PENSIERI E PAROLE: QUELLI CHE… RESTANO. E CHE RESISTONO

lunedì 13th, gennaio 2025 / 10:55
PENSIERI E PAROLE: QUELLI CHE… RESTANO. E CHE RESISTONO
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E’ da un post letto stamattina che esce fuori questo articolo.
Parole sparse sullo schermo e sopra una canzone da ascoltare.
Un titolo che ferma e chiede tempo.
Quelli che restano; De Gregori ed Elisa, due voci, due vite, due strade.
La stessa passione fatta di accordi e parole per mettere insieme uno scampolo di verità.
Nelle vite di tutti sono pochi quelli che restano, sono pochi quelli che osservano e ascoltano, disposti a restituire con lucidità e benevolenza quello che hanno raccolto durante il percorso.
Sassi più o meno preziosi e qualche ricordo importante che si sente sempre esortano i cantautori a trattenere, affinché nulla vada perduto.
Un teatro vuoto, una chitarra, un pianoforte; una poesia che nasce dalla bocca di due che ne sanno gestire di parole e pensieri, immagini e lacrime.
Due calici in mano per brindare alla tristezza che ci trascina in giro e ci frega prendendoci alle gambe, ma che fortunatamente non arresta il disegno di chi vuole restare e guardare verso la stessa speranza.
Rimanere ancorati ad un’idea, ad un progetto ad una situazione a lungo termine in un mondo pensato in maniera tale che il cambiamento è alla base del tutto non è certo cosa da sottovalutare.
Sono pochi quelli che con gli occhi ben aperti guardano dritto senza perdere quasi mai di vista la strada da percorrere; che non mollano la presa e raggiungono la riva nonostante le onde avverse.
Sono davvero pochi coloro che riescono a cogliere la bellezza dell’evoluzione all’interno dello stesso progetto che poi, alla fine, se si guarda bene, lo stesso non è mai perché cambia, muta e prosegue esattamente con chi lo insegue, che è a sua volta plasmato dal tempo.
Quelli che restano, un testo che sicuramente decanta dentro, che rimane impresso nell’animo di chi sente di essere uno che resta a dispetto del tempo, della fatica, della noia e del mondo che spesso rema contro.
Noi siamo quelli che restano in piedi e barcollano sui tacchi che ballano;
parole su note che portano uno spiraglio di umanità, che avvicinano quei pochi che sanno di essere capaci di restare, che hanno sogni come fari e guardano una precisa stella in mezzo a milioni.
Un buon pezzo tutto da ascoltare e riascoltare; un inno alla tenacia, un invito a declinarla in lucidità affinché non si abbandoni la nave dei propri progetti quando imperversa la bufera.
E’ dedicato a chi resta cercando di migliorare ciò che non funziona, a chi ha scoperto che pazienza e potenza possono far parte della stessa bilanciata equazione, a chi rimane sul pezzo anche quando viene oscurato e ritenta in mille modi per far arrivare la verità.
E’ dedicato a chi non molla, se crede che possa esserci ancora una possibilità.
A chi, (come scriveva Albert Camus), ha capito che nel bel mezzo dell’inverno può esserci in lui un’invincibile estate se è capace di restare per ore di notte, a luci spente e finestre chiuse sotto i portoni ad aspettare.
Paola Margheriti

Nella Foto (da Youtube): De Gregori ed Elisa nel video del brano “Quelli che restano”.

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