ORIZZONTI: MURIELLE, UNA DONNA UNA POLTRONA E IL BAGAGLIO DELLA VITA CHE TI CADE ADDOSSO

domenica 09th, agosto 2020 / 10:07
ORIZZONTI: MURIELLE, UNA DONNA UNA POLTRONA E IL BAGAGLIO DELLA VITA CHE TI CADE ADDOSSO
0 Flares 0 Flares ×

CHIUSI – Un festival raccolto quello di ORIZZONTI  di quest’anno ma sicuramente variegato e d’impatto, che dà spazio sia a  sperimentazioni artistiche che al teatro di tradizione.

Murielle, con Livia Castellana, per la regia di Gianni Poliziani, testo liberamente tratto da Una donna spezzata di Simone de Beauvoir, è la pièce di carattere introspettivo andata in scena il 7 agosto scorso.

Sul palco soltanto una poltrona rossa e una donna irrisolta.

Livia Castellana, elegante, capace, attenta, ha interpretato Murielle, una donna ricca appartenente all’alta borghesia degli anni 60, nella fase più critica della sua vita ovvero nel momento in cui prende coscienza dei suoi fallimenti, delle sue mancanze e dell’impossibilità di colmare il vuoto che la circonda.

La gelosia profonda, la rivalità con la madre, il suo rapporto con il padre, il marito i figli  tornano a galla nella sua mente offuscata dall’amarezza dell’assenza,  devastata dal vuoto, dal nulla.

Livia Castellana, con una voce sottile ma densa di carica emotiva, conduce lo spettatore nei meandri della psiche della protagonista mettendolo in relazione con i suoi fantasmi.

Una storia forte, drammatica, quella della protagonista; una figlia che muore, un’affettività negata e mai risolta, la solitudine che non porta con sé la bellezza della libertà ma il vuoto dell’amore mancato in ogni tempo e in ogni luogo.

Un testo onesto, che ci trasporta in un mondo fatto di ombre dalle quali sembra impossibile emanciparsi.

Murielle fa dei tentativi per risollevarsi dall’angosciosa solitudine che la abita,  lascia intravedere un’apertura verso l’esterno, richiama il marito cerca di essere gentile e disponibile, ma dall’altra parte non riceve nessuna possibilità di riscatto. La sua condanna è il nulla.

Poliziani nella storia, con minuzia di particolari introspettivi, delinea l’archetipo di quell’essere umano che nel corso della propria esistenza non è stato in grado di aprirsi alla vita ma è rimasto ingabbiato nel suo cinismo, nella sua gelosia, nella sua incapacità di donare amore.

Il destino per coloro che scelgono questo tipo di percorso è un bagaglio pesante da portare addosso e il dono che resta non è niente altro che  una stanza vuota, una poltrona e una finestra dalla quale guardare infastiditi la vita che accade.

Una ricca platea ha applaudito sul finale la protagonista con entusiasmo e forte partecipazione relegando i suoi fantasmi ai margini della scena.

Paola Margheriti

 

 

 

 

 

 

 

 

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Email -- LinkedIn 0 Pin It Share 0 0 Flares ×
Consorzio di bonifica
Mail YouTube