CHIUSI, E CON IL LARS SPUNTA ANCHE UN’OPERA DI STREET ART

martedì 02nd, luglio 2019 / 11:34
CHIUSI, E CON IL LARS SPUNTA ANCHE UN’OPERA DI STREET ART
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CHIUSI – Quasi un anno fa, era il 18 ottobre 2018, su queste colonne uscì un articolo di Elda Cannarsa sulla “Street Art” , ovvero sui murales, a volte giganteschi, che compaiono ormai sulle facciate di molti palazzi in tutte le città del mondo. A Lione e a Napoli ce ne sono di bellissimi.  Si tratta anche di opere d’autore, che in qualche caso rendono omaggio a figure importanti o significative come Che Guevara, Maradona o Ilaria Cucchi. Talvolta servono solo a sognare, a guardare oltre, trasformando pareti grigie e malmesse in scorci ameni con balconi fiorite, vista mare, cieli sereni…

In quell’articolo si lanciava l’idea che la Street Art potessero trasformare e abbellire anche alcuni edifici di questo territorio. Soprattutto in due realtà che non sono centri storici giustamente intoccabili, ma centri abitati di edificazione recente che hanno perso almeno in parte la loro vitalità: Chianciano e Chiusi Scalo.

Dopo quell’articolo ci fu anche un purparler con alcune associazioni culturali e, tanto per cominciare, con il Comune di Chiusi, che con l’assessore Micheletti si mostrò interessato. Anche perché a Chiusi c’erano già state esperienze pregresse in tal senso come la lunga fila di murales nei pressi della stazione di Montallese (furono realizzati da alcune scuole d’arte negli anni ’90), la decorazione in stile etrusco dei bagni pubblici di via Mazzini allo Scalo (opera di Lara Selva) e la collaborazione con artisti perugini nell’ambito del Lars Rock Fest con i grandi pannelli disegnati e dipinti affissi poi nella “Casa della cultura”… Ma la cosa non è finita lì.

Proprio in questi giorni infatti è partita la realizzazione di un’altra opera. Si tratta di un “murale”, anche in questo caso ispirato all’arte etrusca, intitolato Tanasar, ovvero “Danzatori” che va ad abbellire e colorare una struttura pubblica: il casotto dei bagni e servizi ai giardini di Chiusi Scalo.

A Chiusi c’è la tendenza a cominciare dai bagni. E vabbè. Ma in questo caso, non è un caso.

La scelta è caduta su quell’edificio per tre ragioni: 1) è pubblica quindi non c’è bisogno di chiedere il permesso a privati; 2) da venerdì a domenica lì ai giardini pubblici si terrà il Lars Rock Fest n.8, quindi l’opera, di artisti legati al festival (Daniele Pampanelli e Marco Leombruni ) avrà immediata visibilità; 3) quel casotto è stato spesso oggetto di imbrattamenti e atti vandalici. Quindi il murale è e vuole essere anche un di civiltà e di rispetto per i beni comuni. Anche i gabinetti sono un bene comune. In certe situazioni molto prezioso. Per l’occasione verranno posizionate nuove telecamere puntate sull’edificio che andranno ad integrare il sistema di videosorveglianza attivo in tutto il territorio comunale. Gli imbrattatori seriali sono avvertiti.

Dalla Falce e Martello alla calce e pennello: l’aggiornamento della sinistra chiusina passa anche da qui… Ma nello specifico calce  pennello servono per fare un’opera d’arte, quindi di cultura si tratta e aggiornarsi partendo dall’arte può anche essere buon segno…

“I Danzatori” dei giardini pubblici sono i primi soggetti a comparire, ma, per ammissione dello stesso Micheletti, potrebbero presto essere seguiti da altri, in altri comparti. Ce lo auguriamo.

Noi ribadiamo che ci piacerebbe veder prendere vita e colore anche alcune facciate o pareti oggi desolatamente tristi. Con opere del genere Chiusi Scalo che i murales formato gigante li aveva già negli anni ’20 del 900, tornerebbe ad avere una sua specificità, una nuova attrattiva.

A Chiusi Scalo alcuni grandi murales c’erano prima che la crisi del ’29 spazzasse via fabbriche, pastifici, distillerie e pure la pubblicità che campeggiava in molti palazzi…  Il resto lo fece prima la guerra, poi una ricostruzione caotica e quasi tumultuosa nella quale l’esigenza primaria di fornire case prese il sopravvento su ogni altra considerazione…

Adesso però la situazione è cambiata. Ora l’esigenza è quella di riempirle le case, di riqualificare certe strade. Di riportare la gente fuori di casa a vivere il paese. Centri abitati svuotati e intristiti potrebbero trovare in questo modo una nuova vitalità, diventando vere e proprie gallerie d’arte a cielo aperto.  Potrebbero richiamare artisti di un certo nome e quindi ricavarne pubblicità e promozione. Ma anche visitatori curiosi di vedere cosa hanno combinato questi pittori da free climbing… 

Giusto forse cominciare da strutture e spazi pubblici. Ma a nostro parere sarebbe interessante se anche i privati proprietari di edifici con pareti adatte ci facessero un pensierino…  Si sa, l’appetito vien mangiando e chissà che a qualcuno, dopo aver visto i Danzatori, non venga voglia di fare uno spuntino…

m.l.

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