CHIUSI, DAL PATTO TERRITORIALE AL PATTO PD-OPPOSIZIONI… MA IL SINDACO METTE TUTTI KO. E ADESSO?

venerdì 30th, aprile 2021 / 17:26
CHIUSI, DAL PATTO TERRITORIALE AL PATTO PD-OPPOSIZIONI… MA IL SINDACO METTE TUTTI KO. E ADESSO?
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RECOVERY PLAN, RISPUNTA LA STAZIONE IN LINEA: CHE RESTA UNA BOIATA PAZZESCA…

CHIUSI –  La mozione delle opposizioni M5s-Possiamo sulla questione del Patto Territoriale si è rivelata una bolla di sapone. Anzi un boomerang. Presentata con l’intento di indurre il consiglio comunale a sconfessare il sindaco Bettollini e a metterlo in minoranza dopo che da solo nell’Unione dei Comuni aveva votato contro la rimessa in bonis della Società Patto 2000, la mozione è stata respinta. La maggioranza, che alla vigilia  sembrava divisa, con alcuni consiglieri pronti a schierarsi con le opposizioni, perché così aveva deciso la segreteria del Pd, ha invece votato compatta come Bettollini. Non come forse sperava il partito. Il capogruppo Agostinelli ha provato a a minimizzare adducendo come motivazione del voto la decisione del Pd di portare a termine il mandato elettorale. Più preciso invece l’assessore Micheletti che ha invece riconosciuto la validità e le argomentazioni incontrovertibili della risposta fornita dal sindaco alle minoranze. E cioè sulla inesistenza di motivi plausibili per la rimessa in bonis della Società Patto 2000, e su una gestione a dir poco fallimentare della stessa e sulla non strategicità del Patto per lo sviluppo economico del territorio e in particolare del comune di Chiusi. Dello stesso tenore gli interventi di Sara Marchini e Daniela Masci (un po’ troppo… “papalina”).

Bettollini infatti nella sua replica ha smontato – con dati, documenti e delibere alla mano – la mozione e, diciamolo pure, anche la decisione assunta dall’Unione dei Comuni nel marzo scorso di far uscire la società Patto 2000 dallo stato li liquidazione e riportarla alla normale operatività.  Ma ha anche dimostrato – carte alla mano – la coerenza della sua posizione (assunta insieme al consigliere Marco Vannuccini nell’assemblea dell’Unione dei Comuni) con le posizioni e gli atti precedentemente assunti dal Pd e dallo stesso consiglio comunale di Chiusi (delibera 49 del 18.10.2019) e allo stesso tempo l’incoerenza delle opposizioni assumendo oggi una posizione pro-Patto e favorevole alla rimessa in bonis e alla partecipazione del Comune di Chiusi alla compagine sociale, si sono rimangiate tutto ciò che per anni hanno sostenuto sugli sprechi di denaro pubblico e sulle operazioni finanziate dal Patto e finite nel nulla, come il famigerato “Centro Merci” di Chiusi o l’Acquario di Castiglione del Lago. Roba da svariati milioni di euro. In sostanza Bettolini ha messo le minoranze di fronte alle loro incongruenze, ai loro salti della quaglia rispetto alle loro storiche battaglie. Ache pro, poi? Francamente non si capisce. Qualche osservatore esterno però un’idea se l’è fatta. Gianni Fanfano, pievese, leader del movimento “Civici per l’Umbria” scrive:  Non so come andranno a finire le elezioni comunali in questo comune (Chiusi, ndr) con cui condividiamo ormai quasi tutto. So sicuramente che la non presenza, se non ci saranno retromarce che a sentire i pd non sembrano certo all’orizzonte, di Juri Bettollini, sarà una perdita non solo per Chiusi, ma anche per le nostre terre di mezzo. Ma su questo ci torneremo al momento giusto. Visto che sono il responsabile della formazione politica dei Civici X l’Umbria, conserverò questo video (quello del Consiglio Comunale di ieri sera, ndr), per farlo vedere in una lezione non impegnativa dal titolo “Come si impartisce una lezione a dei pivelli della politica”.

Noi non siamo sempre d’accordo con Gianni Fanfano, né lui con noi, ma in questo caso la sua lettura ci sembra attenta e puntuale.  Perché è andata esattamente come dice lui. Le opposizioni hanno tentato una spallata su un terreno scivoloso e sono scivolate. E ne sono uscite a pezzi, con le ossa rotta e la faccia ammaccata. Anche il Pd non ne esce bene. Tutt’altro. Il Capogruppo Agostinelli, minimizzando il tema in questione ha auspicato che, al di là d questo incidente, tra Pd e i due gruppi di opposizione possa nascere un confronto fattivo in vista delle elezioni comunali, con ciò facendo intendere che un accordo in  tal senso non solo è “auspicato”, ma forse è già fatto. O meglio, era già fatto… adesso con questa magra figura in mondovisione qualcosa può anche tornare in discussione. Sui social c’è già chi ha visto nell’intervento di Agostinelli il suggello ad un nuovo compromesso storico, tra forze che si sono beccate e insultate per 5 anni, ma ora sono unite e compatte nel nome dell’antibettolinismo. Ma solo di quello. Per il resto meglio stendere un velo pietoso. Tra l’altro non è un mistero che nel Pd c’è una pare  consistente del partito che non vede di buon occhio una eventuale coalizione coi 5 Stelle e con i Podemos, ma anche tra i 5 Stelle c’è chi vede una alleanza organica con il Pd come il fumo negli occhi. la deputata Barbara Lezzi scrive: “Oggi molti teorizzano un fronte “ampio e competitivo”, di sapore progressista, di cui dovrebbero essere assi portanti il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle. Si è sempre sostenuto che alla copia si preferisca l’originale e che il rischio dell’omologazione sia sempre dietro la porta per chi rivendica la propria differenza e poi non è capace di difenderla con coerenza. Prevediamo la fine di un sogno per molti. E di un incubo per molti di più. Tuttavia la politica, quella alta, vera e inarrivabile per i cinici professionisti dei palazzi, si fonda sulla dimensione del sogno, dell’utopia positiva. Continueremo a lavorare per la capacità di promuovere cambiamento grazie ad una visione che sfugge agli specialisti del potere, moderati nei modi, ma impietosi nel prendere spesso scelte prive di umanità, perché troppo impegnati a difendere l’esistente, il bieco potere che gestiscono, il familismo amorale che alimentano e da cui sono alimentati”.  Dichiarazione che suona non certo come una benedizione all’asse con il Pd. Ammesso insomma che si vada verso un rendez vous, Pd e M5S arriveranno divisi ala meta, non compatti.

Bettollini nella sua “relazione” ha anche respinto al mittente le accuse di aver isolato il Comune e la città di Chiusi rispetto al resto dei comuni della Valdichiana e della provincia, lo ha fatto ricordando tutti gli impegni e i progetti di area concordati a livello di Unione dei Comuni, provincia ecc. anche in funzione del Recovery Plan, progetti che vedono Chiusi come “parte attiva” e come possibile destinataria di risorse ingenti, il che smentisce la teoria dell’isolamento. Tra questi progetti che dovrebbero trovare finanziamento con  i fondi europei, e non certo con quelli del Patto (dato che il bando previsto per il rifinanziamento dei Patti Territoriali non è mai uscito e il Decreto del 30 novembre 2020 è scaduto) figurano alcune opere pubbliche importanti come la rotatoria al casello Autostradale di Querce al Pino e quella all’incrocio tra la Fondovalle e la Bretella per Po Bandino. Ma rispunta la Stazione in linea per l’alta velocità. Che stavolta dovrebbe essere realizzata non più a Terontola o a Farneta, ma a… Montallese, proprio al confine tra comuni di Chiusi e Montepulciano, laddove adesso c’è la connessione tra Direttissima e linea normale… Lo diciamo subito, a scanso di equivoci: per noi la stazione in linea era una “boiata pazzesca” nel 2014 sia che si facesse a Terontola, a Ponticelli, a Farneta e lo è a maggior ragione oggi, dopo che sono stati spesi 7 milioni di euro per ammodernare la Stazione di Chiusi e dopo che per due anni si è sperimentata con un certo successo la fermata dei treni Av proprio a Chiusi. La stazione in linea, cui alcuni sindaci sembra non possano proprio rinunciare darebbe un colpo mortale a Chiusi e alla sua stazione rinnovata e ci auguriamo che i fondi del Recovery Plan vengano spesi per cose più utili. Certo, se proprio si deve fare, meglio a Montallese che a Farneta, ma siamo contrari oggi come 6-7 anni fa. Più interessante e più utile l’elettrificazione (anche questa nel pacchetto dei progetti annunciati da Bettollini) della Chiusi-Siena, che – anche nel caso in cui si realizzasse la stazione in linea – potrebbe fungere da collegamento navetta, tipo metropolitana di superficie, da utilizzare – a nostro avviso – anche come mezzo a servizio dell’ospedale di Nottola e del turismo green.  Ma su questi aspetti avremo modo di tornare, più avanti.

In questa sede ci fermiamo al Consiglio Comunale di ieri sera che ha visto la vittoria netta, non ai punti, del sindaco Bettollini e il Ko delle opposizioni che avrebbero dovuto dovuto gioire e fare i manifesti per il fatto che Bettollini aveva assunto alla fine le loro posizioni, e invece si sono fatte trascinare in un tranello e ci sono cascate dentro fino al collo. Il gruppo dirigente Pd che -a detta di Bettollini – aveva sperato in un pronunciamento dei consiglieri in modo difforme dal “sindaco monarca”, ne esce scornato ancora una volta. Dall’esterno si è avuta l’impressione netta – guardando la seduta in streaming – che i promotori della mozione si sono trovati a discutere di un argomento che poco conoscevano tanto che si sono incartati nella giungla di richiami tecnicistici a leggi, decreti, commi e delibere e che il Pd, in realtà pensava di discutere di qualcos’altro e di fronte ai numeri e gli atti sciorinati dal sindaco, abbia dovuto alzare le braccia  e dire “mi arrendo”: il Patto così com’è, allo stato delle cose, non serve a niente e sarebbe meglio chiuderlo. Anzi a dire il vero la Società Patto 2000 doveva essere chiusa il 31 dicembre 2020. Quello il termine ultimo fissato dall’assemblea dei soci nel 2019. La politica è anche fantasia. ma gli atti sono atti. E non è che si possano ignorare come fossero farfalle.

m.l.

 

 

 

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