‘HO VISTO UN FILM’: CHECCO ZALONE E LA SUA AFRICA. LO SCRITTORE GIOVANNI DOZZINI RACCONTA TOLO TOLO

mercoledì 08th, gennaio 2020 / 11:48
‘HO VISTO UN FILM’: CHECCO ZALONE E LA SUA AFRICA. LO SCRITTORE GIOVANNI DOZZINI RACCONTA TOLO TOLO
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In questi giorni si parla molto in tv, sui social e anche al bar dell’ultimo film di Checco Zalone Tolo Tolo… Un po’ perché i film di Zalone sono nazionalpopolari, parlano a tutti. Un po’ perché stavolta il comico pugliese parla anche lui dei migranti, degli africani, di quelli che insomma arrivano in Italia coi barconi dopo viaggi interminabili e pericolosi, dopo aver assaggiato magari i lager libici.

Abbiamo sentito e letto giudizi diversi e contrastanti sul film. Per la nostra rubrica “Ho visto un film” prendiamo a prestito una recensione che sul proprio profilo facebook ha fatto lo scrittore perugino Giovanni Dozzini, autore tra l’altro del libro “E Baboucar guidava la fila”, ovvero la storia di Baboucar, Ousman, Yaya e Robert, 4 richiedenti asilo arrivati in Italia dopo aver attraversato mezza Africa e il Mediterraneo, sospesi tra la speranza di una vita migliore e l’ansia di essere respinti e rimandati a casa loro… Un libro che ha vinto l’European Union Prize for Literature nel 2019. Ci è sembrato interessante il punto di vista di Dozzini su Tolo Tolo, perché il suo libro e il film di Checco Zalone alla fine parlano della stessa cosa. 

Ecco cosa scrive Dozzini: 

Ho visto ‘Tolo Tolo’. Speravo fosse il film che è. 

avevo sentito parlare già l’estate scorsa da gente fidatissima: Checco Zalone sta facendo un film sui migranti, mi avevano detto, se non ci riesce lui non ci riesce nessuno. Già, un film di Zalone sui migranti era proprio quel che ci voleva per scardinare la rappresentazione tossica che si fa della questione nel nostro Paese ormai da anni. Altro che ‘Baboucar’ o incontri tra i soliti noti, qua serviva parlare al pubblico di Zalone, che è il popolo italiano senza distinzione, e quindi serviva Zalone.
E Zalone è stato bravissimo. ‘Tolo Tolo’ racconta una storia surreale con moltissimi tratti realistici, edulcora un po’ le tribolazioni dei migranti africani ma gli snodi e gli elementi fondamentali dei loro viaggi drammatici – la guerra, la povertà, gli europei sfruttatori o paternalisti, i trafficanti, il deserto, la Libia, la violenza, gli stupri, i barconi – ci sono tutti.
‘Tolo Tolo’ è un film coraggioso, perché è un film schieratissimo – altroché! Sta dalla parte dei migranti e se la prende con i fascisti, i razzisti e i qualunquisti.

Nessuno, vedendolo, potrebbe mai pensare il contrario. Se c’è arrivato pure La Russa, in fondo, possono arrivarci tutti.

E Zalone è bravo perché nella sua parodia dei costumi italici è feroce e spietato. Il paragone con Alberto Sordi non regge. Perché laddove Sordi era irridente ma in fondo ammiccante, in fondo comprensivo, in fondo adesivo all’idea per cui bene o male questi siamo, tutti, e non ce ne dobbiamo vergognare, Zalone è invece durissimo, e non lascia scampo, non lascia margini per autoindulgenze di sorta. 

Infine, Zalone fa ridere, e con intelligenza, e con intelligenza fa pure un po’ piangere, e il film regge anche sul piano narrativo. ‘Tolo Tolo’ è davvero quel che ci voleva.

Evviva ‘Tolo Tolo’, quindi, evviva Checco Zalone, evviva la gente che se ne va per cercare una vita migliore.

(Giovanni Dozzini, 8 gennaio 2020).

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