SIENA: PATTO TRA SINDACI, PREFETTO E FORZE DI POLIZIA PER AUMENTARE LA VIDEOSORVEGLIANZA. PIU’ SICUREZZA, MA ANCHE L’OMBRA DEL GRANDE FRATELLO (QUELLO DI ORWELL)

lunedì 08th, luglio 2019 / 11:34
SIENA: PATTO TRA SINDACI, PREFETTO E FORZE DI POLIZIA PER AUMENTARE LA VIDEOSORVEGLIANZA. PIU’ SICUREZZA, MA ANCHE L’OMBRA DEL GRANDE FRATELLO (QUELLO DI ORWELL)
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SIENA – Questa mattina, lunedì 8 luglio, i sindaci della provincia di Siena sono riuniti presso la Sala degli Arazzi della Prefettura di Siena, con il Prefetto e i vertici delle Forze di Polizia. Sul tavolo il “Patto per la sicurezza urbana” denominato “Attivazione sistema integrato di videosorveglianza nella provincia di Siena”.

Il protocollo prevede la realizzazione di collegamenti telematici in grado di assicurare l’accessibilità in tempo reale dalle sale/centrali operative di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza alle immagini rilevate dagli apparati di videosorveglianza dei Comuni. Apparati di videosorveglianza che sono già molto frequenti e che saranno ulteriormente aumentati. A Chiusi per esempio ce ne sono una quarantina già in funzione, ma si punta a piazzarne altrettanti. Lo ha detto il sindaco Bettollini venerdì scorso alla presentazione del “murale” realizzato dal maestro Daniele Pampanelli nel casotto dei servizi e bagni pubblici dei giardini pubblici, dove sono state piazzate tre telecamere, come deterrente per i vandali e gli imbrattatori seriali.

Lo scopo del progetto  è quello di valorizzare i sistemi di videosorveglianza realizzati dai Comuni per le preminenti finalità di sicurezza urbana (prevenzione e contrasto dei fenomeni di criminalità ed illegalità diffusa; tutela della vivibilità e del decoro di aree urbane e rurali, zone destinate ad attività commerciali e produttive; salvaguardia del libero utilizzo di infrastrutture e spazi pubblici) anche  per le finalità di ordine e sicurezza pubblica di specifica competenza delle Forze di Polizia, così da consentire a queste ultime la più rapida ed efficace attivazione operativa a fronte di fatti e circostanze suscettibili di interesse investigativo, come furti, rapine, episodi di violenza ecc..

Per i sindaci questo della sicurezza è un tema caldo. Quelli di centro destra ne hanno fatto un cavallo di battaglia per creare anche un clima di paura e incertezza e indurre gli elettori a scegliere chi propugna il pugno di ferro e l’inflessibiità; quelli di centro sinistra lo hanno assunto come paradigma bipartisan per non farsi surclassare da Salvini e dai suoi seguaci e non lasciar solo a loro questo argomento.

E’ indubbio che il tema sicurezza sia un tema molto sentito, anche perché indotto da una propaganda martellante, nonostante i dati reali dicano ad esempio che i furti e le rapine sono in diminuzione da anni, che l’invasione dei migranti non c’è ed è una invenzione. La percezione è diversa dalla realtà e quindi la richiesta di sicurezza sale…

Il Patto che oggi i sindaci firmeranno in Prefettura a prima vista può apparire come una risposta concreta ed efficace ad un problema. E’ lo Stato che fa quadrato e si attrezza per difendersi meglio e per meglio difendere i cittadini. Il che è diverso dal concetto della “sicurezza fai da te”, della “legittima difesa” che diventa licenza di sparare, della logica da far west della pistola sotto il cuscino…

In linea di principio meglio uno stato che si attrezza, piuttosto che uno Stato che delega il cittadino e lo autorizza ad attrezzarsi in proprio…

Ma c’è anche un rovescio della medaglia. Questa miriade di telecamere piazzate ovunque e soprattutto, adesso, il collegamento in tempo reale di esse con le sale operative di Polizia, Carabinieri e Gdf fa pensare al Grande Fratello. No, non al reality televisivo, quanto al personaggio immaginario creato da George Orwell nel romanzo “1984” pubblicato nel ’49.

Il Grande Fratello di Orwell  il dittatore dello stato totalitario chiamato Oceania. Nella società che Orwell descrive, ciascun individuo è tenuto costantemente sotto controllo dalle autorità. Lo slogan “Il Grande Fratello vi guarda” ricorda continuamente agli abitanti chi  che comanda… Nel romanzo non viene mai chiarito se il Grande Fratello sia una persona esistente o semplicemente un simbolo creato dal partito. George Orwell alla fine degli anni ’40, dopo la guerra e in piena guerra fredda, immaginava il 1984 come un tempo lontano, da fantascienza. E nel suo romanzo  fa dire al protagonista Goldstein: «Nessuno ha mai visto il Grande Fratello. È un volto sui manifesti, una voce che viene dal teleschermo…” . E per dare un’idea di ciò che pensa, nella descrizione fisica del Grande Fratello, lo fa assomigliare a Hitler e Stalin, mentre il ribelle dissidente Goldstein ricorda i tratti di Trotsky, l’antagonista comunista di Stalin.

Dal 1949 in poi, dopo la pubblicazione di 1984, l’espressione “Grande Fratello” viene usata per descrivere una figura eccessivamente indiscreta, un controllo invasivo da parte delle autorità o i vari tentativi fatti dai governi per aumentare la sorveglianza. Lo dice il vocabolario.

Perché dal controllo di sicurezza, al controllo sociale il passo può essere breve. E magari, anche nell’Italia di oggi, qualcuno sotto sotto ci spera, così come negli anni ’70 c’era chi sperava in un colpo di stato militare che mettesse le cose a posto e i comunisti in riga…

Con questo non vogliamo dire che il Patto sindaci-Prefetto-Forze di polizia in provincia di Siena sia il preludio ad una situazione da “stato di Polizia”. Ma la nonchalance con cui gli stessi sindaci , in particolare di quelli di sinistra, avallano operazioni del genere ci lascia francamente quantomeno un po’ perplessi. Sembra un normale atto amministrativo, ma in realtà, questa questione ha risvolti culturali e politici più profondi. Un minimo di discussione e riflessione in più l’avremmo apprezzata insomma.

“Chi non fa nulla di male non ha nulla  da temere” dicono i fautori delle telecamere di sorveglianza sparse in ogni dove. Vero. Ma trovarsi perennemente sotto osservazione da parte delle forze di polizia fa un certo effetto. Sembra di sentire echeggiare quella frase :“Il Grande Fratello vi guarda!” Chi ha vissuto nella cultura della legalità, ma anche della libertà individuale e collettiva, si sente osservato, controllato, ha la sensazione di barattare la sicurezza proprio con la libertà. Non è una bella sensazione. Per sdrammatizzare viene in mente una battuta: occhio alle scappatelle, soprattutto con le mogli e i mariti di poliziotti, carabinieri e finanzieri, perché qualcuno vi vede e la vendetta potrebbe essere implacabile…

m.l.

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