I “CAREGIVER”: L’IMPORTANZA DI DARE UNA MANO FACENDOSI CARICO DELLA CROCE ALTRUI

sabato 31st, ottobre 2020 / 15:29
I “CAREGIVER”: L’IMPORTANZA DI DARE UNA MANO FACENDOSI CARICO DELLA CROCE ALTRUI
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Se per un attimo ci soffermassimo ad approfondire lo sguardo mascherato da un flebile sorriso  di chi incontriamo piuttosto che giudicarlo dal suo aspetto trasandato cosa ne trarremmo? Molto meglio essere superficiali, approfondire risveglierà in noi un dolore che tutti portiamo o almeno che abbiamo assistito. Attorno a noi tutti, esiste un esercito silenzioso, armato solo di speranza e fede che combatte contro chi trasmette loro compassione. Combatte una guerra interna sparando raffiche di proiettili composti da lacrime, il tutto nascosti come cecchini. Mai mostrarsi deboli è il loro “motto”, combattere illudendosi di vincere è il loro “credo”,  non fermarsi mai è il loro “agire” ,  se questi eroi si fermassero a razionalizzare il loro operato, avrebbero perso in partenza.

Questo esercito di gladiatori che come scudo sono muniti di  sguardo profondo ed impenetrabile, sono i CAREGIVER, senza diritti e con la corazza cosparsa di obblighi morali.

l termine anglosassone “caregiver“, è entrato ormai stabilmente nell’uso comune; indica “colui che si prende cura”. I “caregiver” dei pazienti con demenza sono la grande maggioranza. Sono in genere donne (74%), di cui il 31% di età inferiore a 45 anni, il 38% di età compresa tra 46 e 60, il 18% tra 61 e 70 e ben il 13% oltre i 70.

Ricominciare ogni giorno da capo, come Penelope con la sua tela, è uno dei tratti salienti della battaglia del Caregiver, esser in grado di bilanciare,  il non fermare la propria vita equella di chi gli è strettamente vicino, con la sua ‘Croce’ , come vien detto in gergo.

Se ti trovi nella condizione di assistere un proprio caro, i momenti di difficoltà sono sempre in agguato, il tuo impegno è spesso difficile e gravoso e non mancheranno i momenti di “stanchezza”. Di seguito, un elenco di consigli che ci vengono dall’associazione americana National Falily  Caregiver Association:

1) Non permettere che la malattia del tuo caro sia costantemente al centro della tua attenzione.
2) Rispettati ed apprezzati. Stai svolgendo un compito molto impegnativo e hai diritto a trovare spazi e momenti di svago.
3) Vigila sulla comparsa di sintomi di depressione.
4) Accetta l’aiuto di altre persone, che possono svolgere specifici compiti in tua vece.
5) Impara il più possibile sulla patologia del tuo caro: conoscere aiuta.
6) Difendi i tuoi diritti come persona e come cittadino.

Nel nostro Paese la figura del caregiver  non è né riconosciuta, né in alcun modo tutelata. Per colmare questa lacuna, tra novembre 2015 e marzo 2016, sono stati presentati due Disegni di Legge e due Proposte di Legge, rispettivamente al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati, finalizzati, almeno nell’enunciato, al riconoscimento di questa figura, ma senza alcun risultato tangibile!

Nell’ambito del lavoro di cura, quello svolto dal caregiver , a titolo gratuito è particolarmente oneroso. Nonostante ciò  in Italia, a differenza di molti altri Paesi europei, questa figura non è giuridicamente riconosciuta, né in alcun modo tutelata, tutto ciò rivela in modo inequivocabile quanto anch’esso sia invisibile.  Questa condizione penalizza in modo particolare le donne, visto che ancora oggi la stragrande maggioranza di coloro che prestano assistenza informale è di genere femminile. Nelle situazioni più impegnative il caregiver familiare può incorrere in una condizione di sofferenza e di disagio, provare solitudine, affaticamento fisico, psicologico e frustrazione, essere afflitto per la mancanza di riposo, per il sovraccarico di responsabilità (di assistenza, di lavoro e familiari), per le difficoltà economiche (la presenza della disabilità comporta maggiori spese), per trovarsi costretto a ridurre il lavoro retribuito o a rinunciarvi per prestare assistenza (lasciano il lavoro il 66% dei caregiver familiari). Se prendiamo in considerazione il fenomeno dell’invecchiamento della popolazione, è facile prevedere che le necessità di assistenza sono destinate a crescere nel prossimo futuro, e che sarà altamente improbabile trovare famiglie in cui non si manifesti questo tipo di necessità.

E’ arrivato il momento per la politica di discutere sui temi piuttosto che sulle persone, PARLIAMONE!

Enzo Gaudiano

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