CASO ACEA: SCARAMELLI FA IL POPULISTA: “BISOGNA ASSECONDARE IL DISSENSO. E SE IL CASO FERMARSI!”

venerdì 15th, novembre 2019 / 11:22
CASO ACEA: SCARAMELLI FA IL POPULISTA: “BISOGNA ASSECONDARE IL DISSENSO. E SE IL CASO FERMARSI!”
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CHIUSI –  Studio televisivo dell’emittente NTI, a Chianciano, la giornalista  Francesca Campanelli intervista Stefano Scaramelli sul suo passaggio a Italia Viva. Nelle ultime battute, però il consigliere regionale, sollecitato dall’intervistatrice, entra a piedi pari anche sulla vicenda Acea, e sulle polemiche  che stanno riscaldando il clima  a Chiusi.

“Non è in difficoltà Bettollini, è la città che è in difficoltà, perché molta gente ha paura. E’ una paura che sta pervadendo tante persone che non conoscono quello che sta avvenendo. Questa paura bisogna ascoltarla. Bisogna parlarci, bisogna assecondare il dissenso delle persone. E bisogna capire che se ad un certo punto bisogna fermarsi, forse è il caso di fermarsi”. Così parlò dunque Scaramelli.

“Assecondare il dissenso delle persone“. Che è come dire che siccome la gente non vuol vedere gli immigrati intorno a casa, è giusto chiudere porti e alzare muri. Oppure che siccome la gente ha paura dei ladri è giusto dare la  licenza di armarsi e sparare… E’ la stessa identica cosa. E’ “populismo” allo stato puro. E’ esattamente la linea-Salvini.

E Scaramelli dice alla Campanelli di averlo detto anche a Bettollini. Non è un invito alla cautela, alla riflessione a non minimizzare o sbeffeggiare il dissenso e la contestazione, è un invito palese, esplicito, a non mettersi semplicemente contro il dissenso popolare. Perché la gente che urla non va convinta e portata a ragionare, ma “va assecondata” se no ti vota contro (questo Scaramelli non lo dice, ma è evidente che lo pensi).

Questa esortazione del Consigliere regionale, da neo esponente di Italia Viva, è anche una sconfessione in diretta delle posizioni espresse da Pd e Psi di Chiusi solo tre giorni fa, quindi fa capire che Italia Viva e gli Scaramelliani, non sono più amici che hanno fatto un passo di lato, ma sono se non avversari quantomeno concorrenti e che una apertura/allargamento della maggioranza consiliare chiusina a Italia Viva, come ventilato nei giorni scorsi dallo stesso Bettollini, quando sembrava che la diaspora fosse più consistente, non sarebbe stata una grande idea…

Chiaro – e lo abbiamo scritto anche noi su queste colonne, sia pure in forma di “novella calviniana” –  che ad un certo punto potrebbe anche convenire fermarsi, perché contro il popolo non si governa. Si può decidere di fermarsi per non aumentare le divisioni, per non allargare le fratture, insomma per evitare alla città una sorta di guerra civile mediatica e politica; si può decidere di tenere conto del dissenso, se questo è largo. Ma ciò non vuol dire “assecondare le paure della gente”.  Le paure vanno affrontate, discusse. E se si hanno argomenti anche confutate. Assecondarle per non perdere consenso è la maniera peggiore di governare.

Il popolo è sovrano, ci mancherebbe. Ma non è detto che abbia sempre ragione. Il popolo ama i Masaniello e le rivolte, più che i rivoluzionari e le rivoluzioni. Anche i peggiori dittatori hanno avuto spesso il popolo, o la maggior parte del popolo con sé, Hitler e Mussolini vinsero le elezioni, prima di aiutarsi coi manganelli, le purghe e le violenze indiscriminate e radunavano folle oceaniche plaudenti ai loro comizi…

E’ difficile fare argine al populismo montante, giocando ad essere più populisti dei populisti…

Chi aspettava una presa di posizione di Stefano Scaramelli sulla rovente vicenda Acea ora l’ha avuta. Il Comitato Aria e i detrattori del progetto, sia quelli che sono contro a prescindere, sia quelli che lo sono per disarcionare Bettollini, sia quelli “che in buona fede temono solo un’invasione della merda”, hanno un nuovo inusitato alleato. Poi, a guardar bene inusitato neanche tanto…

E infine un’ultima cosa:  Scaramelli più che a Bettollini & C. l’invito a fermarsi dovrebbe rivolgerlo alla Regione, è la Regione che ha in mano l’iter autorizzativo e sta conducendo l’inchiesta pubblica a Chiusi… Lui siede in Consiglio Regionale, se ritiene il progetto sbagliato e le paure giustificate, lo dica a Rossi, ci metta la faccia lì a Firenze e faccia in modo che la Regione ne tenga conto…

M.L.

 

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