ANDAMENTO DEMOGRAFICO: CHIUSI E MONTEPULCIANO, DUE PAESI ALLO SPECCHIO

venerdì 22nd, novembre 2019 / 19:54
ANDAMENTO DEMOGRAFICO: CHIUSI E MONTEPULCIANO, DUE PAESI ALLO SPECCHIO
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MONTEPULCIANO – Secondo la percezione comune, negli ultimi 15 anni Chiusi è apparsa una cittadina in declino sul piano commerciale e produttivo, su quello scolastico e su quello sportivo, sul piano dell’appeal generale. Solo sul terreno culturale (e anche politico) ha dato segnali di vitalità, toccando qua e là anche punte di eccellenza. Montepulciano invece è stata ed è percepita come la città “più in crescita” sotto tutti gli aspetti, il vero motore non solo turistico di tutto il comprensorio, set di film e fiction si successo. Insomma una città in rampa di lancio, anzi già decollata e in volo verso traguardi sempre più prestigiosi.

Ma i dati Istat sull’andamento demografico confermano la percezione diffusa?

Non esattamente.

Montepulciano ad esempio ha toccato il punto massimo nel numero di residenti nel 2010: 14.558.  Poi è sempre andata calando, con la sola eccezione del 2013. Alla fine del 2018 registrava 13.824 abitanti, più o meno quanti ne aveva nel 2001 (13.869). Le famiglie che negli anni 2003-2004 era circa 5.500 sono aumentate attestandosi dal 2010 in poi intorno alle 6.100. La media di componenti per famiglia è di 2,2. Non  più tempo di famiglie numerose neanche nella città del Poliziano. E’ cresciuto però negli ultimi 20 anni l’appeal di Montepulciano, la riprova sta nel “saldo migratorio”, cioè nella differenza tra i nuovi residenti arrivati da altri comuni o dall’estero e i cittadini che se ne sono andati.

Il saldo migratorio con l’estero è positivo tutti gli anni dal 2001 al 2018. Punte massime nel 2007 e 2008. Saldo complessivo sempre positivo, tranne che negli anni 2015 e 2018. Nell’ultimo anno -35 residenti. Niente di preoccupante. Solo un piccolo campanello d’allarme.

Il “saldo naturale” (nati-morti), invece vede il segno meno, tutti gli anni, dal 2002 al 2018. Anche in questo caso l’annus horribilis è il 2018: 76 nati (minimo storico nel periodo considerato insieme al 2002) e 201 decessi, massimo storico. Saldo: -125. Il numero massimo di nascite nel 2013: 126.

Insomma dal punto di vista demografico anche la Montepulciano che vola non se la passa benissimo. Ovvero non è tutto oro quello che luccica.

E veniamo a Chiusi. La città di Porsenna registra al 31.12.2018, 8.429 residenti. Il calo è costante dal 2008, con la sola eccezione del 2013. La punta massima dal 2002, l’ha raggiunta nel 2007: 8.879 abitanti. Nel 2002 ne aveva 8.637. Nel 2011, 8.813. Anche a Chiusi, come a Montepulciano è aumentato il numero delle famiglie che dalle 3.780 del 2003 sono passate a 4.024 del 2018. Punta massima nel 2014: 4.064. Media componenti per famiglia: 2,2. Stessa situazione di Montepulciano.

Il “saldo migratorio dall’estero registra il segno + in tutti gli anni dal 2002 al 2018. Punta massima nel 2007: 162, poi 2008 con 133 e il biennio 2003-2004 con 132 e 129. Picco minimo nel 2015 e 2016: 16 arrivi. Numeri basso anche negli ultimi anni: 22 nel 2015 e 2016, 61 nel 2017, 56 nel 2018…

Il saldo migratorio generale (compresi gli arrivi e le partenze da e per altri comuni d’Italia) è positivo dal 2002 al 2011, poi cala negli anni successivi, salvo il 2013 (+130) e il 2017 (+15). Nell’ultimo anno è stato -61.

Il “saldo naturale” (nascite-decessi) è negativo in tutti gli anni dal 2002 al 2018. Punta massima nel 2013: -75. Picco minimo nel 2004 (-23). Maggior numero di nascite nel 2004 e 2011 (73), numero minimo nel 2017 (45) e 2018 (50).  Anche le nascite tendono al calo, insomma.

Chiusi e Montepulciano non fanno eccezione rispetto ad altre realtà contermini della Toscana e anche dell’Umbria. Il saldo naturale negativo segnala un certo invecchiamento della popolazione, che è in atto da decenni. Il saldo migratorio fa notare che le uscite verso l’estero negli ultimi anni sono pari se non superiori alle entrate. Anche questo è un dato che nella percezione comune non emerge. In parte si tratta di stranieri, arrivato qui negli anni passati, hanno deciso di tornare in patria, ma in parte sono “cervelli in fuga” o comunque giovani del posto che hanno lasciato l’Italia per migliori opportunità di lavoro e si sono fermati in altri Paesi.

Questi dati ci dicono che certe previsioni urbanistiche si sono rivelate fallaci o troppo ottimistiche, in entrambi i casi, perché l’incremento demografico previsto non c’è stato.  E ci dicono che lo sfavillio dei mercatini di Natale da novembre e un turismo di massa tumultuoso, non portano residenti. Anzi. Ci dicono anche, i dati, senza lavoro stabile e concreto i giovani non mettono su casa, magari vanno puree a stare per conto proprio (l’aumento del numero delle famiglie) ma non fanno figli o ne fanno al massimo uno e neanche sempre (se la  media dei componenti per famiglia è 2,2…). L’aumento delle famiglie può essere dovuto anche all’aumento delle separazioni.

Montepulciano da un decennio è vicina soglia dei 15.000 abitanti,  che porterebbe anche al cambio di sistema elettorale per il Comune, ma non riesce ad arrivarci. Chiusi  che negli anni ’80 sfiorava i 10,000, da più di un decennio non sfiora neanche i 9.000.

Sul piano culturale Montepulciano e Chiusi sono le due realtà della zona con più vitalità e iniziative di massa di un certo rilievo (il Cantiere Internazionale e il Live Rock Festival di Acquaviva, il Lars Rock Fest di Chiusi, le stagioni del Poliziano e del Mascagni e del Concordi, la presenze stabile  e la crescita di band musicali, compagnie teatrali ecc.), ma anche questo humus positivo e creativo evidentemente non sposta più di tanto. Come non bastano gli Etruschi, Antonio da Sangallo e il Vino Nobile. Chiusi in termini di residenti: dal 2007 al 2018 ha perso 460 abitanti. Montepulciano dal picco del 2010 al 2018 ne ha persi 734. Ciascun paese ha visto evaporare una frazione in sostanza.

Va considerato però che l’ultimo decennio è stato quello della crisi più devastante, quello che ha visto il crollo di strutture di riferimento come il Monte dei Paschi… Quindi i dati fotografano due paesi che non volano, tutt’altro.  Ma alla fine, tutto sommato, hanno retto l’urto. Senza sgretolarsi.

Detto questo, però, una riflessione sulle politiche abitative, sui costi degli affitti, sulla “moda di farsi la villetta a schiera in collina”, sullo svuotamento commerciale dei centri abitati a vantaggio dei centri commerciali fuori città, andrà fatta. Sia a Chiusi che a Montepulciano. E non sarebbe male se la facessero insieme. Magari insieme anche agli altri paesi della zona.

 

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