ovviamente sempre assolto. Se la Lodovichi Spa, dai primissimi anni ’90 non usa più l’olio di creosoto per il “bagno” delle traverse di legno (che ancora produce, seppur in maniera ridotta rispetto ad allora), sostanza cancerogena, è anche grazie a quelle battaglie giornalistiche insistite sui rischi ambientali e per la salute derivanti da tale attività industriale. Rischi reali, concreti, esistenti di fatto e conclamati, rischi con i quali i cittadini e i lavoratori hanno dovuto convivere per decenni, non presunti o presumibili come quelli connessi, per esempio, al carbonizzatore Acea che avrebbe comunque trattato fanghi di depurazione senza uso di sostanze cancerogene e che è stato stoppato, per le falle progettuali che presentava.