“VISIONARI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI!” DA CHIUSI L’APPELLO DI CARLO PETRINI E SLOW FOOD PER UN MONDO PIU’ EQUO E PIU’ GIUSTO

E C’E’ CHI CHIEDE QUANTO E’ COSTATA AL COMUNE LA “COMPARSATA” DI PETRINI & C.
CHIUSI – Per 4 giorni a Chiusi si è parlato di un tema fondamentale per il mondo intero. Ovvero di cibo, produzioni agricole, biodiversità… Si è parlato di quei 500 milioni di persone che in tutti i continenti provano a cambiare il verso all’economia e soprattutto ad assicurare cibo alle popolazioni. La Fao li ha definiti i protagonisti dell’agricoltura familiare. Sono loro, non le multinazionali che garantiscono l’alimentazione al 75% della popolazione del pianeta. A loro la Fao ha attribuito un ruolo chiave nella lotta alla fame e nella tutela dell’ambiente. Ma sono persone ed esperienze che sono minacciati dall’avanzamento impetuoso di un modello economico che tende all’omologazione e mette a rischio il loro stesso sostentamento.
Una delle organizzazioni che da anni sta tentando di dar voce a questo mondo è senza dubbio Slow Food e Slow Food ha scelto Chiusi per lanciare il suo grido di allarme e il suo “manifesto” programmatico.
Chiusi per 4 giorni è stato uno dei luoghi centrali del mondo. Nel paese di Porsenna che già 2.500 anni fa aveva capito l’importanza del mangiare bene, nelle terre del buon governo delle città e delle campagne immortalato da Ambrogio Lorenzetti nel 1300, Slow Food ha riunito il suo consiglio internazionale per parlare di Africa e Sud America, ma anche di Europa e Asia e per delineare le strategie d attività per i prossimi anni.
“Slow Food si in oltre 30 anni di attività di promozione del diritto a un cibo buono pulito e giusto e di progetti volti a rafforzare la biodiversità alimentare, ha avuto la lungimiranza di intercettare alcune tra le realtà più virtuose sostenendole con i Presìdi, l’Arca del Gusto, le comunità di Terra Madre, la rete di soci e di cuochi dell’Alleanza.
“Ambientale, sociale ed economico. Sono questi i tre livelli dell’impatto che i nostri progetti lasciano nei territori e sulle comunità che coinvolgono: a volte cambiamo la vita delle famiglie. Questo è l’elemento per cui possiamo andare fieri di far parte di Slow Food”, dice Edie Mukiibi, uno dei principali leader di Slow Food nel continente africano.
“Slow Food è l’unico movimento che sottolinea come la diversità nel sistema alimentare sia fondamentale per costruire un futuro del cibo sostenibile e per questo crea alleanze tra i produttori di tutto il mondo, basate sulla fratellanza e la condivisione”. Susan Drion, Slow Food Youth Network, Olanda.
“A Chiusi ho portato il messaggio della rete Slow Food andina, per scrivere il futuro del movimento Slow Food a livello mondiale, basandoci però sulle solide radici della cultura locale”. Esteban Tapia, cuoco e professore dell’Università San Francisco di Quito, Consigliere nazionale per l’Ecuador e la rete della regione andina. Ecco tre voci che fanno capire di cosa si è discusso a Chiusi.
«Dobbiamo partire dalla strenua difesa della biodiversità, che abbiamo il dovere di rafforzare non per feticismo verso il cibo ma perché rappresenta comunità, milioni di donne e uomini e il loro lavoro, la loro vita. Noi stiamo dalla loro parte, con i nostri progetti: l’Arca del Gusto è l’opera più grandiosa della natura, non rappresenta un patrimonio archeologico, è un patrimonio vivente che nei territori esprime molteplici interessi di contadini, pescatori, associazioni, artigiani.Dobbiamo continuare a intercettare questa biodiversità, conoscerla, difenderla e raccontarla a chi se ne nutre pur non conoscendola. Dobbiamo mettere in atto meccanismi politici affinché diventi paradigma economico». Così ha indirizzato i consiglieri il presidente di Slow Food Carlo Petrini, avviando il percorso verso il Congresso internazionale del 2020 e il prossimo Terra Madre. E Terra Madre 2020 determinerà un grande cambiamento se sarà capace di attirare visionari di tutto il mondo affinché non ci sia solo una religione basata su neoliberismo e crescita infinita ma si dia ascolto a una diversa economia che dà voce a comunità, territori, bene comune. Solo così possiamo fare in modo che questo appuntamento rappresenti l’alternativa a Davos. La cittadina svizzera riunisce la visione neoliberista, Torino ospita l’idea di un mondo diverso, capace di diventare più forte, di cambiare gli attuali paradigmi rappresentativi di un’economia politica distruttiva, di rapina nei confronti dei beni comuni» ha continuato Carlo Petrini, che ha poi concluso: “Abbiamo una grande opportunità per raggiungere queste persone, grazie alla nuova struttura che ci siamo dati, basata sull’apertura e la condivisione, attraverso le Comunità Slow Food che si stanno avviando in tutto il mondo. Dobbiamo guardare all’Università di Scienze Gastronomiche, dalla quale escono 600 futuri leader ogni anno che poi vanno a rappresentare Slow Food nei loro Paesi, e attraverso i quali abbiamo l’occasione di intercettare i giovani della generazione Z e il loro impegno sulle politiche ambientaliste, cercando di diventare anche noi un po’ più digitali e meno analogici, senza lasciarci tuttavia travolgere dalla degenerazione politica dettata da una comunicazione social perversa».
Ecco, qualcuno nei giorni scorsi ha postato sui social una foto del sindaco di Chiusi Bettollini con Renzi e Lotti per sottolineare certe amicizie pregresse imbarazzanti. Certo, così come qualcuno era comunista, qualcuno è stato renziano. Ma si può cambiare. E a noi fa piacere vedere il sindaco della città in cui questo giornale ha sede, accanto a Carlin Petrini. Ci piace di più la foto con Petrini di quella con Lotti. Perché Petrini è uno che secondo noi dovrebbe fare quantomeno il Ministro dell’Agricoltura o dell’Ambiente. E se fosse segretario del Pd – per dire – potremmo anche fare un pensierino alla tessera del Pd.
Che Chiusi sia stata scelta da Slow Food per la riunione annuale del suo International Council ci fa molto piacere. Non solo per il ritorno di immagine che Chiusi potrà avere, se non altro nel circuito Slow Food. Ma perché si è parlato di cose buone, pulite e giuste. Sono state dette cose di sinistra. Vere. Non tanto per dire… Si è delineato un mondo migliore, più equo, più solidale, più giusto e diciamolo pure un mondo diverso da quello del turbocapitalismo e del liberismo sfrenato, famelico e feroce.
Ci piacerebbe che qualcuno, anche di quelli a sinistra del Pd, riconoscessero questo, anche se ciò può comportare un doloroso rendere atto a Bettollini & C di averci creduto e di essersi resi disponibili ad ospitare un evento del genere.
Invece, scorrendo la rete, troviamo, unico commento, un post dell’amico e compagno di tante battaglie Luciano Fiorani che si chiede quanto sia costata in termini di soldi pubblici la “comparsata” di Slow Food a Chiusi. Non sappiamo se è costata qualcosa e quanto. Ma anche se il Comune avesse investito qualche migliaio di euro nelle cene, nei pernottamenti e nelle visite guidate per i 100 delegati di Slow Food, secondo noi avrebbe fatto una cosa buona e giusta. Soldi spesi bene, insomma. Anzi benissimo. E dispiace vedere compagni di una vita che citavano spesso Chomsky e Rifkyn e Serge Latouche, chiedere il conto della “comparsata” di Carlin Petrini, il che è come se i Podemos chiusini che si presentarono nel 2016 come lista di sinistra chiedessero il conto di un convegno con Luciana Castellina e Rossana Rossanda.
E’ già tanto che qualcuno non abbia chiesto quanto è costata la Festa della Costituzione! O c’è chi lo ha fatto?
A noi, per chi non l’avesse capito, piace di più l’appello ai visionari di tutto il mondo di Petrini che non questo assillante e astioso richiamo ai soldi. E questo non è fare da grancassa a Bettollini!
m.l.
Quando ho letto il commento, peraltro poco considerato con meno di 10 like, ho pensato che l’autore non conoscesse Slow Food e Carlin Petrini. Se così non fosse è assurdo e mi dispiace tanto che si strumentalizzi per attaccare il sindaco certi eventi come quello di cui parli che ha ospitato 100 delegati slow food da tutto il mondo che faranno da ambasciatori per la nostra Chiusi
L’appello ai viosionari? Chi è più visionario nel predicare che ci sarà una grande industria che trasformerà 80.000 tonnellate all’anno in ammendante per l’agricoltura? Quando con qualche migliaio di euro si cerca di costruire un’immagine ambientalista. Come diceva Totò….
Francamente non so se un impianto per il trattamento dei fanghi biologici di depurazione e la trasformazione di essi in prodotto secco per evitare che questi vengano sparsi in agricoltura (come è stato finora) sia incompatibile con la filosofia Slow Food e con la tutela dell’ambiente. La depurazione è un fatto ecologico di tutela e i depuratori producono fanghii di risulta che vanno trattati e smaltiti. Che facciamo, li portiamo a casa e li mettiamo sotto il letto o li mandiamo a casa d’altri? Su questo bisognerà intendersi prima o poi…
Perché non vai a dirlo al premio Goldman Rossano Ercolini di rifiuti zero di Capannori? Ci sono 2250 firme a chiederlo. Poi i risultati li inviamo a Carlin Petrini così la prossima volta va in visita.
Io, nei panni del Comitato Aria, avrei colto al volo l’occasione della presenza di Carlin Petrini a Chiusi per provare a parlargli di questa vicenda e per carpirgli un parere. Il parere di Ercolini su queste colonne è stato a suo tempo pubblicato… Ma continuare a utilizzare la parola “rifiuti” in relazione al progetto Acea, se permetti mi sembra quantomeno fuorviante. Quali rifiuti? Quanto ai fanghi non hai risposto: che ne facciamo? come li smaltiamo? Non è detto che la soluzione proposta da Acea sia la migliore. Potrebbe pure non essere idonea. Ma una soluzione va trovata. Almeno per i nostri, ovvero quelli prodotti dal depuratore attuale nel trattamento dei reflui fognari di Chiusi Scalo. O facciamo finta che quelli non esistano?
Non ci siamo. Se la risposta di Ingelia al problema dei rifiuti non funziona non capisco il perché si debba insistere. Carlin Petrini non ha le competenze per valutare lo specifico problema. Se il trattamento dei fanghi o altri rifiuti non dà luogo a un PRODOTTO produce un rifiuto da rifiuto. I reflui di Chiusi possono essere depurati e gli ulteriori fanghi residui hanno gli stessi problemi degli altri. Di solito non mettoin dubbio la buona fede, ma studiare un po’, non farebbe male.
Sei tu ed altri che avete tirato i ballo Slow Food dicendo che c’è contraddizione tra lo sbandierare il verbo di Petrini e poi fare il carbonizzatore (o quello che sarà). Quindi potevate chiederlo a lui se c’è contraddizione… 2) i fanghi di risulta dalla depurazione dei reflui chiusini, Ingelia o non ingelia, dove e come li smaltiamo? Se la tecnologia Ingelia non è idonea o non offre garanzie, se ne dovrà individuare un’altra. Perché il problema resta. E c’è anche adesso che Acea non è ancora arrivata e non ha messo nemmeno un mattone…
Petrini è un paravento propagandistico. Si predics bene e si razozola male. Non abbiamo bsogno di slowfood per capire che l’uso del biochar come ammendante non cambia molto rispeyto allo spandimento. Il probema dei fanghi da depurazione sono un problema di tutti. Non si capisce perché ci dovrebbe essere un carbonizzatore idrotermale per 80.000 tonnellate. Se il problema è il depuratore ex bioecologia, si faccia una comparazione di alcune migliaia di situazioni simili e si veda come ci si è comportati. Questo lo capiscono tutti.