INCHIESTA PUBBLICA: ACEA FA AUTOGOL E PERDE IL PRIMO ROUND. BETTOLLINI ANNUNCIA DI FATTO LO STOP E IL DIETROFRONT

A QUESTO PUNTO E’ MOLTO DIFFICILE CHE L’IMPIANTO POSSA OTTENERE L’OK: TUTTI GLI ENTI PREPOSTI AI PARERI HANNO EVIDENZIATO CARENZE E LACUNE PROGETTUALI
CHIUSI – Si è tenuto oggi pomeriggio in un teatro Mascagni gremito fino al loggione il primo round vero dell’Inchiesta Pubblica promossa della Regione Toscana sul progetto Acea.
E lo hanno vinto i comitati. O meglio lo ha perso Acea, che era partita pure bene facendo un ragionamento sulla green economy, sulla sostenibilità, l’economia circolare, sul fatto che i rifiuti e anche i fanghi esistono e in qualche modo vanno trattati e smaltiti, sul fatto che in Toscana i fanghi non si possono più smaltire spargendoli nei campi e altre cose del genere, ma anche sulla mission aziendale di Acea… Poi però ha fatto un autogol, clamoroso. Di quelli alla Niccolai.
Nell’illustrare il progetto con delle diapositive, ha mostrato un rendering dell’impianto che vuole realizzare a Chiusi in cui non compaiono camini. E invece secondo l’analisi fatta da uno degli esperti del Comitato, di camini ce ne sarebbero 4, cosa peraltro detta anche da uno del tecnici di Acea (ing. Martino) nella sua relazione. Senza però indicarli nei disegni.
Anche se quei camini non si riferiscono ai “reattori”, cioè agli 8 “pentoloni” nei quali avviene il processo di trattamento dei fanghi, ma alla caldaia e a un cogeneratore che servono per portare a temperatura aria e acqua usati nel processo produttivo e all’area di pellettizzazione (essiccazione) del prodotto in uscita, solo il fatto di averli “occultati” dai disegni, ha dato l’impressione che Acea volesse nascondere qualcosa. E che finora ha detto cose non vere.
Dalle relazioni dei tecnici di Acea e anche dalle controrelazioni del Comitato affidate all’ing Augusto Bazzocchi e all’ing. Luca Marrocchi, oltre che ad una “premessa” di Romano Romanini, non si è ancora capito bene se l’impianto proposto inquina oppure no. Se produrrebbe emissioni nocive oppure no. Neanche se finirebbe lì, con il cosiddetto carbonizzatore, dato che la multiutility romana ha acquistato un’area di 8 ettari, ben più vasta di quella che utilizzerà per l’impianto in questione.
Ma tutti gli aspetti tecnici a questo punto passano in secondo piano rispetto ad una presentazione oggettivamente lacunosa da parte della ditta proponente. E già prima dell’autogol della mancata indicazione dei camini, messo in evidenza dall’ing. Marrocchi, che l’impianto proposto da Acea fosse una cosa non del tutto chiara e che presentasse molti punti controversi e che in sostanza il progetto fosse lacunoso si era capito da un passaggio cui la platea ha forse prestato poca attenzione. Cioè dalla lettura da parte del presidente dell’inchiesta Alessandro Franchi, dei pareri dei vari enti chiamati a rilasciarli, dalla Regione al Comune, dall’Arpat alla Provincia, dalla Soprintendenza ai Vigili del Fuoco, dalla Asl ai ministeri delle politiche agricole e dei beni culturali…
Non c’è stato un ente uno che non abbia rilevato delle carenze progettuali, o abbia indicato prescrizioni, in alcuni casi corpose e stringenti. Chi nelle settimane scorse non ha perso occasione per dire che della Regione e del Comune, ma anche di Arpat, Asl ecc, non ci si può fidare, è stato smentito. Le istituzioni preposte ai pareri in questo caso si sono dimostrate per nulla accondiscendenti o accomodanti. Dimostrando anche che la tutela dei cittadini e dell’ambiente avviene nelle sedi deputate, non solo nelle assemblee dei comitati.
L’esposizione di tali pareri fatta dal presidente Franchi è risultata per forza di cose un po’ burocratica (“soporifera” l’ha definita Romanini, che nel suo intervento a nome dei comitati ha ripreso il parere dell’Arpat, Agenzia regionale per la Protezione Ambientale della Toscana, ne quale si definisce l’impianto proposto “sperimentale”), ma quella sfilza infinita di rilievi e prescrizioni suonava più forte di un semplice campanello d’allarme. Nessun ente ha detto “va bene così”.
Come ha spiegato il presidente Franchi, i pareri risalgono ai mesi passati, gli ultimi a circa 2 mesi fa, è possibile che Acea nel frattempo abbia apportato delle modifiche e integrazioni e abbia risposto ad alcune prescrizioni, ma resta il fatto che il progetto così come è stato presentato nessun ente preposto lo ha “validato”. Così come nessun ente qualificato (Università italiane o straniere) avrebbe validato la tecnologia Ingelia, che sarebbe quella utilizzata da Acea nell’impianto da realizzare a Chiusi.
Il sindaco Bettollini, fatto oggetto di critiche palesi dalla platea per aver sostenuto anche in tv che l’impianto non presentava camini e per non aver coinvolto la popolazione e gli esperti prima di cedere il terreno ad Acea, alla fine è intervenuto e forse quelli che urlavano non se ne sono accorti, ma ha di fatto dichiarato e innestato in diretta la retromarcia. Non solo si è detto senza mezzi termini deluso dall’esposizione lacunosa di Acea. ma ha gettato sul tavolo quella che sembra essere una vera e propria exit strategy.
Bettollini ha infatti ricordato che per essere approvato e per andare avanti il progetto Acea necessita di una variante al Piano Regolatore (richiesta da Acea) e una variante al Prg l’approva il consiglio comunale, non il sindaco da solo, ma non si può approvare se il progetto per cui si richiede la variante scatena forti contrasti sociali e presenta aspetti controversi… Insomma ha fatto capire ad una platea che ha cominciato ad alzarsi mentre parlava (cosa poco elegante) che quella variante potrebbe non essere approvata. E probabilmente non sarà approvata. Per carenze e dubbi sul progetto, perché Acea ha dimostrato una certa approssimazione, ma anche per scelta politica: perché il progetto crea tensioni sociali e contro la volontà della popolazione non si governa.
Sabato prossimo, 30 novembre, ci sarà il secondo round, e qualcuno ha chiesto che ci sia anche un terzo, per dar modo a tutti di intervenire, ma l’impressione a caldo, alla fine della seduta di oggi, è che – come dicono a Miss Italia – la vicenda Acea, a Chiusi finisce qui. Non ci sarà bisogno di un referendum come ventilava qualcuno, né di alzare le barricate dopo le lenzuolate.
L’inchiesta pubblica andrà avanti fino alla fine, Acea avrà modo, come è giusto che sia di fare le proprie controdeduzioni e di spiegare sia l’autogol di cui sopra che altri aspetti poco chiari, i Comitati stessi potranno ulteriormente girare il coltello nella piaga, cercando falle e buchi neri… ma quella di oggi ha tutta l’aria di essere se non una pietra tombale, qualcosa che le somiglia molto.
E quell’accenno alla delusione per l’esposizione dei tecnci Acea da parte del sindaco è l’epitaffio, vergato con amarezza e rabbia.
Bettollini e l’amministrazione comunale rimarranno probabilmente con il dubbio che il progetto in questione potesse essere una cosa buona, una opportunità per sistemare e bonificare l’area dell’ex centro carni e per mettere mano, finalmente, al “convitato di pietra” di questa questione che è il depuratore esistente offrendo al contempo una soluzione avanzata al problema di come smaltire i fanghi di depurazione, ma più che le pressioni dei comitati e dei cittadini e il “linciaggio mediatico” sui social, che certo hanno messo il Comune a dura prova, sono stati la relazione carente (o reticente) da parte di Acea di questo pomeriggio e quella serie di pareri dubbiosi da parte di altri 15 enti a far gettare sul piatto l’ipotesi di uno stop e di un dietrofront. Che alla luce del confronto di oggi appare pressoché inevitabile.
A questo punto, che il progetto possa andare avanti è veramente difficile. Acea è una multiutility, una grande azienda che fa molte cose, non si sa però se sia attrezzata anche per i miracoli.
Marco Lorenzoni
Ma come? Tutto ora ?
Si è il tempo delle coversioni veloci
allora mobilitarsi paga
Chi era che diceva menzogne? Qualcuno dovrà chiedere pubblicamente scusa. Troppo tardi per le retromarce.
La vittoria dello studio e della conoscenza nei confronti dell’arroganza e dell’ignoranza. Adesso i fenomeni che dicevano che i tecnici nell’inchiesta pubblica avrebbero dimostrato che opposizioni è comitato dicevano menzogne dove sono?
Stasera, gente che usciva dal teatro, diceva che da Vissani si mangia bene.
Volevo fare una riflessione che è senz’altro lapalissiana ed indirizzarla principalmente ai due comitati ed è quella della necessità di rimanere vigili e di non vendere la pelle dell’orso prima di averlo catturato.Dico questo per una ragione di carattere della logica che guida certi movimenti soprattutto economici,nei quali la ragione dei soldi indirizza e guida ogni decisione.L’acquisto del terreno da parte di Acea rimane un fatto compiuto sia per il Comune sia per Acea,quindi posto che possa essere vero-come sembra- che in questo caso la ragione ”del contendere” porti acqua ai comitati e si concluda con la prevalenza delle loro tesi,non sarebbe affatto cosa sicura che non venga progettato un altro tipo di impianto sul quel terreno,e bisogna credo essere pronti chiaramente a valutarne la tipologia.Ho già detto che a questo punto ben venga tutta una serie di impianti non inquinanti o per intenderci meglio centri energetici,di studio e progettazione e/o direzionali che guardino ad una economia e ad una rinascita del territorio.Questo avrebbe un grande valore e credo che tutti e con ragione si aspettino una cosa del genere in maniera favorevole da parte delle autorità.Devo però fare una battuta che ha del divertente e che si riferisce a quello che un vecchio amico di più di 80 anni sconsolatamente mi diceva di non riuscire a comprendere il motivo per il quale quando era nella sua verde età e qualche ragazza gli toccava i capelli, la risposta si poteva quasi istantaneamente cogliere su quelli che volgarmente si identificano come”gli attributi ” mentre se adesso ad oltre 80 anni di età gli toccano gli attributi,in conseguenza di questo gli si rizzino i capelli.Dico questo perchè quando leggo in grassetto nel Post che ”questo round non lo abbiano vinto i comitati o meglio lo ha perso Acea” a me i capelli fanno quell’effetto sopra descritto di rizzarsi a sentire queste parole che sottintendono una cosa ben precisa,anzi due, quali: la prima è l’adeguamento puntuale e subitaneo alla realtà anche ” ob torto collo” dato il genere di critiche mosse al comitato fino a ieri e che anche quando non erano decisamente per la svalutazione dell’azione di esso si capiva perfettamente la parte dove ci si schierava, la seconda è la riflessione fatta contenuta in quell’espressione ” l’ha perso Acea”,che è tutta palesemente indicante la volontà di non dover considerare che se non ci fosse stata la sollevazione delle bandiere da parte del Comitato che ha trascinato i cittadini la cosa sarebbe probabilmente passata liscia come il brodo e l’impianto così come era stato progettato avrebbe visto la luce( parlo così anche perchè non sono così sicuro che non possa venir fatto e realizzato in futuro perchè posso anche pensare che certe volontà possano anche non desistere e non sarebbe la prima volta quando i cittadini non sono attenti).Ma raccordandomi a ciò che prima dicevo e lasciando perdere i discorsi da rizzacapelli, sarebbe bene riflettere su come agisce la macchina delle responsabilità politiche che stanno ai vertici quando odora che i consensi possano venir meno e questo la dice lunga soprattutto su quale sia la NATURA di tale macchina ed anche conseguentemente la natura cerebrale non più avvezza a distinguere il positivo dal negativo di coloro che siedono sugli scranni della stessa politica a tutti i livelli,non solo in quelli più alti permeabili agli interessi ma soprattutto in quelli più bassi come esecutori delle istanze che piovono dall’alto.Dico questo perchè di fronte a queste cose è palese che non si ragioni più col proprio di cervello ma si accettino gli imput della politica calati dai vertici verso la base e questa è una patologia comune ai nostri tempi e che riguarda soprattutto gli schieramenti di maggioranza politica, dove in questi tempi abbiamo visto veramente pochi opporsi da dentro le maggioranze consolidate e bulgare,anzi quasi nessuno.Su questo occorrerebbe che il PD come partito di maggioranza nei nostri territori potesse riflettere apertamente e senza veli perchè quello che spunta semprepiù fuori è il distacco dalla gente e quando di conseguenza poi si teme la gente vuol dire che implicitamente si tenda a governargli contro non riconoscendo più la funzione di partito ma soprattutto ad essere permeabili agli interessi che si vorrebbero far prevalere, anzi diventando catene di trasmissione.Allora la riflessione dovrebbe portare inevitabilmente ad aprire gli occhi-parlando del caso Acea- sulla natura dello sviluppo e su chi lo vuole così come è stato impostato perchè corrisponde a dei precisi interessi che sono quelli che sappiamo essere interessi di classe perchè-e poi finisco-se vi hanno raccontato che le classi non esistano più vi hanno detto una fandonia così grossolana che è smentita da quanto avviene intorno a noi,soprattutto quando vediamo che i partiti diventano cinghie di trasmissione di interessi al di fuori della natura e soprattutto delle etiche per le quali sono stati creati.
Se non cambiamo dal basso questo indirizzo di sviluppo dove ci dibattiamo e che ci porta velocemente alla estinzione delle risorse e dei rapporti umani senza comprendere che l’economia cosiddetta verde ha iniziato ad essere preda dell’industria e delle multinazionali che si assicurano i finanziamenti dalla politica ed profitti che reinvestono nel loro tragico modo di produzione e che hanno il potere decisionale totale della robotizzazione dei processi espellendo la mano d’opera umana,avremo da qui a 20 anni ma forse anche prima, una depressione generale da cui l’occidente non uscirà più e diventerà parte soccombente ad altri continenti che oggi posseggono risorse in materie prime e quantità di genere umano incredibili.Non è asserragliandoci nei fortini come vorrebbe il sovranismo che ci si salva, ma ci si salva invertendo il modello di sviluppo,regolando i rapporti interni ai paesi e contrastando fortemente il sistema del profitto assoluto che vede oggi spostare i capitali da un paese ad un altro sfruttando mano d’opera e condizioni produttive spesso disumane.In pratica siamo ritornati a quello che le scuole di pensiero identificavano come liberismo economico e che oggi si chiama neoliberismo,quando era prevalente il pensiero che recitava: ”laissez faire, laissez passer, le monde va de lui meme”.Il contrario a questo è la prevalenza dello stato nell’economia come forma di civiltà e se la sinistra non comprende che oggi è questo che vediamo intorno a noi perchè ieri abbiamo accettato in maniera da non opporsi ad uno sviluppo prima sublimale poi materiale,allora avrà abdicato al proprio compito.E’ su queste basi che deve sapersi rifondare,perchè senza queste non ha futuro.C’era qualcuno che qualche decennio fa diceva a gran voce ”studiate, studiate, studiate! ”
La cosa dirompente e dirimente, nella giornata di ieri, è stata secondo me, più della mobilitazione, più dei puntuali rilievi dei tecnici del comitato, e anche più delle spiegazioni lacunose di Acea, quella “sfilza di pareri dubbiosi” e pieni di “prescrizioni” dei 16 enti chiamati a fornirli.: Regione, Arpat, Asl, Irpet, Provincia, Soprintendenza, Ministeri, Terna ecc… Tra quegli enti c’è anche il Comune di Chiusi. Tutti quei pareri, letti dal presidente Franchi, evidenziavano carenze o lacune progettuali e chiedevano integrazioni. Molti, anzi tutti, sono precedenti alla mobilitazione grandiosa delle ultime settimane. Quindi come scritto anche nel’articolo, le istituzioni preposte in questo caso hanno dato prova di serietà e affidabilità, di non essere accomodanti o già “accomodate”, come pure in più occasioni si è tentato di dire… L’esito adombrato nell’articolo è solo una ns lettura della audizione di ieri, lo stop e il dietrofront non sono ancora ufficiali. E’ un esito che tra l’altro su queste colonne avevamo già in qualche modo previsto in una sorta di novella calviniana sulla vicenda, pubblicata il 13 novembre, 10 giorni prima (https://www.primapaginachiusi.it/2019/11/cera-una-volta-paese-di-mezzo-nelle-terre-di-mezzo-che-aveva-il-problema-di-smaltire-la-merda/). Lì si diceva che il dietrofront poteva essere una via di uscita per le pressioni popolari e per ché qualche dubbio sulle caratteristiche del progetto poteva rimanere. Ad una iniziativa pubblica a Cetona questa ipotesi era stata confermata dal consigliere comunale Agostinelli. E su queste colonne l’avevamo fatto notare.
Ieri, poi, Acea ci ha messo molto del suo, facendo aumentare i dubbi invece che fugarli. Ha giocato male le sue carte. Il Comune ne ha preso atto dicendo che questo non è il modo di giocare.
Le osservazioni lette dal Presidente sono note da circa un anno. Se ne poteva dibattere da allora. Com’è che non si è fatto invece di raccontare la favola delle zero emissioni? Possibile che non si debba pagare politicamente della diffusione delle cazzate?
Credo che la platea si sia alzata (al di là del modo poco elegante) perché è stanca di essere presa in giro, arrabbiata e delusa da un’amministrazione che non l’ha coinvolta in una vicenda così complessa e delicata. Talvolta fare un proprio esame di coscienza ripagherebbe!
Ovvio che politicamente questa vicenda peserà. Ma per essere precisi, quali e quante saranno le emissioni non si è capito neanche ieri, i camini, da quanto detto dall’ing Martino di Acea, sarebbero quelli della caldaia e del cogeneratore (per la produzione di calore) e due nel comparto pellettizzazione (essicazione)… Non sono ciminiere nei reattori in cui avviene il processo produttivo. Ma il fatto di aver occultato quei camini nei disegni già da solo fa pensare a una omissione grave. Forse più grave delle emissioni stesse. Questa cosa mi fa pensare alla storia di Clinton, che cadde perché negò un atto sessuale con una stagista, non per l’atto in sé o per altre connessioni. Solo per aver detto una bugia… Personalmente, sul piano del processo produttivo, sono più preoccupato per l’uso di acido nitrico in grande quantità, cosa anche questa pressoché occultata… Io ho sempre sostenuto che per poter decidere si dovesse avere un quadro chiaro, che poteva essere delineato solo dal confronto ufficiale tra i pro e i contro. A me la sessione di ieri basta e avanza. Per quei pareri e per le omissioni di Acea. Altro non mi serve.
Resto altresì convinto che alzarsi ululando mentre una persona parla, sia sempre e comunque poco elegante e poco corretto, chiunque sia la persona che parla, tanto più se non si è ad una assemblea pubblica, ma in un consesso istituzionale, come è l’inchiesta pubblica regionale. Se il Comune adesso, come ha lasciato intendere ieri, dirà NO al progetto, di certo vedrà svanire quella che riteneva potesse essere una opportunità, ma confermerà anche la linea sempre dichiarata. Perché al di là delle battute e delle contrapposizioni Bettollini & C: possono aver detto che l’impianto sarebbe stato ad emissioni zero, ma non hanno mai detto che andava approvato per forza. Dicendo al contrario che la decisione sarebbe arrivata solo dopo i pareri qualificati degli enti preposti, se non ci fosse stato il minimo dubbio dopo il confronto in sede di inchiesta pubblica. Dal punto di vista politico ognuno farà le sue valutazioni, dal punto di vista amministrativo la decisione sarebbe in linea con quanto dichiarato. E anche rispettosa di quanto emerso nella seduta di ieri.
Eh no, rispettoso sarebbe stato fare tutto ciò molto prima e, soprattutto, non portare avanti tesi incoerenti e imprecise con tale arroganza.
E poco rispettoso è anche stare al cellulare quando qualcuno parla.
La gente è stanca e basta, e contrariamente a quello che molti credono ha una testa per pensare, per capire chi ragionava in un modo fino a qualche giorno fa èe ora fa le retromarce, compresa l’informazione che dice l’avevo detto è l’avevo scritto. Abbia signor direttore la compiacenza è di ascoltare qualche volta, magari anche i consiglieri di opposizione invece che bloccare i contatti su Whatsapp.
Scusa. Marco, ma non continuo a capire perché continui a difendere l’indifendibile.
Quello che dici è abbastanza giusto ma le retromarce, da qualsiasi parte vengano, non possono far passare in secondo piano quanto accaduto fino ad oggi.
Il vero autogol, quello decisivo, lo hanno fatto gli amministratori comunali, che per un anno hanno arrogantemente offeso, dall’altezza del loro: “lei non sa chi sono io”, tutti coloro che osavano palesare dubbi, dando loro dei bugiardi, degli allarmisti e minacciando denunce a destra e a manca, e tutta la stampa che li ha amplificati, senza porsi nemmeno un dubbio.
I tecnici dei comitati non hanno scoperto i camini e le emissioni in chissà quali carteggi segreti, ma semplicemente leggendo le relazioni allegate al progetto e proiettandole addirittura in un’assemblea pubblica, nella quale sono state illustrate anche tutte le osservazioni dei vari enti che tu hai scoperto solo ieri.
Se gli amministratori e i diffusori di comunicati stampa avessero avuto l’umiltà di parteciparvi li avrebbero visti anche loro.
E se gli amministratori, nonostante tutte le prove portate, hanno continuato a negare significa che sono degli incapaci o che sono in malafede perché i primi ad accorgersene dovrebbero essere stati proprio loro, se avessero sentito il dovere di leggere le carte in maniera approfondita.
In entrambi i casi dimostrano di non essere più all’altezza, se mai lo sono stati, di governare questo paese e quindi le retromarce non sono sufficienti a scusare il loro comportamento e il gesto di abbandonare il teatro non è di scortesia ma di dimostrazione che la fiducia in un sindaco che, prima delle dichiarazioni finali, si alza e, in gesto di sfida, si toglie la giacca e si rimbocca le maniche, non c’è più e non ci può più essere, al di là di quello che potrà succedere da ora in poi.
E ripeto, da due settimane sto aspettando che chi ha accusato le opposizioni di dire menzogne ci faccia sapere quali erano le menzogne. Nel frattempo sembra chiaro che le menzogne le diceva qualcun altro.
Concordo Giorgio, in particolare sul fatto che certi elementi li abbiano studiati e divulgati “semplici” cittadini e non sia interessato agli amministratori di valutare le contraddizioni del progetto.
Giorgio, la posizione del Comune (al di là delle dichiarazioni o dei post su fb) sta anche in quelle osservazioni-prescrizioni lette dal presidente Franchi insieme alle osservazioni e pareri di altri 15 enti. E non mi are che lì ci fossero sconti o autostrade spianate. Ad essere sincero, non credo che il sindaco e gli amministratori si aspettassero una relazione così banalotta e lacunosa da parte di Acea,la quale forse aveva fornito in precedenza altre assicurazioni. La stessa intervista all’in. Aiello pubblicata su primapagina era più “rassicurante” ed era solo un’intervista fatta per telefono… Quanto al resto, certi elementi (incongruenze o carenze del progetto) oltre ai cittadini e agli esperti del Comitato, li hanno valutati anche tutti gli enti preposti a dare pareri di merito. E se i comitati hanno avuto il merito di tenere calda la questione, di approfondire per proprio conto e di presentarsi all’inchiesta pubblica con argomenti e domande solide, io credo che l’esito della seduta di sabato sarebbe stato identico anche se il Comitato e i suoi esperti fossero stati assenti o silenziosi. Di elementi per avere dubbi e per dire NO ne sono emersi a sufficienza dall’esposizione di Acea e dalle osservazioni degli enti. Il Comune ha sempre dichiarato fiducia nell’Inchiesta Pubblica come passaggio fondamentale e l’Inchiesta si è rivelata effettivamente fondamentale. A mio avviso molto più decisiva di quanto avrebbe potuto esserlo una assemblea pubblica fatta a priori… L’Amministrazione avrebbe anche potuto farla, non avrebbe fatto male, ma non avrebbe avuto lo stesso peso. Ovviamente è un’opinione…
Forse a qualcuno manca la conoscenza di quello che è successo alla fine dell’incontro di ieri. Il tempo era scaduto da tempo. Eravamo bel al di là delle 19 fissate come orario di chiusura. I partecipanti erano molto interessati e molti di loro erano rimasti. La parola doveva essere data a Luciano Fiorani, iscritto a parlare dalla sessione precedente. Il presidente ha chiesto CINQUE MINUTI di tempo per un breve intervento del sindaco. Ne è invece seguito un comizio. Personalmente ho chiesto al commissario rappresentante dei comitati di dirlo al presidente. Cosa fatta più volte senza risultato. È stata questa scorrettezza a indurre molti partecipanti ad andarsene.
Insisto col dire che sarebbe ora di finirla che in periferia vengano seguite le direttive dei vertici che portano gli incapaci al governo dei paesi.Tutti possiamo sbagliare ma quando si insiste a non fare autocritica e si usano mezze misure per cadere sempre in piedi le cose si commentano da sole.Ed è ciò che emerge da questa vicenda che se si vuol vedere fino in fondo mostra anche dei lati di squallore per il fatto che tutta una amministrazione,sindaco in testa ha difeso fino all’ultimo giorno l’iniziativa di Acea per mille motivi fra i quali non secondari quelli di essere stati investiti dai vertici della politica che poi visto il montare della marea hanno dovuto abbandonare la nave. Il mio semplice monito a questo punto è anche quello che deriva da un pensiero-sarà un pensiero forse cattivo o non so’ come definirlo- ma visto come si sarebbero messe le cose,questa mossa di probabile rinuncia può apparire anche una mossa guidata da parte dello schieramento proponente è pur non avendo partecipato agli ultimi incontri poiché fuori Chiusi e quindi basandomi solo su quanto letto su Primapagina e Chiusiblog, il pensiero può anche cadere -dopo quanto avvenuto al Mascagni-sul fatto che possa sembrare anche irrealistico che un colosso delle dimensioni di Acea resti arenato con i propri “difensori” su questioni e motivazioni di una semplicità quasi assoluta tali da dover cadere dalle nuvole a quanto si dice nel Post.Non mi sembra possibile tutto questo è se è stato possibile averetale comportamento credo che possa essere anche ipotizzato di essere di fronte ad una crisi guidata dalla politica,alla quale hanno obbedito tutti coloro che avrebbero voluto la realizzazione.Il fatto allora se così fosse sarebbe davvero proprio tutto politico,dove i giocatori al tavolo del poker da una parte avrebbero bluffato è perso il piatto, ma dall’altra tentato di salvare la faccia.Ripeto che tutto questo può sembrare anche strano date le dimensioni di uno dei giocatori al tavolo perché il poker in genere va giuocato fra persone della stessa ed omogenea potenzialità economica e quindi dato il livello impari-anche supportato dalle istituzioni-mi appare quantomeno incomprensile che i tecnici di parte possano essere caduti in un errore simile.Ecco perché ho detto prima che occorra in tutti i casi essere vigili e non considerare le voci che vorrebbero accreditare i piedi in fallo e che se ci sono stati,questi siano anche stati voluti.Se ne potrebbe anche pensare che così fosse e che di fronte al problema e per uscirne col mini l’incontro si sarebbe svolto all’interno di un teatro di nome e di fatto.Misteri insolubili se si guardano da un certo punto di vista e dal di fuori. M’ah?……
Errata corrige: alla terzultima riga del mio intervento leggi: “di uscirne col minimo danno possibile”..Chiedo scusa.
Il comune ed ACEA hanno perso ed il comitato ARIA ed il Rccio hanno vinto, stop. Detto ora sembra una sciocchezza ma fino a quando non hanno iniziato ad esporre i loro pareri gli esperti, la cosa non era così ovvia, ciò detto, quello che in tutto questo mi ha colpito è il fatto che ACEA ed INGELIA, al momento dell’inizio del dibattito, erano a conoscenza della sequela di chiarimenti chiesti loro da tutti gli Enti che intervengono nel procedimento ma non ne hanno fatto
il minimo cenno: sottovalutazione o incoscienza ? Il secondo aspetto ma non certo l’ultimo è il seguente: ma un Ente con un bilancio di circa 1 miliardo di €, all’incirca 2000 miliardi delle vecchie lire, è possibile che si sia buttato senza il minimo dubbio su un’impresa (la realizzazione dell’impianto di Chiusi), senza porsi i dubbi sollevati dal dott. Bazzocchi ? Cioè dire il fatto che il processo di carbonizzazione potrebbe anche non funzionare in presenza di fanghi non omogenei ? Ecco la cosa mi dà da pensare e molto sulle capacità imprenditoriali dei dirigenti di questa multi
utility, della quale il comune fino ad ieri si è fidato cecamente. Tralasciamo, non perché meno importante, anzi, il fatto dei pericoli connessi con le emissioni e la mancanza dei camini, non di pentolini ma di veri e propri reattori. Se non ci fosse stato il comitato ARIA, tutti i problemi emersi ieri, la popolazione come avrebbe potuto valutarli !
Comunque ad oggi il carbonizzatore ha fatto solo che del bene, ha “CARBONIZZATO” il PD fasullo e arrogante anche da Chiusi.
Scrive il direttore di questo giornale: “Il Comune ha sempre dichiarato fiducia nell’Inchiesta Pubblica come passaggio fondamentale e l’Inchiesta si è rivelata effettivamente fondamentale”, il signor direttore dimentica che l’inchiesta pubblica c’è per volere delle opposizioni e del comitato, il comune neppure se lo sognava di chiedere l’inchiesta pubblica, l’interesse che aveva al confronto è dimostrato da come ha trattato la petizione, che lo invitava a parlare pubblicamente della vicenda, firmata da 2500 cittadini. Un po’ va bene poi quando si disinforma così si scade nel ridicolo, per fortuna che le persone sanno distinguere…
L’Inchiesta Pubblica è stata concessa nelle fasi finali del progetto e non in quelle iniziali come dovrebbe essere. Ora serve a poco, anche se le relazioni degli ingegneri Bazzotti e Marrocchi è state per loro devastante. Nel mio intervento di sabato spero di essere in grado in 15 minuti o poco più di ripercorrere con un minimo di chiarezza tutte le occasioni mancate di partecipazione.
X Maurizio Patrizi. La tua considerazione ha sfiorato la mia nel senso che pur non essendo stato presente all’incontro e da quello che ho letto,ripeto che mi sembra impossibile che una multinazionale di quella dimensione di fatturato come Acea,abbia deciso di calcare un percorso
così come è venuto fuori dall’esposizione e fornire elementi fortemente
contrastabili come è stato.Dimenticanze di camini a parte.Porto l’attenzione e la considerazione di chi legge sul fatto che una multinazionale di quel genere ha fior di ingegneri e tecnici capaci di presentare e svolgere progetti anche di natura ben maggiore che un carbonizzatore,anche se composto di tecnologia in parte non usata da altre parti e perciò definita sperimentale.La cosa non si spiega quindi molto bene rispetto al risultato che ne sia venuto fuori in tale incontro e credo che sarebbe da porre sotto una osservazione critica di natura più di ” relazione politica” fra vertici delle strutture interpellate ed agenti dalla stessa politica quali Regione, Arpat, ecc. ecc. e le intese di queste con Acea di cui pochi alla fine hanno parlato. Ecco da dove sorge il mio chiamiamolo ”quasi sconcerto” perchè la cosa mi sembrerebbe che possa essere paragonabile ad una persona che comperi una Ferrari e che poi ne faccia l’utilizzo mettendoci l’impianto a gas. La cosa a primo sentore non torna e non mi meraviglierebbe quindi che la consapevolezza tecnica, amministrativa e la volontà economica di un colosso come Acea possa essere smontata da una esposizione carente ed imbarcante acqua come è stato fatto apparire.La spiegazione per adesso fantasiosa non tanto verso Acea bensì verso la politica che io mi dò è quella che la politica non tanto quella del comune ma quella dei vertici regionali e provinciali , vista la crescente mobilitazione ( inaspettata certamente ma poi poi nemmeno tanta in Chiusi e Comuni limitrofi ) abbia fornito indicazioni usando ” l’arma di distrazione di massa” che per adesso sia meglio soprassedere in vista di far calmare le acque, tenere in serbo altre soluzioni e poi cercare di applicarle, o apportando varianti che garantiscano il progetto originario o simili.Non credo proprio che Acea ingurgiti il No al progetto e non si predisponga ad altre iniziative- anche e perchè nò- di altra natura.Sarebbe impensabile che stesse sull’albero a cantare a leccarsi solo le ferite,che comunque in ogni caso della direzione che possa prendere tale vicenda, saranno i cittadini a leccarsele, perchè dietro ai soldi entrati in bilancio, ci sono delle precise iniziative facenti parte di precise strategie da parte di chi ha acquistato il terreno.Altra cosa e più che altro altra domanda che faccio a me stesso:
chi controlla profondamente e quali sono gli organi pubblici che una volta che Acea abbia iniziato il risanamento o la bonifica- come la vogliamo chiamare-del terreno,cosa questa ritengo molto costosa-chi sia che controlli come venga effettuata ? Non sono tutte queste domande da farsi dal momento che una Spa essendo una società di capitali e non un ente pubblico,persegue una politica di profitto privato ?
Tutti questi sono pensieri che inevitabilmente sorgono ed hanno un peso nelle considerazioni che se ne fanno seguire ed è bene che tutti se le pongano anche se sembra fantasia.Quel famoso detto napoletano che ogni tanto rispunta fuori nei miei interminabili e prolissi scritti ” I nun sò fesso ma faccio o’ fesso, pecchè facendo o’ fesso, te faccio fesso” non mi stupirebbe poi tanto.Occhio ! Da come è ridotta la politica in italia,c’è da aspettarsi di tutto….e fra qualche anno i giovani che oggi hanno 15 anni è difficile che conservino la memoria storica del terreno dove sono transitati i fatti….Come recita un vecchio proverbio’:”Meglio aver paura che buscarne”….ecco una spiegazione plausibile-certamente per mee non pretendo per altri- della ragione dell’essere contrari a prescindere…ma l’avevo già detto ed ero stato anche criticato negativamente…
Marco, ma cosa dici?
Dalle osservazioni degli enti, che tu hai scoperto solo ora e che ritieni fondamentali, ma che erano note da mesi, sarebbero scaturite solamente delle prescrizioni, cui Acea avrebbe ottemperato senza nessuna difficoltà, tenuto conto dei mezzi di cui dispone.
Cosa che avverrà ugualmente perché io sono pronto a scommettere che l’impianto si farà.
Ancora non ho elementi sufficienti per capire se sarà un bene o un male, perché i rischi saranno alti ma le prove di insalubrità ancora non sono abbastanza evidenti per bloccarlo.
In ogni caso sono sicuro che si farà perché anche l’inchiesta pubblica terminerà con una serie di prescrizioni, forse più pesanti, ma che non impediranno ad Acea di andare avanti.
Il comportamento del sindaco è solo teatro, come quando ha tirato fuori la storia delle dimissioni, solo teatro.
Acea, quando ha acquistato l’area, ha sicuramente ricevuto garanzie che non avranno motivi sufficientemente validi per essere ritirate e quindi l’impianto si farà, a prescindere dai teatrini messi in atto per cercare di recuperare credibilità.
Ma perché mi hai risposto solo sul ruolo dei comitati e non hai detto niente sulla parte più importante del mio intervento e cioè il comportamento offensivo e provocatorio tenuto dagli amministratori?
Forse non lo condividi?
O forse non ti puoi esporre?
Eppure è stato per mesi sotto gli occhi di tutti, non solo sui social ma anche in articoli di giornale e interventi televisivi.
Posso capire la non esposizione nel momento in cui non si sapeva chi aveva ragione, ma oggi è stato ampiamente dimostrato chi aveva torto e chi diceva bugie.
Se siamo giunti ad una spaccatura così eclatante del paese, che in quarant’anni di vita politica non avevo mai visto, e penso nemmeno tu, la colpa è forse della relazione banalotta dei tecnici di Acea?
Non si può, per utilitarismo, dividere la parte tecnica da quella politica perché la vicenda è nata e si è sviluppata per l’incapacità di gestirla politicamente.
Io, prima di intervenire su un tuo articolo, lo leggo attentamente e cerco di capirlo, cosa che mi sembra tu non faccia nelle risposte agli interventi dei lettori.
Giorgio io dico questo: credo che al punto in cui siamo, dopo la seduta di sabato scorso del’inchiesta pubblica, sia molto difficile che il progetto possa andare avanti. neanche se Acea ottemperasse alle prescrizioni evidenziate…Perché la stessa Acea e il responsabile di Ingelia hanno perso di credibilità. Se le posizioni espresse dal sindaco fossero solo teatro come dici, sarebbe un pessimo spettacolo. E non credo che gli convenga metter su spettacoli scadenti dove è più facile prendere fischi che applausi. Nei panni dei comitati, invece di sbeffeggiare il sindaco, io cercherei di cavalcare il ventilato dietrofront, per convincerlo a non ripensarci, per portare l’amministrazione dalla parte del NO, definitivamente. Salvo poi però provare a ragionare, magari tutti insieme, sui problemi che restano aperti e irrisolti, lasciando i giudizi politici alla campagna elettorale per le regionali e poi per le comunali.
https://www.primapaginachiusi.it/2019/11/progetto-acea-comitati-la-battaglia-continua-se-anche-arriva-lo-stop-molti-problemi-rimarranno-sul-tappeto/
Ci rinuncio perché ho definitivamente capito che prima che ammettere che il sindaco ha sbagliato ti faresti tagliare un braccio.
Mi dispiace, veramente, vederti in queste condizioni e ti giuro che sono sincero, per l’amicizia che ti porto.
Questo progetto ha fin troppo dilaniato l’opinione pubblica locale in un momento in cui tutte le parti sane dovrebbero trovare unità d’intenti per combattere una drammatica situazione politica che si sta materializzando nel nostro Paese e che già si è realizzata in alcune Nazioni Europee. Occorrerebbe probabilmente più attenzione, laicità e consenso nell’iter decisionale: se non ci riusciamo in una piccola comunità come la nostra come pretendiamo che avvenga a livello Nazionale ed oltre?