CHIUSI, UNA FESTA DELL’UVA COSI’ ERANO ANNI CHE NON SI VEDEVA
CHIUSI – La Festa dell’Uva e del Vino che si tiene tradizionalmente nell’ultimo week end di settembre è un po’ come l’Epifania. Tutte le feste si porta via. Segna la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno che è sempre un po’ triste, anche se ha dei bei colori, inutile negarlo. Talvolta causa il clima non proprio invitante anche la festa è risultata un po’ triste. Quest’anno, grazie anche ad un clima ancora invitante e piacevole, si è vista invece una festa come raramente era capitato. Un sacco di gente nelle taverne, nelle cantinette allestite da associazioni varie comprese alcune dei dintorni (tipo quella della Giostra del Saracino di Sarteano, bella idea questa della compartecipazione). E tanta gente in piazza, ad ascoltare a musica, stavolta più “in tono” con le caratteristiche originali della festa dell’uva e del vino, che è e resa una festa popolare, paesana, quasi contadina: street band gioiose, musica folk irish style, ma anche stile calabro-lucano o Chiantishire, che non sta tra York e Cardiff, ma tra Radda, Greve e Montevarchi… Ottima, a sentire i commenti, l’offerta “culinaria” con piatti della tradizione (trippa, lumache, pappa al pomodoro, lingua in salsa verde acciughe, aringa e baccalà come si faceva un tempo… oltre naturalmente agli immancabili pici all’aglione, al sugo di anatra o al ragù bianco di chianina… ). Il tutto anche in versione street food, con panini e soluzioni “da asporto”. Nessuno che si sia lamentato. Molti che hanno o fatto anche il secondo giro, appena smaltito il primo…
Oggi, domenica in tarda mattinata è arrivato anche il “Treno Natura”, da Siena. Uno spettacolo assoluto la vecchia locomotiva a vapore. Per un giorno anche Greta Thunberg perdonerà quel fumo inusuale e ormai un po’ obsoleto… Una locomotiva come quella di Guccini… E il Treno Natura ha scaricato a Chiusi qualche centinaio di turisti che poi hanno riempito le taverne, le cantine e ristoranti all’ora di pranzo e il mercatino e i cunicoli la torre campanaria, musei.
Chiusi piena di gente fa tutto un altro effetto. La città non è brutta, è un bel centro storico con alcune perle, come la Cattedrale, la torre, e alcuni palazzi storici. Come centro storico è più piccolo e per caratteristiche architettoniche non è paragonabile a Montepulciano o a Città della Pieve, ma quando si anima val bene una visita. Una festa dell’Uva così, erano anni che non si vedeva. Non è più la festa delle sbornie dei primordi, e nemmeno la festa “a invito” e con la puzza sotto il naso di qualche edizione fa… Così è una festa piacevolissima, con ottimo vino e ottimi piatti da gustare e varie iniziative di intrattenimento. Anche se l‘intrattenimento principale in questo caso, è e resta la “convivialità, il piacere di sedersi a tavola, in piazza o in taverna, a riassaggiare sapori antichi e in qualche caso dimenticati…
I Terzieri che la organizzano, il Comune e la Pro Loco con gli eventi collaterali (tipo, appunto il Treno Natura, le visite guidate, l’aperitivo sulla torre campanaria… ) hanno messo insieme un mix positivo e la città per tre giorni ha respirato un’aria frizzante. Buona.
Con il Tria Turris, con Slow Beer, con il Lars Rock Fest che ha fatto il botto con i Wolfmother (ma numeri buoni anche nelle altre due serate), con il Festival Orizzonti, con i Ruzzi che non saranno il Bravìo o il Palio dei Terzieri, ma fanno numeri ragguardevoli ugualmente, adesso con la Festa dell’Uva e del Vibo, Chiusi, sotto questo profilo (quello degli eventi) sta piano piano riconquistando quota e posizioni… La stagione teatrale invernale si annuncia di livello al pari di quella dei città e teatri di altre dimensioni.
Chiusi non è più la cittadina (o il paese) delle feste tristi. Ed è un bel segnale vedere gente che lavora e si dà fa fare per più iniziative. E’ bello vedere ad esempio la cantina dei Ruzzi della Conca alla festa dell’Uva. Tutto ciò ovviamente non cancella i problemi della città, né le “divisioni” o le diverse visioni politico-culturali che sono ricchezza e non zavorra, ma offre unì’immagine di Chiusi più positiva, più coesa. E meno provincialotta. A questa Festa dell’Uva si è vista molta gente di fuori, turisti italiani e stranieri, ma anche gente dei dintorni, cosa piuttosto rara. Segno che qualcosa lentamente sta cambiando anche nella percezione di Chiusi tra gli abitanti dei paesi limitrofi.
Qualcuno sui social s è lamentato per la presenza un po’ “ossessiva” di vigili urbani polizia e carabinieri pronti a fare la prova del palloncino a chiunque passasse per le strade di accesso o uscita dalla città. Ma anche questa è una cosa normale, meglio qualche patente ritirata che anche un solo ragazzo spiaccicato con la macchina addosso ad un albero o ad un muretto. Anche sotto questo aspetto, quello delle “scimmie vaganti e moleste,” la situazione è molto migliorata rispetto a 20-30 anni fa. Feste come la Festa dell’Uva e del Vino son occasioni in cui si beve facile ed anche facile fare tardi ed esagerare, se non si azionano i giusti freni inibitori. Allora anche i controlli da parte delle Forze dell’Ordine ci stanno tutti. E non fanno male. Anzi.
FESTA ALLA GRANDE, che mi ha mostrata una Chiusi come e foforse piu’bella e accogliente degli anni in cui sono arrivata qui e che ormai considero e amo come mia!!!