CETONA, BOTTE ALLA MOGLIE CHE VOLEVA SEPARARSI (E ALLA FIGLIA). UN 53ENNE ALLONTANATO, CON PROVVEDIMENTO DI DIVIETO DI AVVICINARSI ALLE DUE DONNE

sabato 14th, settembre 2019 / 11:15
CETONA, BOTTE ALLA MOGLIE CHE VOLEVA SEPARARSI (E ALLA FIGLIA). UN 53ENNE ALLONTANATO, CON PROVVEDIMENTO DI DIVIETO DI AVVICINARSI  ALLE DUE DONNE
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CETONA – Stavolta forse si è agito in tempo. Un uomo di 53 anni, professionista residente a Chiusi, non potrà avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla moglie e dalla figlia. I Carabinieri di Cetona gli hanno notificato ieri un provvedimento in tal senso emesso dal GIP di Siena, dopo una serie di maltrattamenti denunciati dale due donne. Ingiurie e anche botte, soprattutto alla moglie, dopo che quest’ultima aveva espresso la volontà di separarsi.  Cosa che il marito, evidentemente faticava ad accettare. Adesso le due donne sono state messe in contatto con un centro di assistenza per donne maltrattate, affinché possano almeno inizialmente trovare rifugio sicuro in una località protetta ed essere assistite.

Dicevamo che questa volta si è agito in tempo, perché altre volte, purtroppo non è accaduto. Nel luglio 2018 una giovane donna di origini sudamericane fu uccisa dal marito per la stessa ragione, poi anche il marito si tolse la vita.  Pochi giorni fa un uomo di 45 anni, con problemi relazionali e di dipendenza, ha ucciso a botte la madre di 84 anni. L’uomo era stato più volte oggetto di provvedimenti ed era stato anche ‘affidato’ dal giudice ad una associazione di volontariato, affinché fosse in qualche modo impegnato e sotto controllo. Non è stato sufficiente.

In quest’ultimo caso per lo meno, si è evitato che ingiurie e percosse degenerassero in qualcosa di peggio. Ma per le due donne, madre e figlia (la madre ha una attività commerciale a Cetona), l’incubo non è certo finito. Il “Daspo” emesso a carico dell’uomo che le perseguitava è già qualcosa, ma non cancella la paura che, al di là del divieto di avvicinamento,  l’uomo possa rifarsi vivo. Vivere nel terrore è una cosa pesante. Il fatto però che le due donne cetonesi abbiano denunciato le violenze subite è un segnale molto importante. Purtroppo anche questo non sempre accade, le violenze all’interno delle mura domestiche e dell’ambito familiare rimangono spesso sottotraccia. Per paura. Per evitare scandali.

Un anno fa, dopo il femminicidio-suicidio, la gente partecipò in massa ai funerali del marito suicida e assassino, applaudì la bara all’uscita della chiesa, come saluto al ragazzo cetonese e ci fu pure chi nei commenti sui social arrivò a significare che l’estremo gesto del suicidio potesse compensare ed espiare l’omicidio. La comunità ne rimase scossa. Stavolta le due donne hanno ricevuto solidarietà e attestati di sostegno. Ecco, anche questo è un passo avanti… Madre e figlia hanno mostrato coraggio. La comunità sta dando loro ragione e si riscopre comunità. Ma non nel senso di.. “prima i cetonesi”. E’ un’altra storia.

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