CASO ACEA, I PODEMOS CHIUSINI SI SCHIERANO CON I COMITATI CONTRO BETTOLLINI

lunedì 18th, novembre 2019 / 17:19
CASO ACEA,  I PODEMOS CHIUSINI SI SCHIERANO CON I COMITATI CONTRO BETTOLLINI
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CHIUSI –  Anche il Movimento Possiamo prende posizione ufficiale sul tanto discusso “Progetto Acea” e si schiera al fianco del Comitato e contro l’Amministrazione comunale, nei confronti della quale parla di “arroganza” e “scelte scellerate”. Nel loro post ci Podemos citano una canzone di Patty Smith: “People Have the power”…  Il che purtroppo non sempre è vero. Ecco comunque il testo del comunicato diffuso via social:

“Ormai nel nostro paese non si parla d’altro: impianto Acea e carbonizzatore o come vogliate chiamarlo. Per la verità non si parla d’altro da mesi, ma tutto è iniziato ormai da due anni. Dopo due anni, il 12 novembre 2019, è partita un’inchiesta pubblica che ha visto un’ampissima partecipazione tra i cittadini, il comitato del NO ha raccolto più di 2.500 firme e la sua pagina Facebook ha raggiunto più di 2.700 persone tra residenti a Chiusi e cittadini dei comuni limitrofi. Come forza politica di opposizione abbiamo richiesto approfondimenti e il coinvolgimento della cittadinanza fin dal consiglio comunale del 4 dicembre 2017, in cui si è appreso della vendita del terreno ad Acea, perché veniva portata in approvazione una variazione di euro 350 mila come acconto versato al comune. Analizzando le carte presentate dall’acquirente in fase di partecipazione al bando, ci siamo resi conto che si trattava di un’attività di cui non era possibile stabilire l’impatto che avrebbe avuto una vita insediata nel nostro territorio. A fronte delle nostre richieste la maggioranza ha negato ogni azione di approfondimento, così nel gennaio 2018 è stato perfezionato il contratto di vendita. Anche da parte della cittadinanza è subito partita una sollecitazione affinché gli amministratori promuovessero informazione e partecipazione, fino a quando è stato costituito un Comitato che da subito ha iniziato una grandissima opera di sensibilizzazione e studio della questione. I nostri consiglieri comunali si sono impegnati per portare la vicenda alle orecchie del consiglio della regione Toscana, tramite una mozione presentata da SI Toscana a Sinistra nell’aprile del 2018. Riportiamo le parole conclusive dell’intervento di Fattori in consiglio: “è doveroso avviare immediatamente un processo partecipativo, come chiedono i cittadini, i comitati, e vari gruppi di opposizione in Consiglio comunale, e attivare immediatamente Arpat e Asl”. E’, probabilmente, grazie all’intervento di Fattori e Sarti, alla mozione del consigliere 5stelle e soprattutto all’istanza di sospensione del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale fatta dal COMITATO ARIA che, ad oggi, è stata avviata l’inchiesta pubblica autorizzativa. L’aspetto che ci preoccupa maggiormente è relativo all’impatto ambientale e sulla salute, soprattutto perché tale impianto rappresenta una sperimentazione i cui effetti a breve e lungo termine sono sconosciuti. Nel nostro paese sono già presenti impianti industriali classificati come insalubri di prima classe, questo è un altro dei motivi che ci fanno ritenere rischiosa una nuova attività con caratteristiche ad oggi sconosciute. In seguito alle azioni del Comitato e delle opposizioni che hanno coinvolto molti cittadini, la maggioranza, preoccupata di perdere consensi, ha tentato di correre ai ripari approvando un atto di governo del territorio in cui si vieta l’insediamento nel nostro comune di una serie di impianti, lasciando però, ambiguamente, il campo aperto ad aziende che a nostro avviso corrispondono alle caratteristiche di quelle proposte da ACEA: “Nel territorio comunale di Chiusi, in recepimento della Delibera n.33 del 15/06/2018, non è consentita la realizzazione di nuovi:
– inceneritori di rifiuti; – carbonizzatori; – termovalorizzatori; – discariche di rifiuti; – nuove aziende insalubri che abbiano emissioni nocive, ad eccezione delle attività per le quali venga dimostrato, riguardo ai processi produttivi, di utilizzare la migliore tecnologia possibile per abbattere emissioni, finanche alla loro totale eliminazione.
Sono invece consentite, nelle aree ad esse deputate ed individuate dal presente Piano Operativo, le attività industriali e produttive in genere che non producano alcuna emissione nociva in atmosfera, anche rientranti nei principi dell’economia circolare e dalla green economy e la realizzazione di centri di ricerca in collaborazione con le università con l’obiettivo di determinare un polo aggregativo di studio sullo sviluppo delle nuove tecnologie in campo industriale e scientifico e attività ad alta tecnologia che possano chiudere la filiera di valorizzazione del prodotto finale”( estratto Variante generale N 3 al Piano Operativo)

L’arroganza di questa amministrazione tenta, ancora una volta, di gestire in autonomia la vita del paese, prendendo scelte scellerate e completamente disconnesse da un progetto unitario di massima. Difatti riteniamo assolutamente controproducente introdurre un impianto di siffatta specie in un territorio a vocazione turistica e agricola. Tale scelta politica non è che l’ultima, in ordine di tempo, di una serie di decisioni che mirano a facili entrate per le casse comunali o che rispondono a chimere propagandistiche estemporanee, senza una seria riflessione sulla programmazione del territorio. Basti pensare al PalaPania, al forno crematorio e alla stazione per l’Alta velocità. Siamo consapevoli che nessuno può sottrarsi a una seria riflessione sulla gestione dei rifiuti e su quelle che potrebbero essere le soluzioni meno impattanti per l’ambiente e la salute, non dimenticando che alla base vi è una radicale rimodulazione dei sistemi di produzione e consumo. Nel programma di governo, Possiamo Sinistra per Chiusi ha fortemente puntato alla tutela dell’ambiente da perseguire in ogni azione di politica amministrativa, presente e futura. Siamo fermamente convinti che le scelte amministrative debbano passare attraverso la consultazione e la costruzione di consenso, grazie ai quali le autorità locali possono acquisire dalla comunità e dalle imprese le informazioni necessarie per la formulazione di nuove strategie. Il nostro movimento, come fatto finora, si impegna a controllare l’iter del procedimento, a valutare oggettivamente rischi e benefici, a fianco dei cittadini e del comitato, anche qualora dall’inchiesta pubblica non uscissero le risposte desiderate. Il nostro lavoro si rifletterà anche in consiglio comunale e vorrà essere rappresentativo del malumore comune dei cittadini e dei loro dubbi, preoccupazioni o interrogativi più che legittimi”. 

Questa la nota dei Podemos. Una posizione che non esclude il confronto in sede di Inchiesta pubblica, ma sembra crederci poco. E che vede i Podemos chiusini anche loro dalla parte di chi esprime dubbi, preoccupazioni e interrogativi, quindi dalla parte della protesta e del no al progetto della Multiutility romana. Il che è del tutto legittimo, e anche quasi scontato essendo Possiamo una forza di opposizione.

Se mai si può rimarcare come la posizione espressa con questo comunicato da Luca Scaramelli & C. sconti un minimo di ritardo e qualche imprecisione.

Laddove si legge  “riteniamo assolutamente controproducente introdurre un impianto di siffatta specie in un territorio a vocazione turistica e agricola. Tale scelta politica non è che l’ultima, in ordine di tempo, di una serie di decisioni che mirano a facili entrate per le casse comunali o che rispondono a chimere propagandistiche estemporanee, senza una seria riflessione sulla programmazione del territorio. Basti pensare al PalaPania, al forno crematorio e alla stazione per l’Alta velocità”, viene da far notare che Chiusi non ha mai avuto e non ha una precisa vocazione turistica e agricola, al contrario è sempre stata una cittadina vocata ai commerci, all’artigianato e ai trasporti;  che l’area in cui sorgerebbe l’impianto Acea è un’area industriale esistente da più di 50 anni (e nelle aree industriali ci vanno le industrie, non i vigneti); che il forno crematorio non esiste e nessuno ne parla più, e che l’idea della stazione Alta Velocità è stata fortunatamente abbandonata a favore della fermata del Frecciarossa nella stazione esistente, come era più logico e come chiedevano anche i Podemos.

Insomma essere contro il progetto Acea ci sta, strizzare l’occhio al popolo che si mobilita dal basso anche, sarebbe strano incomprensibile il contrario, ma se la gente comune può essere poco precisa, la politica  no, non può essere approssimativa, né può tirare l’acqua dalla propria parte con affermazioni un po’ così, come la faccia di quelli che hanno visto Genova…

Se poi i Podemos intendono lanciare una loro battaglia per fare di Chiusi e del resto del territorio circostante una zona a forte vocazione turistica e agricola, e non più industriale, produttiva, di commerci e trasporti, può essere un’idea su cui riflettere e lavorare. Ovviamente senza dimenticare che le aree produttive e commerciali ci sono e le hanno anche i comuni più vocati al turismo e all’agricoltura come ad esempio Città della Pieve o Montepulciano.

Al momento Chiusi non più né carne né pesce, non ha più le caratteristiche di polo di riferimento commerciale e produttivo, non è mai diventata una meta turistica e dal punto di vista agricolo è pressoché niente, non avendo né prodotti trainanti, né terreni a coltura intensiva.

Quando nel 2016, nella campagna elettorale amministrativa di Chiusi da queste colonne proponemmo di destinare l’area ex centro carni, non ancora venduta ad Acea, a parco energetico fotovoltaico, per darle un futuro ed evitare nuovo consumo di suolo agricolo su cui piantare i pannelli solari, Possiamo mostrò interesse per quella proposta, sembrò la parte politica più sensibile a certe tematiche, se ne parlò anche ad una iniziativa pubblica di presentazione della lista, poi però non l’ha più ripresa, né rilanciata. Nè in consiglio comunale né altrove. Forse era meglio e meno impattante del progetto Acea…

 

 

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